La trappola psicologica di una relazione tossica

Il trauma da relazione tossica si verifica quando una persona è coinvolta in una relazione emotivamente dannosa e abusiva, che può causare ferite psicologiche profonde e durature. importante per chi ha vissuto questo tipo di esperienza cercare aiuto da parte di professionisti qualificati per affrontare il trauma, guarire e ricostruire una vita sana e appagante. Scopri come trovare aiuto.

Le chiavi per una relazione sana sono il rispetto, la comunicazione, la fiducia, l’ascolto e l’indipendenza. Al contrario, se nella relazione sono presenti sentimenti di disprezzo, sfiducia o abuso di potere potrebbe trattarsi di una relazione tossica. Una relazione tossica è un tipo di rapporto di coppia in cui le modalità di comunicazione e i comportamenti sono distruttivi per uno o entrambi i partner. Una persona può essere più o meno consapevole che le sue parole o azioni danneggiano l’altro. Spesso infatti l’individuo abusante ha vissuto a sua volta relazioni tossiche durante l’infanzia.

Questi modelli di relazione possono comportare forti e irrazionali forme di gelosia, possessività, morbosità, dominio, manipolazione, egoismo e rifiuto. Il risultato è una relazione che mette un partner in una situazione di svantaggio significativo, che a lungo andare può essere mentalmente ed emotivamente estenuante. Al di là delle singole ragioni che spingono due individui ad intraprendere questo tipo di rapporto c’è un aspetto comune a tutte le relazioni tossiche. Si tratta dell’intensa attrazione dei partner l’uno verso l’altro nonostante il dolore che entrambi si causano a vicenda.

Ciò si rende evidente quando una coppia stabilisce quello che lo psicologo Robert Firestone definisce legame di fantasia. Il fantasy bond è un termine sviluppato dallo psicologo per descrivere un’illusione di connessione creata tra due persone che le aiuta ad alleviare le loro paure individuali. Poiché tali individui si sentono integri solo quando hanno qualcuno da amare e da cui essere amati, spesso iniziano relazioni romantiche senza considerare se c’è una compatibilità con il loro partner.

Un legame fantastico è tossico per una relazione perché sostituisce i veri sentimenti di amore e sostegno con il desiderio di fondere le proprie identità e agire come un’unità inscindibile. Una relazione di questo tipo si caratterizza per l’uso ripetuto del noi al posto dei pronomi tu ed io. Il rapporto diventa più basato sulle apparenze dei ruoli che sulla sostanza dei sentimenti genuini e autentici. E’ anche più probabile che queste persone rimangano in una relazione malsana nonostante sappiano di non essere felici.

Quali sono i comportamenti tossici?


Una relazione tossica si sviluppa tra persone che non si supportano a vicenda, dove nel conflitto una cerca di dominare sull’altra, dove c’è competizione, mancanza di fiducia e mancanza di coesione. Ci sono alcuni comportamenti specifici che hanno un effetto tossico sulle relazioni:

  • essere egoisti o esigenti, comportarsi come se si avesse potere sul proprio partner;
  • interpretare il ruolo di genitore o figlio mostrando sottomissione o dominio;
  • usare la manipolazione emotiva per ottenere quello che si desidera;
  • negare la propria separatezza o individualità o quella del proprio partner, cercando invece un’identità unica o fusione simbiotica;
  • confondere il vero amore con la fame emotiva, che è un forte bisogno emotivo causato da una deprivazione affettiva per traumi nell’infanzia;
  • agire in modo poco gentile e amorevole;
  • insultare, offendere, svalutare il partner.

Come si sviluppa una relazione tossica?


Spesso le persone adottano comportamenti che inconsciamente li difendono dalle loro paure più profonde. Entrambi i partner di una coppia hanno una responsabilità nel mettere in atto schemi che rendono tossica la loro relazione. Ci sono tre principali fasi che possono essere individuate per capire quando si sta sviluppando una relazione tossica: idealizzazione, svalutazione e scarto.

  • idealizzazione: in questa prima fase di innamoramento si sviluppa una forte idealizzazione per il partner e si ricevono grandi apprezzamenti. Questo momento potrebbe essere l’inizio di tutte le storie d’amore ma in una relazione che può diventare tossica l’idealizzazione assume una dimensione molto più potente. Può succedere che la persona amata compia gesti particolarmente sorprendenti come ad esempio organizzare vacanze o fare regali costosi quando ci si è appena conosciuti. Il partner viene posto su un piedistallo che lo fa sentire una persona speciale o la persona migliore al mondo. Anche se è bello ricevere complimenti ed essere riconosciuti come persone importanti bisogna sempre stare attenti all’esagerazione di queste manifestazioni. Quando superano ciò che può essere considerata una normale infatuazione bisogna comprendere qual è l’obiettivo di questi comportamenti. Probabilmente lo scopo non è quello di cercare una connessione emotiva ma si tratta di un modo per intrappolare il partner in una relazione tossica che sarà difficile da interrompere o che non vorrà abbandonare;
  • svalutazione: la seconda fase di una relazione tossica consiste in una serie di comportamenti di svalutazione che si contrappongono nettamente a quelli presenti nella prima fase. Se fino a quel momento il partner è stato idealizzato, adesso subentra una considerazione opposta di tipo negativo. La persona che adotta comportamenti tossici potrebbe cominciare a comunicare ostilità, disprezzo, rabbia e mancanza di rispetto. Questi atteggiamenti distruttivi entrano gradualmente a far parte della relazione indebolendo la possibilità di modificare le cose. Un altro aspetto della svalutazione consiste nel mettere in dubbio le parole del partner, farlo sempre sentire in difetto e voler controllare morbosamente ogni aspetto della sua vita;
  • scarto: l’ultima fase è quella dell’abbandono. Quando oramai la relazione è maturata sulla base della tossicità il partner maltrattante può utilizzare l’arma dello scarto. Finge di allontanarsi per farsi rincorrere, adotta la manipolazione per tenere stretto a sè il partner facendolo sentire colpevole di ogni cosa che non funziona nel rapporto. Questo momento può essere particolarmente doloroso perchè la vittima solitamente perde del tutto la capacità di comprendere di trovarsi all’interno di una relazione tossica. Sentirsi scartata e abbandonata fa scattare il meccanismo del desiderio di rimanere ed è così che il manipolatore ottiene ciò che desidera.

In che modo la relazione tossica può danneggiare la salute mentale?


In una società che riconosce sempre di più l’importanza della salute mentale è fondamentale comprendere gli effetti dannosi che una relazione tossica può avere sul benessere psicologico di un individuo. Essere esposti a una relazione malsana può avere un impatto negativo significativo sullo stato emotivo e psicologico. La relazione tossica può influire gravemente sulla salute mentale portando a un calo dell’autostima, della fiducia in se stessi e della felicità.

La costante esposizione alla tossicità può generare sentimenti di insicurezza perché le vittime spesso si mettono in discussione e credono di essere meritevoli di quel tipo di amore. La tensione emotiva e l’esaurimento possono tradursi in una mancanza di motivazione, con un grave impatto sugli aspetti personali e professionali della vita. Nei casi più estremi le relazioni tossiche possono portare all’incapacità di svolgere le normali attività quotidiane, contribuire allo sviluppo o al peggioramento della depressione, generare isolamento sociale, ideazione suicidaria e atti di autolesionismo.

Come capire se si tratta di una relazione tossica?


Una relazione sana implica che ogni partner si senta accettato, libero e realizzato. Perciò è possibile riconoscere alcuni segnali che indicano una tendenza a diventare emotivamente dipendente e capire se si tratta di una relazione tossica:

  • dipendenza assoluta: non essere in grado di pensare alla vita senza l’altra persona nonostante i comportamenti tossici o abusanti;
  • bisogno emotivo: rimanere accanto al partner per paura della solitudine o per necessità economiche;
  • comunicazione disfunzionale: si perde la capacità di avere una sana comunicazione con le persone;
  • monotonia: tendenza a fare sempre le stesse cose e non aprirsi alle novità;
  • isolamento sociale: isolarsi, non frequentare più gli amici e i familiari;
  • stato dell’umore: l’umore presenta alti e bassi oppure rimane costantemente troppo alto o troppo basso

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.