Dipendenze comportamentali
Le dipendenze comportamentali nascono da comportamenti normali che diventano eccessivi e ossessivi, influenzando negativamente salute e relazioni. Come le dipendenze da sostanze, attivano il circuito di ricompensa nel cervello, rendendo difficile fermarsi.

Cos'è una dipendenza comportamentale?
Una dipendenza comportamentale è un disturbo in cui una persona sente il bisogno di ripetere in modo continuo un comportamento, anche se questo ha conseguenze negative sulla sua vita. A differenza delle dipendenze da sostanze, qui non c’è l’uso di droghe o alcol, ma l’azione in sé diventa la fonte di gratificazione.
Esempi comuni includono:
Questo tipo di dipendenza attiva le stesse aree del cervello coinvolte nel sistema della ricompensa, portando la persona a perdere il controllo e a non riuscire a smettere.

Differenze tra le dipendenze comportamentali e le dipendenze da sostanze
Le dipendenze comportamentali si distinguono da quelle da sostanze perché non coinvolgono l'assunzione di un elemento chimico esterno, come alcol o droghe. Il problema nasce dal comportamento stesso, che diventa ripetitivo e incontrollabile. Chi soffre di una dipendenza comportamentale prova un bisogno continuo di compiere una certa azione — come giocare d’azzardo, controllare il telefono o fare acquisti — anche se questa interferisce con la vita quotidiana.
A livello neurologico, entrambe le forme attivano lo stesso sistema cerebrale della ricompensa. In pratica, il cervello riceve una gratificazione immediata e spinge la persona a ripetere quel comportamento, ignorando le conseguenze negative. La dipendenza non sta nella sostanza, ma nell’effetto che il comportamento produce sulla mente.
Quali sono i sintomi della dipendenza comportamentale
I sintomi di una dipendenza comportamentale appaiono in modo progressivo e riguardano sia il comportamento che lo stato emotivo della persona. Il segnale più comune è la perdita di controllo: la persona sente il bisogno costante di ripetere l’azione, anche se provoca danni alla salute, al lavoro o alle relazioni.
Altri segnali evidenti includono:
- Fissazione e ossessione: il comportamento domina la giornata e lascia poco spazio ad altri interessi.
- Irritabilità e agitazione: quando si tenta di interrompere il comportamento, si provano ansia e nervosismo.
- Senso di colpa e vergogna: dopo aver agito, la persona prova rimorso, disagio o rabbia verso sé stessa.
- Comportamenti a rischio: si mettono in pericolo relazioni, occupazione e benessere fisico.
- Disonestà: si mente o si nasconde l’abitudine per evitare giudizi.
- Tentativi falliti di smettere: anche dopo diversi sforzi, non si riesce a fermarsi.
- Isolamento sociale: ci si allontana da famiglia, amici e partner.
- Sbalzi d’umore e depressione: il tono dell’umore è spesso basso o instabile.
- Ansia costante: solo l’atto compulsivo calma temporaneamente la tensione.
- Alterazione del senso del tempo: si perde la percezione delle ore, come accade nella dipendenza da lavoro o da videogiochi.
- Comportamenti difensivi: si negano i problemi, si reagisce con rabbia o si inventano giustificazioni.
- Sintomi fisici: possono comparire insonnia, mal di testa, mal di schiena, problemi alla vista e stanchezza cronica.
Questi segnali, se ricorrenti, indicano la presenza di una dipendenza e richiedono attenzione professionale.
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Cause delle dipendenze comportamentali
Le dipendenze comportamentali non hanno un’unica causa. Si sviluppano quando più fattori agiscono insieme nel tempo. Tra i più comuni ci sono:
- Fattori biologici: alcune persone hanno una predisposizione genetica a sviluppare comportamenti compulsivi. Il cervello risponde in modo più intenso agli stimoli legati alla ricompensa, aumentando il rischio di dipendenza.
- Fattori psicologici: ansia, stress, depressione o bassa autostima spingono alcune persone a cercare sollievo attraverso comportamenti ripetitivi. Questi atti diventano una via di fuga dal disagio emotivo.
- Fattori ambientali: esperienze familiari difficili, esposizione a modelli disfunzionali o traumi non elaborati possono influenzare lo sviluppo di una dipendenza.
Questi fattori, sommati tra loro, aumentano la probabilità che un comportamento si trasformi in una dipendenza vera e propria.

Meccanismi neurobiologici delle dipendenze
Le dipendenze, sia da sostanze che comportamentali, coinvolgono il circuito di ricompensa del cervello. Questo sistema aiuta a motivarci verso comportamenti necessari per la sopravvivenza, come mangiare e trovare riparo.
Tuttavia, comportamenti o sostanze che stimolano eccessivamente il sistema di ricompensa possono portare allo sviluppo di vere e proprie dipendenze. Questo processo è sostenuto da cambiamenti cerebrali che rinforzano ulteriormente la dipendenza.
Una ricerca di Karim e Chaudhri (2012), pubblicata nel Journal of Psychoactive Drugs, fornisce una panoramica su come le dipendenze comportamentali condividano percorsi simili a quelle da sostanze, sottolineando l'importanza della neuro-adattazione e dell'apprendimento nella perpetuazione delle dipendenze.
Trattamento delle dipendenze comportamentali
Le dipendenze comportamentali si trattano soprattutto con la psicoterapia, che aiuta la persona a riconoscere i comportamenti problematici e a modificarli. Tra le terapie più efficaci c’è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che lavora sui pensieri e sulle azioni che alimentano la dipendenza, insegnando nuove strategie per gestire l’impulso.
Anche le terapie di gruppo sono utili perché offrono un ambiente di condivisione e sostegno tra persone con esperienze simili. In alcuni casi, si utilizzano strumenti digitali, come app di monitoraggio o programmi online, che accompagnano il percorso terapeutico e favoriscono l’autocontrollo.
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Trattamento farmacologico
Il trattamento farmacologico nelle dipendenze comportamentali non è ancora definito in modo specifico, perché non esistono medicine approvate per curare direttamente questi disturbi. Tuttavia, in alcuni casi, i farmaci possono aiutare a gestire i sintomi associati, come ansia, depressione o impulsività, che spesso accompagnano la dipendenza.
Per questa tipologia di trattamento è fondamentale rivolgersi ad uno psichiatra che potrà creare una cura personalizzata e potrà prescrivere i farmaci più adatti alla condizione del paziente.
Trattamento delle dipendenze sul territorio
Il trattamento delle dipendenze comportamentali sul territorio è garantito da servizi pubblici e privati che offrono supporto psicologico, medico e sociale. I principali punti di riferimento sono i Servizi per le Dipendenze (SerD), presenti in tutte le regioni, che accolgono gratuitamente chi cerca aiuto, anche senza prescrizione medica.
All’interno dei SerD lavorano psicologi, psichiatri, educatori e assistenti sociali che valutano la situazione della persona e costruiscono un percorso personalizzato. In molti casi, questi servizi collaborano con centri di salute mentale e strutture specializzate per offrire un trattamento completo e integrato.
Oltre al sistema pubblico, esistono anche centri privati e associazioni del terzo settore che offrono percorsi di cura, gruppi di auto-aiuto e interventi di prevenzione. L’accesso precoce a questi servizi è fondamentale per evitare che la dipendenza peggiori e per aumentare le possibilità di riuscita del trattamento.
Fonti:
- Grant, J. E., Potenza, M. N., Weinstein, A., & Gorelick, D. A. (2010). Introduction to behavioral addictions. The American journal of drug and alcohol abuse, 36(5), 233-241.
- Robbins, T. W., & Clark, L. (2015). Behavioral addictions. Current opinion in neurobiology, 30, 66-72.
- Kenneth Paul Rosenberg, Laura Curtiss Feder (2015). Dipendenze comportamentali: Criteri, evidenze, trattamento.
- Karim, R., & Chaudhri, P. (2012). Behavioral addictions: An overview. Journal of Psychoactive Drugs, 44(1), 5-17.
- Lang, B., & Rosenberg, H. (2018). Nonprofessionals’ perceptions of the causes of behavioral and substance addictions. Journal of Addictive Diseases, 37(1-2), 102-108.
- Grant, J. E., Potenza, M. N., Weinstein, A., & Gorelick, D. A. (2010). Introduction to behavioral addictions. The American journal of drug and alcohol abuse, 36(5), 233-241.