Smettere di fumare è possibile. È un investimento sulla propria salute a cui è meglio non rinunciare. La dipendenza da fumo, infatti, fa aumentare la pressione arteriosa, accelera l’aterosclerosi, ostacola la circolazione del sangue nei vasi, aumenta il rischio di infarto e ictus e causa una maggiore probabilità di ammalarsi di tumore.
Secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il tabacco è responsabile di un numero di vittime maggiore di quelle provocate da alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Ma per fortuna uscirne è possibile.
Cos’è il tabagismo o dipendenza da tabacco
Il termine “dipendenza” da tabacco, o da qualunque altra sostanza, viene spesso usato nel linguaggio comune, ma dal punto di vista clinico si preferisce usare il termine “disturbo da uso”. In questo modo è possibile descrivere in maniera più adeguata l’ampia gamma del disturbo. Per quanto riguarda il tabacco, si può parlare di “disturbo da uso di tabacco”. In questo caso vengono descritti una serie di sintomi che comprendono, tra gli altri, un uso eccessivo della sostanza, la messa in atto di sforzi infruttuosi per ridurne o interromperne il consumo e un forte e persistente desiderio di farne uso (fenomeno del craving).
La nicotina è la componente del tabacco in assoluto più famosa e una sostanza psicoattiva che provoca sensazioni di rilassamento, controllo di sé ed euforia, ma solo per un breve periodo di tempo. Il corpo, infatti, impiega circa due ore per dimezzare il livello di nicotina nel sangue, rendendo il fumatore preda di una dipendenza e con la costante esigenza di accendere una sigaretta.
Astinenza da fumo: cos’è e quanto durano le crisi
Smettere di fumare, seppur fondamentale e salutare, fa scattare la cosiddetta astinenza da fumo con conseguenti crisi, ovvero una serie di sintomi che compaiono poco tempo dopo aver inalato tabacco per l’ultima volta.
L’astinenza da sigarette si può quindi definire un disturbo. Viene menzionata anche nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, una raccolta di tutte le caratteristiche delle malattie psichiche e mentali, comprensiva dei rispettivi criteri necessari per la diagnosi.
I criteri per la diagnosi di astinenza da tabacco comprendono:
- uso quotidiano di tabacco per diverse settimane;
- brusca interruzione dell’uso della sostanza, che può portare all’insorgenza di alcuni sintomi, tra cui irritabilità o rabbia, ansia, difficoltà di concentrazione, aumento dell’appetito, irrequietezza, umore depresso, insonnia.
Questi sintomi comportano un disagio significativo e diffuso alle diverse aree della vita della persona (lavorativa, familiare e sociale).
Risulta piuttosto complicato stabilire quanto duri effettivamente l’astinenza da fumo, ma per cominciare a vedere qualche miglioramento devono trascorrere diverse settimane dall’ultima sigaretta fumata.
A livello generale i sintomi della mancanza di fumo e le conseguenti crisi d’astinenza si sviluppano:
- dopo 10 ore: sorge l’irrequietezza e la necessità irrefrenabile di fumare;
- dopo 24 ore: compaiono irritabilità e appetito;
- dopo 2 giorni: scomparsa quasi completa dalla nicotina dall’organismo, ma con probabili mal di testa;
- dopo 3 giorni: nicotina del tutto assente dall’organismo, ma un crescente senso d’ansia;
- dopo 1 settimana: astinenza da nicotina in fase acuta e momento ideale per evitare le situazioni che scatenano il desiderio di fumare (es: frequentare persone fumatrici);
- dopo 2-4 settimane: attenuazione dei sintomi dell’astinenza da nicotina, riduzione del senso di depressione e ansia e inferiore desiderio di fumare con conseguente aumento di tranquillità e calo dell’appetito;
- dopo 5 settimane: ci si può ritenere fisicamente guariti e non fumare è solo una questione di volontà.
Perché si fuma e perché smettere
Per riuscire a smettere di fumare definitivamente è sempre bene capire perché si fuma, ma anche perché è fondamentale non farlo più.
Molti degli studi scientifici condotti fino a questo momento sostengono che gli adolescenti inizino a fumare per “sentirsi grandi”, per imitazione e per integrazione nel gruppo. Con l’avanzare dell’età, una delle ragioni principali che porta le persone a fumare sembra riferirsi alla gestualità che rende più disinvolti e che risulta anti-stress. Fondamentale anche l’effetto della nicotina che si lega ai recettori del sistema nervoso stimolando la produzione di sostanze, dette neurotrasmettitori, che provocano sensazioni di benessere.
Sempre secondo degli studi, in ambito psicologico uno dei motivi per cui si persiste a fumare è la difficoltà ad accettare un cambiamento nella propria vita. Prendere in mano una sigaretta, infatti, diventa un gesto quasi meccanico dal quale diventa difficile allontanarsi. I fumatori, inoltre, possono sottostimare i possibili danni che derivano da tale vizio poiché si manifestano lentamente nel tempo. Tutto ciò porta a rimandare la decisione di smettere, nella speranza che le patologie legate al fumo non si manifestino. Un comportamento, quindi, piuttosto irrazionale.
Esiste una correlazione anche tra l’abitudine al fumo e fattori di stress o di rischio in ufficio: i periodi di carico di lavoro elevato sono determinanti nell’aumento o nella diminuzione nel numero di sigarette fumate quotidianamente.
Lo stress lavoro-correlato è oggi riconosciuto come un rischio psicosociale, una vera e propria malattia per stress da lavoro che si esprime attraverso una sintomatologia che può manifestarsi nel nostro comportamento, nella nostra mente e nel nostro corpo, come l’abuso di alcool, fumo e sostanze psicoattive
Ma ancor più importante per smettere di fumare è comprendere come mai non si riesca a farlo. Secondo diversi studi psicologici, per non essere più dipendente da nicotina bisogna cambiare un comportamento abitudinario. Come è ben noto, però, l’essere umano non accetta facilmente un’alterazione del suo modo di agire.
Ciò non toglie che siano tantissimi i motivi per cui vale la pena smettere di fumare. Te ne elenchiamo 10, dai più “banali” a più validi:
- fumare è costoso;
- il tabacco inquina l’ambiente;
- il tabacco fa ingiallire i denti e fa produrre un eccesso di placca dentale;
- fumare provoca l’alitosi;
- il fumo invecchia prematuramente la pelle facendo sembrare più vecchi;
- i fumatori hanno maggiori probabilità di andare incontro a infertilità e disfunzioni erettili;
- l’uso della nicotina e dei prodotti del tabacco aumenta il rischio di malattie cardiovascolari;
- i fumatori corrono un rischio significativamente più elevato di sviluppare tumori del corpo;
- oltre 1 milione di persone muoiono ogni anno a causa dell’esposizione al fumo passivo;
- ogni anno oltre 7 milioni di persone muoiono a causa del fumo.
Sintomi del tabagismo e della dipendenza da nicotina
I danni causati dall’uso abituale di tabacco sono molti. Tendenzialmente includono:
- malattie respiratorie: enfisema, faringite o bronchite cronica (la classica tosse da fumo);
- emozioni e umore negativi: irritabilità, collera, depressione;
- disturbi visivi: scotomi, alterazioni del senso cromatico, emeralopia, ambliopia o amaurosi;
- disturbi gastrici: scialorrea, anoressia, fenomeni d’ipocloridria o ipercloridria, stipsi, diarrea, nausea o vomito;
- disturbi nervosi: insonnia, emicrania, eccitabilità, tremori, vertigini, nevralgie e simili;
- problemi apparato cardiovascolare: bradicardia, tachicardia, ipotensione, palpitazioni, aritmie, arteriosclerosi, ipertensione arteriosa, miodegenerazione cardiaca, sclerosi delle coronarie;
- compromissione del funzionamento delle arterie cerebrali: ictus.
Da non sottovalutare il maggior rischio di sviluppare un tumore al polmone, alla gola e in molti altri organi del corpo, anche quello di chi ci sta vicino.
Come smettere di fumare
Se si decide di iniziare a fumare si può scegliere anche di smettere, ma capire come farlo non è sempre scontato. Prima si dà un taglio a questa abitudine, più facilmente il rischio delle conseguenze negative per la salute possono tornare al livello di chi non ha mai fumato.
Le statistiche sostengono che è un obiettivo non facile da raggiungere. Tuttavia, a disposizione di coloro che fanno questa scelta ci sono tantissimi strumenti. Inoltre, diventa più semplice smettere di fumare se si sa come farlo, soprattutto in alcuni momenti delicati della nostra vita come, per esempio, la gravidanza.
Smettere di fumare: rimedi, farmaci e terapie
Al giorno d’oggi esistono tanti rimedi, farmaci e terapie per smettere di fumare. Fermo restando che uno dei principali modi per riuscirci è la forza di volontà, cerchiamo di comprendere quali sono le altre soluzioni possibili.
È bene sapere che su tutto il territorio italiano esistono circa 400 centri antifumo che aiutano a smettere di fumare.
Uno dei metodi consigliati per non fumare più è ridurre gradualmente l’introduzione di nicotina nel proprio organismo grazie all’uso di prodotti sostitutivi con dosi a scalare: cerotti da 16 o da 24 ore, gomme da masticare, compresse da succhiare o inalatori orali.
In altri casi il medico, insieme al suggerimento di ricevere un sostegno psicologico, può prescrivere farmaci che aiutino a superare la fase complicata di distacco dalla sigaretta. Mentre il medicinale utilizzato più comunemente è il bupropione, un farmaco della famiglia degli antidepressivi.
È chiaro, quindi, che quando si decide di dire stop alle sigarette bisogna fare i conti con la dipendenza psicologica creata dal piacere e dalla gestualità. Soprattutto, occorre considerare i disturbi dovuti all’astinenza da nicotina.
Psicoterapeuta: come scegliere
Una volta presa la decisione di farti aiutare da uno o una psicoterapeuta per prenderti cura di te, è il momento di trovare la persona giusta. La decisione non è semplice: ci sono diverse scuole di psicoterapia con diverse tecniche. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati, perché scegliere quella sbagliata potrebbe far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio per intraprendere il percorso che fa per te:
- Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze;
- Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo;
- Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?
Una soluzione è il servizio di psicoterapia online di Serenis, il centro medico che, tra le altre cose, cura anche questo blog. Serenis ha solo psicoterapeuti esperti. Te ne assegna uno adatto alla tua situazione, con cui farai una prova gratuita e inizierai un percorso (e se per qualche motivo non entri in sintonia, puoi richiedere un terapeuta diverso con un clic). Ci sono anche molti altri modi per trovare uno psicoterapeuta valido: per esempio puoi chiedere al medico di base o rivolgerti a un consultorio nella tua zona. L’importante è fare il primo passo.
Smettere di fumare: sintomi ed effetti collaterali
Fumare è una vera e propria dipendenza e smettere di farlo può generare diversi effetti collaterali. Oltre al forte desiderio di inalare un po’ di tabacco, è normale sentirsi inquieti, irritabili, depressi o stanchi; molti fanno fatica a dormire e a concentrarsi.
Fondamentale, in questa fase, è porre l’attenzione sui vantaggi ottenibili e sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di abbandonare il fumo. Molti scelgono di non smettere di fumare per paura di riscontrare un piccolo aumento di peso, ma in realtà non è detto che si verifichi e, soprattutto, è solitamente transitorio.
Testimonianze
Smettere di fumare non è semplice, ma il trattamento adeguato può aiutare. Lo dimostrano le tante testimonianze di persone che hanno deciso di curare la loro dipendenza da nicotina. “Ho smesso di fumare dopo la morte di mia cugina di 18 anni, morta dopo una lunga malattia. In quella circostanza mi resi conto che la vita è preziosa e va vissuta al meglio e il più a lungo possibile. Ho smesso di colpo di fumare e di crearmi in generale problemi inutili”, ha dichiarato Francesca.
Riccardo, invece, condivide i benefici ottenuti “Tutte le persone che conosco che hanno smesso di fumare ne hanno tratto un gran beneficio. Salutare per sempre il fumo fa migliorare la propria vita sia a livello fisico, sia psicologico. Ma la cosa più bella che si impara è che è di aiuto anche per chi non fuma, evitando l’esposizione al fumo passivo. A volte il percorso può non essere facile e smettere di fumare può sembrare un obiettivo impossibile da raggiungere con la sola forza di volontà. Ecco perché è importante sapere di non essere soli: oltre al sostegno della propria famiglia e degli amici, è possibile anche accedere a percorsi personalizzati e rivolgersi a degli esperti che possono supportare la motivazione a dire per sempre addio al fumo”.
Bibliografia
- AIRC – Fondazione per la ricerca sul Cancro, Smettere di Fumare si può.
- Ministero della Salute, Come smettere di fumare.
- Healthline, How to Quit Smoking Naturally — from an Eastern Perspective.
- American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
- Abrams, David B., et al. “Psychosocial stress and coping in smokers who relapse or quit.” Health Psychology 6.4 (1987): 289.