Eiaculazione ritardata: la guida completa

L’eiaculazione ritardata è una condizione complessa con impatti psicologici e relazionali; questa guida completa esplora cause, trattamenti e strategie di coping.

Quando si ha a che fare con qualche problema che riguarda l’ambito della sessualità, è difficile trovare il coraggio di parlarne con qualcuno, ma in molti casi questo atteggiamento evitante preclude la possibilità di trovare una soluzione.

A volte questa può arrivare anche da un percorso con un professionista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o un esperto sessuologo.

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali), infatti, riconosce una categoria apposita, quella dei disturbi sessuali, all’interno della quale vengono descritte molte problematiche, tra cui anche l’eiaculazione ritardata, che riguarda alcuni uomini.

Ma di che cosa si tratta esattamente? Quando possiamo porre una diagnosi di eiaculazione ritardata? A cosa può essere dovuta? È possibile intervenire in qualche modo?

In questo articolo imparerai alcune cose fondamentali rispetto a queste domande.

Che cos’è l’eiaculazione ritardata

Per prima cosa, definiamo l’argomento di cui stiamo parlando. L’eiaculazione ritardata, come abbiamo detto, è un vero e proprio disturbo mentale, che viene riconosciuto dal DSM-5 nella categoria dei disturbi sessuali come una sindrome con specifici sintomi, che vedremo in seguito.

Si tratta di una marcata e persistente difficoltà a raggiungere l’eiaculazione durante un rapporto sessuale. Questo significa che o ci vuole molto tempo, oppure l’eiaculazione non viene raggiunta (e spesso nemmeno l’orgasmo), nonostante la stimolazione sessuale sia adeguata.

Questo si verifica in quasi la totalità dei casi e, a seconda del momento in cui il problema è sopraggiunto, possiamo parlare di due tipi di eiaculazione ritardata:

  • disturbo primario: il disagio è sempre stato presente da quando la persona è diventata sessualmente attiva, presentandosi sia durante la masturbazione che durante i rapporti con un partner;
  • disturbo secondario: quando la persona è diventata sessualmente attiva, ha avuto una serie di esperienze soddisfacenti e, solo in seguito, a un certo punto, è subentrato il disturbo;
  • disturbo generalizzato: la difficoltà è indipendente dalla situazione e dal partner con cui si ha il rapporto sessuale;
  • disturbo situazionale: in questo caso la diagnosi è ambigua e dovrebbe essere circoscritta, dal momento che la difficoltà insorge solo in situazioni ambientali e relazionali specifiche (ad esempio succede sempre o quasi sempre con una particolare persona o in certe circostanze).

Eiaculazione ritardata: quali sono i sintomi?

Come riconoscere la presenza di un disturbo sessuale che può essere definito come eiaculazione ritardata? Come abbiamo detto, il DSM-5 ci fornisce dei criteri specifici, che possono essere assunto come linea guida.

Come abbiamo detto, la mancanza o il considerevole ritardo nel raggiungimento dell’eiaculazione deve manifestarsi quasi sempre, e per questo intendiamo una frequenza compresa tra il 75% e la totalità dei rapporti sessuali.

Ovviamente può capitare a tutti un periodo in cui si accusano difficoltà di questo tipo, perciò è fondamentale distinguere il disturbo vero e proprio da una condizione transitoria, che ad esempio potrebbe essere dovuta a stress o stanchezza. A questo scopo, nel DSM troviamo anche dei criteri temporali: per poter parlare di eiaculazione ritardata, occorre che il paziente accusi il problema da almeno 6 mesi e che questo causi un disagio clinicamente significativo.

In effetti, la difficoltà a raggiungere orgasmo ed eiaculazione può produrre tensioni e conflitti all’interno della coppia: il partner può sviluppare dubbi e incertezze relativamente all’immagine di sé e iniziare a pensare di non essere più attraente per l’altro.

Inoltre, è fondamentale distinguere i casi in cui la disfunzione sia dovuta a una particolare condizione medica o facilitata dall’assunzione di farmaci e sostanze che possono avere questo effetto collaterale. In questi frangenti, non è possibile porre una diagnosi.

Quanto dura l’eiaculazione ritardata?

Come abbiamo accennato in precedenza, possiamo distinguere l’eiaculazione ritardata in permanente e acquisita, a seconda che la difficoltà abbia riguardato la vita della persona che ne soffre da subito o sia seguita a un periodo di funzionamento sessuale normativo. In questo secondo caso, le evidenze scientifiche sul decorso sono davvero poche, anche se pare che l’incidenza sia piuttosto costante fino ai 50 anni, quando inizia ad aumentare per ragioni fisiologiche.

Inoltre, la prognosi è fortemente legata alle cause che determinano il disturbo: se a essere implicati sono fattori psicologici, fin quando non si lavora per trovare una soluzione a questi, il problema tenderà a persistere. Di seguito, specificheremo meglio quali sono questi fattori di rischio.

Le possibili cause dell’eiaculazione ritardata

Cominciamo dai fattori genetici che possono predisporre l’eiaculazione ritardata: con il procedere dell’età, i nervi sensoriali periferici perdono sensibilità e velocità nella trasmissione del messaggio, e questo determina la maggiore incidenza di eiaculazione ritardata man mano che le decadi si susseguono.

Altre condizioni che possono favorirne l’insorgenza sono il diabete, le malattie neurologiche e l’utilizzo di sostanze come alcol e farmaci adibiti alla cura dei disturbi dell’umore, come gli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina.

Da tenere in considerazione, però, sono anche problematiche che hanno un effetto sulla sfera emotiva. Al primo posto troviamo l’ansia anticipatoria, che spesso si collega a una bassa autostima. Purtroppo in questo gioca un ruolo determinante l’immaginario collettivo della virilità, che è motivo di orgoglio negli uomini che ritengono di avere un buon controllo sull’orgasmo e la capacità di avere un rapporto sessuale soddisfacente, che si concluda con un’eiaculazione. In questo modo, si creano inevitabilmente delle aspettative, e l’uomo teme di non essere alla loro altezza.

Si crea quindi un circolo vizioso per cui il momento di intimità, invece di procurare piacere, causa concentrazione sulla performance e, dati questi presupposti, per il paziente diventa impossibile riuscire a lasciarsi andare. L’esito è quello di dover contrastare continuamente l’ansia, raggiungendo dei tempi molto più elevati, se non addirittura l’impossibilità di avere l’eiaculazione e l’orgasmo.

Questa idea che sia necessario rispettare determinati standard di virilità non fa che creare una necessità di iper-perfezionismo che chiude la persona in una trappola che impedisce di provare piacere in un momento di condivisione. Puoi immaginare come la tensione che si produce causi delle tensioni all’interno della coppia.

Ma è anche vero l’opposto: ci sono coppie che vivono continuamente in una situazione di conflitto, e questo può rendere difficoltoso accogliere il piacere durante il rapporto sessuale. Le difficoltà comunicative continuano a crescere fino a creare, a volte, una spaccatura nella relazione.

Quali sono i rimedi per l’eiaculazione ritardata?

Per fortuna l’eiaculazione ritardata non è una condizione impossibile da risolvere. Per risolvere il disagio che essa produce nella vita privata e relazionale, è necessario individuare, in primo luogo, la causa che l’ha scatenata, per poterla eliminare. Ciò significa che se, ad esempio, il disturbo sessuale origina da una mancanza di autostima, è necessario affrontare un percorso volto a sviluppare questa caratteristica per poter risolvere il disagio.

Tra le tecniche che risultano più utili per ridurre la paura e la difficoltà a lasciarsi andare ne troviamo alcune degne di nota per la loro efficacia scientificamente provata, ad esempio:

  • gli esercizi di meditazione e mindfulness, che aiutano ad acquisire consapevolezza del momento presente per immergersi completamente in esso, mettendo da parte ansie e preoccupazioni;
  • training per accrescere l’autostima, utili per aumentare la fiducia in se stessi e la sensazione di sentirsi adeguati in ogni situazione;
  • focalizzazioni sessuali: interventi che vengono messi in atto dai sessuologi per aiutare i pazienti ad acquisire una migliore conoscenza del loro corpo e di quello del partner, per sfruttare le sensazioni che ne derivano in modo da trarne beneficio sia a livello sessuale che emotivo.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.