La meta preoccupazione: preoccuparsi di essere preoccupati

La meta-preoccupazione è la preoccupazione riguardo al proprio preoccuparsi, ed è un elemento chiave del Disturbo d'Ansia Generalizzato, contribuendo al mantenimento del disturbo attraverso credenze negative sulle proprie preoccupazioni.

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Meta preoccupazione come superarla

L'ansia è un compagno di viaggio comune nella nostra vita, una risposta naturale a sfide e incertezze. Ma cosa accade quando l'oggetto dell'ansia diventa l'ansia stessa? Parliamo in questo senso di "meta preoccupazione".

La meta preoccupazione: cos’è?

La meta preoccupazione (o meta-worry) è il fenomeno in cui il soggetto, anziché preoccuparsi di eventi specifici o situazioni, si ritrova intrappolato in un vortice di pensieri ansiosi che riguardano la preoccupazione riguardo al proprio preoccuparsi. Questo fenomeno è centrale nel modello metacognitivo del Disturbo d'Ansia Generalizzato (GAD), che distingue tra due tipi di preoccupazione: preoccupazioni di primo livello e meta-preoccupazioni.

Quest'ultima si manifesta quando le persone sviluppano credenze negative sulle proprie preoccupazioni, temendo che queste siano incontrollabili o dannose, e contribuendo così al mantenimento del disturbo​ (bmcpsychiatry.biomedcentral)​​​. È come se il nostro cervello decidesse di concentrarsi non solo sulle sfide esterne, ma anche sul processo interno di preoccupazione.

Cos'è la meta preoccupazione

Questo overthinking può portare a una crescita esponenziale dell'ansia, poiché la persona si trova intrappolata in un ciclo di pensieri negativi riguardanti la propria capacità di gestire lo stress. Questa auto-riflessione ansiosa può sfociare in una diminuzione dell'autostima e minare la fiducia nella propria capacità di affrontare le sfide della vita.

Preoccupazione e Disturbo d'Ansia Generalizzato

Studi hanno dimostrato che la meta-preoccupazione è strettamente associata alla gravità del Disturbo d'Ansia Generalizzato (GAD). Ad esempio, il Meta-Worry Questionnaire (MWQ) è uno strumento utilizzato per valutare la frequenza e le credenze legate alla meta-preoccupazione, evidenziando come una maggiore frequenza di meta-preoccupazione sia correlata con una maggiore presenza di GAD​ (BioMed Central)​​.

La meta preoccupazione nel GAD presenta alcune caratteristiche distintive che contribuiscono alla sua definizione clinica.

  1. Ripetitività. La mente torna costantemente sugli stessi pensieri ansiosi, creando un circolo vizioso che può essere difficile da interrompere. Questo ciclo incessante può generare una sensazione di blocco mentale, rendendo arduo per chi ne soffre liberarsi dalla morsa delle preoccupazioni. La ripetizione incessante contribuisce a intensificare l'impatto dell'ansia sulla sfera emotiva e cognitiva dell'individuo.
  2. Orientamento al futuro. La preoccupazione nel GAD è spesso orientata verso il futuro, generando ansia su eventi che potrebbero o potrebbero non verificarsi. Questa caratteristica implica una proiezione costante di pensieri negativi e catastrofici riguardo a ciò che il futuro potrebbe riservare. Tale orientamento al futuro può privare la persona della gioia del momento presente, poiché la mente è costantemente impegnata nella costruzione di scenari temuti.
  3. Incontrollabilità. Un altro elemento chiave è la percezione di incontrollabilità che circonda la preoccupazione nel GAD. Chi ne soffre può sentirsi impotente nel fermare o gestire i pensieri ansiosi. La difficoltà nel fermare il flusso di preoccupazioni può portare a un senso di frustrazione e impotenza, contribuendo al carico emotivo complessivo.
  4. Negatività. Oltre a queste caratteristiche, la preoccupazione nel GAD è intrinsecamente associata a una costante negatività. I pensieri ansiosi tendono a concentrarsi su potenziali scenari catastrofici, amplificando gli aspetti negativi della vita. Questa prospettiva pessimistica può influenzare l'umore e la percezione generale della realtà, creando una spirale di pensieri distorti che alimentano ulteriormente l'ansia.
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Le meta credenze positive sulla preoccupazione

Le meta credenze, ovvero cosa io penso del mio pensare e cosa penso del mio sentire, sono credenze o convinzioni di ordine superiore riguardo ai propri pensieri, emozioni e comportamenti.

 Le metacredenze possono influenzare la percezione della preoccupazione e del rimuginio.

Ad esempio, alcune persone possono sviluppare metacredenze positive che attribuiscono un valore positivo alla preoccupazione, credendo che essa possa essere utile nel:

  • risolvere problemi;
  • prepararsi al peggio;
  • ridurre la probabilità di eventi temuti. 

Queste metacredenze positive possono contribuire al mantenimento di comportamenti disfunzionali, come il rimuginio cronico, alimentando il circolo vizioso dell'ansia.

D'altra parte, le metacredenze negative possono contribuire a interpretazioni erronee e dannose riguardo ai propri pensieri e alle proprie emozioni e possono essere ricondotte a due ambiti principali: pericolo e incontrollabilità.

meta credenze e meta preoccupazioni

Pericolo

    Le metacredenze negative legate all'ambito del pericolo possono alimentare la convinzione che il manifestarsi di determinate emozioni o pensieri ansiosi rappresenti una minaccia per la salute mentale

    come ad esempio essere convinti che preoccuparsi in maniera eccessiva possa far impazzire o perdere il controllo.

    Chi soffre di ansia potrebbe attribuire significati negativi a sensazioni o pensieri che sono, in realtà, una risposta normale allo stress. Questa percezione distorta del pericolo può intensificare l'ansia stessa, creando un circolo vizioso in cui il timore delle conseguenze dannose delle proprie emozioni contribuisce all'ansia.

    Incontrollabilità

      Le metacredenze negative legate all'ambito dell'incontrollabilità possono contribuire alla convinzione di essere incapaci di gestire lo stress. 

      Chi soffre di ansia potrebbe percepire i propri pensieri e le proprie emozioni come qualcosa di incontrollabile, generando una sensazione di impotenza. 

      Un individuo potrebbe ad esempio pensare di non riuscire a smettere di preoccuparsi.

      Questa mancanza di fiducia nelle proprie capacità di affrontare lo stress può alimentare ulteriormente l'ansia, creando un ciclo in cui la persona si sente sempre meno in grado di gestire le proprie emozioni.

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      Conseguenze della preoccupazione

      La preoccupazione prolungata può causare danni significativi al benessere psicologico e fisico. Sul versante del benessere, la preoccupazione cronica è associata a sintomi come:

      • insonnia;
      • tensione muscolare;
      • stanchezza;
      • demotivazione. 

      Questi sintomi possono avere un impatto diretto sulla qualità della vita e creare un circolo vizioso in cui la preoccupazione contribuisce a uno stato di stress persistente.

      La ricerca suggerisce che la meta-preoccupazione può influenzare vari aspetti della salute mentale, anche nei giovani. Studi su adolescenti hanno rilevato che le meta-preoccupazioni sono legate all'ansia sociale e ad altre forme di disagio psicologico, sottolineando l'importanza di affrontare queste credenze negative nelle terapie cognitive e comportamentali per migliorare i risultati terapeutici​ (Cambridge University Press & Assessment)​.

      Dal punto di vista delle prestazioni, la preoccupazione costante consuma risorse mentali preziose. Questo può manifestarsi attraverso:

      • danni alla comunicazione e alla memoria;
      • focus attentivo ristretto;
      • riduzione della concretezza del pensiero;
      • azione inibita. 

      In altre parole, la mente è così impegnata nei pensieri ansiosi che è difficile concentrarsi su compiti importanti, portando a una riduzione delle prestazioni complessive.

      Come posso smettere di preoccuparmi della mia ansia?

      Affrontare la meta preoccupazione, elemento distintivo nel Disturbo d'Ansia Generalizzato (GAD), richiede un approccio attento e mirato per rompere il circolo vizioso dell'ansia sulla propria ansia. 

      La consapevolezza delle metacredenze positive e negative è un passo cruciale verso la gestione efficace della preoccupazione cronica.

      La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo comportamentale (CBT), si è dimostrata un metodo efficace nel trattamento del GAD. Questa forma di terapia si concentra sulla modifica dei pensieri distorti e dei comportamenti disfunzionali, offrendo strumenti pratici per gestire l'ansia. Serenis può aiutarti attraverso la psicoterapia online. L'obiettivo è aiutare l'individuo a sviluppare abilità di adattamento più positive e a ridurre l'impatto della preoccupazione sulla vita quotidiana.

      Fonti

      • BIGNETTI, R. Il ruolo delle preoccupazioni e dell'ansia per la matematica nello svolgimento di equazioni semplici: uno studio su ragazzi della scuola secondaria di primo grado.
      • Esbjørn, B. H., Lønfeldt, N. N., Nielsen, S. K., Reinholdt-Dunne, M. L., Sømhovd, M. J., & Cartwright-Hatton, S. (2015). Meta-worry, worry, and anxiety in children and adolescents: relationships and interactions. Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology, 44(1), 145-156.
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      DDDDomenico De Donatis
      Domenico De Donatis
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      Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

      DsMDott.ssa Martina Migliore
      Dott.ssa Martina Migliore
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      Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

      FRFederico Russo
      Federico Russo
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      Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

      Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

      Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.