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Dipendenza da sport: che cos’è e quali sono i rischi

Molte persone soffrono di dipendenza da sport. Questa problematica è tanto più sviluppata quanto più, intorno a noi, esiste una vera e propria ossessione per il fisico e per l’aspetto esteriore, che non di rado può sfociare in disturbi alimentari e altre problematiche.

Ricordiamo che la dipendenza da sport non implica una passione per l’attività sportiva, ma un rapporto morboso e di natura patologica con l’attività fisica, che può causare pensieri invasivi, compulsioni, sensi di colpa e profonda vergogna quando non si pratica sport e altro ancora.

Chi ne soffre deve segnalare la problematica ad uno specialista, che saprà come agire in tempi brevi così da arginare il problema e risolverlo prima del peggioramento del quadro clinico. Nell’articolo parleremo delle cause, dei rischi e delle soluzioni alla dipendenza da sport. Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia trovato tutte le informazioni che stavi cercando.

Dipendenza da sport: una definizione

La dipendenza da sport può presentarsi come un pensiero dal contenuto invasivo o come un desiderio irrefrenabile di svolgere attività fisica. Si può parlare di dipendenza lì dove l’individuo non è più in grado di distinguere tra desiderio sano di muoversi e necessità patologica di adempiere ad un “dovere”. In tal senso, la dipendenza da sport ha alcuni aspetti in comune con le compulsioni:

• chi ne soffre sente un bisogno compulsivo di fare sport;
• se non adempie al dovere, può provare vergogna, senso di colpa, ansia e molto altro ancora;
• può altresì organizzare la propria vita in vista dello sport (svegliarsi alle quattro del mattino per poter fare gli esercizi prima di andare a lavoro).

Com’è ovvio, la dipendenza da sport può causare problematiche a breve e a lungo termine da non sottovalutare. Anche perché è complicato diagnosticare questa problematica: lo sport è generalmente considerato come un’attività inoffensiva, che nulla ha a che vedere con l’universo delle dipendenze e delle assuefazioni.

Sintomi della dipendenza da sport

Come riconoscere il disturbo? Prima di tutto, esistono dei sintomi a breve termine di natura psicosomatica ed emotiva che possono comprendere:

ansia di fronte all’impossibilità di allenarsi;
attacchi di panico se si è costretti a saltare una sessione (ad esempio per degli impegni o per una malattia);
attacchi di rabbia causati dagli sforzi eccessivi;
disturbi dell’umore;
stanchezza cronica;
• nei peggiori casi disturbi alimentari come bulimia e anoressia.

Ricordiamo che la dipendenza da sport non implica l’esistenza di disturbi alimentari, ma spesso si accompagna ad altre patologie. Tra queste, compaiono anche:

• la dismorfofobia o l’impossibilità di valutare correttamente il proprio corpo e la propria fisionomia: il dismorfofobico prova una repulsione naturale per il proprio aspetto fisico: potrebbe tentare di rimediare alla fobia attraverso la messa in pratica di compulsioni (tra cui la compulsione sportiva).

vigoressia o ossessione per il vigore e il tono muscolare: più nel dettaglio, i soggetti vigoressici hanno la costante sensazione di essere troppo magri. Potrebbero allora dedicarsi allo sport in maniera compulsiva per rimediare al pensiero ossessivo.

Cause e rischi della dipendenza da sport

Le cause possono comprendere fattori ambientali come esperienze traumatiche. Per esempio, se abbiamo subito bullismo in età adolescenziale a causa del nostro aspetto fisico, potremmo sviluppare ossessione per l’attività sportiva. In alternativa, la dipendenza da sport potrebbe essere legata a patologie pregresse come il disturbo ossessivo-compulsivo.

I rischi della dipendenza non sono da sottovalutare. Oltre alla compromissione generale del tono di vita, questa problematica può infatti portare:

• disturbi alimentari (come conseguenza e non come causa della dipendenza);
• problematiche fisiche come strappi, lesioni e via dicendo;
• sbalzi d’umore di varia natura;
squilibri del metabolismo;
isolamento sociale (il paziente può isolarsi da tutti quei contesti che possono pregiudicare la sua attività sportiva, come bere una birra con gli amici);
• abuso di sostanze come steroidi.

Ecco perché è necessario non sottovalutare il disturbo e capire che ogni dipendenza può causare problematiche nel breve e nel lungo periodo.

Quali sono le soluzioni?

Le soluzioni per la dipendenza da sport comprendono la terapia cognitivo-comportamentale, indicata per la gestione dei sintomi ansiogeni e per la ristrutturazione cognitiva del paziente.

Si tratterà, in studio o online, di comprendere le profonde motivazioni alla base del problema e di lavorare in parallelo sui sintomi a breve termine (insegnando al paziente a gestire l’ansia legata al mancato adempimento del suo “dovere”).

In alternativa, è indicata la terapia breve strategica, un approccio che punta a modificare la risposta del soggetto dipendente ad un certo stimolo al fine di migliorarne la qualità della vita. Ricordiamo che la dipendenza da sport non va confusa con l’agonismo o con l’attività sportiva ad alta intensità legata a competizioni professionali.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.