Diventare neogenitori: che cosa succede quando nasce un bebè

Esplora il viaggio emozionante e trasformativo di diventare neogenitori. Scopri sfide, gioie e consigli per affrontare questa meravigliosa fase della vita familiare.”

La nascita di un figlio è certamente uno dei punti di svolta fondamentali nella vita di un essere umano. La fase che precede il parto è costellata di domande, aspettative, progetti ed emozioni contrastanti, oltre a una buona dose di curiosità.

Ma quando ci si avvicina al momento tanto atteso, iniziano a farsi strada con maggiore prepotenza dubbi e incertezze, che caratterizzano la prospettiva di diventare neomamme e neopapà, che si affacciano al mondo della maternità e della paternità per la prima volta.

Ma che cosa significa essere neogenitori? Cosa ci si deve aspettare da questa esperienza? Qual è il modo giusto di comportarsi per essere all’altezza del compito? Queste domande sono solo alcune di quelle che assillano chi non ha mai avuto prima esperienza di genitorialità ma, ovviamente, rispondere in modo generale e includendo tutte le casistiche, sarebbe inverosimile, dal momento che ogni bambino è diverso e ciascun genitore reagisce e si adatta in modo diverso al suo ingresso nella sua vita.

Proseguendo nella lettura dell’articolo, approfondiremo questo discorso e vedremo anche alcuni consigli pratici e, perciò, molto utili, che potranno rappresentare un buon punto di riferimento.

Cosa devono aspettarsi i neogenitori dopo il parto: i primi controlli

Anche se, a seconda che il parto sia avvenuto in modo naturale o con cesareo, possono esserci alcune lievi differenze nell’iter da seguire successivamente alla nascita, è sempre necessario monitorare lo stato di salute della mamma e del bambino. Anzi, appena tra i due viene stabilito il primo contatto, nei momenti immediatamente successivi al parto, viene svolta un’osservazione clinica da parte dell’ostetrico per misurare i parametri vitali. Vengono quindi rilevate, ad esempio, la temperatura corporea e la frequenza cardiaca.

Durante i primi giorni di vita del bambino inizia il ciclo familiare. Ancora si trova in ospedale con la mamma, ha luogo un altro periodo di intensa osservazione, caratterizzato da numerosi esami per rilevare il riflesso rosso della retina, valutare l’udito e misurare i livelli di bilirubina. Se sono troppo alti, infatti, la pelle del bambino assume una colorazione giallastra ed è necessario utilizzare una lampada per la fototerapia.

Ai neonati viene anche effettuato uno screening metabolico attraverso un piccolo prelievo dal tallone, allo scopo di individuare precocemente l’eventuale presenza di molte patologie. Altri parametri che vengono controllati sono peso e lunghezza del piccolo e circonferenza del cranio.

Per tutto il breve periodo in cui il bambino rimarrà in degenza in ospedale (2-3 giorni), verranno svolti dei controlli quotidiani per assicurarsi che lo sviluppo sia regolare e il piccolo versi in buono stato di salute. Infine, in caso di necessità, i bambini che ne avranno bisogno potranno essere sottoposti alla ventilazione assistita.

Infine, dopo 4-5 giorni dalla nascita, quindi quando il bambino è già a casa, il neonatologo esegue ulteriori controlli che hanno una doppia funzione: monitorare lo sviluppo del piccolo e rassicurare i genitori, rispondendo a tutte le domande e i dubbi che possono essere insorti nel frattempo.

Che cosa significa essere neogenitori?

Ma, oltre all’aspetto medico, quali sono le implicazioni per i neogenitori? Come abbiamo detto, diventare padre o madre rappresenta un vero momento di svolta, che non solo porta qualcosa in più nella propria esistenza, ma la ribalta completamente, rendendo necessaria una ristrutturazione del proprio modo di vedere la famiglia e se stessi. Diversi sono i problemi familiari che possono presentarsi.

Il primo contatto tra la mamma e il suo bambino appena nato costituisce l’inizio di un legame che sarà fondamentale per il corretto sviluppo emotivo del piccolo, ma per la mamma coincide anche con il momento in cui finalmente realizza la totalità dell’esperienza che sta per vivere.

Durante i giorni di degenza in ospedale, viene effettuato il rooming-in, ovvero la procedura che porterà il bambino a rimanere tutto il tempo in stanza con sua madre (a parte quando questa sente il bisogno di riposare, quando il piccolo verrà affidato alle cure di ostetriche e infermiere).

Questo passaggio è necessario per favorire l’accrescimento del legame e creare le migliori condizioni per l’allattamento.

Il rientro a casa da neogenitori

Ma per quanto forte sia l’esperienza del primo contatto con il bambino, del tenerlo in braccio nelle sue prime ore di vita, il vero battesimo del fuoco per i genitori sarà il momento in cui la famiglia si ricongiungerà a casa e si sperimenterà realmente come unica entità e nucleo. L

È fondamentale vivere questi primi istanti con serenità, dal momento che per i neogenitori sarà l’inizio del processo di adattamento a una vita completamente nuova: dovranno imparare a essere madre e padre, capire che il neonato scambia il giorno con la notte (il che vuol dire nottati insonni), stare a stretto contatto con il bambino, con un essere che dipende completamente da loro che richiede tantissima responsabilità, sia dal punto di vista della sopravvivenza che da quello dello sviluppo.

È proprio nelle prime interazioni, infatti, che inizia a formarsi la capacità di risonanza emotiva del bambino, ovvero l’abilità automatica di recepire lo stato emotivo degli altri, elaborarlo e reagire di conseguenza.

Questa capacità si costituisce e si rafforza grazie ai continui scambi con i genitori, che devono essere coerenti e disposti ad accogliere le richieste del loro piccolo, accettando sia le sue emozioni positive, sia quelle negative: solo in questo modo il bambino imparerà ad acquisire, gradualmente, una consapevolezza dei suoi stati interni e a modularli in base alle necessità e alle richieste dell’ambiente.

Il punto di vista dei neogenitori

Ma non solo è importante essere pronti ad accogliere il bambino che fa il suo ingresso in una coppia che diventa finalmente una famiglia: i neogenitori devono tutelare anche il loro stesso benessere psicologico, dal momento che la nascita di un figlio rappresenta un evento tanto meraviglioso quanto sconvolgente, che ha bisogno del suo tempo per essere assimilato.

È vero che ci sono nove mesi di attesa prima che il fatidico momento del parto arrivi, ma il modo in cui vengono vissute le aspettative della gravidanza è radicalmente diverso da ciò che avviene dopo: la nascita costituisce, infatti, il momento in cui tutte queste aspettative prendono forma e, nel periodo che segue immediatamente, si materializza la nuova vita tanto fantasticata.

Ma ciò che è stato molte volte immaginato, può ovviamente non realizzarsi esattamente come ce lo si aspetta e i neogenitori, molto spesso, si trovano a fare i conti con qualcosa che non avevano previsto.

Lo scombussolamento che comporta la nascita di un bambino implica non solo un aumento esponenziale delle responsabilità, ma richiede anche di misurarsi con una serie di compiti che non è mai stato necessario affrontare prima, come ad esempio confrontarsi con un bambino arrabbiato. Per questo non è insolito che neomamme e neopapà accusino delle crisi di ansia perché non si sentono all’altezza di ciò che sono chiamati a fare e hanno paura di non essere in grado di gestire il peso che si aggiunge sulle loro spalle. Può capitare anche avere la percezione di non voler tornare a casa dopo lavoro.

Non solo: la difficoltà dell’essere genitori e l’adattamento che deve conseguirne, possono non essere affatto semplici da affrontare, complici le fluttuazioni umorali che naturalmente hanno luogo nel corpo di una donna reduce da un parto. Da questo tumulto può derivare la famosa depressione post partum, che assomiglia, i quanto a sintomatologia, a una vera e propria depressione, corredata da ansie e pensieri negativi legati alla gestione del bambino ma, fortunatamente, regredisce spontaneamente dopo non troppo tempo. Oppure si parla di burnout genitoriale.

In ogni caso, saranno i contatti che ogni giorno si innescano con il piccolo ad aiutare i neogenitori a trovare la loro strada e, dopo il primo periodo di adattamento, si renderanno conto di possedere tutte le capacità per affrontare qualsiasi tipo di sfida. Considerare la terapia familiare può essere un grande aiuto.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.