Tristezza o depressione? Come riconoscere le differenze e agire per stare meglio

Ci si sente giù di morale, come se si avesse un peso sul petto. Non si ha voglia di fare nulla, a volte nemmeno di alzarsi la mattina. Succede a chiunque di provare queste sensazioni di tanto in tanto, ma la domanda che ci si deve porre è soprattutto una: si tratta di tristezza o depressione

È facile confondere le due cose, ma capire che cosa si prova e cosa si ha, è il primo passo da compiere per stare meglio. Questo perché solamente riconoscendo il tipo di problematica interiore che si sta vivendo, si può capire come uscirne. Potrebbe essere necessario richiedere il supporto di uno o una psicoterapeuta che stabilisca il percorso psicoterapico più efficace.

Sei triste o depresso?

Ma come capire se sei triste o depresso? Essere tristi capita a tutti, è la risposta emotiva a qualche evento che non si aspettava o che non si desiderava, ma con il tempo passa. 

La depressione, invece, è un problema di salute mentale che agisce per lungo periodo sull’umore di chi ne soffre, andando a modificare lo stile e la qualità della vita.

Quando non ci si sente bene è lecito chiedersi se si è tristi o depressi. Capire questo aiuta ad affrontare il problema. 

Non sempre è facile farlo autonomamente, perché non sempre il confine tra le due emozioni è così netto e comprensibile. In quel caso potrebbe essere un ottimo supporto parlarne con uno o una psicoterapeuta che aiuti a capire le differenze, a dare un nome a ciò che si prova e, soprattutto, a trovare il percorso migliore per superarlo.

Quindi, se ti senti molto giù, se non hai voglia di vedere altre persone o di fare nulla, e ti senti così da un  po’, confrontarti con uno o una psicoterapeuta può essere utile per iniziare a stare meglio.

Tristezza: cosa si intende

A tutte le persone è capitato di provare tristezza, con questo termine si intende uno stato d’animo derivante da qualcosa. Potrebbe essere stato causato da una delusione, da un evento improvviso e doloroso o da una situazione dalla quale sembra di non poterne uscire.

Ma la tristezza ha un tempo determinato: non dura troppo a lungo, si supera. Ed è proprio il fatto di avere avere un inizio e una fine, e di non durare non troppo lungo, a renderla diversa dalla depressione. Esistono anche altre differenze, che possono essere la cartina tornasole di ciò che si prova.

Se sei triste potresti sentirti afflitto, ma questa emozione può essere trattata e superata agendo anche autonomamente con dei piccoli cambiamenti nelle abitudini. Magari all’inizio potrebbe sembrare molto difficile, ma nel lungo periodo, noterai miglioramenti fino a ritornare a sentirti come prima.

In cosa consiste la depressione: definizione

La depressione è una malattia che perdura nel tempo. Oltre a far stare male chi ne soffre, ha conseguenze sul suo stile di vita, sui rapporti, sui legami. Tecnicamente si chiama disturbo depressivo maggiore e raggruppa al suo interno una serie di sintomatologie diverse, che sono state identificate e raccolte all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5).

Ci sono tanti tipi diversi di depressione scatenati da ragioni diverse, tra le quali anche altre patologie psicologiche o fisiche. La multifattorialità di questa patologia la rende molto diverso caso per caso. Inoltre non va dimenticato che c’è anche una ragione genetica: uno studio (F. Rice, G. Harold; A. Thapar, 2002), ha rilevato come il 76% delle persone con un o una parente con sintomi depressivi, rischia di sviluppare la stessa problematica. 

Una persona depressa, in genere, potrebbe presentare alcuni di questi sintomi:

  • tristezza cronica: nessuno e niente riescono ad alleviare quella sensazione che perdura per lungo tempo;
  • stanchezza: ci si sente sempre affaticati, stanchi e svogliati;
  • anedonia: le cose che prima piacevano, ora non regalano più alcuna emozione positiva;
  • ipersonnia o insonnia: la qualità del sonno cambia, la persona dorme troppo o non riesce a dormire;
  • riduzione delle interazioni sociali: si smettono di vedere o sentire le persone, e non ci si prende cura di sé;
  • pensieri di morte o di suicidio: chi è depresso potrebbe pensare troppo a queste due cose.

Cinque importanti differenze tra tristezza e depressione

Ci sono importanti differenze per distinguere le tristezza dalla depressione, perché come abbiamo detto la prima è un’emozione, contraria alla felicità, mentre la seconda è un disturbo mentale. Entrambe possono essere superate e curate, ma è necessario che prima vengano distinte l’una dall’altra.

Ecco le cinque importanti differenze tra tristezza e depressione.

  • Tempo: chi soffre di depressione vive questa condizione molto a lungo, almeno fino a quando non interviene con una cura mirata e affrontando il problema con la psicoterapia. Chi è triste, invece, proverà questa sensazione solamente per un tempo definito. 
  • Altre emozioni: la depressione non permette di essere felici, chi deve convivere con questa patologia non troverà motivi per sentirsi meglio. Diversamente chi è triste può provare momenti di gioia, quando capita una cosa bella, e riesce a sorridere se fa qualcosa che gli piace. 
  • Pensieri suicidi: chi è triste non arriverebbe a pensare di mettere fine alla propria vita, cosa che invece può capitare di provare una persona che soffre di depressione.
  • Malattie: ci sono alcune patologie (psicologiche o fisiche) che possono causare la depressione. Certo capita anche di sentirsi tristi quando si sta male a lungo, ma è una correlazione di tipo diverso.
  • Cure: se per la depressione è necessario l’intervento dello o della psicoterapeuta, e se necessari, dei farmaci antidepressivi suggeriti dal medico curante o dallo psichiatra, per la tristezza potrebbero bastare delle modifiche dello stile di vita per sentirsi meglio e superarla. Queste strategie di coping (strategie per affrontare le emozioni) sono utili anche per chi soffre di depressione, ma non sono risolutive.

Test per capire se sei depresso

Ci sono tantissimi test per capire se sei depresso, che variano in base all’età. Il più noto è il Beck Depression Inventory (l’ultimo è il BDI – II), strutturato in 21 domande a risposta multipla, per capire e misurare il livello di depressione. Questo può essere somministrato a partire dai 13 anni di età.

Un altro questionario è la Scala di Hamilton (HRSD), la cui ultima revisione risale al 1980. Naturalmente solo un o una professionista potrà fare una diagnosi veritiera di depressione.

In genere lo o la psicoterapeuta potrebbe fare alcune domande per capire come si sente la persona che prova tristezza o depressione, potrebbe anche chiedere dei sintomi e come sono strutturate le giornate. Inoltre potrebbero essere richiesti degli esami.

Come superarle: a chi rivolgersi

Sia la tristezza che la depressione possono essere superate, rivolgendosi a del personale preparato. La prima cosa da fare quindi, è parlarne con uno o una psicoterapeuta che potrà distinguere la natura del tuo malessere.

Da soli, però, si può già lavorare concentrandosi su modifiche della vita quotidiana che aiutano ad alleviare il malessere:

  • compagnia: stare con gli altri aiuta molto, anche se non si ha voglia;
  • sport: l’attività fisica è un’alleata per sentirsi meglio;
  • fare cose che piacciono: che sia guardare un film o una serie tv, o qualsiasi altro hobby, occupare il tempo con attività gradevoli allenta la morsa della tristezza (e aiuta con la depressione);
  • qualità del sonno: dormire bene, e il giusto, è fondamentale per stare bene. Spegnere device elettronici, rilassarsi prima del sonno, mangiare leggero e sano, sono dei trucchi per riuscire a riposare meglio.

La depressione, invece, si cura con la terapia. Se è dovuta a ragioni di tipo fisico (come altre patologie) si dovranno trattare entrambe, quindi potrebbero essere richiesti più professionisti: oltre alla psicoterapia, potrebbe essere necessario intervenire con dei farmaci, prescritti da uno o una psichiatra.

Se hai dei dubbi sulla ragione del tuo malessere, oppure se la tristezza non passa, su Serenis ci sono tantissimi professionisti capaci e preparati, pronti a  darti il supporto necessario. 

Psicoterapeuta: come scegliere

Una volta presa la decisione di farti aiutare da uno o una psicoterapeuta per prenderti cura di te, è il momento di trovare la persona giusta. La decisione non è semplice: ci sono diverse scuole di psicoterapia con diverse tecniche. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati, perché scegliere quella sbagliata potrebbe far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio per intraprendere il percorso che fa per te:

  • Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze;
  • Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo;
  •  Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?

Una soluzione è il servizio di psicoterapia online di Serenis, il centro medico che, tra le altre cose, cura anche questo blog. Serenis ha solo psicoterapeuti esperti. Te ne assegna uno adatto alla tua situazione, con cui farai una prova gratuita e inizierai un percorso (e se per qualche motivo non entri in sintonia, puoi richiedere un terapeuta diverso con un clic). Ci sono anche molti altri modi per trovare uno psicoterapeuta valido: per esempio puoi chiedere al medico di base o rivolgerti a un consultorio nella tua zona. L’importante è fare il primo passo.

 

Bibliografia e approfondimenti

Tristezza, Wikipedia

Disturbo depressivo, Wikipedia

Beck Depression Inventory,  Wikipedia

Hamilton Rating Scale for Depression, Wikipedia

Depression vs. Sadness: What’s the difference? Healthline

Rice, G. Harold; A. Thapar, The genetic aetiology of childhood depression: a review., in J Child Psychol Psychiatry, vol. 43, n. 1, gennaio 2002, pp. 65-79,

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.