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La manipolazione mentale: come riconoscerla per imparare a proteggersi

La manipolazione mentale è una dinamica che viene messa in pratica da alcuni peculiari tipi di personalità allo scopo di ottenere un maggiore potere su qualcuno.

Di seguito troverai alcune informazioni utili sulle principali tecniche di manipolazione e dei suggerimenti che ti aiuteranno a difenderti.

L’importanza di riconoscere la manipolazione mentale

Anche a te sarà capitato di avere a che fare con una persona nociva, che sembra fare di tutto per sabotare la tua autostima, annullarti come persona alo scopo di riuscire a controllarti. Questi tipi di persone sono spesso identificabili come bugiardi patologici o individui con disturbo narcisistico di personalità e sono abilissimi nella manipolazione mentale.

Queste dinamiche non fanno altro che ingigantire le nostre insicurezze, perciò è fondamentale saperle riconoscere, anche se può essere molto difficile perché un manipolatore è molto astuto nel nascondere i suoi scopi. Ovviamente tutti i giorni può capitare di incappare in una più lieve forma di manipolazione mentale, ad esempio finalizzata a ottenere un favore, ma ora noi stiamo parlando di casi in cui il danno provocato alla vittima può essere molto profondo, perché mira alla base il suo essere.

Tipologie di manipolazione mentale

Un manipolatore può ricorrere a numerose strategie per raggiunger i suoi scopi, studiando la vittima e facendo leva sui suoi punti deboli. Tutto ciò viene messo in atto in maniera subdola e velata. In particolare, il manipolatore ha per lo più un atteggiamento passivo aggressivo, ovvero mette in campo un’ostilità in forma indiretta, ad esempio attraverso il silenzio, e persevera senza mostrare traccia di senso di colpa, nel più completo distacco emotivo, e non esita a ferire la vittima se questo può avvantaggiarlo.

Ora vedremo nel dettaglio quali sono le principali tecniche di manipolazione mentale che hanno come base una buona comunicazione: il manipolatore la sfrutta per stuzzicare l’emotività della sua vittima, trasmettendole i suoi pensieri.

Riesce in questo intento grazie proprio alla sua capacità di comunicare in modo efficace, coinvolgendo l’altro e aggrappandosi a ogni appiglio, cercando apparentemente ogni occasione per un confronto che, in realtà, è semplicemente quello che si potrebbe definire un plagio. La base di questa tecnica è la persuasione, che si ottiene grazie a strategie cognitive che hanno lo scopo di modificare, alla fine, l’atteggiamento di chi ascolta.

La comunicazione nella manipolazione mentale

Nello specifico, la comunicazione efficace applicata alla manipolazione mentale viene impiegata allo scopo di distorcere la realtà. Ne è un esempio lampante il gaslighting, che viene utilizzato proprio per confondere la persona fino a farla dubitare delle sue percezioni, dei suoi ricordi e della sua stessa affidabilità.

Inizialmente il manipolatore usa delle parole atte a creare un senso di confusione e, man mano che questa cresce, acquisisce sempre maggiore controllo sui processi di pensiero dell’altro. Il manipolatore può arrivare ad attribuire all’altra persona parole che non ha mai pronunciato proprio allo scopo di confondere.

Il senso di colpa nella manipolazione mentale

Potresti chiederti che necessità ha una persona di arrivare a tanto. Partiamo dal presupposto che qualcuno che sente il bisogno di manipolare qualcun altro per avere una sensazione di controllo è una persona molto insicura, che mette in atto delle strategie scorrette e disfunzionali per sentirsi attribuire un valore. Da qui deriva un secondo modus operandi tipico: quello di proiettare all’esterno i propri errori per non doverli affrontare, dal momento che un’autostima così bassa non potrebbe sopportarlo. Qualsiasi sia l’oggetto della discussione, il manipolatore cerca sempre di ribaltare la situazione a suo favore, in modo da togliersi ogni colpa.

Un effetto collaterale, però, è quello di causare sofferenza all’altro, non necessariamente in modo diretto. Non sempre, infatti, la vittima viene denigrata, a volte il manipolatore si chiude nel silenzio, facendola sentire invisibile e indegna di considerazione. È un modo per umiliarla e far crescere il senso di colpa per non aver accettato di sottostare ai desideri dell’altro.

In altri casi, invece, il manipolatore fa leva sulla pietà, dimostrandosi una persona buona e sempre gentile e disponibile, quando in realtà sta cercando di far crescere un dubbio nell’altro, sabotando tutte le sue conquiste mentre indossa una maschera che cela le sue vere intenzioni.

Chi è la vittima della manipolazione mentale?

Il manipolatore sceglie la sua vittima con estrema attenzione, tra coloro che presentano delle particolari debolezze caratteriali che possono facilitarlo nel mettere in atto il suo gioco.

Prima di tutto, cercherà qualcuno di indifeso, che non riesce a vedere il male negli altri e ritiene che tutti siano sempre onesti come lo è lui o lei. D’altra parte si tratta spesso di persone che hanno un’autostima bassa o scarsa fiducia in se stesse, e magari sono convinte di non essere degne di amore. Questo tratto caratteriale è molto ricercato dai manipolatori perché predispone alla dipendenza affettiva e a pendere letteralmente dalle labbra della prima persona che è disposta a concedere affetto a queste persone.

Il manipolatore sarà in grado di subentrare facilmente nelle fragilità di una persona bisognosa di affetto, riconoscimento e considerazione, perché sa come approfittare della sua necessità di trovare un equilibrio colmando le mancanze che sente.

Altra caratteristica che rende una persona una potenziale vittima di manipolazione mentale è la solitudine. L’essere umano è un animale sociale, perciò è del tutto normale che una persona che si sente sola desideri trovare una compagnia, anche per soddisfare il bisogno di sentirsi apprezzato e di attribuirsi un valore. Questo bisogno, però, rende vulnerabili all’azione di un manipolatore.

In base alla descrizione che abbiamo fatto della vittima ideale del manipolatore, dunque, chiunque potrebbe incappare in questa trappola, anche una persona molto intelligente e consapevole di se stessa e dei suoi processi mentali. La fragilità che espone al rischio, quindi, non sta nel punto di vista cognitivo ma in quello emotivo: un’autostima forte e salda è l’unica difesa contro la manipolazione mentale.

Come riconoscere la manipolazione mentale

Come puoi fare a sapere se sei veramente vittima di una manipolazione mentale? Se questo fenomeno si può verificare in qualsiasi ambiente relazionale, può essere difficile riconoscerlo. Presta attenzione a questi dettagli:

  • ti capita spesso di avvertire uno stato di confusione quando interagisci con una determinata persona. Quando la manipolazione è in fase iniziale, è solitamente ben mascherata dalla buona ed efficace comunicazione di chi la mette in atto. Soprattutto, se pensi che la manipolazione stia avvenendo nel contesto di una relazione sentimentale, presta attenzione a come ti senti quando incontri il partner: provi ansia o timore? T sembra che stia mettendo in atto delle condotte controllanti? Rifletti anche su cosa le altre persone pensano della vostra relazione: uno sguardo esterno e disinteressato può essere utile;
  • in seguito inizierai a mettere in dubbio le tue percezioni, le tue opinioni, i tuoi sentimenti e perfino il tuo modo di vedere la realtà. In questa fase il manipolatore inizia la sua opera di demolizione della tua identità, minando la tua autostima con critiche e continui commenti, oppure con tecniche passivo-aggressive come il silenzio. Tutto ciò allo scopo di ingigantire la tua insicurezza e scatenare in te senso di colpa, angoscia, ma soprattutto paura della perdita dell’unica relazione che per te è diventata significativa e completa dipendenza;
  • a questo punto, il manipolatore avrà terminato il suo gioco e ti sentirai completamente in balia dei suoi giudizi e dei suoi desideri. Se hai pensieri svalutanti nei tuoi confronti e continui a giustificare il comportamento dell’altro, nella convinzione che ti stia trattando male giustamente perché non meriti maggiore considerazione, è sicuro: questa persona ha usato la manipolazione mentale per averti sotto il suo controllo. Potresti accusare sintomi come depressione, ansia, sintomi somatici, attacchi di panico, apatia.

Cosa fare contro la manipolazione mentale?

Uscire da una situazione di manipolazione mentale può essere molto complesso, data la collaterale dipendenza emotiva che si sviluppa tra il manipolatore e la sua vittima. Ma se pensi di trovarti in questa situazione, sappi che prenderne consapevolezza è il primo passo per un cambiamento.

Questa condizione complessa richiede l’aiuto di un esperto, che potrà guidarti in un percorso di riaffermazione della tua autostima che ti aiuterà a ricostruire la tua identità e lasciarti questo passato di abusi alle spalle per ricominciare una nuova vita in completa libertà.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.