Legge 104 e ADHD: come funziona?

Chi può beneficiare della Legge 104 in caso di ADHD e quali sono i passaggi per ottenerla? Vediamo in quali circostanze l’ADHD è riconosciuta come disabilità e come procedere per la richiesta della Legge 104.
adhd legge 104

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è un disturbo del neurosviluppo che può causare difficoltà in diversi ambiti, ma non sempre la sua diagnosi comporta delle agevolazioni.

In questo articolo ci occuperemo del complesso e non sempre chiarissimo rapporto tra ADHD e Legge 104, facendo chiarezza su come richiederla e quali benefici può garantire. Se questo argomento ti è famigliare, continua a leggere per trovare le risposte a tutte le tue domande!

Introduzione a ADHD e Legge 104

Il nocciolo fondamentale della questione è che diagnosi di ADHD e certificazione 104 non vanno di pari passo perché questo disturbo viene considerato invalidante solo a certi livelli di gravità.

Perciò, per poter scoprire se si ha diritto alle agevolazioni del caso, occorrono una diagnosi neuropsicologica ma anche la valutazione da parte di una commissione di medici, per determinare fino a che punto la sindrome sia causa di una compromissione.

Che cos’è l’ADHD? Una breve panoramica

Ma, prima di tutto, che cosa intendiamo con ADHD? È un disturbo che emerge durante l’infanzia, ma può mantenersi in adolescenza e in età adulta (colpendo sia uomini che donne), caratterizzato da un pattern di difficoltà a mantenere l’attenzione (che viene chiamato, da alcuni studiosi, ADD), di agitazione e incapacità di controllare gli impulsi, o entrambe le cose (in questi casi parliamo di ADHD combinato).

Si tratta di una modalità persistente e costane, che eccede rispetto a quello che potremmo definire un bambino vivace, e che implica disagi e complicazioni, ad esempio a livello scolastico e nella socialità.

Oltretutto, questo disturbo può accompagnarsi ad altre patologie del neurosviluppo, come disturbo oppositivo provocatorio (DOP) o autismo. Ad esempio, uno studio di Trenta e Zoccolotti svolto su un campione di bambini che frequentava la quinta elementare, ha dimostrato che i bambini con marcate difficoltà di lettura, con diagnosi di DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento), avevano anche maggiore probabilità, rispetto agli altri, di essere diagnosticati ADHD o DOP. Ma, più in generale, la difficoltà a concentrarsi e controllare gli impulsi, può anche generare un senso di stress e fatica mentale che sembra sopraffare il bambino.

Che cos’è l’ADHD? Una breve panoramica

La Legge 104: diritti e benefici per i disabili

Invece, in che cosa consiste esattamente la Legge 104? Si tratta di un riferimento proposto nel 1992 che cerca di favorire l’integrazione delle persone con disabilità, garantendo loro assistenza.

Le persone che rientrano nella descrizione di individui con disabilità e i famigliari che li assistono, secondo specifici criteri, possono beneficiare di alcuni vantaggi derivanti da questa legge, come:

  • il diritto ad agevolazioni fiscali per dare un sostegno economico alla famiglia;
  • permessi lavorativi retribuiti per i famigliari che si devono occupare della persona disabile;
  • diritto alle cure (esempio accesso ai farmaci per adhd) e alla riabilitazione: la Legge 104 rappresenta, infatti, la garanzia per la persona, di accedere a determinati servizi socio-sanitari;
  • diritto all’istruzione e all’educazione, che devono essere assicurate dai primissimi anni di scuola fino all’università, in un’ottica integrativa;
  • in questa visione rientra anche il concetto di lavoro: la persona disabile ha il diritto di essere assunta godendo di alcune specifiche tutele

ADHD negli adulti

A questo punto, prima di addentrarci nel complesso rapporto tra ADHD e Legge 104, occorre una precisazione: anche se si tratta di un disturbo del neurosviluppo, che quindi emerge nei bambini, anche gli adulti possono soffrire di un disturbo dell’attenzione e accusare una significativa compromissione di vari aspetti della loro esistenza.

Pensa solo all’ambito lavorativo: una persona oltremisura disattenta può facilmente scordare delle scadenze, di partecipare a delle riunioni, o commettere gravi errori di leggerezza. Anche solo organizzare le attività diventa complesso, e per questo molti adulti con ADHD sono dei procrastinatori seriali.

La componente di iperattività, generalmente, è ridotta e si limita a una vaga agitazione fisica che porta anche ad agire in modo impulsivo, come per mancanza di tempo per riflettere.

Benessere psichico e ADHD

Anche dal punto di vista del benessere psichico ci possono essere delle implicazioni importanti: una persona adulta che si trascina i sintomi di un deficit di attenzione, specialmente se non ha mai avuto una diagnosi (e di conseguenza non sa trovare una spiegazione alle sue mancanze), può facilmente percepirsi inadatta, ad esempio, al suo lavoro. La fiducia nelle proprie capacità può crollare vertiginosamente, e la persona può cercare rifugio in altre dinamiche che sembrano protettive perché riescono a isolare dal mondo. Tipici esempi sono l’abuso di sostanze e la dipendenza da gioco, che diventano non solo una modalità di perdere il controllo ma anche di cercare da distaccarsi da un mondo che viene percepito come troppo richiestivo.

Infine, la tensione e lo stress accumulati dal bisogno di far fronte a tutte queste richieste senza riuscirci, possono dare vita a un pervasivo senso di frustrazione, a una depressione accompagnata da ansia, manifestazioni somatiche e perfino attacchi di panico conclamati.

Non è facile, in queste condizioni, riuscire a tenersi stretto un posto di lavoro. Ecco perché ci occuperemo anche di capire che rapporto c’è tra ADHD e invalidità per gli adulti.

Benessere psichico e ADHD

Criteri per il riconoscimento dell’invalidità nell’ADHD

La Legge 104 stabilisce chiaramente che i suoi beneficiari possono essere solamente persone disabili, ovvero che manifestano qualche tipo di menomazione oppure di difficoltà nei processi mentali di apprendimento e nelle relazioni, rischiando così di venire emarginati.

Per questo motivo, una persona affetta da ADHD, nonostante la situazione di disagio e difficoltà che potrebbe derivare dalla sua condizione, non ha automaticamente diritto, secondo la Legge italiana, di usufruire della Legge 104. A tale scopo, è necessaria una diagnosi di ADHD più approfondita, che dovrà essere effettuata dal presidio sanitario territoriale competente, che deciderà sulla possibilità o meno di riconoscere l’invalidità in base al livello di gravità del disturbo.

Quando l’ADHD ha il sostegno?

Tra gli altri diritti, la Legge 104 conferisce la possibilità, per bambini e ragazzi, di essere affiancati da un insegnante di sostegno a scuola e di seguire un programma tagliato su misura (per ADHD meglio PEI o PDP?). Ciò avviene in presenza di situazioni particolarmente gravi e, nello specifico dell’ADHD, la certificazione 104 viene emessa più probabilmente se in comorbilità troviamo altri disturbi.

Per tutti gli altri casi meno gravi, ma in cui comunque c’è una diagnosi, è possibile stilare un Piano Didattico Personalizzato, da seguire senza il sostegno.

La certificazione 104 per l’ADHD

Quindi, ci sono dei casi in cui l’ADHD può essere considerata un’invalidità, la cui percentuale di invalidità per ADHD si valuta da una commissione medica che avrà il compito di determinare quanto la patologia influisca sui normali processi di apprendimento e sulla vita lavorativa.

Come abbiamo accennato prima, si comincia con una visita neuropsicologica, che esita in una diagnosi emessa da uno specialista, come un neuropsichiatra o uno psicologo. Questo processo si svolge in diversi step, che consentono di svolgere un’analisi approfondita.

Prima di tutto, abbiamo la raccolta dei dati anamnestici e di quelli relativi alla patologia, sia presente che passata. In seguito vengono proposti dei test per identificare la presenza dei sintomi tipici, escludere altre patologie e individuare eventuali comorbilità. I risultati dei test si presentano ai genitori, ma sempre unitamente all’attenta osservazione critica da parte del professionista, dalla quale nessuna valutazione può prescindere.

Il compito dell’esperto, infatti, non è solo cercare la presenza dei sintomi, ma anche comprendere quanto questi possano essere invadenti e giustificare l’attribuzione di invalidità.

La certificazione 104 per l’ADHD

Come richiedere la 104 per ADHD?

Ma, a livello pratico, come si fa a richiedere l’invalidità grazie alla certificazione e alla Legge 104? occorrono principalmente due passi, una volta che si è in possesso della diagnosi:

  • in primo luogo ci si deve rivolgere all’INPS per chiedere che alla persona venga riconosciuta una disabilità grave;
  • in secondo luogo, bisogna inoltrare sia all’INPS che al proprio datore di lavoro una richiesta per ottenere i permessi e i benefici cui la Legge 104 dà diritto, sia quelli che riguardano se stessi come caregiver, sia quelli rivolti alla persona che presenta la disabilità

Documentazione e procedure

Diamo anche uno sguardo approfondito alla documentazione che occorre avere con sé quando si intraprende questo iter per la richiesta di invalidità. Sicuramente è fondamentale la cartella clinica del paziente, dove viene conservata la diagnosi neuropsicologica.

Questa deve essere presentata al medico, il quale inserirà la certificazione medica all’interno del portale dell’INPS, descrivendo anche brevemente lo stato di salute del suo paziente. Nel compilare questo documento, il professionista presterà particolare attenzione all’autonomia del soggetto (descrivendo, ad esempio, se è in grado di camminare e muoversi da solo o se necessita di aiuto nello svolgere le normali attività quotidiane. In questi casi, infatti, tra i vantaggi ci sarà quello di poter essere sempre convocato per una visita entro un massimo di 15 giorni.

Questa certificazione, che il medico invia, deve essere conservata e presentata nelle successive visite. Da quando viene emessa, la persona ha un tempo pari a 90 giorni per inviare all’INPS la domanda di riconoscimento di disabilità di cui abbiamo parlato prima. In caso di incertezza, è anche possibile chiedere il supporto di un patronato per compiere questo passaggio.

Disturbo dell’attenzione e aiuti economici secondo la Legge 104

Ma, come abbiamo detto, la Legge 104 non consente solo ai bambini di ottenere degli aiuti a scuola e di avere una migliore assistenza: nel 2018, infatti, contestualmente alla legge di bilancio, si è stabilito che i portatori della Legge 104 hanno diritto a una detrazione del 19% quando acquistano strumenti dispensativi e compensativi, ausili tecnologici e supporti informatici che rappresentano un aiuto per gli apprendimenti e il lavoro.

Allo stesso modo, i beneficiari della Legge 104 hanno anche diritto all’indennità di frequenza, che viene dispensata dall’INPS per favorire l’inserimento scolastico e nella società, contrastando i sintomi di un disturbo che rende difficile svolgere le mansioni e i compiti congruenti con l’età della persona. A livello pratico, è un corrispettivo in denaro (pari a 285,66 €) che viene percepito mensilmente, per ciascuno dei 9 mesi dedicati alla scuola nel corso di un anno, a patto che il reddito non superi una certa cifra annua.

ADHD e Legge 104: le agevolazioni per i genitori

Oltre alle agevolazioni economiche, i genitori di questi ragazzi possono contare, come abbiamo visto, sul supporto in ambiente scolastico, rappresentato sia dalla presenza di un insegnante di sostegno e di un educatore, a seconda della gravità della patologia del ragazzo, sia della messa a disposizione di strumenti compensativi e di un programma differenziato.

Inoltre, i genitori hanno diritto a un’informazione chiara e trasparente: devono essere informati sulla natura del disturbo di cui il bambino soffre, delle sue implicazioni e delle possibili ripercussioni a lungo termine, così da poter decidere consapevolmente gli interventi da mettere in atto e contemplare la possibilità di un percorso di riabilitazione/abilitazione.

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Oltre che sul supporto della Legge, non dobbiamo dimenticare che chi soffre di un disturbo mentale può contare anche su quello degli esperti della salute mentale. Ad esempio, un ragazzo con ADHD, ma anche un adulto, può accusare un carico aggiuntivo di sofferenza derivante da questa sindrome, come una difficoltà di integrazione nel suo contesto sociale che può provocare un crollo di autostima e, in casi gravi, anche uno scivolone depressivo.

Noi di Serenis siamo qui per aiutare le persone che vivono questo tipo di difficoltà: i nostri psicoterapeuti e le nostre psicoterapeute sono in grado di fornire a ciascuno gli strumenti migliori per trovare le risorse interiori che possono aiutarlo a superare le sue incertezze e vivere pienamente la vita al massimo di ogni possibilità.

Nei casi più gravi, il medico può prescrivere dei farmaci che possano aiutare il paziente a trovare tregua dai sintomi, ma questi non rappresentano la soluzione: la psicoterapia, al contrario, è un intervento di lavoro su se stessi i cui benefici si mantengono a lungo termine, per cui tutti i progressi raggiunti verranno conservati e potranno tornare utili in futuro. Perciò, se hai bisogno del nostro aiuto, non esitare a contattarci!

Redazione

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.