Tutto quello che vuoi sapere sulle dipendenze comportamentali

Affronta le dipendenze comportamentali con strategie personalizzate: supporto psicologico, cambiamenti positivi e consapevolezza emotiva.
dipendenze comportamentali

Questo articolo è pensato per rispondere a tutte le domande e curiosità sulla dipendenza comportamentale. Ti spiegherà cosa sono le dipendenze comportamentali, quali sono i sintomi e come si curano, e ti fornirà informazioni scientifiche spiegate in modo semplice.

Cosa sono le dipendenze comportamentali

Le dipendenze comportamentali sono un tipo di dipendenza psicologica in cui non ci sono sostanze che rivestono un ruolo centrale. Infatti, la particolarità della dipendenza comportamentale è che la persona cerca compulsivamente di attuare un comportamento gratificante. In particolare, senza che questo preveda l’assunzione di una droga o una sostanza psicoattiva.

La definizione di dipendenza comportamentale deriva proprio dal perseguimento continuativo di un modello di comportamento, che poi diventa l’oggetto della dipendenza. Tutto ciò avviene per periodi prolungati e avviene nonostante la dipendenza di solito provochi conseguenze negative sul piano relazionale, sociale, affettivo e familiare. Spesso, inoltre, gli effetti della dipendenza si espandono al lavoro, ma anche all’ambito economico e alla salute stessa della persona.

Come riconoscere le dipendenze comportamentali?

Secondo Mark Griffith (2005) sono necessarie 6 componenti universali per definire la dipendenza comportamentale. Tra queste, figurano:

  • la sindrome da astinenza
  • i cambiamenti di umore
  • l’aumento della tolleranza
  • i conflitti con le altre persone
  • le frequenti ricadute
  • preminenza (il comportamento diventa centrale per l’individuo)

In sintesi, le dipendenze comportamentali sono comportamenti ripetuti ed eccessivi che sfuggono al controllo di un individuo e non da meno, comportano degli effetti negativi.

Le dipendenze comportamentali sono entrate di recente nei manuali diagnostici di psichiatria e psicologia. Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) le dipendenze comportamentali hanno fatto la loro prima comparsa (parliamo del 2013). Dopo un lungo e acceso dibattito, si è visto come tutte le dipendenze hanno delle caratteristiche in comune, comprese quelle comportamentali. Pertanto, possono essere trattate in modo simile.

Le dipendenze comportamentali in psicologia

La definizione di dipendenza in psicologia è considerata una modificazione di un’abitudine o di un comportamento consueto e accettato. Tutto ciò è spinto da una ricerca patologica del piacere, che si ottiene attraverso la ripetizione di comportamenti che hanno conseguenze negative sulla propria salute e su altre sfere della propria vita. In particolar modo, alla base di questa trasformazione si ritiene vi sia una scarsa capacità di controllo degli impulsi, ma anche un’alterazione del meccanismo della ricompensa. Una forma di discontrollo degli impulsi porta la persona a non poter fare a meno di comportarsi in un determinato modo, ciò nonostante la sua pericolosità o nocività.

Kenneth Paul Rosenberg è un famoso psichiatra americano che ha studiato a lungo le dipendenze e ha scritto articoli scientifici e libri sull’argomento. Nello specifico, le dipendenze comportamentali per Rosenberg sono parte di una categoria ben definita. Un insieme di disturbi che ha delle differenze sostanziali con altre patologie e che meritano un’accurata attenzione sia nella ricerca che in terapia.

Degno di nota è anche l’ambito di ricerca sulle dipendenze comportamentali in età evolutiva. Infatti, l’adolescenza è fase evolutiva molto delicata per lo sviluppo di comportamenti di dipendenza patologica. Tra le dipendenze giovanili, fumo alcol e internet sono quelle più comuni e diffuse.

La dipendenza da internet è per l’appunto una dipendenza comportamentale. Essa fa parte delle cosiddette nuove dipendenze o new addictions. Queste non sono ancora inserite nei manuali diagnostici principali come delle patologie a sé stanti, tuttavia sono descritte come disturbi da approfondire.

Le dipendenze comportamentali in psicologia

Dipendenza da sostanze vs dipendenze comportamentali: le differenze

Le recenti scoperte in ambito neuroscientifico hanno evidenziato come ci siano delle somiglianze di base tra le dipendenze da sostanze e quelle comportamentali. D’altra parte, la principale differenza è che l’oggetto della dipendenza riguarda comportamenti socialmente accettati invece che sostanze. Infatti, nella dipendenza da sostanze la persona sviluppa un comportamento compulsivo di assunzione di una sostanza psicoattiva. Tra queste ricordiamo gli oppiacei, gli psicofarmaci, la cocaina o altre droghe.

Nella dipendenza comportamentale il comportamento in oggetto è considerato normale. Tuttavia, assume una valenza patologica solo nel momento in cui inficia alcuni lati del funzionamento della persona. In poche parole, la dipendenza comportamentale, come ogni dipendenza, deve comprendere una compromissione della vita personale.

Si può dire quindi che i comportamenti patologici divengono tali perché ripetitivi ed eccessivi. Ad esempio, l’uso del cellulare è considerato un comportamento assolutamente non patologico. Tuttavia, lo può diventare quando si pensa solo al suo utilizzo e si trascurano le relazioni e le altre attività per passare svariate ore usando lo smartphone compulsivamente. Per questo, si può dire che le dipendenze senza sostanza interessano relazioni e comportamenti disfunzionali di vario tipo.

Dipendenze comportamentali: quali sono?

Le dipendenze comportamentali o dipendenze senza sostanza si caratterizzano per essere legate a comportamenti inizialmente socialmente accettati e routinari, che tuttavia assumono una natura compulsiva, portando a conseguenze negative sulla vita privata dell’individuo.

Questa transizione da attività quotidiane a fonti di dipendenza psichica avviene quando il piacere derivato da tali comportamenti diventa compulsivo e patologico per la persona coinvolta, distinguendosi così dalla dipendenza da sostanze per la sua origine in azioni non legate all’uso di sostanze chimiche, ma altrettanto devastanti sul piano psicologico e sociale.

Ecco una lista di tutti i tipi di dipendenze comportamentali.

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Gioco d’azzardo

Una delle dipendenze comportamentali più diffuse e radicate nel tempo è il gioco d’azzardo. In questa categoria possono rientrare le dipendenze da scommesse online e da investimenti azionari, trading online e criptomonete.

Dipendenza dal sesso

La dipendenza sessuale è anche definita ipersessualità. La persona non può fare a meno di pensare al sesso e avere rapporti sessuali continuamente.

Dipendenza da pornografia

La dipendenza da pornografia è recentemente esplosa con la diffusione di internet.

Dipendenza da videogiochi

Identificata già a fine anni ’70, oggi è più che altro una dipendenza da videogiochi. La dipendenza da gioco ha sintomi fisici notevoli, come mal di schiena e aumento di peso.

Dipendenza da videogiochi

Dipendenza da Internet

La dipendenza da internet è una delle new addictions più diffusa e più difficile da individuare, infatti, in molti abusano di internet ma alcuni passano inosservati.

Dipendenza da sport

La dipendenza da sport è una dipendenze comportamentale che ha delle ripercussioni notevoli sulla salute.

Dipendenza da shopping

La dipendenza da shopping (shopping compulsivo) o oniomania oggi può trasformarsi in una dipendenza completamente online che riguarda gli acquisti compulsivi.

Dipendenza da social media

Colpisce di più i giovani, ma la dipendenza da social media, come quella da Facebook o la dipendenza da YouTube possono riguardare anche persone molto più mature.

Dipendenza da cellulare

La dipendenza da cellulare o uso compulsivo del cellulare è una dipendenza sempre più evidente. Soprattutto tra i più giovani.

Dipendenza da serie tv

Questa dipendenza di recente concezione può provocare alterazioni dell’umore e una compromissione del funzionamento normale della persona.

Dipendenza da lavoro

La dipendenza da lavoro prevede che una persona trascuri la sua vita privata in favore di una compulsione a lavorare.

Dipendenza da lavoro

Dipendenze comportamentali nella generazione Z

Il fenomeno delle dipendenze comportamentali sta assumendo proporzioni significative tra gli adolescenti e i giovani adulti, in particolare nella cosiddetta Generazione Z.

La ricerca condotta da R. Pacifici e C. Mortali, svela che la fascia d’età, compresa tra gli 11 e i 17 anni, mostra una prevalenza preoccupante di comportamenti a rischio che possono sfociare in vere e proprie dipendenze comportamentali.

Questi comportamenti includono:

  • l’uso eccessivo dei social media
  • il gioco d’azzardo online
  • l’abuso di cibo (food addiction) e il ritiro sociale

Social Media e Gaming Addiction

La ricerca rivela che una percentuale non trascurabile di studenti presenta segni di dipendenza dai social media e dal gioco online. Circa il 2-3% degli adolescenti mostra segni di social media addiction, con un picco più elevato tra i più grandi.

Analogamente, la gaming disorder (dipendenza da videogiochi) interessa una quota simile della popolazione giovanile.

Food Addiction e ritiro sociale

Allo stesso modo, la food addiction (dipendenza da cibo) rappresenta un’altra problematica emergente, con una percentuale che va dal 7% al 13% a seconda della gravità. Il ritiro sociale, definito come l’isolamento totale per periodi prolungati, interessa circa l’1,6% degli studenti, segnalando un disagio significativo in questa fascia d’età.

Comportamenti a rischio

Altri comportamenti problematici associati includono il doxing (la divulgazione non autorizzata di informazioni private online), la partecipazione a social challenge potenzialmente pericolose, il sexting (l’invio di messaggi o immagini sessuali tramite dispositivi elettronici), e l’uso di sostanze come il cannabis.

In particolare, il consumo di cannabis è stato rilevato nel 20,7% degli studenti tra i 14 e i 17 anni.

Impatto sul benessere

Queste dipendenze comportamentali hanno un impatto negativo sul benessere fisico e psicologico degli adolescenti, influenzando:

  • il sonno
  • il rendimento scolastico

Aumentando il rischio di altre problematiche come ansia, depressione, e abuso di sostanze.

Ruolo dei genitori

Il ruolo dei genitori emerge come cruciale nel mitigare questi rischi. Le regole familiari sull’uso di social media e videogiochi possono avere un effetto protettivo, riducendo la prevalenza di comportamenti problematici.

Tuttavia, la ricerca evidenzia anche una certa sottovalutazione da parte dei genitori della gravità dei comportamenti a rischio dei propri figli.

Quali sono i sintomi della dipendenza comportamentale

I sintomi dell’active addiction nelle dipendenze comportamentali variano a seconda della specifica dipendenza affrontata dall’individuo. Ogni dipendenza comportamentale ha infatti dei sintomi specifici. Oltre al comportamento oggetto della dipendenza, questi sintomi caratterizzano la patologia.

Tuttavia, ci sono molti sintomi comuni delle dipendenze comportamentali. Questi possono essere sia fisici, che comportamentali, ma anche psicologici e cognitivi.

Ecco una lista completa dei sintomi di dipendenza comportamentale.

  • Fissazione. Il comportamento in oggetto domina la vita della persona a esclusione di altre attività.
  • Senso di colpa e vergogna. Il costante bisogno di ripetere un comportamento è tipicamente intervallato da sentimenti di rimpianto, ansia, depressione o vergogna.
  • Comportamenti a rischio. La persona può compromettere la propria salute in vari modi, ma può anche mettere a rischio il lavoro, la famiglia, le relazioni.
  • Ossessione. Sono presenti pensieri e fantasie cronici e ossessivi. Spesso ciò interferisce con la vita quotidiana, la produttività, le prestazioni lavorative e la vita privata.
  • Disonestà. Come in tutte le dipendenze la persona è spesso portata a mascherare e nascondere i comportamenti che generano senso di colpa.
  • Tentativi fallimentari di smettere. La persona prova una totale incapacità di fermare o controllare i comportamenti.
  • Sentimenti negativi. Una persona dipendente si può sentire alienata, isolata, depressa, arrabbiata o umiliata.
  • Solitudine. Ci si allontana dal partner, ma anche dalla famiglia e dagli amici.
  • Depressione e sbalzi d’umore. Il tono dell’umore della persona è tendenzialmente depresso.
  • Incapacità di dare priorità o di rispettare gli orari. Dal punto di vista sociale, le persone dipendenti diventano poco affidabili.
  • Sentimenti di colpa. In seguito a una bugia detta, possono comparire sensi di colpa. Ma ci si sente in colpa soprattutto per le conseguenze negative della propria compulsione.
  • Ansia. L’angoscia è alla base della dipendenza. Solo la ripetizione del comportamento riduce momentaneamente l’ansia.
  • Sensazioni di euforia. In un primo momento, la dipendenza genera piacere e gioia, ma si esauriscono in fretta.
  • Nessun senso del tempo. In tutte le dipendenze si perde il senso del tempo. Capita spesso nei sintomi della dipendenza da lavoro e nella dipendenza da videogiochi.
  • Comportamenti difensivi. Non si accettano critiche, si inventano scuse, ci si difende in tutti i modi per difendere la dipendenza.
  • Agitazione. Lo si vede bene nei sintomi della dipendenza da Facebook. In tal caso la persona si agita se non riceve notifiche, risposte ai messaggi, o se i commenti sono poco graditi.
  • Sintomi fisici. Mal di testa, insonnia, mal di schiena, problemi di vista, aumento di peso. Sono moltissimi i problemi di salute causati dalle dipendenze comportamentali.
Quali sono i sintomi della dipendenza comportamentale

Meccanismi neurobiologici delle dipendenze

Le dipendenze, sia da sostanze che comportamentali, coinvolgono il circuito di ricompensa del cervello. Questo sistema aiuta a motivarci verso comportamenti necessari per la sopravvivenza, come mangiare e trovare riparo.

Tuttavia, comportamenti o sostanze che stimolano eccessivamente questo sistema possono portare a dipendenze. Sostanze e attività possono “sequestrare” questo circuito, spingendo a comportamenti compulsivi nonostante le conseguenze negative. Questo processo è sostenuto da cambiamenti nel cervello che rinforzano ulteriormente la dipendenza.

La ricerca di Karim e Chaudhri (2012) nel Journal of Psychoactive Drugs fornisce una panoramica su come le dipendenze comportamentali condividano percorsi simili a quelle da sostanze, sottolineando l’importanza della neuro-adattazione e dell’apprendimento nella perpetuazione delle dipendenze.

Le principali cause delle dipendenze comportamentali

Diverse ricerche hanno mostrato che le persone comuni attribuiscono le cause delle dipendenze sia a fattori biomedici, come:

  • l’ereditarietà
  • gli squilibri chimici

Sia a cause psicosociali, come:

  • traumi infantili
  • stress
  • problemi di carattere

Tuttavia, la maggior parte degli studi si è concentrata sulle dipendenze da sostanze piuttosto che su quelle comportamentali. Griffiths e Duff hanno indagato le percezioni di non professionisti britannici, scoprendo che l’eccessivo coinvolgimento in certe sostanze o attività non era visto come geneticamente ereditario.

Konkolÿ-Thege e colleghi hanno esaminato le credenze dei canadesi riguardo l’etiologia di specifiche dipendenze comportamentali e da sostanze, trovando che eventi traumatici nell’infanzia e problemi genetici o ereditari erano considerati cause ugualmente probabili di entrambe le tipologie di dipendenze.

Inoltre, fattori come un “cattivo carattere”, uno “squilibrio chimico nel cervello”, l’educazione infantile e lo “stress attuale” erano visti come più probabili cause di dipendenze comportamentali rispetto a quelle da sostanze. Lo studio di Lang B e colleghi (2018) mirava a replicare e ampliare tali ricerche, valutando le percezioni americane sulle cause delle dipendenze comportamentali e da sostanze, senza ipotesi a priori su quante persone avrebbero sostenuto specifiche etiologie per specifiche dipendenze, data la varietà di cause generalmente riconosciute.

Dipendenze comportamentali: come se ne esce?

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Perché si sviluppa una dipendenza comportamentale?

Le dipendenze possono quindi dipendere da molti fattori. Ad esempio, la compresenza di disturbi mentali come depressione, ansia e disturbo ossessivo compulsivo oppure avere alle spalle una storia familiare di dipendenze.

Inoltre, sembra che l’età possa incidere notevolmente. Infatti, gli adolescenti che cominciano presto con un comportamento a rischio possono trasformarlo più facilmente in una dipendenza. Ad esempio, un adolescente che fa uso di pornografia potenzialmente potrebbe diventare dipendente dal porno da adulto. Anche la pressione sociale da parte dei coetanei ha un peso in tutto questo. Un adolescente potrebbe essere indotto a usare di più il telefono per conformarsi ai suoi pari e l’ansia da prestazione potrebbe innescare la dipendenza comportamentale.

In più, la mancanza di sostegno familiare può rappresentare una mancata protezione nei riguardi della dipendenza. In ogni caso, ciascun comportamento è diverso e ha un valore differente per ognuno, quindi la causa della dipendenza deve essere cercata nel sistema di valori della persona specifica. Per esempio, una persona dipendente dal lavoro potrebbe non sviluppare mai una dipendenza sessuale o viceversa.

Come guarire da una dipendenza comportamentale

Guarire da una dipendenza comportamentale è solitamente un percorso articolato che passa per un consulto psicologico. Una persona potrebbe provare a uscire dalla dipendenza in autonomia e senza alcun aiuto. Ad esempio, esistono dei programmi o app per non usare il telefono. In realtà, ne esistono molte, che hanno principi di funzionamento diversi, come ad esempio, vedere quanto tempo si passa su internet oppure app che misurano il tempo di utilizzo dello smartphone.

Le dipendenze comportamentali e i disturbi da uso di sostanze rispondono spesso positivamente agli stessi trattamenti, sia psicosociali che farmacologici. Approcci come:

  • i programmi di auto-aiuto basati sui 12 passi
  • l’incremento motivazionale
  • le terapia cognitivo comportamentali

Comunemente impiegati per i disturbi da uso di sostanze, sono stati utilizzati con successo anche per trattare:

  • il gioco d’azzardo patologico
  • il comportamento sessuale compulsivo
  • l’acquisto compulsivo

Gli interventi psicosociali per entrambi i tipi di dipendenza si basano spesso su un modello di prevenzione della ricaduta che incoraggia l’astinenza, identificando i modelli di abuso, evitando o affrontando situazioni ad alto rischio e apportando cambiamenti nello stile di vita che rafforzano comportamenti più sani.

Interventi farmacologici

Attualmente, non esistono farmaci approvati specificamente per le dipendenze comportamentali, ma alcuni farmaci che hanno mostrato promesse nel trattamento dei disturbi da uso di sostanze si sono rivelati efficaci anche per le dipendenze comportamentali.

Naltrexone, un antagonista dei recettori mu-opioidi approvato dalla FDA per il trattamento dell’alcolismo e della dipendenza da oppioidi, ha dimostrato efficacia in studi clinici controllati per il trattamento del gioco d’azzardo patologico, e promette in studi non controllati di acquisto compulsivo, comportamento sessuale compulsivo, dipendenza da internet.

Questi risultati suggeriscono che i recettori mu-opioidi svolgono un ruolo simile nelle dipendenze comportamentali e nei disturbi da uso di sostanze, probabilmente tramite la modulazione della via dopaminergica mesolimbica.

Farmaci che modificano l’attività glutammatergica sono stati usati anche per trattare sia le dipendenze comportamentali che la dipendenza da sostanze. Topiramate, un anticonvulsivante che blocca il sottotipo di recettore del glutammato AMPA, ha mostrato promesse in studi su gioco d’azzardo patologico, acquisto compulsivo e picking cutaneo compulsivo, così come efficacia nella riduzione dell’uso di alcol, sigarette e cocaina (Grant e colleghi., 2010)

Psicoterapia

Nello specifico, le psicoterapie più utilizzate per il trattamento delle dipendenze comportamentali figura la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT). Questa infatti risulta essere la terapia più efficace secondo le ricerche scientifiche. In particolare, si basa sulla ricalibrazione di percezioni e valutazioni che guidano il pensiero in modo controproducente.

Inoltre, la Terapia Dialettico – Comportamentale (DBT) si è dimostrata molto efficace nella prevenzione delle ricadute.

Fonti

  • Grant, J. E., Potenza, M. N., Weinstein, A., & Gorelick, D. A. (2010). Introduction to behavioral addictions. The American journal of drug and alcohol abuse, 36(5), 233-241.
  • Robbins, T. W., & Clark, L. (2015). Behavioral addictions. Current opinion in neurobiology, 30, 66-72.
  • Kenneth Paul Rosenberg, Laura Curtiss Feder (2015). Dipendenze comportamentali: Criteri, evidenze, trattamento.
  • Karim, R., & Chaudhri, P. (2012). Behavioral addictions: An overview. Journal of Psychoactive Drugs, 44(1), 5-17.
  • Lang, B., & Rosenberg, H. (2018). Nonprofessionals’ perceptions of the causes of behavioral and substance addictions. Journal of Addictive Diseases37(1-2), 102-108.
  • Grant, J. E., Potenza, M. N., Weinstein, A., & Gorelick, D. A. (2010). Introduction to behavioral addictions. The American journal of drug and alcohol abuse36(5), 233-241.
Dott. Raffaele Avico

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Psicologo clinico e psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia cognitiva e sessuologia clinica. La mia formazione include anche EMDR e mindfulness. Ho un'ampia esperienza nella gestione di disturbi d'ansia, dell'umore, da stress, sessuali, e da uso di sostanze. Mi dedico in particolare al trattamento del trauma psicologico e delle dipendenze. Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822.

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Chiarezza

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.