Per fortuna che esistono le emozioni: senza di esse, probabilmente, la nostra vita sarebbe piatta e priva di senso.
Come tutti sappiamo, però, non sempre sono positive e per questo motivo bisogna saperle coltivare nella giusta maniera.
Il mondo delle emozioni è vastissimo, tuttavia possono essere generalmente suddivise in emozioni primarie e secondarie.
In questo articolo ci concentreremo sulle emozioni primarie individuando insieme quali sono e quale ruolo hanno nella nostra vita.
Cosa sono le emozioni primarie
Qualsiasi emozione, sia primaria che secondaria, consiste in una modificazione che avviene nel nostro corpo sia a livello fisiologico che emotivo. Le emozioni primarie, in particolare, sono dette anche fondamentali perché sono innate, presenti in qualsiasi popolazione che intende sopravvivere, che ha relazioni con il prossimo e che desidera portare a termine le azioni che intraprende.
In sostanza le emozioni primarie sono comuni nell’uomo e negli animali superiori perché sono dei processi psicofisiologici che sono indispensabili alla regolazione biologica interna del nostro organismo, alla segnalazione interiore di quanto avviene intorno a noi, per l’attivazione di comportamenti utili al contesto in cui ci troviamo e molto altro ancora.
Quali sono le emozioni primarie
Negli anni ’60 Paul Ekman, sostenitore delle teorie evoluzionistiche, con i suoi collaboratori fece una serie di ricerche sull’espressione ed identificazione delle emozioni tra diverse popolazioni del mondo.
In particolare vogliamo riportarvi uno studio scientifico condotto su persone appartenenti alle culture dei Fore, in Nuova Guinea, e dei Dani, in Indonesia, che hanno la caratteristica di essere socialmente e culturalmente isolati dal resto del mondo.
I risultati di questa ricerca dimostrarono che, pur essendo popoli lontanissimi tra loro, con una cultura completamente diversa e che non erano mai stati in contatto nemmeno per mezzo di tv e giornali, manifestavano le stesse espressioni facciali di chi apparteneva a culture occidentali, sudamericane ed orientali.
Le sette emozioni primarie
Dagli esiti degli esprimenti condotti dai ricercatori sono state identificate le 7 emozioni primarie, e quindi di base:
E’ una reazione alla frustrazione e può manifestarsi in diversi modi, tra cui l’aggressività.
La risposta a un qualcosa che percepiamo come pericolosa. Essa è dominata dall’istinto che ha come obiettivo la nostra sopravvivenza.
Nasce in seguito alla perdita di qualcuno o qualcosa, perché non abbiamo raggiunto uno scopo che ci eravamo prefissati e molto altro ancora.
- Gioia
Qualcosa di positivo, finalmente, che ci porta ad essere soddisfatti e che ha su di noi un potere travolgente.
- Sorpresa
Il brivido che proviamo quando siamo di fronte a qualcosa di inaspettato, e per questo può essere seguito da paura o gioia.
- Disprezzo
Quando non abbiamo un briciolo di stima nei confronti di qualcosa e/o qualcuno, tanto che tendiamo a rifiutarla perché la consideriamo priva di dignità morale e/o intellettuale.
Si esprime attraverso un’espressione facciale specifica.
Che ruolo hanno nella nostra vita
Le emozioni sono essenziali e per questo ricoprono tantissimi ruoli diversi nella vita di ognuno di noi. Sperimentiamo determinate sensazioni perché abbiamo bisogno che il nostro organismo si adatti alla situazione che stiamo vivendo, e quindi ci servono per prepararci all’azione.
Le emozioni primarie hanno anche una funzione sociale e interpersonale e in più influiscono sulla nostra attività cognitiva, per cui quella della mente, perché orientano le nostre scelte.
Sono perciò strumenti essenziali per mediare fra situazioni che cambiano continuamente e che ci fanno attivare – in diversi casi – le più opportune risposte comportamentali, o comunque quelle che riteniamo utili.
Le emozioni primarie si rivelano anche dei potenti mezzi di comunicazione sia interni che esterni alla nostra persona. Un esempio di tutto ciò è la paura, emozione che ci comunica che qualcosa sta accadendo.
Quando scatta, quindi, ci irrigidiamo e magari scappiamo da quella precisa situazione. Contemporaneamente l’ambiente esterno percepisce la nostra paura, si allarma e si prepara all’azione.
Le emozioni comunicano agli altri (e li influenzano), anche tramite le espressioni facciali molto più velocemente rispetto all’uso delle parole. In più, comunicano anche con noi stessi perché le nostre reazioni emotive possono informarci su una situazione e/o allarmarci perché magari sta succedendo qualcosa.
Le emozioni secondarie
Non si può parlare di emozioni primarie senza fare riferimento alle secondarie. Queste ultime, infatti, sono il risultato di una mescolanza delle prime.
Ciò vuol dire che sono emozioni più complesse perché vengono condizionate e plasmate dall’esperienza. Degli esempi di emozioni secondarie sono la vergogna, il senso di colpa, il rimorso e l’invidia.
Antonio Damasio, neurologo, neuroscienziato, psicologo e saggista portoghese, sostiene che le emozioni secondarie emergono in noi quando iniziamo a provare dei sentimenti perché creiamo delle connessioni tra categorie di oggetti e situazioni, da un lato, ed emozioni primarie dall’altro.
Per fare un esempio pratico della definizione data dall’esperto, la gioia è un’emozione primaria, mentre l’euforia è secondaria perché appartiene alla gamma di emozioni che nascono dalla felicità stessa.
Controllare le emozioni primarie
Gli esperti di IPSICO – Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva, sottolineano che possono attivarsi delle situazioni in cui trattiamo le emozioni come se fossero fatti del mondo: più forte è l’emozione, più forte è la convinzione che la nostra emozione è basata su un fatto reale; “se mi sento insicuro, sono incompetente”.
Quando questo accade rischiamo di fare terribili errori perché se riteniamo che le nostre emozioni rappresentino la realtà, possiamo non interpretarla nella giusta maniera perché prendiamo in considerazione esclusivamente l’informazione emotiva.
Ciò vuol dire che rischiamo di generare pensieri catastrofici o terrifici in quanto diamo più importanza alle emozioni primarie che alla realtà. Molto persone che presentano queste difficoltà, infatti, hanno bisogno di aiuto per gestire la loro emotività.
A incidere sulla gestione delle emozioni primarie e delle conseguenti secondarie possono essere fattori biologici come le disfunzioni ormonali, la mancanza di un modello perché nessuno ha mai insegnato a questa persone come regolarle, e l’ambiente circostante.
Da non dimenticare, infine, è che le emozioni sono da tempo al centro dell’interesse degli studiosi perché hanno un importante ruolo nel mantenimento dei disturbi psichiatrici.
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Fonti
- Ekman, P. (2008). Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste. Editore Amrita, collana Scienza e Compassione.
- Antonio R. Damasio. L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, ed. Adelphi, 1995.
- IPSICO, Le emozioni umane.