La masturbazione femminile: la lotta contro un tabù da abbattere

Quello dell’autoerotismo è un tema difficile da affrontare apertamente e, quando si parla di masturbazione femminile, si va incontro a un vero tabù. Questo pregiudizio nasce in un contesto culturale impregnato di stereotipi di genere che pongono su piani diversi uomini e donne, su moltissimi aspetti, incluso quello dei bisogni, anche fisici.

La masturbazione, infatti, è una serie di comportamenti che vengono messi in atto in parte per conoscere il proprio corpo e, in un secondo momento, vengono volti alla ricerca del piacere in autonomia, risultato che a sua volta implica un maggiore benessere a livello fisico, psicologico e relazionale. Ma se per gli uomini questo fatto è più accettato, perché per le donne dovrebbe essere diverso? Che spiegazione danno scienza e psicologia alla masturbazione femminile? Continua a leggere e faremo luce su questo argomento.

La masturbazione femminile: un tabù sociale

La convinzione, ovviamente errata, che la società lascia passare è che, rispetto alla sessualità, la donna costituisce l’elemento passivo e che il suo desiderio, se presente, sia strettamente legato a quello riproduttivo. Questo pensiero è completamente lontano dalla verità, ma permea la comunità in maniera così profonda che le donne si sono adeguate e vivono il desiderio sessuale, anche quando viene ricercato come fine a se stesso attraverso l’autoerotismo, come un vero e proprio tabù.

Per molto tempo, infatti, la masturbazione femminile è stata vista come sintomo di qualcosa che non va, perché era inconcepibile pensare che una donna potesse procurarsi piacere senza un partner e la sola spiegazione era che chi si comportava diversamente lo faceva per colmare un vuoto emotivo o affrontare un momento di stress e forte ansia. Oggi, invece, sappiamo che la donna è attiva esattamente quanto l’uomo nella costruzione della sessualità e la gestisce in maniera consapevole, che si tratti di condividerla con altri o di rivolgerla a se stessa.

Del resto, fin da piccole le bambine devono fare i conti con questi stereotipi di genere. Non solo è diffusa la credenza erronea che bambini e anziani non abbiano sessualità, ma quando questa emerge, viene decisamente più tollerata nei maschietti. Ovviamente non si tratta della stessa sessualità consapevole degli adulti, ma di comportamenti finalizzati all’autoesplorazione, alla ricerca della stimolazione e, a volte, di strategie tranquillizzanti. I bambini esprimono questo bisogno strofinandosi contro cuscini e giocattoli soffici e, negli adulti, questi comportamenti causano disagio e imbarazzo, benché facciano parte del processo di crescita, specialmente quando messi in atto dalle bambine.

Per questo motivo le piccole vengono riprese e i continui richiami al fatto che ciò che fanno sia sbagliato può determinare in loro un senso di vergogna e di colpevolezza. Del resto, anche durante le fasi successive dello sviluppo non è difficile incorrere in famiglie che impongono alle figlie un’educazione di completa astensione dall’esplorazione sessuale, sia da sole che, a maggior ragione, in coppia. Anche se ovviamene le adolescenti hanno diversi modi di approfondire l’argomento, prima di tutto attraverso il gruppo dei pari e, in secondo luogo, grazie a internet.

Anche questa fase fa parte del processo di crescita ed è fondamentale per la comprensione e la costruzione della propria identità sessuale. Anche la masturbazione femminile ne fa parte e ciò che è fondamentale capire è che non si tratta di qualcosa che fa il suo ingresso improvvisamente, insieme alla tempesta dell’adolescenza, ma è già presente, in altre forme, fin dall’infanzia.

Le motivazioni della masturbazione femminile

Ma perché le donne si masturbano? A livello fisico, questo gesto favorisce il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che porta diversi benefici al tono dell’umore e alla qualità del sonno. Quindi, la ricerca del piacere ha effetti anche a livello fisiologico e, contrariamente a quanto si pensa, non ha effetti nocivi. Anzi, la scienza dimostra che questa pratica favorisce l’elasticità dei tessuti e del tono muscolare, diminuendo anche i dolori durante i rapporti sessuali, diminuisce la probabilità che ci siano delle perdite urinarie e quelle relative al prolasso dell’utero. Inoltre, aiuta la fuoriuscita di batteri, riducendo il rischio di infezioni a vescica e cervice.

Infine, l’autoerotismo è strettamente legato alla capacità di abbassare tutti i freni inibitori e lasciarsi andare alla perdita del controllo può dare luogo a un prezioso momento di liberazione della mente. Al contempo, l’esplorazione del proprio corpo aiuta la donna ad acquisire maggiore sicurezza in se stessa.

Nonostante questo, anche da parte della popolazione femminile ci sono delle resistenze e l’autoerotismo da molte viene visto ancora come un gesto impuro. Le statistiche, infatti, affermano che solo il 20% delle donne ricorre alla masturbazione almeno una volta alla settimana, mentre sono ben il 60% delle intervistate le donne che raccontano di non riuscire a lasciarsi andare. Un dato significativo che ci racconta come, anche se qualcosa sta cambiando nella società, questi movimenti avvengono in maniera molto lenta perché sono le stesse donne a essere vittime dei pregiudizi che le riguardano.

In ogni caso, molto eloquenti sono anche altri dati: il 90% delle donne che si masturbano raccontano di riuscire sempre o quasi sempre a raggiungere l’orgasmo entro dieci minuti, mentre la percentuale di successo con il partner si aggira intorno al 67% delle volte. Questi dati sono indice del fatto che la masturbazione femminile, esattamente come quella maschile, conduca a una maggiore consapevolezza che ha le potenzialità per migliorare la sessualità anche all’interno della coppia. Inoltre rappresenta davvero un momento in cui ciascuno, uomo o donna, può concedersi davvero di liberare i pensieri e lasciarsi andare alle sue sensazioni.


Quando la masturbazione femminile è problematica?

Ma non sempre la masturbazione femminile è qualcosa di positivo: ci sono dei casi in cui viene strumentalizzata come metodo di gestione delle emozioni negative, come rabbia, ansia e frustrazione. Tutte queste situazioni non hanno nulla a che fare con la ricerca del piacere, e non rappresentano un modo sano di vivere l’autoerotismo. Al contrario, la masturbazione viene presa come un sedativo che consente di dissociare dalla realtà, permettendo di ritrovare uno stato di calma che però non è funzionale, in quanto è il risultato di una fuga dai problemi e dalle emozioni scomode.

In alcuni casi si può ricercare l’autostimolazione come un rituale, ad esempio all’interno di un disturbo ossessivo-compulsivo, oppure la masturbazione può diventare il sintomo di una dipendenza comportamentale, nello specifico, la dipendenza da sesso. Sebbene questa non sia ancora stata inserita all’interno del DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali), la sua classificazione come vera e propria patologia è in fase di lavorazione, dal momento che può diventare un problema in grado di arrecare seri problemi al lavoro, nelle relazioni sociali e nello svolgimento delle attività quotidiane.

In entrambe queste circostanze, si parla di autoerotismo compulsivo, ovvero un bisogno di mettere in atto un comportamento al di là di una necessità razionale e logica, avvertito in maniera urgente e ripetitiva nel corso della giornata. Ma questo comportamento può comportare altre conseguenze, come il calo del desiderio e, perciò, l’evitamento dei rapporti sessuali, un isolamento sociale e un perenne senso di stanchezza.

La masturbazione femminile secondo la sessuologia: spunti e direzioni future

In generale, quindi, la masturbazione femminile può essere fonte di numerosi vantaggi, ma deve essere qualcosa che viene cercato in maniera consapevole e finalizzato al piacere. Quando si inizia a sentirne il bisogno insistente, può essere indice di qualcosa che non va a livello di gestione e regolazione emotiva. Se la caratteristica del piacere viene meno oppure, nonostante la masturbazione venga praticata frequentemente, non si riesca a raggiungere l’orgasmo, potrebbe esserci una diversa fonte di malessere che impedisce alla donna di lasciarsi andare e di sentirsi bene con se stessa.

In questi casi è meglio rivolgersi a un esperto sessuologo o psicoterapeuta. A questo proposito, Serenis propone dei percorsi di supporto psicologico e psicoterapia online che potrebbero essere la soluzione giusta. La sessuologia, in particolare, è quel ramo della psicologia che, grazie alla sua specializzazione in materia, è indicato non solo per affrontare il problema della masturbazione compulsiva, ma anche per ottenere una maggiore consapevolezza grazie a un vero percorso di educazione.

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Avvertenza

In questo articolo parliamo di “donne” e “uomini” per semplicità, ma avere questi o quei genitali non determina necessariamente l’identità di genere. Ci sembra giusto sottolinearlo.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.