Secondo la Società Italiana di Psicoterapia Integrata, (S.I.P.I.), l’approccio integrato è un modello teorico e di intervento che racchiude in sé i concetti chiave di diversi altri modelli psicoterapici, come la psicoanalisi, la terapia cognitivo-comportamentale e quella sistemico-relazionale.
Secondo diversi autori oltre all’utilizzo di più tecniche e più concetti di riferimento, la chiave di questo modello è la relazione terapeutica, intesa sia come processo interiore del/della terapeuta, sia come processo condiviso attraverso la relazione con il/la paziente.
Come sottolineato dalla Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, il modello integrato prevede, nei casi necessari (ad esempio, per trattare l’anoressia) l’accostamento di altri interventi non psicoterapici: farmacoterapia con un medico psichiatra, monitoraggio di un nutrizionista, un internista e così via.
Indice dall’articolo
Quando si usa il modello integrato
È un modello d’intervento utile per tutte le fasce di età, dall’infanzia all’età adulta. Si usa per diverse esigenze: problemi d’ansia, dell’umore, della sfera affettiva, della sfera relazionale, del comportamento alimentare, per la disforia di genere e i percorsi di transizione, per le dipendenze, per la violenza di genere, per i disturbi da stress post-traumatico, per i disturbi dissociativi e per lo stress lavoro correlato.
Come si svolge la seduta
Il modello integrato viene usato in tre tipologie di sedute diverse: individuale, di coppia e familiare. La durata media di ogni seduta, online, è di circa 45 minuti. Il/la terapeuta esplora il problema con il/la paziente cogliendone insieme i diversi aspetti e approfondendoli.
Le tecniche spaziano dall’attenzione alle dinamiche comunicative nei diversi contesti di vita, alla Mindfulness, all’interpretazione dei sogni, alla ricostruzione degli eventi e delle reazioni del paziente. Generalmente, servono a potenziare le competenze riflessive, la consapevolezza e la regolazione delle emozioni, la resistenza e la capacità di fronteggiare stati d’animo e circostanze avverse oltre a potenziare le competenze comunicative e relazionali in genere.
Si lavora su più livelli: esplorazione, rilettura, interpretazione e apprendimento. Si cercano insieme e si stimolano le diverse risorse possibili.
La durata del percorso
In media, la durata di un percorso di terapia integrata varia da alcuni mesi fino a tre o più anni. La durata è relativa alle singole situazioni ed è determinata da tanti fattori che vengono esplicitati nella relazione col terapeuta, sia in base a dati clinici relativi al problema portato, sia in base a ciò che emerge durante le sedute.
Quanto costa
L’esperienza online ha permesso di contenere i costi senza detrarre dalla qualità dell’intervento. Ad esempio, con Serenis ogni seduta con uno/una psicoterapeuta con specializzazione ha un costo di 49 € (dopo il primo colloquio conoscitivo, che è gratuito).
Distinguere la complessità dalla confusione
- La varietà non è l’integrazione
L’utilizzo di più tecniche e concetti porta molti autori a descrivere l’approccio integrato come una specie di “eclettismo teorico e tecnico”. Questa non è una reale integrazione, ma una mescolanza senza perno né architettura.
Una terapia integrata non può prescindere:
● da una teoria della mente che rispecchi la complessità dell’essere umano;
● dai contributi delle neuroscienze e della neurobiologia che hanno spiegato come le interazioni del nostro sistema nervoso con le persone e con gli ambienti di riferimento, modellino il nostro modo di essere e di provare la sofferenza;
● dall’ inquadrare e comprendere il problema nei suoi diversi aspetti.
- La relazione terapeutica non è solo la risposta teorico-tecnica:
Come sottolineato anche da Architravo una terapia integrata, oltre a presupporre un modello integrato della mente, deve presupporre un’integrazione interna al terapeuta e dunque non può prescindere:
● da un lavoro costante del terapeuta su sé stesso, che lo porti a conoscere in profondità le pieghe, i suoni, i sapori ed i ricordi delle tante parti di cui siamo fatti e delle tante forme di sofferenza che sperimentiamo vivendo;
● dalla capacità del terapeuta di non utilizzare le stesse difese, gli stessi pregiudizi, le stesse rigidità, gli stessi evitamenti dei suoi pazienti;
● dalla capacità del terapeuta di non evitare il dolore e ritrovare in sé i vissuti del paziente e rispecchiarli guidandolo nell’esplorazione di sé e attivando le sue risorse per accogliere, resistere e reagire.
● dalla capacità del terapeuta di essere realmente coinvolto.
- L’integrazione matura anche nel paziente
Il terzo livello di integrazione è quello che matura nel paziente con la relazione terapeutica. Il paziente diventa, progressivamente:
● più capace di osservare e comprendere sé stesso;
● più resistente e meno spaventato dalla sofferenza;
● meno spaventato dal provare le proprie emozioni e pensare i propri pensieri o sognare i propri sogni;
● più capace di regolare le proprie emozioni, i propri pensieri e le proprie reazioni;
● più capace di stare con sé stesso e con gli altri.
La relazione terapeutica ripara le relazioni che l’hanno danneggiato. Le sedute diventano il luogo sicuro che ripara la mancanza di una base sicura.
Questa è la più grande felicità nell’essere un terapeuta: poter sentire nella persona di fronte a noi che il dolore diventa più sostenibile e che non impedisce più di essere vivi.
La psicoterapia online di Serenis
Su Serenis, i nostri specialisti capiscono che la vita presenta sfide uniche per tutti. Non importa chi tu sia o cosa tu abbia passato, il tuo passato non ti definisce, né deve determinare il resto della tua vita.
Bibliografia e approfondimenti
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Bronfenbrenner U., The Ecology of Human Development. Experiments by Nature and Design, Harvard University Press, Cambridge, 1979;
Donini L. M., Nizzoli U., Bosello O., Melchionda N., Spera G., Cuzzolaro M., Manuale per la Cura e la Prevenzione dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità (Da & O), Sics Editore, Milano, 2017;
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