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Che cos’è l’ergofobia: analisi, eziologia e trattamento

L’ergofobia rientra nei disturbi d’ansia e indica una paura irrazionale, costante e immotivata nei confronti del lavoro, degli obblighi e degli impegni personali.

Chi soffre di questa patologia può sperimentare un forte carico di disagio all’idea di dover rispettare delle scadenze, svolgere dei compiti giornalieri e via dicendo.

I sintomi dell’ergofobia possono comprendere: sensazioni di ansia, attacchi di panico, tachicardia, cefalee e altro ancora.

L’ergofobia non è da fraintendere con la semplice pigrizia: si tratta di una psicopatologia con effetti anche gravi sulla vita dell’individuo.

Le cause potrebbero includere: esperienze traumatiche sul posto di lavoro o in relazione a compiti passati, bassa considerazione di sé, ansia generalizzata

Leggi l’articolo per approfondire questi elementi e saperne di più sulla possibilità di cura. Una volta letto, speriamo che tutti i tuoi dubbi su questa condizione siano chiariti e che possa esserti utile nel comprendere e affrontare l’ergofobia, se la stai vivendo o se conosci qualcuno che ne è affetto.

Cosa significa ergofobia?

L’ergofobia è generalmente legata all’ambiente del lavoro. Può però estendersi a molti altri ambiti: quello della scuola, dei compiti quotidiani, delle incombenze. Ecco che l’ergofobico non sperimenta solo sensazioni di disagio, ma può provare vere e proprie sensazioni di panico e sintomi psicosomatici.

Per esempio, l’ergofobico potrebbe provare: 

  • profondo malessere alla sola idea di doversi recare sul posto di lavoro o a scuola;
  • angoscia relativa a scenari possibili o immaginati;
  • attacchi d’ansia che potrebbero avere conseguenze sul lungo periodo.

L’ergofobia non va confusa con l’agitazione: quella stessa che tutti sperimentiamo di fronte ad un compito urgente e importante. Si tratta di una vera e propria psicopatologia: cioè di una reazione disfunzionale di fronte ad uno stimolo da altri considerato neutro o inoffensivo.

Risulta allora fondamentale non sminuire i sintomi della psicopatologia, dato che l’ergofobico potrebbe avere già di per sé difficoltà a parlare della problematica o a rivolgersi ad uno specialista.

Quali sono i sintomi dell’ergofobia?

I disturbi fobici, tra cui rientra l’ergofobia, sono classificati come disturbi d’ansia. Queste le loro caratteristiche fondamentali: 

  • scatenano un’ansia incontrollabile nei confronti di oggetti/situazioni/animali/persone;
  • riguardano sempre il rapporto tra una risposta emotiva e uno stimolo;
  • tendono a peggiorare nel tempo, arrivando a causare compulsioni e altre soluzioni disfunzionali.

Cosicché, dinanzi all’idea di un compito urgente, il paziente potrebbe provare quelli che sono comunemente definiti come i sintomi di un attacco d’ansia

  • tremori;
  • attacchi di panico;
  • secchezza delle fauci;
  • vertigini;
  • paura di morire;
  • cefalee;
  • nausea;
  • confusione mentale.

E altro ancora.

Sintomi sul lungo periodo

Sul lungo periodo, i soggetti fobici tendono a mettere in atto soluzioni disfunzionali che vanno a peggiorare il quadro clinico e portano allo sviluppo di compulsioni. In psicologia, si definiscono disfunzionali tutte quelle soluzioni apparenti che in realtà ingigantiscono il problema alla radice.

  • Evitamento

Per evitare l’incontro con lo stimolo stressante, l’ergofobico potrebbe abbandonare la carriera lavorativa, la scuola o non dedicarsi ai compiti quotidiani. In questo modo, finirebbe per sviluppare esclusione sociale e/o difficoltà relazionali.

  • Controllo

In alternativa, per far fronte alla fobia, il paziente potrebbe mettere in atto compulsioni legate al controllo. Si ritroverebbe allora ad organizzare nei minimi dettagli il proprio lavoro, i tempi di consegna, etc. sviluppando ulteriore ansia e andando a peggiorare il proprio quadro clinico.

Peggioramento del quadro clinico

Molte persone, credono che il tempo possa essere d’aiuto nel trattamento della psicopatologia. Ciò può essere vero in rari casi; molto più di sovente, il passare del tempo va a peggiorare la condizione iniziale del soggetto fobico. 

Prendiamo le soluzioni disfunzionali: quando il soggetto mette in atto evitamento o controllo, non fa altro che rispondere allo stimolo stressante come se esso fosse concretamente causa di stress o pericolo.

A lungo andare, in virtù del principio di neuroplasticità, lo stimolo risulterà sempre più aggressivo e di conseguenza la risposta rimarrà invariata. In altre parole: in quanto compulsioni, le strategie di evitamento e controllo non fanno altro che aumentare l’invasività del pensiero o dello scenario.

Cause dell’ergofobia

Le cause dell’ergofobia possono comprendere il condizionamento classico o disturbi d’ansia e scarsa considerazione di sé. Il condizionamento classico funziona in questo modo: 

  • se un soggetto ha vissuto un’esperienza traumatica in relazione ad un certo stimolo (in tal caso, il lavoro); 
  • sarà in futuro portato a collegare la stessa risposta emotiva allo stesso stimolo (l’esperienza traumatica al lavoro); 
  • potrebbe quindi sviluppare fobie relative al lavoro (se il trauma è legato al lavoro), alla scuola (se il trauma è legato all’ambiente scolastico) e via dicendo. 

Come superare l’ergofobia?

Per lavorare su una psicopatologia è necessario individuarne le cause e agire di conseguenza. Diversi approcci terapeutici possono essere utili alla risoluzione del problema: 

  • approccio di terapia breve strategica: che mira a modificare la risposta ad uno stimolo e quindi a normalizzare la credenza di un paziente. 

In ambedue i casi, l’approccio terapeutico deve essere affiancato da un lavoro sull’autostima e sulla considerazione di sé. In altri casi, potrebbe essere necessario ricorrere all’uso di farmaci per il trattamento dell’ansia e/o della depressione. Se vuoi saperne di più sulle cause del problema, prova a fare il test dell’ansia cliccando su questo link.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.