Cosa porta le persone a disinnamorarsi: i significati profondi

L’amore è un sentimento che può rendere una persona incapace di agire in modo razionale. Spesso le coppie di adolescenti innamorati tendono ad allontanarsi dalle loro amicizie per vivere ancora più intensamente l’unione con la loro anima gemella. Quando ci si innamora nasce un nuovo senso di sé di coppia che comprende entrambi i corpi, i pensieri e le emozioni. Alcune coppie descrivono questo stato mentale come sublime, unico, meraviglioso. Se si incontra una persona che ci fa battere il cuore e sembra perfetta per noi nasce l’idea che quell’amore durerà per sempre e che niente potrebbe farlo finire. Ma allora come è possibile disinnamorarsi?

Una prima risposta a questa domanda viene dalla psicologia che considera l’amore come qualcosa di difficile da spiegare razionalmente. Nonostante l’impossibilità di fornire spiegazioni logiche per giustificare il fenomeno dell’innamoramento paradossalmente tendiamo invece a trovare motivi razionali per raccontare le rotture, i divorzi o semplicemente il fenomeno del disinnamorarsi. Infatti, le persone comunemente presumono che a un certo punto della relazione l’incoscienza dell’amore scompaia e lasci spazio ad un sentimento guidato dalla consapevolezza.

Quando le coppie si separano di solito attribuiscono la perdita dell’amore ad aspetti esterni come le difficoltà di far fronte ad una serie di eventi critici, alle caratteristiche di personalità del partner oppure al sorgere di profonde divergenze negli interessi o negli obiettivi. In realtà il disinnamoramento nella maggior parte dei casi trova la sua origine proprio laddove è nato e cioè negli aspetti emotivi e sentimentali più profondi. È vero che quando affiorano sentimenti di incompatibilità la coppia si rende razionalmente conto che la relazione non funziona più. Dal punto di vista irrazionale invece ciò che accade in questi casi riguarda il fatto che in quella relazione i partner non soddisfano più in modo appropriato il loro bisogno d’amore primario.

Disinnamorarsi è un processo inconscio


Prima di spiegare perché può verificarsi il disinnamoramento nelle coppie che per un periodo più o meno lungo sono state molto innamorate e affiatate è necessario soffermarsi sul ruolo dell’inconscio nel processo dell’innamoramento. Secondo la psicoanalisi il processo dell’innamorarsi e disinnamorarsi è fondamentalmente di tipo inconscio. È stato Sigmund Freud a definire l’inconscio come l’insieme di sentimenti, ricordi e desideri che non sono direttamente accessibili alla coscienza. Questa componente profonda e in parte sconosciuta determina la maggior parte dei nostri comportamenti e le decisioni che prendiamo nella nostra vita quotidiana.

Emozioni e sentimenti sono dunque guidati da forze irrazionali così grandi da motivare pensieri che chiamiamo amore, cura, odio, fiducia, gelosia e così via. Secondo il modello psicoanalitico ciascun individuo è attratto da un altro individuo sulla base di quanto è in grado di soddisfare il bisogno primario di affetto. Fino a quando questo bisogno inconscio trova la sua soddisfazione, il rapporto si mantiene in vita. Ma cosa succede quando uno o entrambi i partner non percepiscono più questa soddisfazione inconscia? Gli scienziati hanno scoperto che ad essere maggiormente attivata in risposta a stimoli inconsci è la corteccia prefrontale del cervello. Gli esperimenti sui processi cognitivi suggeriscono quindi che l’inconscio può elaborare il sentimento d’amore sia per innamorarsi che per disinnamorarsi perché una grande quantità di comportamenti cognitivi complessi avviene di fatto senza alcuna consapevolezza cosciente.

In che modo l’infanzia modella la mente inconscia dell’adulto?


Molti psicoanalisti ritengono che la mente inconscia sia implicata nei comportamenti cognitivi come la scelta del partner, la decisione di andare a convivere, sposarsi ed anche di separarsi. Questo accade perchè l’inconscio trova la sua origine nelle esperienze infantili che rappresentano la forza motivante per tutto il comportamento adulto. Lo psicoanalista Erik Erikson ha sviluppato il modello delle otto fasi della vita secondo cui ogni tappa dello sviluppo comporta una crisi evolutiva che può risolversi in modo positivo o negativo. Quando il conflitto rimane irrisolto si radicano alcuni tratti di personalità nell’individuo che avranno delle conseguenze nel corso della vita. Anche se la teoria di Erikson comprende tutte le età della vita fino all’invecchiamento, è nelle prime quattro fasi che si determina lo sviluppo dei principali elementi della personalità che potranno incidere nelle relazioni sentimentali adulte.

Fiducia o sfiducia


Nella prima fase chiamata “fiducia o sfiducia” il bambino dovrebbe sviluppare un senso di fiducia nelle persone che si prendono cura di lui. Se in questa fase i suoi bisogni biologici fondamentali non vengono soddisfatti interiorizza una visione del mondo pessimista e diffidente. Questo tratto di personalità sarà determinante nel processo dell’innamoramento e potrebbe portare la persona adulta a disinnamorarsi non appena si verifica una minima condizione di sfiducia nei confronti del partner.

Autonomia o vergogna e dubbio


Nella seconda fase definita “autonomia o vergogna e dubbio” la crisi evolutiva riguarda la possibilità di soddisfare il bisogno di autonomia. Se i genitori sono troppo critici o esigenti nei confronti di un bambino che sta cercando di sviluppare il senso di responsabilità personale faranno nascere nel figlio un profondo senso di vergogna e dubbio sulle sue capacità. Diventato adulto questo soggetto potrebbe essere ansioso, con una bassa autostima e insicuro. La conseguenza nelle relazioni d’amore sarà quella di disinnamorarsi quando non potrà riuscire ad avere uno spazio di autonomia nella vita di coppia.

Iniziativa o senso di colpa


Durante la terza fase il bambino prende iniziative sulla base della propria immaginazione e delle proprie idee. Se i genitori non sono di supporto durante questa fase dello sviluppo, il bambino crescerà avendo sensi di colpa e con un scarsa capacità di iniziativa. Da adulto nei rapporti di coppia potrebbe sviluppare una forte dipendenza nei confronti del partner a causa della sua incapacità di avere idee e spirito di iniziativa. Disinnamorarsi sarà dunque l’esito di una relazione dove non è possibile avere un supporto per maturare questi aspetti personali.

Industriosità o inferiorità


L’ultima fase dello sviluppo infantile secondo Erikson riguarda il periodo in cui si apprendono quelle abilità che permettono di sviluppare un senso di autocompetenza e autorealizzazione attraverso le diverse esperienze sociali. Quando questa crisi si risolve negativamente può emergere un complesso di inferiorità che porta l’individuo a non sentirsi mai all’altezza del partner. Questa situazione con il tempo può portare qualcuno a disinnamorarsi del proprio partner se questo non è in grado di sostenerlo nello sviluppo del senso di autoefficacia.

Un esempio concreto secondo il modello di Erikson


Queste prime quattro fasi del modello di Erik Erikson sono cruciali per la comprensione di come le questioni irrisolte nelle relazioni genitore-figlio possano incidere in un rapporto sentimentale tra adulti. Ad esempio supponiamo che un partner da piccolo abbia sperimentato una mancanza di fiducia mentre l’altro ha sviluppato una bassa autostima. È possibile che i due coniugi abbiano cercato nella loro relazione un’occasione per soddisfare quei bisogni che durante l’infanzia sono rimasti insoddisfatti. Immaginiamo che con il passare del tempo uno dei due partner decida di completare il ciclo di studi che aveva interrotto da giovane con l’obiettivo di aumentare la propria autostima. A quel punto l’altro partner a causa della sua diffidenza potrebbe iniziare a manifestare molta gelosia nei suoi confronti. Il risultato è che nella coppia le due persone potrebbero disinnamorarsi a causa di situazioni che solo apparentemente riguardano le scelte razionali. Secondo il modello psicoanalitico di Erikson le divergenze che potrebbero nascere in un caso come questo troverebbero invece la loro origine nelle ferite dell’infanzia evidenziando un fallimento reciproco nel tentativo di guarirle.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.