La nomofobia o dipendenza da cellulare è un termine che deriva dall’acronimo NO MObile PHOBIA e indica la paura di rimanere scollegati dal proprio smartphone.
Ad oggi la nomofobia non è inserita nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5) ma spesso si tende a vedere la paura di rimanere offline come facente parte delle fobie specifiche, al pari:
- dell’agorafobia (paura degli spazi aperti);
- della glossofobia (paura di parlare in pubblico);
- della fobia scolare (paura di andare a scuola o rifiuto scolastico).
Altri invece la inseriscono dentro la categoria dei delle dipendenze comportamentali che comprende tutti quei comportamenti incontrollati che un individuo mette in atto. Ecco perché si parla di nomofobia anche come di dipendenza da cellulare.
Chi ne soffre può avere un timore irrazionale e morboso di non avere accesso al proprio telefono, e, di conseguenza, alle possibilità relazionali da esso fornite.
Il nomofobico può sperimentare:
Quando rimane privo di smartphone o se si prospetta questo scenario. Può anche arrivare ad assumere atteggiamenti suicidari.
Le cause di questa patologia possono comprendere:
- disturbo d’ansia generalizzato;
- dipendenza da smartphone;
- altre problematiche.
Le ipotesi di cura comprendono terapia cognitivo-comportamentale e/o terapia breve strategica.
Ne parleremo in modo più approfondito nel corso di questo articolo.
Significato e definizione di nomofobia
Cos’è la nomofobia? Dal punto di vista tecnologico, gli ultimi vent’anni hanno costituito un’epoca senza precedenti. Gli sviluppi nel campo della telefonia mobile, con il conseguente sorgere di app di messaggistica, social-network, etc., ci hanno indotto a sviluppare un rapporto sempre più stretto con i nostri smartphone.
Con il telefono:
- lavoriamo;
- prendiamo appuntamenti;
- facciamo dichiarazioni d’amore.
Proprio in questo contesto è potuta sorgere la nomofobia: un disturbo d’ansia che implica la profonda sensazione di disagio che possiamo sperimentare quando il cellulare si perde, si scarica o si rompe.
L’idea di essere, d’un tratto, “scollegati”, può farci perdere le coordinate. Tanto più se con il nostro smartphone abbiamo sviluppato un rapporto di forte dipendenza che, a parere di alcuni studi, non è poi dissimile dalla dipendenza da sostanze.
Nomofobia: fobia specifica o dipendenza comportamentale?
Come accennato nell’introduzione la nomofobia è una condizione che può essere considerata in due modi:
- fobia specifica
- dipendenza comportamentale
A seconda:
- dell’approccio
- della prospettiva
Con cui viene analizzata.
La nomofobia può essere interpretata come una fobia specifica in quanto si manifesta come una paura irrazionale e persistente legata al fatto di rimanere senza il proprio telefono o di non poter utilizzare le funzionalità ad esso collegate.
In questo contesto, la nomofobia rientra nel quadro delle fobie, che sono caratterizzate da ansia e paura intense nei confronti di situazioni specifiche.
Allo stesso tempo, la nomofobia può essere vista anche come una forma di dipendenza comportamentale. Si manifesta attraverso:
- l’incapacità di separarsi dalla tecnologia;
- l’uso compulsivo del telefono cellulare, spesso a scapito di altre attività quotidiane e interazioni sociali.
Spesso una visione integrata considera entrambi gli aspetti come parte della complessità della nomofobia.
Etimologia di nomofobia
Il termine “nomofobia” è derivato da una combinazione di due parole: “no-mobile” e “phobia“.
La parte “no-mobile” deriva dalla locuzione inglese “no mobile phone” che significa “nessun telefono mobile”. “Phobia”, proviene dal greco antico e significa “paura” o “timore irrazionale”.
Questo termine è stato coniato per descrivere il crescente disagio e l’ansia associati alla dipendenza dai telefoni cellulari e alla costante connessione.
Dipendenza da cellulare: i sintomi
Come ogni fobia specifica, anche la nomofobia può presentarsi a diversi gradi e con diverse intensità. La patologia può implicare un senso di disagio generalizzato o arrivare fino alla disperazione e agli attacchi di panico.
Cosicché, in assenza dello smartphone o di fronte al possibile scenario, il nomofobico può sperimentare:
- attacchi d’ansia;
- sudorazione intensa;
- distacco dalla realtà;
- vertigini;
- nausea;
- cefalee;
- disperazione;
- disorientamento;
- tachicardia.
La nomofobia appare così come un disturbo d’ansia che ha un forte legame con le problematiche di dipendenza. Con esse, condivide alcuni fattori fondamentali che adesso indagheremo in breve.
Le conseguenze della nomofobia e della dipendenza da smartphone
Non è un segreto che gli smartphone possano dare dipendenza. Ma perché questo accade? Conosciamo già i sintomi a lungo termine causati dall’abuso di telefono cellulare, che possono comprendere:
- miopia;
- obesità;
- isolamento sociale;
- insonnia cronica;
- diminuzione dell’empatia.
Eppure, sappiamo poco sugli effetti che questi oggetti d’uso quotidiano hanno sul nostro sistema adibito alla ricompensa. Per dirla in breve, l’utilizzo di smartphone implica il rilascio di dopamina (un neurotrasmettitore che “segnala” lo stimolo di gratificazione). La medesima cosa accade quando:
- consumiamo certi alimenti;
- abusiamo di alcolici e di droga.
Ora, per ottenere la stessa gratificazione, saremo naturalmente portati a riutilizzare lo smartphone (esattamente come saremo portati a riutilizzare la cocaina). Allo stesso tempo, l’utilizzo prolungato di cellulare può atrofizzare alcune aree del cervello con effetti indesiderati a breve e a lungo termine.
Quali sono le cause della dipendenza da cellulare?
Le cause possono comprendere:
- rapporto di dipendenza con lo smartphone;
- problematiche pregresse come un disturbo d’ansia;
- depressione.
Come riconoscere un nomofobico?
Esistono alcuni elementi discriminanti che ci permettono di distinguere un nomofobico:
- utilizza il telefono regolarmente e per buona parte della giornata;
- dispone sempre di caricabatteria portatile;
- prova nervosismo quando si prospetta la possibilità di rimanere senza smartphone (o quando il suo social preferito si blocca o va incontro ad un guasto);
- non riesce a discutere del problema e tende a minimizzarlo.
Per i familiari di un nomofobico (spesso un adolescente), la problematica è grave e va affrontata nel migliore dei modi. Se ti interessa saperne di più sul rapporto tra Internet e adolescenti, leggi questo articolo.
Nomofobia test
Ad oggi, l’NMP-Q sviluppato nel 2015 da Yoldrim e Correia, è l’unico test per la nomofobia scientificamente validato per la lingua italiana. È possibile autosomministrarsi il questionario per valutare il grado di dipendenza dall’uso dello smartphone.
Come calcolare il grado di dipendenza in base ai risultati del test?
- <20: comportamenti d’uso dello smartphone del tutto sani e funzionali;
- 21-59: parliamo di forme leggere di nomofobia, che non comportano alcun problema funzionale per l’individuo;
- 60-99: indica livelli moderati di nomofobia di cui è bene essere consapevoli per evitare che si arrivi a sviluppare forme di rapporto con lo smartphone che interferiscono gravemente con la vita, il lavoro e i rapporti affettivi e sociali;
- >200: indica severi stati d’ansia quando al soggetto non è possibile accedere costantemente al suo telefono.
Se credi di soffrire di nomofobia o se sei interessata/o a capire se manifesti i sintomi della dipendenza da smartphone, puoi provare a fare il test, scaricandolo da qui.
Sono dipendente dal telefono: cura per la nomofobia
Ad oggi, i trattamenti per la nomofobia sono molto limitati. Sappiamo che le fobie specifiche sono categorizzate come disturbi d’ansia: si potrà per principio andare a lavorare sulla problematica di ansia per trattare la patologia.
Più in generale, di volta in volta, si tratterà di comprendere la causa individuale del problema e agire di conseguenza:
- vi è forse un disturbo dello spettro ansioso che avvicina il nomofobico al mondo digitale per farlo fuggire da quello reale?
- la problematica riguarda un principio di depressione?
- vi è dipendenza dallo smartphone?
Come abbiamo visto, la nomofobia può essere vista o come fobia specifica o come dipendenza comportamentale, in entrambi i casi le terapie consigliate sono:
- la terapia cognitivo comportamentale;
- la terapia breve strategica.
La psicoterapia online di Serenis per la nomofobia
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Fonti
- Yildirim C Correia AP (2015). Exploring the dimensions of nomophobia: Development and validation of a self-reported questionnaire. Computers in Human Behavior, 49, 130-137.