Cancerofobia: che cos’è, quali sono le cause e come si cura

Come si manifesta la cancerofobia? Quali sono gli effetti negativi su chi ne soffre? Leggi il nostro articolo e scopri come superarla!
cancerofobia

La cancerofobia è un disturbo fobico che, dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione (DSM-5) viene categorizzato come disturbo d’ansia.

I soggetti cancerofobici sperimentano un timore incontrollato e morboso di avere un cancro, una vera e propria paura ossessiva dei tumori con pensieri invadenti e rimuginio che possono compromettere la qualità della vita quotidiana.

Ricordiamo che la paura è un meccanismo naturale che si attiva di fronte a situazioni di pericolo; al contrario, la fobia è un meccanismo patologico che causa paura immotivata e irrazionale, anche in assenza di un pericolo reale.

I sintomi tipici della paura dei tumori possono comprendere dal punto di vista psicosomatico ed emotivo:

  • ansia;
  • attacchi di panico;
  • sudorazione;
  • vertigini.

Dal punto di vista della risposta comportamentale, invece:

  • continue visite mediche;
  • tentativi di evitamento;
  • meccanismi di difesa come compulsioni legate al controllo.

Tra le cause di cancerofobia segnaliamo invece:

  • condizionamento classico;
  • esperienze traumatiche;
  • ipocondria;
  • disturbi psicotici;
  • disturbo d’ansia generalizzata.

Le ipotesi di cura sono terapia online o in studio talvolta affiancata dall’utilizzo di farmaci. Ma la terapia online come funziona?

Parleremo più a fondo delle soluzioni in chiusura dell’articolo. Ricordati di contattare uno specialista se presenti alcuni di questi sintomi, così da agire attivamente prima dell’aggravarsi della patologia.

Cancerofobia: significato ed etimologia

La cancerofobia si riferisce alla paura patologica e irrazionale di sviluppare il cancro. Dal punto di vista etimologico, la parola “cancerofobia” deriva da due componenti:

  1. Cancero“, che proviene dal latino “cancer”, che significa “granchio” ma anche “cancro” nel senso medico.
  2. fobia“, che proviene dal greco “phobos”, che significa “paura” o “terrore”.

Avere paura di ammalarsi e agire attivamente per prevenirlo non implica il soffrire di una patologia. Basta dare uno sguardo ai numeri di persone che soffrono di cancro in Italia per capire che la paura è motivata e razionale. Eppure, questa paura può trasformarsi in fobia specifica lì dove il pensiero diventa invadente e la paura totalizzante anche in assenza di motivi di preoccupazione.

La cancerofobia intrattiene un legame con l’ipocondria: altra fobia specifica che implica il terrore morboso di avere o di poter sviluppare una qualche patologia.

Cancerofobia e ipocondria

La cancerofobia e l’ipocondria sono due condizioni legate all’ansia per la salute, ma presentano caratteristiche distintive.

Mentre nell’ipocondria l’ansia e la paura ansia possono riguardare una varietà di malattie e condizioni mediche, nella cancerofobia la paura è concentrata esclusivamente sulla possibilità di avere o sviluppare il cancro.

Entrambe le fobie possono portare a comportamenti come:

  • la ricerca eccessiva di rassicurazioni tramite visite mediche frequenti;
  • esami diagnostici ripetuti.

Insieme al fatto che la preoccupazione eccessiva può essere debilitante e avere un impatto significativo sulla vita quotidiana.

Quali sono i sintomi della cancerofobia?

I sintomi possono comprendere reazioni psicosomatiche di fronte al pensiero invadente, tra cui:

attacchi di panico;
vertigini;
• sudorazione;
• vampate di calore o di freddo;
paura di morire;
• confusione mentale o brain fog;
• depersonalizzazione.

E altro ancora.

A lungo termine, invece, la cancerofobia può portare alla messa in pratica di alcune compulsioni, atte a fornire un sollievo apparente al soggetto fobico. Parliamo per esempio dei tentativi di controllo.

Il cancerofobico potrebbe:

  • recarsi dal medico anche più di una volta a settimana, per avere la certezza di non soffrire della patologia che più teme;
  • controllare compulsivamente i propri sintomi su siti web.

In generale, tutti gli atteggiamenti compulsivi tendono a peggiorare il quadro clinico, poiché vanno a rafforzare alcune connessioni neurali che a lungo andare rendono il pensiero della malattia più invadente.

Cause di cancerofobia

Tra le cause di cancerofobia possiamo elencare il condizionamento classico. Se un individuo ha una storia clinica legata al tumore o al cancro, è più probabile che arrivi a sviluppare la cancerofobia. Il condizionamento funziona anche in terza persona. Si parla in tal caso di apprendimento osservativo, cioè della possibilità di essere condizionati da esperienze vissute in terza persona (es. se un parente ha avuto il cancro).

Ricordiamo inoltre che il cancro ha subito un processo di metaforizzazione in Occidente, arrivando ad avere un significato simbolico potente e psicologicamente devastante (Sontag, 1978). Altre cause relative al sorgere del disturbo possono comprendere: patologie pregresse come disturbo d’ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo della personalità e fobie specifiche come l’ipocondria.

Risulta fondamentale distinguere tra emozioni negative funzionali e le emozioni patologiche che vengono vissute da chi soffre di fobia. Non c’è infatti nulla di male ad aver paura di morire (si tratta di una paura razionale, comune ed inevitabile); bisogna però rapportarsi alla paura in maniera sana per far sì che non sfoci in psicopatologia.

Soluzioni per la cancerofobia

Chi soffre di una fobia specifica soffre d’ansia. A sua volta, questa problematica potrebbe essere legata ad esperienze traumatiche o a modelli cognitivi disfunzionali sviluppati nel corso degli anni.

Per la cura delle fobie, è generalmente consigliata la terapia cognitivo-comportamentale o quella breve strategica: due approcci rapidi nell’affrontare i sintomi delle psicopatologie ed altrettanto efficaci nel lavorare sulle cause profonde del problema.

Per trattare la cancerofobia, bisognerà dunque:

• fornire una corretta diagnosi, attraverso delle sedute preparatorie che permettano allo specialista di inquadrare il paziente e la sua problematica;
• lavorare sulla ristrutturazione cognitiva attraverso desensibilizzazione sistematica, EDMR o altre pratiche innovative.

Se soffri di questa o di altre fobie specifiche, ti raccomandiamo di consultare subito un medicopsichiatra o uno psicoterapeuta. Ricorda infatti che i disturbi fobici tendono ad aggravarsi nel tempo con conseguenze da non sottovalutare sul lungo periodo.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.