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Rapporto tra genitori e figli nell’adolescenza

L’adolescenza è una fase della vita particolarmente complessa e delicata. Si tratta infatti di un periodo di grandi cambiamenti. In particolare, l’adolescente dovrà affrontare una serie di nuove sfide e si trova in un periodo che rappresenta una via di mezzo tra la fanciullezza e l’età adulta.

Questo momento risulta difficile sia per lo stesso adolescente, alla ricerca della propria identità, che per la sua famiglia. I genitori dovranno infatti ridefinire il loro ruolo genitoriale e adattarsi ai nuovi equilibri e a un differente rapporto con i figli.

In questo articolo, analizzeremo come prima cosa il concetto di adolescenza e dei suoi cambiamenti, per poi approfondire il rapporto tra genitori e figli in questa importante fase della vita.

Che cos’è l’adolescenza?

Quando parliamo di adolescenza, ci riferiamo al periodo che inizia all’incirca a 10 anni per poi concludersi a 18-20 anni. Ognuno ha i propri tempi per vivere questa fase della vita, in particolare sembra che le femmine la concludano sensibilmente prima rispetto ai maschi.

Va comunque sottolineato che la letteratura recente che tratta di adolescenza sembra concordare sul fatto che l’inizio dell’età adulta per gli adolescenti stia diventando sempre più tardivo. Tale posticipo sembrerebbe essere dovuto a una difficoltà del giorno d’oggi di potersi emancipare velocemente iniziando a vivere la propria vita. I motivi che frenano questa entrata nell’età adulta sono di natura economica.

Emerge infatti nell’epoca attuale una maggior complessità rispetto al passato nel riuscire a ottenere un’indipendenza economica che spinga ad andare ad abitare in autonomia lontano dai propri genitori. Complici anche i lunghi anni di studi universitari che rendono più difficile trovare un impiego per mantenere la propria indipendenza.

Quali sono i cambiamenti nell’adolescenza?

In questa fase di transizione risulta naturale sperimentare una serie di cambiamenti, in particolare quelli principali possono essere racchiusi e sintetizzati in 4 aree:

  • raggiungimento della maturità fisica;
  • raggiungimento della maturità sessuale;
  • raggiungimento dello status di persona adulta;
  • conseguimento del pieno sviluppo cognitivo.

Vediamole nel dettaglio.

Raggiungimento della maturità fisica

Uno dei maggiori cambiamenti nell’adolescente è quello dello sviluppo fisico. Il corpo cresce, cambia e si modifica a mano a mano fino a completare il proprio sviluppo.

In particolare, le ragazze generalmente lo completano nella fase dell’adolescenza, per quanto riguarda invece i ragazzi, potrebbero concluderlo anche in un momento successivo.

Queste modifiche corporee spesso possono essere vissute come problematiche da chi si trova in questo periodo della vita. Alcuni vivono questi cambiamenti con disagio e sofferenza, sperimentando un senso di inadeguatezza in generale e nei confronti del proprio corpo e del proprio aspetto.

Le caratteristiche corporee che possono mettere in particolare difficoltà gli adolescenti possono essere l’altezza per i maschi e la misura del seno per quanto riguarda le femmine.

Va inoltre ricordata la potente influenza dei mass media rispetto ai canoni estetici della società.

Maturità sessuale

L’adolescenza – in particolare il suo momento iniziale – corrisponde alla pubertà.
Quindi, in questo periodo si assisterà non soltanto alla maturazione dell’apparato riproduttivo nei ragazzi e nelle ragazze, ma anche alla comparsa dei caratteri sessuali secondari, sia genitali che extra genitali.

Status di persona adulta

Il ragazzo che si approccia alla fase adolescenziale ha perso lo stato in cui si riconosceva in precedenza, ossia quello di bambino. In tale situazione vorrebbe compensare questa perdita, cercando di approcciarsi al mondo in modo gradualmente sempre più da adulto.

Egli cercherà maggior libertà e indipendenza per raggiungere il nuovo status di adulto. Questa ricerca di autonomia potrebbe sfociare in comportamenti spavaldi e talvolta oppositivi, soprattutto verso le figure che per loro rappresentano un’autorità.

Si assiste dunque a una ricerca personale di sé, esplorando il mondo da solo, cercando una sua nuova identità. Tutto ciò può però risultargli particolarmente sfidante, in alcuni momenti potrebbe infatti fare dei passi falsi, prendendo strade e proponendosi obiettivi che potrebbe però non avere gli strumenti e le risorse per portare avanti.

Conseguimento del pieno sviluppo cognitivo

Prima dell’adolescenza, il bambino in quella fase della vita sarà focalizzato esclusivamente sul momento presente, vivendo perlopiù il qui e ora. In pratica, durante l’infanzia ancora non si possiedono gli strumenti per pensare al futuro e pianificarlo in modo funzionale.

Al contrario, durante la fase adolescenziale questa operazione di organizzazione e pianificazione diventa più semplice da svolgere, l’adolescente si può concentrare dunque anche sul futuro. Tale capacità gli sarà necessaria poiché gli impegni vanno a mano a mano ad aumentare con l’aumentare dell’età. Gli sarà richiesta sempre più l’abilità di pianificare per poter così conciliare al meglio l’aumento di carico di studio con gli impegni sociali, famigliari e sportivi.

Un altro cambiamento importante riguarda i principi e i valori morali e sociali. Durante l’infanzia vengono perlopiù seguiti i principi e i valori degli adulti importanti, il bambino tende però ad accoglierli con le risorse che ha a disposizione. In pratica, si comporta secondo i valori che gli sono stati insegnanti senza però che questi siano effettivamente interiorizzati.

In età adolescenziale si assiste invece a un’interiorizzazione dei valori sociali e morali, diventeranno dunque sempre più spontanei e automatici i comportamenti che vanno in quel versante.

Gli stati d’animo dei genitori

Il rapporto tra i genitori e i figli cambia molto in questa fase della vita. In particolare, nelle dinamiche interne si creano maggiori conflitti rispetto alla fase precedente. Inoltre, c’è una maggior richiesta da parte del ragazzo o della ragazza di libertà e indipendenza.

La famiglia di origine continua a rimanere fondamentale per l’adolescente ma non è più l’unico punto di riferimento nella sua vita. In concomitanza dell’aumento dei conflitti con i genitori il gruppo dei pari inizia ad avere un ruolo sempre più centrale nella vita dei ragazzi. Loro stessi necessitano di appartenere a un gruppo di amici, simili a loro negli interessi, nei gusti musicali e nell’abbigliamento.

Di fronte a tutti questi cambiamenti non solo i ragazzi ma le famiglie stesse riferiscono di vivere un periodo molto intenso. Il figlio sembra essere ai loro occhi diventato irriconoscibile rispetto a quando era bambino, ed è quindi comune provare una sensazione di smarrimento.

Altre sensazioni spesso riportare riguardano il vuoto e la tristezza di fronte agli allontanamenti e talvolta ai rifiuti dei figli.

I ragazzi tendono in questa fase a riconoscere meno il ruolo dei genitori come autorità, i famigliari potrebbero faticare a loro volta nel riuscire a mantenere in parte il loro ruolo precedente e dall’altra adattarsi con flessibilità alle nuove richieste.

L’adolescente e il genitore

Essere genitori di un adolescente non è semplice, è importante riuscire a stabilire un nuovo equilibrio tra il bisogno di autonomia del figlio da un lato e la sua dipendenza dalla famiglia dall’altro. In una situazione simile è comune trovarsi di fronte a un continuo allontanarsi e riavvicinarsi.

Potrebbe diventare spontaneo cambiare approccio con una modalità meno genitoriale e più amicale, i ruoli che però vanno sempre mantenuti sono il ruolo protettivo nei confronti del ragazzo e infine quello contenitivo, in particolar modo quando mette in atto dei comportamenti che possono apparire esagerati o pericolosi.

L’autorevolezza e la solidità delle figure genitoriali sono una risorsa preziosa per l’adolescente. Quest’ultimo dovrebbe avere sia delle regole da rispettare che la sensazione che gli adulti per lui importanti abbiano fiducia in lui e gli diano progressivamente sempre maggior autonomia.

Autonomia ma soprattutto la fiducia sono argomenti particolarmente delicati in questo periodo di transizione. In quanto l’adolescente aumenta le bugie dette ai genitori e i comportamenti oppositivi verso di loro.

La famiglia avrà quindi l’arduo compito di riuscire a comprendere e differenziare quando l’adolescente mente e omette per mantenere per sé ciò che considera privato e personale e quando invece le bugie potrebbero nascondere dei comportamenti rischiosi.

Comunicare con l’adolescente

La comunicazione tra genitori e figli subirà dei cambiamenti e come sopra citato, la qualità dei dialoghi potrebbe in alcune occasioni essere negativa, anche a causa dell’aumento di conflittualità interna alla famiglia.

I genitori per entrare al meglio in relazione con i figli adolescenti dovrebbero dialogare con loro mostrando ascolto, comprensione ed empatia. Un altro elemento importante nella qualità nella comunicazione è parlare con loro con sincerità e trasparenza, naturalmente adeguando il discorso all’età dei ragazzi.

L’autonomia graduale dovrebbe essere incoraggiata e sostenuta.

Concludendo, risulta naturale che un genitore possa sentirsi in difficoltà di fronte alla ricerca dei nuovi equilibri assieme all’adolescente e alle sue richieste.

D’altra parte, questo periodo per i ragazzi risulta necessario e si configura come un allenamento di vita in cui gli adolescenti hanno la possibilità di sperimentare e sperimentarsi nel mondo, allontanandosi gradualmente dai genitori e tenendoli allo stesso tempo vicini.

L’intento in questa fase è quello di prepararsi all’uscita dal nido, prepararsi quindi all’età adulta.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.