Pensare sempre alla morte: perché lo facciamo?

Perché la morte occupa i nostri pensieri? La tanatofobia, o paura della morte, è una preoccupazione profonda che esploriamo per capire meglio come affrontarla.

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pensare alla morte

Pensare sempre alla morte può derivare da molteplici motivazioni, tra cui:

  • riflessioni filosofiche sulla natura dell'esistenza;
  • ansie legate alla propria mortalità;
  • preoccupazioni esistenziali;
  • l'impatto di esperienze traumatiche.

Questo pensiero può rappresentare una risposta complessa alle sfide della vita e alle inevitabili domande sulla transitorietà dell'esistenza, riflettendo la complessità della mente umana nel confrontarsi con uno dei misteri più profondi e universali.

È normale che gli esseri umani riflettano sulla morte come parte integrante della loro esistenza e della consapevolezza della finitezza della vita. Questi pensieri possono sorgere naturalmente in risposta a eventi significativi o durante momenti di introspezione filosofica.

Distinguerli dalla tanatofobia, una fobia in cui la paura della morte diventa patologica e debilitante, è essenziale.

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Ne parleremo più approfonditamente nel corso dell’articolo.

Pensare alla morte cosa significa

Pensare alla morte può assumere significati diversi a seconda del contesto e delle esperienze individuali. In molti casi, riflettere sulla morte può derivare dalla naturale consapevolezza della propria mortalità, portando a interrogarsi sul significato della vita e sull'esistenza stessa.

Questi pensieri possono essere stimolati da:

  • eventi traumatici;
  • crisi esistenziali;
  • predisposizione filosofica.

Tuttavia, se il pensiero costante alla morte diventa ossessivo, ansioso o interferisce significativamente con la qualità della vita, potrebbe trattarsi di tanatofobia e può quindi essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale per una valutazione approfondita e un eventuale supporto terapeutico.

Pensare sempre alla morte di un caro

Pensare sempre alla morte di una persona cara può derivare da vari fattori, inclusi:

Questi pensieri possono essere parte integrante del processo di elaborazione del lutto, dove la mente cerca di comprendere e accettare la realtà della scomparsa.

Tuttavia, se questi pensieri:

  • diventano opprimenti;
  • interferiscono con la vita quotidiana;
  • generano un eccessivo disagio emotivo.

Potrebbe essere utile cercare supporto da parte di:

  • amici;
  • familiari;
  • professionisti della salute mentale.

Per affrontare il dolore e intraprendere un percorso di guarigione.

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Pensare alla morte a 20 anni

Pensare alla morte a 20 anni può essere un'esperienza complessa e influenzata da vari fattori.

A questa età, molte persone si trovano in una fase di transizione tra l'adolescenza e l'età adulta, affrontando questioni legate:

  • all'identità;
  • al futuro;
  • alla propria mortalità.

I pensieri sulla morte possono emergere in risposta a:

  • eventi traumatici;
  • ansie sul futuro;
  • riflessioni sulla vita.

Se questi pensieri generano disagio significativo o ansia, potrebbe essere utile parlare con amici, familiari o cercare il supporto di un professionista della salute mentale per esplorare tali pensieri in un contesto di sostegno e comprensione.

La morte proibita e il tabù della morte

In un volume intitolato "Storia della morte in Occidente" (Ariès, 1975), viene delineato il concetto di morte proibita. A parere di Philippe Ariès, con l’avvento della società moderna la morte sarebbe divenuta un tabù al pari della masturbazione. Così: della morte non si parla; il moribondo muore solo e lontano dagli occhi del pubblico; e via dicendo.

Questa proibizione della morte avrebbe effetti gravi sulla psicologia dell’individuo, tra cui: 

  • angosce relative all’idea di dover morire; 
  • impossibilità di ottenere conforto
  • timore dell’ignoto; 
  • senso di colpa di fronte al pensiero della morte; 

e altro ancora.

In effetti, con l’avvento della società contemporanea e il crollo dei valori religiosi, tutti noi abbiamo sviluppato un grande senso di angoscia di fronte alla precarietà dell’esistenza: senso di angoscia non alleviato da una promessa di ricompensa futura o dalla fiducia nella vita eterna. 

Abbiamo così cessato di parlare della morte facendone un argomento tabù. Ora, se la paura della morte è comprensibile e assolutamente normale, diviene fobia lì dove impedisce al soggetto di vivere una vita soddisfacente e di svolgere i più semplici compiti quotidiani. 

pensare alla morte a 20 anni

Pensare alla morte prima di dormire

Il pensare alla morte prima di dormire può essere una manifestazione di riflessioni esistenziali o di preoccupazioni legate al futuro.

Durante il momento di relax prima di addormentarsi, la mente può divagare su temi profondi e significativi, portando a considerazioni su:

  • la finitezza della vita;
  • l'ignoto;
  • la morte.

Questi pensieri potrebbero essere influenzati da:

  • esperienze personali;
  • ansie;
  • consapevolezza della propria mortalità, che può emergere in diverse fasi della vita.

È importante distinguere tra pensieri occasionali su questi temi, che possono essere parte di un processo naturale di riflessione, e la presenza di pensieri ossessivi o ansiosi che interferiscono con il sonno e il benessere emotivo.

Se il pensare alla morte prima di dormire diventa un motivo di preoccupazione costante o genera ansia e disagio significativi, potrebbe essere utile esplorare queste emozioni con un professionista della salute mentale.

Come non pensare alla morte

Evitare completamente i pensieri sulla morte potrebbe non essere realistico o salutare, poiché è una parte naturale della vita riflettere su tali temi.

Tuttavia, se i pensieri sulla morte diventano ossessivi, ci sono alcune strategie che potrebbero aiutare a gestirli in modo più equilibrato.

  • Pratica della consapevolezza: allenarsi a vivere nel momento presente può aiutare a ridurre l'ansia legata a pensieri futuri. La mindfulness e la consapevolezza permettono di concentrarsi sul presente anziché preoccuparsi del futuro.
  • Distrazione positiva: impegnarsi in attività piacevoli o stimolanti può aiutare a spostare l'attenzione dai pensieri ansiosi. Leggere un libro, ascoltare musica o praticare un hobby possono essere modi efficaci per distrarsi in modo positivo.
  • Espressione emotiva: parlare dei propri sentimenti con amici, familiari o un professionista della salute mentale può offrire un canale per esplorare e condividere le preoccupazioni, riducendo così il loro impatto emotivo.
come non pensare alla morte

Come superare l’ansia della morte

Per superare l’ansia della morte, è necessario intraprendere un percorso terapeutico che vada a lavorare sulla gestione degli stimoli ansiogeni.

Questo percorso, dovrà insegnare al paziente a rapportarsi alla precarietà dell’esistenza in maniera sana e funzionale.

Per esempio, con un lungo lavoro sull’accettazione delle emozioni negative come parte integrante della vita umana.

La psicoterapia online di Serenis per gestire il pensare sempre alla morte

In questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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