Ciclo di vita della famiglia: difficoltà e sfide

Il ciclo di vita familiare rappresenta l'evoluzione della famiglia, un sistema in costante trasformazione.

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Ciclo di vita della famiglia

Ogni famiglia attraversa una successione di fasi ben definite che definiscono il ciclo di vita della famiglia, dalla formazione della coppia e genitorialità, fino all'anzianità.

Quali sono le fasi del ciclo di vita della famiglia?

La famiglia viene considerata un sistema sociale primario in cui gli individui vivono e si sviluppano. Questo sistema si articola in cinque fasi, conosciute come ciclo di vita della famiglia:

  • formazione della coppia;
  • arrivo del primo figlio;
  • famiglia con figli adolescenti;
  • famiglia con giovani adulti;
  • famiglia anziana.

Ogni fase del ciclo di vita familiare comporta compiti di sviluppo specifici che richiedono una continua rielaborazione delle relazioni di coppia, tra genitori e figli, e con la famiglia d'origine. Lo sviluppo avviene nel tempo e include eventi critici che innescano trasformazioni necessarie per avanzare nel ciclo vitale. Di conseguenza, ogni famiglia attraversa cicli di funzionamento e adattamento, alternati da periodi con frequenti problemi familiari. Ogni membro della famiglia affronta più compiti di sviluppo contemporaneamente, poiché è coinvolto in diverse relazioni.

Non tutte le famiglie seguono un ciclo standardizzato: molte persone non vogliono figli per scelte personali. Allo stesso tempo esistono molti modelli familiari culturalmente orientati che si evolvono nel tempo, andando a ridimensionare il concetto stesso di famiglia.

Fasi del ciclo di vita familiare

Prospettiva Sistemico-Relazionale nel Ciclo Vitale Familiare

L'evoluzione del concetto di ciclo vitale familiare si radica nella prospettiva sistemico-relazionale, emersa negli anni '60 in psicologia. La terapia familiare ha posto l'accento sull'interdipendenza tra il ciclo vitale individuale e quello familiare, introducendo il concetto di "trigenerazionalità". Questo concetto evidenzia il ruolo di almeno tre generazioni nel sostenere compiti evolutivi specifici e nell'adattare le relazioni durante le diverse fasi del ciclo vitale.

La famiglia è vista come un sistema aperto, sempre in relazione con il contesto socioculturale. Le relazioni e l'interdipendenza tra i membri variano nelle diverse fasi del ciclo vitale, con momenti di maggiore e minore unione. Il modello di ciclo di vita di E. Carter e M. McGoldrick rappresenta una sintesi tra sociologia e psicologia clinica. Questo modello comprende sei fasi del ciclo vitale, coinvolgendo contemporaneamente tre o quattro generazioni, che si adattano ai passaggi trasmettendo modelli relazionali e affrontando crisi legate a eventi normativi o imprevisti.

Jay Haley, nel suo libro "Terapie non comuni" del 1973, rivoluzionò il campo introducendo il concetto di ciclo di vita familiare. Haley sottolineò che le transizioni tra le fasi del ciclo portano a "crisi di transizione", momenti critici in cui emergono difficoltà e reazioni disfunzionali. La capacità della famiglia di adattarsi a tali cambiamenti distingue una famiglia "normale" da una "patologica".

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La formazione della coppia coniugale

Prima del XV secolo, in Occidente, i matrimoni erano spesso strumentali per creare alleanze sociali, mentre dal XV al XVIII secolo, la dimensione economica era predominante, con le coppie che gestivano la propria "azienda familiare". Solo nell'ultimo secolo e mezzo si è affermata l'idea che l'amore dovrebbe essere la base della coppia e della famiglia.

Oggi, specie nell'Occidente contemporaneo, si presume che la coppia sia il luogo dove soddisfare bisogni affettivi, ma questo presupposto spesso porta a aspettative e pressioni eccessive. 

Creare una coppia e una famiglia armoniose richiede impegno e intenzionalità, soprattutto nella fase iniziale del ciclo di vita familiare. Durante la fase di avviamento, infatti, le famiglie sperimentano una serie di transizioni mentre si adattano alla nuova realtà della vita familiare. Secondo Carter e McGoldrick (1988), questa fase è caratterizzata da eventi significativi, tra cui il matrimonio, la convivenza o l'ingresso di un nuovo membro nella famiglia attraverso la nascita o l'adozione.

Durante questa fase, la coppia affronta diversi compiti e difficoltà:

FaseSfide
Costruzione dell'identità di coppia- Definizione della visione di vita condivisa e dei valori fondamentali.
- Equilibrio tra adattamento reciproco e sviluppo dell'identità individuale.
Definizione dei ruoli e dei confini di coppia- Stabilire chi svolgerà quali compiti e come, evitando ambiguità o rigidità.
- Definire confini con le famiglie d'origine e il contesto sociale per garantire indipendenza e riconoscimento.
Gestione dei conflitti- Apprendere a gestire costruttivamente i conflitti per trovare soluzioni soddisfacenti per entrambi i partner.
- Evitare la minimizzazione dei conflitti o l'eccessiva aggressività, che possono portare a problemi futuri.
Costruzione del legame con e tra le famiglie d'origine- Superare gelosie, insicurezze e pregiudizi culturali per consolidare il legame con la famiglia del partner.
- Affrontare conflitti tra le famiglie d'origine causati da pregiudizi o rigidità culturali.

La nascita del primo figlio

L'attesa e la nascita dei figli sono momenti di gioia che rafforzano la connessione tra i partner, ma portano anche a una profonda ristrutturazione della coppia nel diventare genitori.

Con l'arrivo del primo figlio, c'è un vero e proprio cambiamento generazionale: i partner diventano genitori, i genitori diventano nonni, e così via. Ognuno si trova a riflettere sul proprio nuovo ruolo e ad affrontare la domanda cruciale: "Come cambierà la mia vita ora che sono neo-papà/nonno/zio?".

Per i genitori, in particolare, la nascita del primo figlio rappresenta una rivoluzione nei ruoli. Da figli, diventano anche genitori, assumendo l'autorevolezza e le responsabilità che questo nuovo ruolo comporta.

Durante questa fase, i genitori sviluppano il loro stile genitoriale in risposta alle esigenze del neonato e alle sfide della genitorialità precoce. Secondo Masten et al. (2010), "il supporto sociale e la disponibilità di risorse possono influenzare significativamente le capacità dei genitori di adattarsi e di sostenere il benessere familiare".

FaseSfide
Costruzione dell'identità della "famiglia con figli"- Ridefinizione della sottocultura familiare da coppia a famiglia con bambino e sviluppo delle competenze genitoriali.
- Resistenza alla riscrittura della cultura familiare dovuta a nodi irrisolti della propria storia di figlio.
- Difficoltà legate a una paternità non pianificata o ad accettare il nuovo ruolo di genitore.
Ristrutturazione della relazione di coppia- Cambiamenti significativi nella dinamica di coppia a causa delle cure per il neonato.
- Possibili reazioni disfunzionali, come attaccamento, biasimo o isolamento, soprattutto da parte del neo-papà.
Stabilire i confini della famiglia- Comunicazione del nuovo ruolo di genitori al mondo esterno.
- Possibile influenza delle famiglie d'origine sulle scelte dei neo-genitori .
- Rischio di dipendenza eccessiva dalla famiglia d'origine da parte di uno dei partner.

Grazie a strumenti come la maternità o la paternità, la coppia può gestire al meglio le prime fasi di vita del bambino.

La famiglia con il primo figlio in adozione

Quando si considera il contesto dell'adozione, il ciclo di vita della famiglia assume sfumature uniche e complesse. Come osservato da Brodzinsky e Pinderhughes (2002), "la natura unica dell'adozione porta le famiglie adottive a navigare una serie di sfide e opportunità che possono differire da quelle delle famiglie biologiche". Le famiglie adottive possono affrontare sfide uniche tra cui la gestione delle emozioni legate all'adozione, l'affrontare domande sulle origini del bambino adottato e navigare le relazioni con la famiglia biologica, se presenti.

La famiglia con figli adolescenti

L'adolescenza, quel periodo di transizione tra l'infanzia e l'età adulta, porta con sé significativi cambiamenti fisici, emotivi e mentali. Questa fase di trasformazione può generare instabilità, insicurezze personali e sfide relazionali sia per gli adolescenti che per i loro familiari. Quando i figli entrano nell'adolescenza, i genitori si ritrovano in una posizione di "mezzo", vivendo aspetti esistenziali notevolmente diversi dalle nuove generazioni. 

Mentre i giovani esplorano il loro sviluppo fisico, i genitori affrontano la consapevolezza del mitigarsi delle proprie energie fisiche. Le dinamiche familiari sperimentano sfide uniche, richiedendo adattamenti costruttivi per rispondere alla nuova situazione. Il rapporto tra genitori e figli può essere messo alla prova, richiedendo una maggiore attenzione alla cura della propria relazione.

I compiti e le difficoltà tipiche di questa fase sono molteplici:

  1. costruzione dell'identità dell'adolescente: gli adolescenti devono ridefinire valori e regole apprese durante l'infanzia, stabilendo la propria identità e pianificando la vita in base a questa;
  2. i genitori devono guidare gradualmente l'adolescente verso l'età adulta, adattando il proprio ruolo in modo flessibile;
  3. elaborazione della crisi di mezza età dei genitori;
  4. curare lo spazio di coppia: con l'adolescenza, i genitori hanno più tempo libero da passare insieme;
  5. occuparsi della famiglia d'origine: i genitori, nel mezzo tra l'adolescenza dei figli e l'invecchiamento dei genitori, devono gestire le cure per entrambe le generazioni.

Famiglia e adolescenti

Ciclo di vita familiare: genitori di giovani adulti

La fase della famiglia con i giovani adulti, spesso chiamata la "famiglia trampolino di lancio", rappresenta il periodo in cui i figli adulti iniziano gradualmente a vivere autonomamente al di fuori della famiglia d'origine. In alcune culture, come nei paesi anglosassoni e dell'Europa del Nord, il sostegno dello stato aiuta i giovani a diventare indipendenti, offrendo agevolazioni economiche per l'abitazione, prestiti per gli studi e incentivi all'avviamento professionale. 

Questo contrasta con paesi come l'Italia, dove il supporto finanziario è limitato e i giovani adulti spesso lasciano la casa dei genitori solo dopo aver completato gli studi e avviato la propria carriera. Grazie ai sondaggi Eurostat più recenti sappiamo che i dati statistici riflettono questa differenza, indicando che in Italia i giovani maschi lasciano la casa in media a 34 anni e le giovani femmine a 29 anni.

Una peculiarità recente in Italia è la difficoltà dei giovani nel definire un chiaro progetto di vita, con incertezze sui valori e le priorità. Questi giovani adulti sembrano ritardare l'uscita di casa, ma molti di loro non sembrano provare un disagio particolare, affermando di mantenere al contempo la propria autonomia. Tuttavia, questa situazione può creare uno stallo generazionale, bloccando lo sviluppo della famiglia nel suo complesso.

Molto spesso le sfide e gli ostacoli che i giovani adulti riscontrano derivano da un passato familiare difficile, caratterizzato da violenza in famiglia.

Genitori anziani e nuovo ciclo vitale della famiglia

La fase della famiglia con i genitori anziani, comunemente nota come "fase del nido vuoto", rappresenta un periodo in cui i figli adulti hanno lasciato il nido domestico, costituendo spesso le proprie famiglie. 

In questa fase, i genitori diventano nonni e vivono di solito in una casa vuota, affrontando:

  • il pensionamento;
  • l'invecchiamento;
  • le sfide fisiche.

La terza età richiede coraggio per affrontare i cambiamenti emotivi e fisici, oltre a una sensazione di perdita di riconoscimento sociale. Tuttavia può essere un periodo di soddisfazioni per gli anziani, che, nonostante la debolezza fisica, portano con sé la saggezza di una vita.

Con i figli che lasciano il nucleo domestico, il pensionamento e il possibile decadimento fisico, la coppia assume un ruolo ancora più cruciale come risorsa di supporto reciproco. Se la coppia non ha costruito intimità e solidarietà nelle fasi precedenti, possono emergere sentimenti di incertezza dovuti al non essere accolti e amati durante le difficoltà. Tuttavia, la coppia può cercare di riscoprirsi e riavvicinarsi.

La costruzione di un rapporto tra nonni e nipoti è importante per la continuità familiare e il senso di appartenenza, ma nodi irrisolti tra nonni e neo-genitori possono interferire anche nella relazione tra nonni e nipoti. A volte le distanze geografiche richiedono programmazione e sforzi per mantenere il legame.

Con l'avanzare dell'età, la coppia potrebbe affrontare malattie gravi e, in caso di decesso di un partner, l'elaborazione del lutto coinvolge l'intera famiglia. Il partner sopravvissuto potrebbe avere difficoltà ad elaborare il lutto, richiedendo supporto emotivo.

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Ruolo del divorzio nel ciclo di vita familiare

Oltre a queste cinque fasi, secondo McGoldrick M. e Carter E. A. (1980), l’esperienza della separazione e del divorzio modificherebbero il normale trasformarsi del ciclo di vita della famiglia. Possono crearsi infatti nuovi stadi del ciclo vitale che devono essere affrontati per ripristinare l'equilibrio e consentire l'evoluzione del sistema familiare

Per il genitore affidatario, questa fase del ciclo familiare comporta un atteggiamento flessibile, supporto alla funzione genitoriale dell'ex-coniuge, e la costruzione di una propria rete sociale. Per il genitore non convivente, implica continuare il ruolo educativo senza creare rivalità con l'ex-coniuge. Il supporto di uno psicologo può essere essenziale in questa fase, Serenis può aiutarti attraverso la psicoterapia online per offrirti supporto con un esperto adatto alle tue esigenze.

La creazione di nuovi modelli familiari: il ciclo si trasforma

Dopo il superamento di un primo matrimonio e l'inizio di una nuova relazione, si può formare un nuovo modello familiare. Questo modello prevede:

  • confini aperti: la famiglia si adatta e si riorganizza per includere il nuovo partner;
  • riorganizzazione inclusiva: il nuovo partner assume il ruolo di "terzo genitore", partecipando attivamente nella vita dei figli;
  • apertura verso l'ex-coniuge: mantenere relazioni positive e cooperative con l'ex-coniuge e la sua famiglia, favorendo un ambiente armonioso per tutti i membri coinvolti.

Questo approccio facilita la creazione di un contesto familiare stabile e sereno, in cui tutti i membri possono sentirsi accolti e rispettati.

Fonti

  • Lansing, John B. e Leslie Kish. "Il ciclo di vita familiare come variabile indipendente". Rivista sociologica americana 22.5 (1957): 512-519.
  • McGoldrick, Monica e Tazuko Shibusawa. Il ciclo di vita familiare . La Guilford Press, 2012.
  • Medaglia, Jack H. "Il ciclo di vita familiare e le sue implicazioni per la pratica familiare". J Fam Pract 9.1 (1979): 47-56.
  • Glick, Paul C. "Il ciclo di vita familiare e il cambiamento sociale". Relazioni familiari (1989): 123-129.
  • Brodzinsky, D. M., & Pinderhughes, E. (2002). Parenting and child development in adoptive families. In Handbook of parenting: Vol. 1. Children and parenting (pp. 279-311). Lawrence Erlbaum Associates Publishers.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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