Provare invidia: cosa dice la psicologia

L’invidia è un sentimento negativo che nasce dal confronto con qualcuno che si ritiene possedere qualità o vantaggi superiori, generando disagio e desiderio di possesso. Può influenzare le relazioni interpersonali e il benessere emotivo se non affrontata in modo sano.
invidia e rapporti interpersonali

Esistono emozioni primarie e innate come la rabbia, la felicità, la tristezza, la paura, il disgusto, il disprezzo e la sorpresa, ed emozioni secondarie che nascono dal connubio tra sentimenti primari e il contesto socio culturale nel quale viviamo. L’invidia fa parte di questo secondo gruppo: ma in cosa consiste esattamente? Scopriamolo insieme.

Cos’è l’invidia?

Da un punto di vista etimologico, la parola invidia deriva dal latino ed è composta dal prefisso negativo in- e dal verbo videre, guardare; Il significato di questo sostantivo è quindi guardare male: ma cos’è esattamente che guardiamo male?

A essere inviso è l’altro da noi, le sue qualità, i suoi successi professionali e personali, la sua vita. L’invidia quindi è un’emozione secondaria che nasce quando percepiamo che un’altra persona ha qualcosa che desideriamo avere o raggiungere. Questa emozione è spesso accompagnata da sentimenti di risentimento, frustrazione o inferiorità.

cause di invidia

Manifestazioni e sintomi

Come faccio a sapere se sono invidioso? Queste sono le manifestazioni più comuni dell’invidia:

  • confronto e imitazione.“Chi ti invidia ti imita”: questo modo di dire evidenzia due manifestazioni tipiche dell’invidia: il confronto con l’altra persona e l’emulazione;
  • sensazione di inferiorità;
  • desiderio per ciò che possiede l’altro;
  • riteniamo l’altra persona responsabile della nostra sfortuna e delle nostre disavventure;
  • ci sentiamo in colpa per il fatto stesso di provare invidia;
  • proviamo rancore e risentimento nei confronti del mondo intero.

Inoltre, la nostalgia può diventare un terreno fertile per l’invidia, poiché riflettere sul passato può far emergere desideri non realizzati e confronti con le vite degli altri

Qual è la differenza tra invidia benigna e maligna?

L’invidia maligna è la forma più tossica di questo sentimento: i suoi effetti distruttivi si ripercuotono su chi invidiamo, godiamo delle loro sfortune (Schadenfreude) ma anche su noi stessi.

L’invidia benigna invece trasforma la sensazione di rancore e disagio in uno stato mentale che ci motiva a lavorare su noi stessi. L’invidia ci fa prestare attenzione ai buoni propositi e obiettivi: ciò che vogliamo ottenere e a come vogliamo essere. Se ben utilizzata, ci mette nella condizione di agire per migliorare la nostra vita.

Cause psicologiche

Quello tra ragione ed emozioni è un rapporto complesso, spesso difficile. Tutte le emozioni che proviamo hanno un significato, anche quelle spiacevoli come l’invidia, la gelosia e il risentimento, in pratica sono uno specchio dei nostri bisogni.

L’invidia è la spia di qualcosa che ci manca e quanto più profondo è il risentimento che ci divora, tanto più urgente è quella mancanza, quel vuoto che rappresenta le genesi stessa dell’invidia.

Bisogni e mancanze possono derivare da esperienze pregresse in famiglia, dal continuo confronto con un fratello o una sorella o da un contesto socio culturale che ci fa sentire inadeguati.

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Qual è la differenza tra gelosia e invidia?

L’invidia nasce quando qualcun altro ha qualcosa che desideri davvero avere. La gelosia, invece, si verifica quando hai paura di perdere qualcosa che hai già.

Frasi sull’invidia: la frecciatina

Cos’hanno in come frasi come “Non so come sei riuscito a ottenere tutto questo” oppure “Sei così bravo da sembrare finto”? Sono frecciatine ovvero espressioni il cui significato non è quello letterale ma quello che si percepisce tra le righe. La frecciatina è terreno fertile per il sarcasmo tipico dell’invidia: è la voglia di colpire l’altro e l’incipit della tendenza distruttiva tipica di questa emozione.

frasi sull'invidia

Come può essere utile?

Errare è umano ma lo è anche invidiare.

Lo sguardo invidioso fa parte di noi, è un sentimento naturale che, se utilizzato bene, può tornare alla sua funzione primordiale adattiva che ha permesso all’uomo di apprendere ed evolversi.

Come si fa a trasformare l’invidia in un punto di forza e speranza? Proviamo a seguire pochi ma semplici consigli:

1. Riconosci l’invidia

Resisti alla tentazione di sopprimere o respingere questa emozione, cerca piuttosto di acquisire la consapevolezza della sua presenza chiedendoti che cos’è che ti rende invidioso;

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2. Individua gli schemi di pensiero ricorrenti

Il focus è comprendere se abbiamo avvertito o sentito qualcosa di simile in altre situazioni e se esiste un denominatore comune e ricorrente. Comprenderlo vuol dire trovare il nodo sul quale dobbiamo lavorare;

3. Trasforma l’invidia in ammirazione

Sostituire l’invidia con l’ammirazione vuol dire passare dal rifiuto all’apprendimento. L’ammirazione genera interesse, curiosità e persino voglia di avvicinarsi mentre l’invidia causa isolamento e rifiuto;

4. Esamina oggettivamente la situazione

Chiediti cosa puoi fare per raggiungere anche tu quell’obiettivo, esamina il percorso di quella persona e chiediti quali sono le tue qualità e gli strumenti a tua disposizione per ottenere quello che vuoi;

5. Guarda ciò che hai e pratica la gratitudine

Sposta lo sguardo su ciò che hai e guarda la tua vita con gratitudine: questo passaggio ti permette di ritrovare il focus, di spostare l’attenzione su di te e di accettarti;

Con il tempo, l’invidia può trasformarsi in risentimento, in sensi di colpa, può ledere la nostra autostima e generare un appiattimento affettivo che può sfociare nell’anedonia e predisporre a disturbi come ansia e depressione. Serenis, può aiutarti attraverso al psicoterapia online e il supporto di uno psicologo per recuperare il tuo benessere fisico ed emotivo.

Fonti:

  • Lange, J., Weidman, A. C., & Crusius, J. (2018). The painful duality of envy: Evidence for an integrative theory and a meta-analysis on the relation of envy and schadenfreude. Journal of personality and social psychology, 114(4), 572.
  • Parrott, W. G., & Smith, R. H. (1993). Distinguishing the experiences of envy and jealousy. Journal of personality and social psychology, 64(6), 906.
  • Van de Ven, N., Zeelenberg, M., & Pieters, R. (2011). Why envy outperforms admiration. Personality and social psychology bulletin, 37(6), 784-795.
Dott.ssa Martina Migliore

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.