La cancerofobia è un disturbo fobico che, dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione (DSM-5) viene categorizzato come disturbo d’ansia.
I soggetti cancerofobici sperimentano un timore incontrollato e morboso di avere un cancro, con pensieri invadenti e rimuginio che possono compromettere la qualità della vita quotidiana.
Ricordiamo che la paura è un meccanismo naturale che si attiva di fronte a situazioni di pericolo; al contrario, la fobia è un meccanismo patologico che causa paura immotivata e irrazionale, anche in assenza di un pericolo reale.
I sintomi tipici della cancerofobia possono comprendere dal punto di vista psicosomatico ed emotivo: ansia, attacchi di panico, sudorazione, vertigini… Dal punto di vista della risposta comportamentale, invece: continue visite mediche, tentativi di evitamento, meccanismi di difesa come compulsioni legate al controllo.
Tra le cause di cancerofobia segnaliamo invece: condizionamento classico, esperienze traumatiche, altre patologie pregresse come ipocondria, disturbi psicotici o disturbo d’ansia generalizzata.
Le ipotesi di cura sono terapia online o in studio talvolta affiancata dall’utilizzo di farmaci.
Parleremo più a fondo delle soluzioni in chiusura dell’articolo. Ricordati di contattare uno specialista se presenti alcuni di questi sintomi, così da agire attivamente prima dell’aggravarsi della patologia.
Cancerofobia: cos’è realmente?
Avere paura di ammalarsi e agire attivamente per prevenirlo non implica il soffrire di una patologia. Basta dare uno sguardo ai numeri di persone che soffrono di cancro in Italia per capire che la paura è motivata e razionale. Eppure, questa paura può trasformarsi in fobia specifica lì dove il pensiero diventa invadente e la paura totalizzante anche in assenza di motivi di preoccupazione.
La cancerofobia intrattiene un legame con l’ipocondria: altra fobia specifica che implica il terrore morboso di avere o di poter sviluppare una qualche patologia.
Quali sono i sintomi?
I sintomi possono comprendere reazioni psicosomatiche di fronte al pensiero invadente, tra cui:
• attacchi di panico;
• vertigini;
• sudorazione;
• vampate di calore o di freddo;
• paura di morire;
• confusione mentale o brain fog;
• depersonalizzazione;
e altro ancora.
A lungo termine, invece, la cancerofobia può portare alla messa in pratica di alcune compulsioni, atte a fornire un sollievo apparente al soggetto fobico. Parliamo per esempio dei tentativi di controllo.
Il cancerofobico potrebbe recarsi dal medico anche più di una volta a settimana, per avere la certezza di non soffrire della patologia che più teme. Potrebbe in alternativa controllare compulsivamente i propri sintomi su siti web. In generale, tutti gli atteggiamenti compulsivi tendono a peggiorare il quadro clinico, poiché vanno a rafforzare alcune connessioni neurali che a lungo andare rendono il pensiero della malattia più invadente.
Cause di cancerofobia
Tra le cause di cancerofobia possiamo elencare il condizionamento classico. Se un individuo ha una storia clinica legata al tumore o al cancro, è più probabile che arrivi a sviluppare la cancerofobia. Il condizionamento funziona anche in terza persona. Si parla in tal caso di apprendimento osservativo, cioè della possibilità di essere condizionati da esperienze vissute in terza persona (es. se un parente ha avuto il cancro).
Ricordiamo inoltre che il cancro ha subito un processo di metaforizzazione in Occidente, arrivando ad avere un significato simbolico potente e psicologicamente devastante (Sontag, 1978). Altre cause relative al sorgere del disturbo possono comprendere: patologie pregresse come disturbo d’ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo della personalità e fobie specifiche come l’ipocondria.
Risulta fondamentale distinguere tra emozioni negative funzionali e le emozioni patologiche che vengono vissute da chi soffre di fobia. Non c’è infatti nulla di male ad aver paura di morire (si tratta di una paura razionale, comune ed inevitabile); bisogna però rapportarsi alla paura in maniera sana per far sì che non sfoci in psicopatologia.
Soluzioni per la cancerofobia
Chi soffre di una fobia specifica soffre d’ansia. A sua volta, questa problematica potrebbe essere legata ad esperienze traumatiche o a modelli cognitivi disfunzionali sviluppati nel corso degli anni.
Per la cura delle fobie, è generalmente consigliata la terapia cognitivo-comportamentale o quella breve strategica: due approcci rapidi nell’affrontare i sintomi delle psicopatologie ed altrettanto efficaci nel lavorare sulle cause profonde del problema.
Per trattare la cancerofobia, bisognerà dunque:
• fornire una corretta diagnosi, attraverso delle sedute preparatorie che permettano allo specialista di inquadrare il paziente e la sua problematica;
• lavorare sulla ristrutturazione cognitiva attraverso desensibilizzazione sistematica, EDMR o altre pratiche innovative.
Se soffri di questa o di altre fobie specifiche, ti raccomandiamo di consultare subito un medico–psichiatra o uno psicoterapeuta. Ricorda infatti che i disturbi fobici tendono ad aggravarsi nel tempo con conseguenze da non sottovalutare sul lungo periodo.
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