Possessività in amore: quali sono le cause e come uscirne

Come distinguere la sottile linea tra gelosia e possessività in una relazione d’amore e ritrovare un equilibrio salutare con se stessi e il proprio partner.
possessività in amore

Essere possessivi rivela un bisogno estremo di esclusività nel rapporto che ci permette di mantenere il controllo sull’oggetto del nostro amore. Il primo passo da fare capire le ragioni della dipendenza affettiva è modificare il nostro dialogo interiore.

La terapia individuale e di coppia sono strumenti ideali per recuperare un sano rapporto con se stessi e con il partner.

In questo articolo ci occuperemo della possessività in amore, del confine sottile con la gelosia e cercheremo di capire insieme come gestire un sentimento che rischia di rendere tossica qualsiasi relazione amorosa.

Possessivo significato

Il termine “possessivo” deriva dal latino “possessivus“, che significa “appartenente al possesso”.

Nel contesto delle relazioni interpersonali, il significato di “possessivo” si riferisce a un atteggiamento o comportamento che esprime un desiderio esagerato di controllo o di proprietà su un’altra persona.

Spesso la possessività in amore è caratteristica delle relazioni tossiche.

Cos’è la possessività in amore?

La possessività in amore può essere intesa come una manifestazione di gelosia patologica (Da C Stravogiannis e colleghi., 2018), un fenomeno che si distingue per il sentimento di proprietà nei confronti del partner e la paura di perdere tale “possesso” a causa di un tradimento, reale o immaginario.

Questa forma di gelosia si caratterizza per:

  • comportamenti possessivi
  • aggressività
  • tentativi ossessivi di confermare l’infedeltà del partner

Riflettendo una profonda insicurezza e un bisogno eccessivo di controllo all’interno della relazione.

Possessività in amore e gelosia patologica

Il legame tra la possessività e la gelosia patologica evidenziato nello studio di a C Stravogiannis e colleghi (2018) sottolinea come la possessività non sia semplicemente una caratteristica negativa di una relazione, ma piuttosto un sintomo di una psicopatologia più ampia che può avere gravi ripercussioni sul benessere dei partner e sulla stabilità della relazione stessa.

Gli individui con gelosia patologica mostrano spesso uno stile di attaccamento evitante, caratterizzato da una diffidenza nei confronti dell’intimità e da una forte indipendenza, talvolta mascherata da un’apparente autosufficienza.

Questo stile di attaccamento può alimentare ulteriormente il ciclo della possessività, in quanto il bisogno di controllo diventa un meccanismo di difesa contro la paura dell’abbandono.

Come si comporta una persona possessiva?

Una persona possessiva manifesta comportamenti che riflettono un desiderio esagerato di controllo e proprietà su un’altra persona, solitamente in un contesto di relazione intima. Questi comportamenti possono variare in intensità ma tendono a generare tensione e disarmonia nella relazione, tra cui:

Come si comporta una persona possessiva?

Cosa si nasconde dietro la possessività in amore?

Dietro la possessività in amore si celano spesso dinamiche psicologiche complesse che possono riflettere:

  • insicurezze profonde
  • bassa autostima
  • paura dell’abbandono

Un elemento chiave in queste dinamiche è la figura del “manipolatore affettivo“, individuo che esercita controllo e influenza sulla sua vittima attraverso la manipolazione emotiva, rendendo il partner dipendente e indebolendo la sua autostima e capacità di giudizio.

Il manipolatore affettivo spesso utilizza la possessività come uno strumento per mantenere il controllo sulla relazione, mascherando il suo comportamento sotto il velo dell’amore e della preoccupazione. Tuttavia, questi atti di “cura” sono in realtà tentativi di limitare la libertà e l’indipendenza del partner, creando un legame basato sulla dipendenza e sulla paura.

Possessività e dipendenza affettiva

La possessività è causata dalla mancanza di fiducia in noi stessi, dalla paura dell’abbandono, dalla sensazione di non valere niente senza l’altro.

La maggior parte delle volte però è legata indissolubilmente alla dipendenza affettiva ovvero a uno stato mentale invasivo che ci porta a credere che non possiamo vivere senza l’oggetto del nostro amore. La relazione con il partner ci è indispensabile e necessaria e nella nostra vita nulla ha senso se non possiamo condividerla con la persona amata.

Il risultato di questa convinzione è che viviamo in un costante stato di allarme e controllo: non potremo fare altrimenti del resto, perché il nostro atteggiamento è necessario per evitare che la relazione finisca. Ecco quindi che ricorriamo al senso di colpa, al ricatto emotivo e, nei casi più seri, alle minacce per trattenere a tutti i costi l’altro.

Essere felici, in una relazione del genere, è davvero impossibile.

Possessività in amore: come se ne esce?

Il primo passo è parlare con un professionista del benessere mentale. Se non sai a chi rivolgerti, possiamo aiutarti.

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Possessività in amore e cyberstalking

La possessività in amore può manifestarsi attraverso molteplici comportamenti dannosi, tra cui il cyberstalking, ovvero l’ossessione e il pedinamento online di una persona. Questo fenomeno rappresenta un’estensione digitale della possessività e della gelosia, dove il manipolatore affettivo o il partner possessivo utilizza i mezzi tecnologici per monitorare, controllare e intimidire la vittima.

Il cyberstalking include attività come:

  • controllare costantemente i social media e le attività online del partner;
  • invadere la privacy del partner attraverso l’accesso non autorizzato a email, messaggi privati e account sui social media;
  • utilizzare la tecnologia per tracciare la posizione del partner senza il suo consenso;
  • inviare messaggi minacciosi, molesti o ossessivi tramite piattaforme digitali;
  • diffondere informazioni private o compromettenti sul partner online per esercitare controllo o vendetta.

Questi comportamenti, radicati nella possessività e nel desiderio di controllo totale sulla vita del partner, riflettono una grave violazione della privacy e dell’autonomia individuale. Il cyberstalking, come forma di abuso, può avere profonde ripercussioni psicologiche sulla vittima, inclusi stress, ansia, depressione e un senso di costante insicurezza.

Possessività in amore e cyberstalking

Come diventare meno possessivi?

Essere possessivi vuol dire chiedere all’altro di essere ciò che noi stessi siamo: un paradosso, se vogliamo, e una richiesta totalmente impossibile da realizzare.

Per diventare meno possessivi dobbiamo tornare da noi stessi e ripartire proprio da qui, imparando ad autogestire la nostra vita e chiedendoci quali sono le nostre difficoltà perché la possessività racconta molto di noi e del nostro mondo interiore.

7 consigli per diventare meno possessivi

  1. Mettere a tacere il critico interiore

“Il partner ti sta tradendo”, “Tanto ti lascerà perché non vali nulla”, “Non sei degno di essere amato”: da dove arriva questa voce che ci sussurra nelle orecchie?

La voce critica interna è un modello ben integrato di pensieri distruttivi verso noi stessi e gli altri. I pensieri fastidiosi che compongono questo dialogo sono alla radice di gran parte del nostro comportamento autodistruttivo e disadattivo perché spesso attaccano noi e chi ci è più vicino; hanno il potere di sabotare le nostre relazioni, perché influiscono sui nostri pensieri e ci incoraggiano ad assumere comportamenti possessivi.

Mettere a tacere la voce vuol dire acquisire consapevolezza di quello che ci sta dicendo, impedendole di gestire la nostra vita. La difficoltà sta tutta nell’identificare questo processo interno: per farlo non dobbiamo far altro che prestare attenzione ai cambiamenti del nostro umore, soprattutto quando sono improvvisi e troppo repentini.

  1. Migliorare il dialogo interiore

Per sconfiggere la voce critica interna, essenziale in contesti di possessività in amore dove spesso s’intreccia la mancanza di rispetto verso se stessi, dobbiamo modificare il modo in cui parliamo a noi stessi.

Il dialogo interiore, che combina pensieri consci con credenze e pregiudizi inconsci, fornisce al cervello un modo per interpretare ed elaborare le esperienze quotidiane.

Il nostro chiacchiericcio interno può essere utile quando è positivo, perché ci aiuta a calmare le paure e a rafforzare la fiducia in noi stessi. Sfortunatamente, come abbiamo visto, è spesso influenzato dalla voce critica interiore.

Se l’insicurezza è alla radice del nostro comportamento possessivo, dobbiamo inviarci messaggi positivi e di rinforzo. Cambiamo la narrazione della nostra vita pensando che siamo forti e capaci, abbiamo stima di noi stessi, stiamo bene da soli e che siamo indipendenti dagli altri.

  1. Capire le cause della possessività in amore

Come abbiamo avuto modo di sottolineare, la possessività racconta molto di noi.

In molto casi, la gelosia fuori controllo evidenzia le note dolenti del nostro animo, anche quelle più inconsce, e le riporta in superficie, chiedendoci a gran voce di ascoltarle. E ascoltarle vuol dire comprendere la nostra storia e trovare una narrazione coerente del nostro passato per dare valore e significato al presente.

  1. Controllare le nostre emozioni

L’obiettivo è imparare a controllare le nostre emozioni per evitare di agire sotto la loro influenza. Impariamo a dominare l’ansia per calmarci e capire la situazione che abbiamo davanti e che ci fa sentire a disagio, iniziamo a reagire come se ci sentissimo sicuri e fiduciosi. Non è facile ma è indispensabile per evitare che il sentimento di possesso prenda il controllo dei nostri comportamenti e delle nostre reazioni.

  1. Calmare l’ansia

L’ansia alimenta la possessività che, a sua volta, non fa che rinforzare l’inquietudine. Per spezzare questo circolo vizioso dobbiamo calmare il tumulto interiore. Gli esercizi di respirazione e le pratiche di consapevolezza come la mindfulness ci aiutano a controllare il nostro comportamento e a non sentirci sopraffatti da sentimenti, pensieri ed emozioni.

7 consigli per diventare meno possessivi
  1. Investire nella nostra vita

Per gestire la possessività è necessario spostare il focus e l’attenzione dal partner a noi stessi. Non è semplice anche perché spesso l’eccessivo attaccamento alla persona amata è un alibi che ci impedisce di assumerci la responsabilità della nostra vita.

Concentriamoci su chi siamo o su chi vorremmo essere, su quello che ci piace. La capacità di prestare attenzione alle cose importanti è stata un’abilità di sopravvivenza cruciale nel corso della storia umana: sfruttiamola per uscire dalla possessività!

  1. Usare la comunicazione assertiva

La comunicazione assertiva è un modo di esprimere il proprio punto di vista rispettando quello dell’altro. È una tecnica di autoaffermazione quindi che ci esorta a rivolgerci alle persone senza offenderle o aggredire ma che, al tempo stesso, ci consente di esprimerci in modo tale da liberarci dalle tensioni emotive.

Spesso il dialogo del soggetto possessivo è composto da recriminazioni e accuse che non fanno altro che accentuare il malessere della coppia.

Impariamo a parlare al partner da una nuova prospettiva, aperta e soprattutto onesta: confessiamo la nostra lotta con l’insicurezza e con i sentimenti che ci spingono a controllare la situazione.

Evitiamo di incolpare la persona amata: ancora una volta la chiave è spostare il focus su noi stessi e sulle nostre vulnerabilità. Se pensiamo che il partner ci sia infedele o che ci stia per lasciare, chiediamoglielo direttamente e spieghiamo con calma e sincerità i motivi che ci hanno portato a credere che ci sia qualcosa che non va all’interno del rapporto.

La terapia di coppia per la possessività in amore

La terapia di coppia può aiutarci a prendere coscienza di quello che sta accadendo alla nostra relazione. Ci permette di esternare i nostri sentimenti in un ambiente neutro e positivo, di superare la crisi che stiamo vivendo e di valutare se esistono ancora i margini per vivere un rapporto sano e soddisfacente.

Se il bisogno di controllo però supera i livelli di allerta, è necessario intraprendere un percorso individuale parallelo, utile per comprendere due aspetti fondamentali del problema:

  • la possessività in amore è una prigione dell’anima dalla quale evadere al più presto
  • i nostri bisogni devono essere soddisfatti con le nostre risorse e non con quelle del partner.

A chi posso rivolgermi?

Se hai ritrovato un po’ di te in quello che hai letto, magari puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia con noi: siamo un centro medico autorizzato.

Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore. Noi possiamo sostenerti; Serenis è a un solo link di distanza.

Il primo colloquio è gratuito, poi 55 € a seduta oppure 202 € ogni 4 sedute.

Fonti

  • Da C Stravogiannis, A. L., Kim, H. S., Sophia, E. C., Sanches, C. C., Zilberman, M. L., & Tavares, H. (2018). Pathological jealousy and pathological love: Apples to apples or apples to oranges? Psychiatry Research, 259, 562–570. https://doi.org/10.1016/j.psychres.2017.11.029
Ludovica Feliziani

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Anima solare e (quasi) psicologa clinica, sono la blog manager di Serenis. Qui unisco il mondo della psicologia a quello del copywriting. Credo nell'importanza di imparare dagli errori, nella comunicazione aperta e nella condivisione, cuore di tutto ciò che faccio.

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Chiarezza

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.