Cos’è la rabbia: significato, cause e gestione

È cruciale riconoscere e analizzare la rabbia. Sviluppa la capacità di controllarla per convertire reazioni istintive in comportamenti ponderati.
rabbia

La rabbia fa parte dello spettro delle emozioni umane: è una reazione del tutto naturale che nasce quando ci troviamo di fronte a qualcosa che non ci piace o ci fa stare male. La sua reputazione però non è delle migliori: questo sentimento non è accettato nel contesto sociale e il risultato è che spesso tendiamo a reprimerlo.

Questo comportamento però non ci aiuta sul medio e lungo periodo: un sentimento represso non scompare ma acquista forza e tende a presentarsi nei momenti meno opportuni con esiti spessi imprevedibili e dannosi.

Cos’è la rabbia?

La rabbia è un sentimento naturale e arcaico.

Nello studioAnger and Contested Place in the Social World (2018), il dottor Warren D. TenHouten, ricercatore presso l’UCLA, cita l’Iliade come uno dei primi poemi dedicati proprio alla rabbia, la famosa ira funesta di Achille.

Per l’uomo primitivo, la rabbia era energia allo stato puro, quel quid capace di fare la differenza tra la vita e la morte. La ragione è prettamente fisiologica: l’impulso generato dalla rabbia libera un’energia interna che sollecita una risposta ormonale che ha il compito di aiutarci ad affrontare le situazioni negative o quelle che percepiamo come pericolose.

La funzione adattiva di questa emozione però è venuta meno con la progressiva evoluzione e civilizzazione delle società umane.

Il volto del nemico è cambiato: i predatori non sono più le belve feroci primitive ma concetti come solitudine, rifiuto, morte o problemi contingenti come il lavoro, i figli, una relazione difficile. Le paure moderne, quelle che ci stringono l’anima in una morsa, non sono tangibili e spesso facciamo fatica a descriverne consistenze e confini.

Idealmente, proviamo le stesse cose che hanno avvertito i nostri antenati: ci sentiamo minacciati, proviamo l’impulso di difenderci e di combattere il “nemico”. In determinate situazioni però queste reazioni possono rivelarsi eccessive, inappropriate e persino dannose per noi stessi e per chi ci circonda.

Per questo motivo, è importante conoscere fino in fondo la rabbia per comprenderla e imparare a controllarla.

Qual è il significato di rabbia?

La rabbia, come l’aggressività, è un processo neurofisiologico complesso che coinvolge molte aree del cervello anche se il coinvolgimento dei circuiti della rabbia a livello neuroanatomico non è del tutto chiaro: quello che sappiamo è che stimolano l’amigdala nella sua area mediale, attraversando diverse zone dell’ipotalamo. L’impulso che genera energia interna sollecita il rilascio di un quantitativo maggiore di vasopressina nell’ipotalamo e di prolattina dall’ipofisi anteriore.

Dal punto di vista psicologico invece, la rabbia è un’emozione forte e dirompente che fa parte, secondo quanto teorizzato dallo psicoterapeuta statunitense Paul Ekman, delle 6 emozioni primarie: gioia, tristezza, paura, sorpresa, disgusto e rabbia.

Queste emozioni, secondo lo studioso, sono innate e appartengono a qualsiasi cultura, sin dalla notte dei tempi. Appaiono rapidamente e in maniera automatica in risposta a determinati eventi o stimoli, non durano a lungo e sono presenti in tutti i mammiferi.

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La rabbia come risposta a diverse situazioni

La rabbia è una reazione complessa in cui entrano in gioco 3 diversi tipi di risposte:

  • corporea
  • cognitiva
  • comportamentale

La risposta corporea è la modalità con cui il nostro corpo si attiva per attaccare o per difendersi da un pericolo: la respirazione accelera, la frequenza cardiaca aumenta così come il flusso sanguigno.

La risposta cognitiva è invece strettamente legata al modo in cui interpretiamo le situazioni. Gli eventi che viviamo quotidianamente non hanno nessun valore dal punto di vista emotivo ma è la nostra valutazione personale a dare significato a quello che accade.

La risposta comportamentale consiste negli atti fisici e verbali con cui rispondiamo allo stimolo. Sono risposte di frustrazione e aggressività che tendono a ristabilire un senso di giustizia, difendere la propria immagine o la dignità personale.

La rabbia come risposta a diverse situazioni

Quali sono le cause psicologiche della rabbia?

In linea di massima ci arrabbiamo quando:

  • le cose o le situazioni non vanno come dovrebbero
  • qualcosa offende o urta i nostri valori o ideali
  • percepiamo la presenza di numerosi ostacoli sul nostro cammino
  • riteniamo di essere stati trattati in maniera ingiusta, offensiva o spiacevole

Ci arrabbiamo se riteniamo di essere trattati ingiustamente, se le nostre aspettative sono state deluse o tradite, se ci sentiamo limitati nella nostra libertà o provocati da qualcuno.

La rabbia inoltre può essere correlata a livelli elevati e costanti di stress causati da problemi professionali o interpersonali. In alcuni casi, questa emozione scaturisce dalla mancanza di autocontrollo, da un nervosismo eccessivo al quale la rabbia dà voce e contenuto.

Le radici della rabbia: i fattori scatenanti

Le cause della rabbia delineate nello studio di Berkowitz e Harmon-Jones (2004) riguardano gli ostacoli esterni agli obiettivi significativi, che scatenano rabbia quando impediscono di raggiungere mete personali.

Scherer (2001) sostiene che non è l’evento in sé, ma le sue conseguenze percepite per l’individuo, a determinare l’emozione che segue. È comune dire che le persone tendono ad arrabbiarsi se impediti nel raggiungere i loro obiettivi. Lazarus enfatizza che per scatenare la rabbia deve essere attivato il motivo basilare di preservare o migliorare l’autostima. Altri suggeriscono che l’evento scatenante deve essere visto come significativo personalmente in qualche modo. Inoltre, c’è accordo sul fatto che un agente esterno deve essere visto come responsabile dell’evento negativo per generare rabbia.

Le cause della rabbia includono:

  • l’attribuzione di colpa per un evento negativo
  • la percezione di tale evento come ingiusto o illegittimo

Attribuzione di colpa

Due studi importanti, uno di Lazarus del 1991 e l’altro di Ortony, Clore e Collins del 1988, dicono che per sentirsi arrabbiati, bisogna pensare che qualcuno o qualcosa sia colpevole per ciò che è andato storto. Lazarus, nei suoi lavori più approfonditi sul tema, spiega che le persone combinano rapidamente varie valutazioni di una situazione per arrivare a una grande idea generale che li aiuta a capire come stanno andando le cose con gli altri, senza dover riflettere su ogni piccolo dettaglio.

Per lui, quando si tratta di arrabbiarsi, questa grande idea si riassume nel pensare che la colpa sia di qualcun altro.

Percezione di ingiustizia

Studi di vari autori, tra cui Averill (1982, 1983), Shaver, Schwartz, Kirson e O’Connor (1987), Frijda, Kuipers e ter Schure (1989), e Solomon (1993), hanno esplorato il ruolo dell’ingiustizia percepita e dell’improprietà nell’evocare la rabbia.

Le persone, nelle loro esperienze quotidiane di arrabbiarsi, come mostrano vari studi, tendono a vedere l’evento scatenante come qualcosa che non avrebbe dovuto accadere. In sostanza, ci si arrabbia quando qualcuno o qualcosa va contro ciò che “dovrebbe” essere.

Averill lo dice in modo più diretto, considerando la rabbia come un’accusa verso chi ha causato un torto percepito. Solomon aggiunge che la rabbia nasce quando c’è l’offesa percepita. Roseman introduce un’idea leggermente diversa, sottolineando l’importanza delle aspettative rispetto a ciò che si merita o non si merita, collegandolo alla rabbia.

Le radici della rabbia: i fattori scatenanti

Sintomi e manifestazioni comuni della rabbia

La rabbia attiva il sistema nervoso simpatico provocando una serie di cambiamenti fisiologici che non riusciamo a controllare:

  • il battito cardiaco e la pressione sanguigna aumentano
  • le vene della fronte e del collo si fanno più evidenti e si gonfiano
  • la postura è più eretta
  • il respiro è irregolare
  • i muscoli sono tesi

Secondo Ekman, il volto della persona arrabbiata presenta delle micro-espressioni tipiche e riconoscibili: le palpebre sono tese, gli occhi fissi e duri, le labbra serrate o leggermente aperte in modo da mostrare i denti, le sopracciglia sono abbassate e ravvicinate.

I sintomi della rabbia repressa

I sintomi della rabbia repressa sono:

  • irritabilità e frustrazione
  • depressione e ansia
  • difficoltà relazionali
  • isolamento sociale
  • problemi di autostima
  • comportamenti autolesionistici o distruttivi
  • sbalzi d’umore
  • diminuzione della soddisfazione nella vita
  • procrastinazione e diminuzione delle prestazioni

A cosa servono i test della rabbia?

I test sulla rabbia ci permettono di identificare e comprendere la relazione che intercorre tra l’ambiente, gli stimoli esterni e le nostre reazioni e di valutare anche il nostro personale grado di resilienza e di flessibilità. Uno dei più esplicativi in tal senso è il test multidimensionale della rabbia che ci fornisce elementi preziosi per capire quali sono le diverse dimensioni della nostra rabbia.

Rabbia e salute mentale

Emozioni e salute mentale sono interconnesse: saper identificare ed esprimere i propri sentimenti è fondamentale per tutelare il proprio benessere psicologico. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda la rabbia: la mancata gestione e controllo di questa emozione può sfociare in patologia.

Rabbia come malattia: quando la rabbia diventa patologica

È normale arrabbiarsi quando subiamo un’ingiustizia ma, ad esempio, è patologico esprimere questo sentimento colpendo il nostro interlocutore o gridando contro tutti.

La rabbia patologica ha modalità talmente disfunzionali da provocare delle conseguenze davvero dannose. Le cause sono numerose ma fondamentalmente il fattore scatenante è sempre lo stesso: nessuno ci ha insegnato a identificare e gestire rabbia ed emozioni.

Come la rabbia può influire sulla salute mentale

I problemi di rabbia hanno un impatto significativo sulla nostra salute mentale. Se questa emozione è una costante delle nostre giornate, assistiamo al progressivo allontanamento delle persone da noi, non riusciamo ad andare d’accordo con nessuno, il rancore e il risentimento diventano quasi dei compagni di vita.

La rabbia può esercitare un effetto dirompente sulla nostra salute mentale esponendoci al rischio di sviluppare il disturbo esplosivo intermittente (DEI), il disturbo oppositivo provocatorio e il disturbo della condotta.

Come gestire e controllare la rabbia

Affrontare questa emozione richiede capacità di analisi, intelligenza emotiva ma anche l’apprendimento di strategie di coping costruttive.

Tra le principali ricordiamo:

1. identificare: riconoscere e capire perché siamo arrabbiati

2. accettare: è normale arrabbiarsi per qualcosa

3. praticare la consapevolezza: rimanere nel qui e ora aiuta a gestire in maniera efficace le proprie reazioni.

4. prendere le distanze: allontanarsi e mettere distanza tra sé e la situazione che ci ha fatto arrabbiare ci regala del tempo prezioso per riflettere e calmarci.

5. comunicare: una comunicazione chiara e basata soltanto sui fatti può risolvere il conflitto.

6. risolvere: cerchiamo di trovare soluzioni efficaci ma soprattutto costruttive per superare il problema ma soprattutto interagiamo con gli altri in modo rispettoso e cooperativo.

Se abbiamo bisogno di un sollievo “fisico” temporaneo, possiamo utilizzare una stanza della rabbia.

Le rage room sono degli spazi insonorizzati dove possiamo letteralmente spaccare tutto con martelli, sbarre di metallo o mazza da baseball. Alcuni studi hanno dimostrato che utilizzare una rage room aiuta ad abbassare il livello di frustrazione e di stress.

Attenzione: sfogare le proprie emozioni attraverso il proprio corpo aiuta ma non sostituisce la necessità di imparare a esprimere in maniera costruttiva la propria rabbia.

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La rabbia nelle relazioni interpersonali

Esistono diversi contesti che possono nutrire o provocare la nostra rabbia ma quello delle relazioni interpersonali sembra essere uno dei più colpiti.

Il partner, un figlio adulto, un amico o un genitore: a volte sembra che la rabbia mascheri emozioni come l’amore e l’affetto, altre ancora sembra essere alimentata proprio da questi sentimenti.

È davvero così? Proviamo a fare chiarezza.

I motivi per cui è più facile essere arrabbiati con i nostri affetti sono disparati.

Il contatto stretto con chi amiamo, la tentazione di cambiare chi ci sta accanto o la percezione che l’attacco di rabbia sia spesso risolutivo, rappresentano il motivo per cui a volte non abbiamo problemi a mostrarci arrabbiati.

Maggiore è il livello emotivo e di intimità con una persona, più forti e intensi sono i sentimenti di rabbia, frustrazione o delusione che proviamo quando questa fa qualcosa che ci ferisce o non ci piace.

La rabbia nelle relazioni interpersonali

Come affrontare gli attacchi di rabbia nei rapporti di coppia

La valutazione cognitiva di determinate situazioni è una delle cause più frequenti dei problemi di rabbia nella coppia: ci arrabbiamo quando le azioni inappropriate del partner ci impediscono di raggiungere un obiettivo importante.

Quando gli episodi di rabbia non sono proporzionali alla situazione, sono troppo frequenti e non sono più adattivi, si trasformano in un problema da gestire il prima possibile: la rabbia logora la relazione, i momenti di complicità e intimità diventano difficili e ritrovare l’intesa dopo ogni discussione è quasi impossibile.

Cosa possiamo fare per gestire un attacco di rabbia verso il partner? Una serie di consigli possono aiutarci ad affrontare questa situazione:

  • comunicare, è molto importante esprimere in modo assertivo senza attaccare l’altro, cosa proviamo o cosa ci preoccupa;
  • lavorare sull’empatia, mettersi nei panni del partner e cercare di capire cosa prova può aiutarci a evitare una valutazione cognitiva errata;
  • concentrarsi sulla soluzione: per controllare la rabbia, è utile focalizzare la mente sulle possibili soluzioni piuttosto che sul problema.

L’impatto sociale della rabbia

La rabbia, come abbiamo visto, ha avuto una funzione adattiva: l’uomo l’ha utilizzata a suo vantaggio per difendersi dalle minacce ambientali.

Oggi, gli spazi nei quali la rabbia rappresenta una risposta adeguata si sono via via ridotti e le interazioni sociali, professionali e interpersonali impongono una regolazione emotiva.

Ognuno di noi deve apprendere e applicare le strategie di coping che ci permettono di riconoscere il nostro stato emotivo per adattarlo al contesto.

Controllare i propri comportamenti è fondamentale per vivere in società: aggredire verbalmente il nostro capo può portare al licenziamento mentre saltare fuori dalla nostra autovettura per attaccare un automobilista che non ha rispettato lo stop ha delle conseguenze penali.

Gli individui che non riescono a controllare il proprio comportamento dirompente e aggressivo rischiano possono andare incontro a gravi problemi sociali.

Un aiuto professionale per imparare a gestire la rabbia

Non è sempre facile superare la rabbia nei confronti di una persona o di una situazione. Se non riesci a comprendere e a gestire questa emozione, puoi richiedere un supporto professionale.

Grazie agli psicoterapeuti e alle psicoterapeute di Serenis imparerai le tecniche e le competenze necessarie per scoprire da dove nasce il tuo disagio e come controllare in maniera costruttiva la tua rabbia, migliorando in questo modo il tuo benessere emotivo.

Siamo un centro medico autorizzato di psicologia online. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore. Noi possiamo sostenerti; Serenis è a un solo link di distanza. Il primo colloquio è gratuito, poi 55 € a seduta.

Fonti

  • TenHouten, W. D. (2018). Anger and contested place in the social world. Sociology Mind, 08(03), 226–248. https://doi.org/10.4236/sm.2018.83018
  • Berkowitz, L., & Harmon-Jones, E. (2004). Toward an understanding of the determinants of anger. Emotion4(2), 107.
Redazione

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
In Italia, la recente attenzione mediatica al benessere mentale vede giornali, creator, e centri medici impegnati nella produzione di contenuti informativi. In questo contesto il processo di revisione è fondamentale e lo scopo è garantire informazioni accurate. Il nostro processo di revisione è affidato ai terapeuti e alle terapeute che lavorano in Serenis, con almeno 2.000 ore di esperienza.

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Scrittura

Ogni articolo viene scritto o esaminato da uno psicoterapeuta prima di essere pubblicato.

Controllo

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Chiarezza

Ogni articolo è rivisto dal punto di vista stilistico, per agevolare la lettura e la comprensione.

Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.