Identikit del manipolatore affettivo: riconoscerlo per difendersi

Le relazioni in cui è coinvolto un manipolatore affettivo possono essere molto dannose per chi vi rimane invischiato, determinando anche conseguenze a lungo termine. Ma uscire da queste dinamiche non è facile.

Vuoi sapere se anche tu sei vittima di un manipolatore affettivo? Continua a leggere e faremo chiarezza.

Come riconoscere un manipolatore affettivo?

Il manipolatore affettivo è una persona che traina delle relazioni tossiche, che mantiene allo scopo di raggiungere i suoi interessi a discapito del partner. Il suo modus operandi consiste nell’instaurare una dinamica di squilibrio di potere in cui lui, alla lunga, riesce a ottenere il completo controllo sull’altro, mettendo in atto svariate tecniche di manipolazione. Solitamente questo accade all’interno di una coppia, ma il manipolatore affettivo può anche essere un famigliare o un amico o un’amica che fanno leva sulla compassione per ottenere ciò che vogliono da una vittima che sanno di poter facilmente sottomettere.

Dietro un manipolatore affettivo potrebbe anche esserci un disturbo di personalità, come il disturbo di personalità narcisista o il disturbo antisociale. Entrambi sono caratterizzati da una freddezza che li porta a disinteressarsi dell’impatto che possono avere sugli altri e li rende disposti a tutto pur di raggiungere i loro scopi. Chi è affetto dal disturbo di personalità narcisista, inoltre, può essere caratterizzato da un’autostima molto fragile, che necessita di continue conferme da parte degli altri, che vengono utilizzati come specchio che rifletta l’immagine di sé che lo stesso narcisista vuole vedere.

Nella coppia, questo si traduce in una continua manipolazione dell’altro allo scopo di trovare riscontro ai propri bisogni di appagamento. Il manipolatore affettivo richiede all’altro delle continue prove d’amore, per sentirsi importante e indispensabile. In questo modo, la controparte viene usata e controllata per alimentare il proprio ego.

Il comportamento del manipolatore affettivo

Ma, a livello pratico, come agisce il manipolatore affettivo? Qui, infatti, sta la chiave per riconoscere questo tipo di persone, che spesso mettono in atto il loro piano in un modo subdolo che rende difficile all’altro accorgersi di ciò che sta accadendo. Tutto inizia con la scelta della vittima, che avviene in modo accurato, in base a determinate caratteristiche: ciascun manipolatore punta una persone con specifiche vulnerabilità, che possono essere sfruttate per i suoi scopi.

Un esempio su tutti è la tecnica del gaslighting, che mina l’autostima dell’altro facendo leva soprattutto sul senso di colpa, ma è molto utilizzato anche il ricatto emotivo, grazie al quale il manipolatore affettivo induce l’altro a fare ciò che vuole. In questo modo si crea un rapporto di dipendenza che, a ben guardare è reciproca: il manipolatore porta l’altro a credere di essere indispensabile per lui o lei, in quanto unico in grado di capirlo e soddisfare i suoi bisogni, ma in realtà è la vittima a essere indispensabile per il manipolatore, che se ne serve per mantenere in piedi un’immagine di sé incredibilmente traballante.

L’esito, in ogni caso, per la vittima può essere devastante, in quanto la sensazione è quella di perdere il controllo sulla propria vita, di non essere in grado di orientare la propria volontà se non in modo succube ai bisogni dell’altro. L’autostima crolla e la vittima del manipolatore affettivo cade in uno stato di depressione, ansia, smarrimento e insoddisfazione che derivano dal vuoto che si è creato intorno a lei.

Identikit del manipolatore affettivo

Come tenersi alla larga da queste persone? Il modo migliore è la prevenzione ed esistono, fortunatamente, alcuni campanelli di allarme per riconoscere un manipolatore affettivo. Come abbiamo detto, sono persone che non si fanno scrupoli e non esitano a calpestare i sentimenti degli altri per arrivare al loro obiettivo. Individuano il punto debole della vittima e lo volgono a loro vantaggio, fino a che sarà la vittima stessa a giustificare il loro comportamento e rinunciare ai suoi bisogni pur di soddisfare quelli del manipolatore.

Dietro questo disinteresse, da una parte c’è un forte egoismo che spinge il manipolatore a chiedere sempre di più, fino a ottenere il controllo completo sulla vittima, ma dall’altra c’è un’autostima bassa che la persona si sforza di mascherare con atteggiamenti controllanti e dominanti, ostentazioni di superiorità e tentativi di sembrare perfetti svalutando gli altri. In realtà si tratta di un castello di carte eretto per non scoprire le proprie debolezze, e anche i comportamenti di controllo sono finalizzati a mantenere un’apparenza di superiorità che non può che riversarsi su una persona ritenuta più fragile e facile da dominare.

In effetti, il manipolatore affettivo non è in grado di agire in modo diverso perché la sua scarsa autostima lo rende anche incapace di essere assertivo: ha uno stile di comunicazione sottilmente aggressivo e preferisce ricorrere alla manipolazione per ottenere ciò che vuole piuttosto che esporsi in maniera sana. Per lo stesso motivo è intollerante alla frustrazione, dal momento che ogni no è una possibile minaccia alla loro posizione di superiorità e può far crollare il suo castello di finzione. A questo punto possono entrare in gioco due fattori: il vittimismo, di cui il manipolatore si serve per attribuire tutte le responsabilità agli altri (non è in grado di gestire il senso di colpa) e la violenza fisica, verbale e psicologica.

Le tecniche del manipolatore affettivo

Come abbiamo detto, il manipolatore affettivo è spesso un narcisista, che ricorre a tutti i suoi mezzi pur di mantenere alta la sua autostima, sfruttando chi gli sta accanto. A questo scopo, possiamo individuare diverse tecniche.

Molti fanno leva sulla seduzione per abbassare le difese della vittima e indurla a fidarsi di loro. Inizialmente si dimostrano altruisti, sensibili e generosi, ma è tutto uno stratagemma per ottenere approvazione e riconoscimento, oltre alla fiducia dell’altro. Trascorsa questa prima fase, non tardano a presentarsi le bugie, che hanno lo scopo di mettere in buona luce l’immagine del manipolatore e far definitivamente cadere la vittima ai suoi piedi.

È a questo punto che inizia il lavoro di sabotaggio dell’autostima dell’altro, che viene indotto a mettere addirittura in dubbio la realtà in cui crede: i manipolatori sanno essere moto convincenti anche quando negano l’evidenza e, per sostenere la loro versione, ricorrono alla tecnica del silenzio, un modo passivo di essere aggressivi perché annulla completamente l’altro, facendolo sentire invisibile e senza valore. È un modo molto crudele di punire e far sentire in colpa la vittima.

Il passaggio finale è condurre l’altro verso un progressivo isolamento, distruggendo tutto il suo mondo e facendo in modo di tagliare tutti i ponti con le altre alterità, finché alla vittima non resta altro che la sua relazione tossica con il manipolatore affettivo.

Alcuni manipolatori sono coscienti di quello che fanno, ma generalmente sono indifferenti al danno che causano alla loro vittima, ritenendo che il loro bisogno di sentirsi qualcuno con un valore abbia la precedenza su tutto il resto e su chiunque.

Come contrastare un manipolatore affettivo

Tutto ciò genera in chi si trova in relazione con un manipolatore affettivo una serie di emozioni negative, che variano dalla tristezza alla frustrazione, fino alla disperazione e al senso di vuoto di fronte a una vita che ormai è divenuta irriconoscibile, perché il manipolatore affettivo ci toglie tutto, pur di presentarsi come l’unico appiglio e trarre da questa consapevolezza la forza di cui la sua autostima ha bisogno. Ma, anche se sembra impossibile, c’è un modo per aprire la gabbia di una relazione tossica e scappare.

Se sei vittima di un manipolatore affettivo, devi concentrarti sullo spezzare la dipendenza che ti lega a lui o a lei. Per prima cosa, devi comprendere a fondo come funziona questa dinamica: anche se hai la percezione di avere assolutamente bisogno di lui o di lei, si tratta solo di un’illusione, perché questo è ciò che vuole farti credere il manipolatore affettivo, per mascherare il fatto che sia lui ad avere bisogno della tua approvazione. È per questo motivo che nel corso del tempo non ha fatto altro che cercare di distruggere la tua autostima.

Per trovare la forza di allontanarti, pensa a tutti i tuoi diritti violati: la libertà dal giudizio degli altri e quella di esprimere apertamente bisogni e sentimenti senza doversi sempre sacrificare per gli altri, il far valere i propri sogni e le proprie priorità, il poter dire di no senza essere assaliti dal senso di colpa e il difendersi dalle aggressioni emotive.

Il manipolatore ha calpestato questi diritti, anche se son fondamentali come il diritto a mangiare, a respirare e a vivere.

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Avvertenza

In questo articolo parliamo di “donne” e “uomini” per semplicità, ma avere questi o quei genitali non determina necessariamente l’identità di genere. Ci sembra giusto sottolinearlo.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.