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Anedonia: sintomi, test come si può curare

Può capitare a tutti, nel corso della propria vita, di incontrare persone che non riescano a provare piacere o che appaiono insensibili a situazioni che, un tempo, consideravano gratificanti. In queste situazioni si può parlare di anedonia, ovvero quella mancanza di interesse nei confronti di attività che solitamente procurano godimento. In alcuni casi, però, può essere sintomo di qualcosa di più grave.

Cos’è l’anedonia: significato

C’è da chiedersi come prima cosa: ma l’anedonia cos’è? Andiamo a vedere anedonia significato

Con il termine anedonia si intende la perdita di interesse o l’incapacità di provare piacere nello svolgimento di azioni che in realtà lo procurano. Collegato a ciò, si può assistere anche a una sorta di appiattimento dello stato emotivo e affettivo. 

Questo problema può interessare uno o più ambiti, come, per esempio, il cibo, il sesso e le interazioni sociali. Un individuo che non ha interesse in tutti questi ambiti può essere definito “anedonico”.

Esistono varie tipologie di anedonia suddivise in base all’ambito che riguardano, tra cui l’anedonia sociale, l’anedonia sessuale e l’anedonia mentale. Andiamo a scoprirle meglio una alla volta.

Anedonia sociale

Questa prima tipologia riguarda tutte quelle persone che hanno uno spiccato disinteresse verso le situazioni sociali e le relazioni interpersonali.

Questo significa che chi ha l’anedonia sociale può fare queste cose volendo, ma non ne trae piacere.

Anedonia sessuale

In questo caso, l’anedonia riguarda la sfera sessuale della persona. Una persona sessualmente anedonica ha una mancanza di interesse verso la sessualità e i rapporti amorosi. 

Questa potrebbe essere una complicazione per il o la partner.

Anedonia fisica

Chi ha l’anedonia di tipo fisico prova una mancanza di interesse e ha una totale o quasi assenza di piacere per il cibo, ma anche l’assenza totale di desideri, interessi e stimoli per qualsiasi attività.

Anedonia: malattia o no?

L’anedonia però non è una malattia vera e propria, ma più un sintomo tipico di patologie ben più gravi come la depressione maggiore e altri disturbi dell’umore e di personalità con manifestazioni psicotiche.

I principali campanelli d’allarme: anedonia sintomi

Esistono diversi sintomi che possono essere d’aiuto per individuare l’anedonia. Tra i sintomi più comuni si possono trovare:

  • appiattimento delle emozioni, cioè provare poche o nessuna emozione durante la giornata;
  • tendenza all’isolamento sociale, perché non si trae piacere dalle attività che le altre persone svolgono;
  • rabbia, verso sé ma potenzialmente anche verso le altre persone;
  • sintomi ansiosi e/o depressivi.

Approfondiremo meglio la correlazione con la depressione poco più giù.

Nonostante questo, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per poterla diagnosticare: è necessario determinare la patologia all’origine di questo sintomo per intraprendere una terapia adeguata.

Perché si soffre di anedonia: cause

Ancora oggi non ci sono delle evidenze scientifiche che hanno permesso di individuarne le cause con certezza. Per adesso, la comunità scientifica è orientata nel dire che la causa potrebbe essere un’alterazione delle che si estendono alla corteccia prefrontale del cervello, le cosiddette “vie dopaminergiche”.

È importante, inoltre, distinguere l’anedonia dall’apatia che non è altro che una profonda assenza di motivazioni che comporta una forte riduzione dei comportamenti finalizzati a raggiungere qualsiasi obiettivo.

Chi soffre di apatia ha quindi difficoltà nell’intraprendere nuovi comportamenti o iniziative, mentre l’anedonia consiste in una marcata diminuzione dell’interesse o del piacere per la maggior parte delle attività quotidiane. La persona può arrivare a smettere di ricercare attività piacevoli, come se mancasse di motivazione (Husain & Roiser).

Anedonia e depressione: la correlazione

Essendo l’anedonia un problema psicologico o psichiatrico che può essere sintomo di un disturbo dell’umore come la depressione, le cause scatenanti vanno necessariamente indagate e individuate. All’origine possono esserci fattori genetici, come casi precedenti in famiglia, oppure biologici, ma la verità è che il più delle volte si tratta di un insieme di ragioni psicologiche e ambientali.

Essendo poi un sintomo e non una malattia vera e propria, può essere la spia di altri disturbi, come depressione o, più in generale, disturbi dell’umore. Negli stadi depressivi iniziali la persona lamenta un’incapacità di provare soddisfazione persino da quelle attività quotidiane che, di norma, sono considerate piacevoli.

Come capire se si soffre di anedonia? Il test

A oggi non esiste un “Anedonia test” o un test che sia specifico per questa condizione. Il o la terapeuta potrebbe decidere di somministrare uno dei test che si utilizzano per la depressione, ma solo per aiutarsi nella valutazione, non ha valore diagnostico.

Di anedonia si guarisce: la cura

Non esiste un protocollo di cura standard per curare l’anedonia, tuttavia è possibile uscirne. Le terapie, infatti, sono più o meno identiche a quelle utilizzate per la cura della depressione e di altri disturbi di natura psicologica.

È fondamentale, quindi, effettuare incontri con uno psicologo o con uno specialista psichiatrico per instaurare un dialogo e, quando necessario, arrivare al supporto farmacologico. La cura vera e propria avviene nel momento in cui lo specialista capisce l’origine di questo disturbo.

Anedonia Farmaci

La terapia farmacologica non è obbligatoria, ma – come in tutti i percorsi – è estremamente soggettiva.

Se dopo il consulto di un medico o di uno psichiatra viene consigliato l’uso di farmaci per alleviare i sintomi dell’anedonia, è bene seguire il consiglio, che sarà il frutto delle valutazioni del medico stesso.

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Questo in particolare parla di anedonia.

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Bibliografia

  • Pelizza, L., & Ferrari, A. (2009). Anhedonia in schizophrenia and major depression: state or trait?. Annals of General Psychiatry, 8(1), 1-9;
  • Husain, M., & Roiser, J. P. (2018). Neuroscience of apathy and anhedonia: a transdiagnostic approach. Nature Reviews Neuroscience, 19(8), 470-484;
  • Kirkpatrick, B., & Buchanan, R. W. (1990). Anhedonia and the deficit syndrome of schizophrenia. Psychiatry research, 31(1), 25-30;
  • Fukuda, A. M., Kang, J. W. D., Gobin, A. P., Tirrell, E., Kokdere, F., & Carpenter, L. L. (2021). Effects of transcranial magnetic stimulation on anhedonia in treatment resistant major depressive disorder. Brain and Behavior, 11(9), e2329;
  • Blanchard, J. J., Mueser, K. T., & Bellack, A. S. (1998). Anhedonia, positive and negative affect, and social functioning in schizophrenia. Schizophrenia bulletin, 24(3), 413-424.