Figli genitori separati: le conseguenze

La separazione è un processo doloroso sia per i genitori che per i figli, poiché va a modificare alla radice gli equilibri familiari. Non esiste però un solo tipo di reazione alla separazione, poiché ogni separazione è diversa sia nella forma, che nelle cause che nel contenuto.

Da un lato, c’è la reazione dei partner: che si trovano spesso a dover affrontare conflitti di coppia oltre che intrapersonali e legati a senso di colpa, vergogna, rabbia, rancore e dolore emotivo.

Dall’altro lato, c’è la reazione dei figli: che possono provare spaesamento, incapacità di comprendere e razionalizzare, rancore, rabbia, tristezza, nei casi più gravi addirittura depressione.

Nell’articolo parleremo a fondo di questo argomento, analizzando le reazioni dei partner e dei figli e proponendo delle possibili soluzioni. Speriamo che, al termine dell’articolo, tu abbia trovato tutte le risposte che stavi cercando.

Le reazioni alla separazione

Tutte le separazioni sono diverse, poiché muta il contesto in cui la separazione effettivamente avviene. Diverse dinamiche familiari, economiche, sociali, relazionali, possono portare a reazioni diverse sia da parte dei genitori che da parte che dei figli.

Sembra indubbio, comunque, che l’evento della separazione abbia un effetto negativo sul nucleo familiare e che tale effetto sia tanto più forte nei due anni che seguono alla separazione. Il dolore per la separazione da un partner o per la separazione dei genitori è inevitabile: può però essere affrontato nel modo corretto.

Al termine del periodo iniziale (due anni), sembra dimostrato che sia i bambini che gli adulti riescano a ritrovare un equilibrio personale:

  • gli adulti riescono a superare i conflitti irrisolti con l’ex-partner, a costruirsi una nuova vita, a ritrovare un equilibrio relazionale e personale;
  • i bambini riescono a introiettare la separazione e a veder diminuire il proprio carico di sofferenza emotiva.

Secondo alcune ricerche, inoltre, quasi l’80% dei bambini nel lungo periodo non dimostra sintomi legati alla separazione (Hetherington,1992).

Come gestire la separazione?

Altri studi affermano che i bambini tendono ad affrontare la separazione nella stessa maniera in cui la affrontano i genitori (Emery e Forehand,1994). Questo significa che è fondamentale, come adulti, avviare un processo di collaborazione al di là delle possibili cause che hanno portato alla decisione (tradimenti, incomprensioni, la fine di un amore o qualsiasi altra problematica di coppia).

In parole povere, lì dove i genitori gestiscono male la separazione, con comportamenti violenti e disfunzionali, anche i bambini finiscono per sperimentare un grande carico di angoscia, stress e sofferenza emotiva.

Vediamo come gestire effettivamente il processo di separazione.

Il processo di separazione

Come prima cosa, bisogna avviare una comunicazione efficace e orientata alla risoluzione dei problemi con il partner. Se il divorzio sembra inevitabile, e lo è quando il conflitto tra i genitori è tanto elevato da causare danni emotivi e psicologici ai figli (Lasch, 1981; 1985; 1991), bisogna fare il possibile per evitare ulteriori danni collaterali.

Ciò è possibile avviando una comunicazione nonviolenta con l’ex partner per evitare l’escalation del conflitto. Bisogna, altresì, parlare apertamente con il figlio per riuscire a offrirgli supporto in un momento di difficoltà:

  • bisogna far comprendere al bambino che non è lui il responsabile della separazione;
  • che i genitori continueranno ad essere presenti nonostante la separazione;
  • aiutarli a capire che i loro “sforzi” non potranno tenere uniti i genitori, proprio perché non è loro la colpa dell’accaduto.

Altri elementi della separazione

Come sottolineato, la separazione viene di norma metabolizzata nell’arco di due anni sia dagli adulti che dai bambini.

I bambini figli di coppie separate non sembrano avere più problemi dei loro coetanei, a meno che durante il processo di separazione non siano state messe in pratica dinamiche nocive per il benessere familiare e l’ambiente del minore.

Ciò significa che i problemi dei bambini di coppie separate non derivano dalla separazione, ma da problematiche pregresse che interessavano il nucleo familiare.

Ricordiamo inoltre che, secondo le statistiche, molti bambini e ragazzi hanno testimoniato un senso di sollievo di fronte alla separazione dei genitori, ormai percepita come inevitabile.

A conti fatti, sembra essere maggiore il dolore emotivo sperimentato prima e durante i litigi, che dopo la separazione vera e propria.

Figli genitori separati: come aiutarli

Appare ormai chiaro che per aiutare i figli è necessario aiutare in primo luogo sé stessi: non avendo paura di chiedere un supporto psicologico se si dimostra necessario durante il periodo di separazione.

Apprendere a gestire i conflitti con l’ex-partner, a parlare con il figlio, aiutandolo a comprendere le motivazioni reali della separazione senza caricarlo di pesi inutili, è inoltre il primo passo per aiutare il bambino a metabolizzare l’accaduto e riuscire infine a superarlo.

Se il piccolo dimostra rabbia, malessere, depressione, isolamento in seguito alla separazione, vi consigliamo di rivolgervi subito a uno psicologo infantile o a un altro esperto della materia.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.