Stalking: profilo psicologico della vittima e dello stalker

Lo stalking è un reato alle cui base ci sono diversi disagi mentali: il profilo psicologico dello stalker e della sua vittima
Stalking: cos'è e come uscirne

Le relazioni tossiche sono un fenomeno che fino a qualche anno fa non riceveva molta attenzione, ma oggi sono riconosciute come problematiche serie e dannose. Concetti come lo stalking e il catcalling sono diventati reati, evidenziando comportamenti pericolosi e disturbanti che possono avere conseguenze profonde sulle vittime.

In questo articolo scopriremo insieme di cosa si tratta e le possibili soluzioni, tracciando il profilo psicologico della vittima e dello stalker.

Stalking: che cos’è?

Stalking , o cyberstalking nel contesto online, è un termine inglese che indica coloro che mettono in atto una serie di atteggiamenti ossessivi. Questi individui vengono chiamati stalker, e i loro comportamenti danneggiano un’altra persona (la vittima) perché mirano a perseguitarla, tanto da scatenare reazioni di paura e ansia.

Le vittime, infatti, spesso non sono in grado di compiere le normali attività della vita quotidiana.

Definizione e significato di stalking

“Lo stalking è una vera e propria forma di aggressione praticata da un persecutore che irrompe in maniera ripetitiva, indesiderata e distruttiva nella vita privata di un’altra persona, che a sua volta si trova ad affrontare gravi conseguenze.”

Maran e collaboratoriStalking: aspetti psicologici

Etimologia del termine

Come vi abbiamo accennato sopra, stalking è un termine inglese che nasce dal verbo “to stalk”, che vuol dire “appostare”.

Questo stesso verbo può essere tradotto anche in “camminare con circospezione”, “camminare furtivamente”, “colui che cammina in modo furtivo” e “cacciatore in agguato”.

Definizione e significato di stalking

Quali sono le cause dello stalking?

Le cause dello stalking possono essere di vario tipo e anche differenti a seconda di chi lo mette in atto.

Tuttavia, le cause più comuni individuate fino a questo momento sono:

  1. Disturbi mentali
  • disturbo borderline di personalità
  • disturbo ossessivo-compulsivo
  • disturbo narcisistico di personalità
  • psicosi

Sono tutte condizioni che influenzano la percezione della realtà con conseguenti comportamenti ossessivi.

  1. Fissazione nei confronti della vittima

I motivi che la innescano possono essere di varia natura, tra cui:

  • una relazione passata
  • sentimenti di abbandono
  • insicurezza
  • incapacità di liberarsi dall’ossessione di una persona
  1. Rottura di relazioni

Lo stalker rifiuta la fine di una relazione, non riesce a superare una rottura e cerca di riconquistare l’ex partner in modo ossessivo.

  1. Vendetta per presunti torti o ferite inflitte in passato

Lo scopo, nella maggior parte delle situazioni, è punire la vittima. Ci possono essere situazioni in cui lo stalker si vendica attraverso il revenge porn.

  1. Fattori ambientali e sociali
  • Abuso infantile
  • Esposizione a comportamenti violenti
  • Disagio emotivo e bassa autostima

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Profilo psicologico della vittima di stalking

Le vittime delle stalking possono essere sia uomini che donne. Tuttavia, uno studio effettuato dall’Osservatorio Nazionale sullo stalking ha dimostrato che l’80% delle vittime sono di sesso femminile. Un altro fenomeno diffuso è il ghosting, ovvero quando una persona sparisce all’improvviso dalle nostre vite. Può trattarsi anche di ghosting in amicizia.

Coloro che sono oppressi dagli stalker possono vivere emozioni e sensazioni molto forti e complesse da gestire, come:

  • stress psicologico
  • preoccupazione
  • paura per la propria vita
  • rabbia
  • disprezzo per il molestatore
  • senso di colpa
  • vergogna
  • incapacità di amare se stessi a seguito dello stalking

Ciò può portare a reazioni di isolamento e chiusura, con la conseguente cessazione di richieste di aiuto. Si tratta di un atteggiamento che a sua volta genera stati d’ansia, disturbi del sonno e quadri psicopatologici.

Profilo psicologico della vittima di stalking

Cosa dicono gli studi?

Pathè e Mullen hanno condotto una ricerca su 100 vittime di stalking australiane. I risultati hanno mostrato che:

  • il 94% di loro riferiva di aver avuto notevoli cambiamenti nello stile di vita e nelle attività quotidiane;
  • il 70% di aver notato una significativa diminuzione delle attività sociali;
  • il 50% diminuiva la quantità di ore spese al lavoro o smetteva del tutto di lavorare;
  • il 34% finiva per cambiare lavoro;
  • il 40% mutava la sua residenza.

L’ansia, manco a dirlo, è aumentata nell’80% dei casi. In più sono emersi disturbi cronici del sonno (75%) pensieri ricorrenti riguardanti l’evento traumatico (55%). Poi ancora sintomi dei disturbi del comportamento alimentare (50%), stanchezza, debolezza e cefalee.

Più raramente sono stati evidenziati problemi di depersonalizzazione (38%), incremento nell’uso di alcool e nicotina (25%) e pensieri concernenti il suicidio (25%).

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Intervento psicoterapeutico con le vittime di stalking

Le vittime di stalking devono necessariamente affidarsi a degli esperti della salute mentale che possano accoglierle in un ambiente terapeutico empatico e non giudicante, capace di favorire la comprensione e la fiducia.

Da uno studio di Curci e collaboratori è emerso che un approccio molto valido in questi casi è quello utilizzato per trattare il disturbo post-traumatico da stress, molto simile per sintomatologia, e quindi di stampo cognitivo-comportamentale. Non si può escludere la necessità di ricorrere anche a un intervento di tipo farmacologico, soprattutto nei casi in cui le vittime di stalking sviluppano sintomi psichiatrici disabilitanti. Serenis può aiutarti, siamo un centro medico autorizzato. Uno psicologo online, o uno psichiatra in base alle tue esigenze, possono fornirti il supporto che meriti.

Conseguenze sulle vittime

Le conseguenze sulle vittime di stalking possono essere di vario tipo. La prima cosa da sottolineare e che non è necessariamente detto che tutte sviluppino un disturbo psichiatrico. Anzi, i sintomi possono variare da subclinici a transitori, e in molti casi possono essere affrontati grazie alla propria resilienza di fronte a eventi traumatici.

A ogni modo, non sono purtroppo da escludere:

  • disturbi del comportamento alimentare
  • abuso di alcool
  • insonnia
  • nausea
  • aumento del consumo di sigarette
  • reazioni depressive che portano a un senso di impotenza, disperazione, paura e pensieri suicidari
Conseguenze sulle vittime di stalking

Quali disturbi possono svilupparsi se si è vittime di uno stalker?

Nei casi più gravi, invece, possono emergere dei disturbi psicologici, tra cui quelli evidenziati da Gargiullo e Damiani:

  • Disturbo post-traumatico da stress: si evidenzia soprattutto in seguito a minacce di morte, gravi lesioni, atti persecutori persistenti e angoscianti e si manifesta principalmente con sogni e ricordi invasivi, sensazioni che l’evento traumatico si ripeta, e disagio psicologico. Le conseguenze sono amnesie dissociative, poco interesse per le attività sociali, distacco emotivo dalla vita di tutti i giorni, affettività ridotta e una visione negativa del futuro;
  • Complex post-traumatic stress disorder: emerge nei casi di abusi fisici, emozionali, sessuali e maltrattamenti ripetuti nel tempo. Le conseguenze principali sono perdita di sicurezza, di fiducia, di valore e di autostima, insieme a grandi difficoltà a livello emozionale e interpersonale;
  • Somatizzazioni: quando si avvertono disturbi fisici che però non esistono a livello organico, condizioni legate all’ansia e il grave disagio emotivo sperimentato;
  • Avversione sessuale: ansia, disgusto, paura, repulsione e diminuzione della libido. Spesso le vittime di stalking vanno a letto presto, trascurano il proprio aspetto fisico e dedicano eccessivo tempo al lavoro o allo sport. Non riescono a più a trovare gioia nell’attrazione sessuale.
  • Vaginismo: contrazione involontaria dei muscoli perineali che rende doloroso e quasi impossibile il sesso.

Come difendersi

Se sei vittima di stalking, sappi che è un reato perseguibile penalmente. Chiama il 1522, Numero Anti Violenza e Stalking.

La prima cosa a fare per difendersi degli stalker è non rispondere alle sue provocazioni. Occorre poi chiarire con il carnefice che non si è interessati a una relazione con lui, e che quindi deve cessare qualsiasi tipo di contatto.

In secondo luogo, occorre avvisare parenti e polizia. In diversi casi l’intervento delle autorità motiva lo stalker a non mettere più in atto i suoi atteggiamenti pericolosi, ovvero ciò che avviene quando lo stalker smette. Ma a prescindere dall’esito la denuncia deve essere fatta il prima possibile, perché le conseguenze di uno stalking assiduo possono essere anche gravi.

Infine, occorre affidarsi all’aiuto di un esperto della salute mentale che possiede tecniche e strumenti utili per superare le brutte emozioni di disagio e inadeguatezza che si stanno sperimentando.

Profilo psicologico dello stalker

Il manipolatore affettivo è una persona con una evidente problematica nell’area affettivo-emotiva, relazionale e comunicativa.

Di frequente sono partner o ex-partner di sesso maschile (in Italia il 70% degli stalker è uomo) e con un’età compresa tra i 18 ed i 25 anni (il 55% dei casi) quando la causa dello stalking è di gelosia, abbandono o di amore respinto.

In diverse circostanze, coloro che mettono in atto questo comportamento persecutorio sono persone che soffrono di disturbi mentali associati a una qualche forma di distorsione della realtà. In genere si parla di psicosi, disturbi di personalità, disturbi ossessivi e schizofrenia.

Profilo psicologico dello stalker

Quali sono le tipologie di stalker?

Gli studi effettuati nel corso degli anni su questo argomento hanno portato alla luce diverse tipologie di stalking. Tra le varie che sono emerse, una delle più specifiche è la lista redatta da Paul Mullen (Università di Melbourne) che ha distinto 5 tipologie di molestatore:

  1. Respinto

Lo stalker più comune, ovvero colui che è stato rifiutato dal/dalla partner e non accetta la fine di una relazione, per questo sente l’incontrollabile desiderio di dover fare la pace. Nella maggior parte dei casi è consapevole di quello fa, che minacce e aggressioni allontanano questa possibilità, ma non riesce a farne a meno.

  1. Rancoroso (o risentito)

La sua motivazione a mettere in atto atteggiamenti persecutori è la voglia di vendetta, perché è convinto di aver subito un grave torto. La molla principale dei suoi comportamenti è il senso di potere e di controllo sulla vittima, che gratifica e rinforza il suo comportamento. Molto spesso sono stalker affetti da un disturbo di personalità chiamato narcisismo maligno.

  1. Bisognoso d’affetto

Si tratta di una persona che soffre di solitudine affettiva e che per questo cerca disperatamente una relazione, d’amore o d’amicizia che sia, idealizzando la persona verso cui sono indirizzate le sue attenzioni.

Di questa categoria fanno parte gli affetti dalla sindrome di de Clérambault alla cui base c’è un vero e proprio delirio, poiché queste persone sono certe di essere amate dalla persona che è di loro interesse (spesso è un personaggio dello spettacolo).

Se vengono rifiutati, la classica reazione è quella del “Non cede perché non riesce ad ammettere che mi ama” e purtroppo questi sono gli stalker più insistenti.

  1. Incompetente

Sono persone non in grado di corteggiare l’altro, una tipologia di stalker più “innocua” di quelle spiegate fino a ora. In genere queste persone si muovono con dei comportamenti grezzi, espliciti e fastidiosi, ma in alcune circostanze possono diventare anche aggressive o moleste.

Dopo i ripetuti rifiuti, gli incompetenti si rivolgono ad altre prede, mettendo in atto però gli stessi identici atteggiamenti che si rivelano di nuovo privi di successo.

  1. Predatore

E’ la tipologia di stalker più rara che è stata individuata fino a ora, ma allo stesso tempo anche la più pericolosa in quanto vero e proprio maniaco. L’obiettivo è l’appagamento sessuale e per ottenerlo può arrivare a spaventare e torturare la sua vittima. Fanno parte di questa tipologia di stalker quasi sempre persone di sesso maschile, che spesso vengono arrestate per molestie sessuali.

Donne e stalking

Secondo uno studio effettuato da Rosemary e collaboratori, le donne stalker spesso e volentieri cercano altre donne, mentre gli uomini lo fanno solo con donne. In sostanza, quindi, ad essere vittime di stalking sono principalmente le donne.

Non è un caso che si parli molto spesso di violenza di genere. Nel nostro Paese, su un recente comunicato stampa (novembre 2023) del Consiglio Nazionale delle Ricerche si può leggere che sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica. Il dato ancor più spaventoso è che, di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto.

Una ricerca condotta dall’Unione Europea (Violence Against Women) ha invece evidenziato che sempre in Italia il 19% delle donne, nel corso della sua vita, ha subito violenze fisiche o sessuali; il 38% abusi psicologici; il 9% stalking.

Ad essere vittime di episodi di violenza sono soprattutto donne con meno di 60 anni, con un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio. Inoltre, sono coniugate e conviventi con il partner e oltre la metà ha figli.

Stalking: un fenomeno in crescita?

Da quando esiste la vita il più forte cerca di prevaricare sul più debole. Non sorprende più di tanto, quindi, sapere che lo stalking è un fenomeno molto diffuso. Vi basti sapere che secondo il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes, 1 italiano su 10 è stato o è vittima di stalking e che Iil fenomeno è cresciuto dell’1,4% rispetto all’anno precedente.

Le cause di questo aumento sono da imputare anche all’uso errato che si fa della tecnologia, ma anche al fatto che non si rispettano più i confini personali. In sostanza, sembrerebbe che lo stalker si senta quasi “autorizzato” a fare quello che fa.

L’altra ragione per cui lo stalking è un fenomeno in crescita è l’incapacità dell’essere umano di oggi di tollerare la frustrazione dell’abbandono. Infine, la non capacità ad accettare che sia il debole ad interrompere una relazione.

Fonti

  • Maran, D. A., Pristerà, V., Varetto, A., & Zedda, M. (2010). Stalking: aspetti psicologici. Psicologi a confronto.
  • Pathé, M., Mullen, P. E., & Purcell, R. (2001). Management of victims of stalking. Advances in Psychiatric Treatment, 7(6), 399-406.
  • Galeazzi, G. M., & Curci, P. (2001). La sindrome del molestatore assillante (stalking): una rassegna. Giornale italiano di psicopatologia, 7, 434-452.
  • Damiani, R., & Gargiullo, B. C. (2010). Vittime di un amore criminale: la violenza in famiglia: natura, profili tipologici, casistica clinica e giudiziaria. Vittime di un amore criminale, 1-192.
  • Purcell, R., Pathé, M., & Mullen, P. (2010). Gender differences in stalking behaviour among juveniles. The Journal of Forensic Psychiatry & Psychology, 21(4), 555-568.
  • Rosemary Purcell, Michele Pathé, and Paul E. Mullen. A Study of Women Who Stalk. AJP 2001 Am J Psychiatry 158:2056-2060, December 2001.
  • Consiglio Nazionale delle Ricerche, I dati sulla violenza di genere in Italia.
  • European Union Agency for Fundamental Rights, Violence against women: an EU-wide survey. Main results report.
  • Eurispes – L’Istituto di Ricerca degli italiani, Risultati del Rapporto Italia 2021.
Serena Proietti Colonna

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Dottoressa di Ricerca in Psicologia e Scienze Cognitive, fin da piccola, ho coltivato la passione per il contatto umano e l'indagine delle persone. Ho scelto di studiare psicologia per migliorare la qualità della vita degli individui. Amo viaggiare, ispirata dalla mia sorella assistente di volo.

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Chiarezza

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.