ADHD vs ADD: differenze e similarità
La differenza tra ADHD e ADD risiede nella presenza o assenza di sintomi di iperattività e impulsività. Entrambe le condizioni possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, richiedendo una diagnosi accurata e trattamenti mirati.
Per comprendere le differenze tra ADHD vs ADD è necessario partire dagli studi neurologici condotti nel secolo scorso e dalla modifica delle classificazioni diagnostiche presenti nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) redatto dall'American Psychiatric Association (APA):
- nella seconda edizione del 1968 viene identificata una condizione neurologica definita reazione ipercinetica dell'infanzia;
- a partire dalla terza edizione del manuale pubblicato nel 1980 l'APA introdusse per la prima volta il termine di disturbo da deficit di attenzione (ADD);
- nel 1987 l’APA cambiò il nome di ADD in ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) per includere i sintomi di disattenzione, impulsività e iperattività in un'unica sindrome.
Nel 1994 il DSM introduce il disturbo noto come ADHD (Deficit di Attenzione e Iperattività) come una sindrome caratterizzata dalla predominanza di uno dei sintomi sugli altri o nella sua forma combinata:
- ADHD con predominanza di iperattività e impulsività;
- ADHD con predominanza del deficit di attenzione e concentrazione (precedentemente chiamato ADD);
- ADHD combinato, in cui sono presenti sintomi sia di iperattività che di disattenzione.
ADHD VS ADD: Definizione e differenze
Per diagnosticare la presenza dell'ADHD si possono utilizzare l'ICD-10 redatto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oppure il DSM-5 proposto dall'APA (American Psychiatric Association). Questi due sistemi diagnostici utilizzano differenti criteri di valutazione dei sintomi e possono dare origine a diversi iter terapeutici. Secondo l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) l'ICD-10 presenta criteri più restrittivi del DSM-5 e per questo consente di identificare esclusivamente i bambini con sintomi di maggior gravità.
L'ADHD e l'ADD rappresentano due varianti del medesimo spettro di disturbi. La principale differenza tra le due condizioni risiede nella presenza o assenza di iperattività e impulsività. I bambini con ADHD possono manifestare sintomi di iperattività, mentre l'ADD si manifesta principalmente attraverso la difficoltà nell'attenzione e nella concentrazione (senza necessariamente coinvolgere comportamenti iperattivi). Comprendere le distinzioni tra ADHD vs ADD è importante per garantire una diagnosi accurata, in quanto per gli adulti con ADHD e ADD queste condizioni possono interferire significativamente nella propria vita.
Caratteristiche | ADHD | ADD (Disturbo da Deficit di Attenzione) |
---|---|---|
Sintomi principali | Inattenzione Iperattività Impulsività | Difficoltà nell'attenzione e concentrazione Distrazione da stimoli esterni o interni Tendenza a perdere oggetti Dimenticanza di appuntamenti/impegni |
Comportamenti impulsivi | Presenti | Assenti |
Iperattività | Presente | Assente |
Difficoltà di concentrazione | Manifestazioni evidenti | Concentrazione compromessa |
Impatto negativo | Interferisce con il funzionamento sociale, accademico e lavorativo | Può portare a problemi significativi nella vita quotidiana anche se non ci sono comportamenti iperattivi |
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Distinzioni diagnostiche ADHD vs ADD
La diagnosi differenziale ADHD vs ADD si basa principalmente sulla valutazione dei sintomi presenti e sulla loro gravità. I criteri diagnostici del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) forniscono linee guida per identificare e distinguere tra le due condizioni. Mentre l'ADHD richiede la presenza di sintomi di iperattività e impulsività, l'ADD si caratterizza per la predominanza di sintomi di inattenzione. Per diagnosticare la presenza di ADD in un soggetto devono essere presenti almeno sei dei seguenti sintomi:
- non riesce a prestare attenzione ai dettagli;
- ha difficoltà a mantenere l'attenzione;
- non sembra ascoltare quando gli si parla;
- non segue le istruzioni e non riesce a portare a termine i progetti;
- ha difficoltà ad organizzare compiti e attività;
- evita di impegnarsi in compiti che richiedono uno sforzo mentale prolungato;
- spesso perde o dimentica l'occorrente per svolgere un'attività.
Inoltre, l'ADHD e l'ADD possono manifestare sintomi comuni come ad esempio:
- difficoltà nell'organizzazione delle attività;
- tendenza alla procrastinazione;
- dimenticanza degli impegni;
- scarsa capacità di ascolto;
- risposte impulsive in determinate situazioni.
Ciò che differisce tra i due disturbi riguarda il livello di gravità di questi sintomi e la loro prevalenza nel soggetto.
Impatti e complicazioni di ADD e ADHD
Come riporta il ricercatore Thomas Brown nella rivista Current Psychiatry Reports oggi è presente un malinteso molto diffuso sulla natura del disturbo dell'ADHD. Molti medici lo considerano esclusivamente come un disturbo comportamentale caratterizzato da iperattività nei bambini e da eccessiva impulsività negli adulti. In realtà l'ADHD è prima di tutto un disturbo cognitivo che comporta un deterioramento dello sviluppo di fondamentali funzioni esecutive. Questa compromissione comporta difficoltà croniche nell'esecuzione di un'ampia varietà di attività quotidiane (Brown, 2008).
È importante ricordare che l'ADHD può presentarsi insieme ad altri disturbi, ad esempio, ci può essere comorbilità tra:
Impatto sull'apprendimento e sul lavoro
L'ADHD e l'ADD possono influenzare significativamente le prestazioni scolastiche di bambini ed adolescenti e quelle lavorative degli individui adulti. Le difficoltà nell'attenzione e nell'organizzazione possono compromettere la capacità di apprendimento degli studenti. Per questo motivo è necessario il supporto di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) al fine di permettere agli alunni e alle alunne con ADHD o ADD di ottenere un rendimento scolastico soddisfacente. Anche nel contesto lavorativo i sintomi dell'ADHD possono determinare problemi di concentrazione, ridotta produttività e difficoltà nell'adempiere ai compiti assegnati. L'impatto di questi sintomi comportamentali negli adulti che ne soffrono può essere significativo e rischia di compromettere la carriera professionale.
Complicazioni nella vita quotidiana
Oltre agli impatti sulle prestazioni scolastiche e lavorative, l'ADHD e l'ADD possono generare evidenti problemi nelle relazioni interpersonali, nell'autostima e nel benessere emotivo. Le difficoltà nell'organizzazione e nell'attenzione possono causare frustrazione e stress nell'affrontare le attività quotidiane, portando a un senso di inefficacia e inadeguatezza. Uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Medicine ha dimostrato che gli individui con disturbo da deficit di attenzione e iperattività sono in media più esposti a condizioni stressanti come ad esempio fallimento scolastico, conflitti familiari e problemi finanziari (Hartman et al., 2019).
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Approcci di trattamento per ADHD e ADD
L'AIFA raccomanda prudenza nell'effettuare la diagnosi di ADHD nelle sue diverse varianti in quanto non si dispone di misurazioni biologiche ma bisogna affidarsi alla valutazione dei sintomi comportamentali. I principali problemi diagnostici riguardano la presenza di numerosi e variegati sintomi che fanno emergere difficoltà nell'effettuare corrette diagnosi differenziali. Per questo motivo sono stati stilati appositi protocolli diagnostici che prevedono la visita neurologica e l’esame psichico. Per quanto riguarda l'ADHD nei bambini e negli adolescenti la valutazione delle capacità cognitive e di apprendimento include l'intervista strutturata ai genitori e agli insegnanti. Solo a partire da un adeguato inquadramento diagnostico è possibile individuare i più corretti approcci al trattamento. I protocolli di intervento possono includere terapie farmacologiche, comportamentali e psicologiche.
Terapie farmacologiche
Possono essere consigliati farmaci stimolanti per ADHD e ADD come il metilfenidato che agisce per ridurre l'iperattività, migliorare l'attenzione e controllare l'impulsività. Questi farmaci agiscono sul sistema nervoso centrale aumentando i livelli di neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina che sono coinvolti nei processi di attenzione e controllo cognitivo. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha elaborato un Concept Paper destinato a mettere in evidenza le criticità correlate alle caratteristiche dei farmaci utilizzati per l'ADHD riconoscendo l’elevato impatto sociale di questa patologia.
Terapie comportamentali e psicologiche
Diversi studi oggi dimostrano come un trattamento esclusivamente farmacologico non possa garantire il raggiungimento di un benessere stabile sul lungo termine. Per questo motivo la ricerca si sta muovendo per studiare l'effetto della combinazione di strategie farmacologiche e non farmacologiche per il trattamento dell'ADHD (De Crescenzo et al., 2016). Interventi comportamentali e psicologici possono essere utili nel gestire i sintomi dell'ADHD e dell'ADD. Questi approcci includono:
- la terapia cognitivo comportamentale che ha come obiettivo quello di modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali;
- l'addestramento all'autocontrollo che aiuta gli individui a sviluppare strategie per gestire l'impulsività;
- l'intervento psicoeducativo come ad esempio il parent training che fornisce informazioni e supporto ai genitori di bambini con ADHD.
Oltre ad una indispensabile collaborazione tra gli specialisti del settore, l'AIFA propone due strategie da attivare in futuro:
- sensibilizzare sul problema dell'ADHD e sulle sue conseguenze a livello personale e sociale;
- permettere un'estensione dei diritti per i soggetti che soffrono di questo disturbo in modo da garantire una presa in carico completa che non si limiti ad offrire risposte di tipo sanitario.
Se hai bisogno di sostegno, i professionisti di Serenis possono aiutarti garantendoti il supporto che meriti con uno psicologo online per intraprendere un percorso verso una vita più soddisfacente e positiva.
Fonti
- Brown, T. E. (2008). ADD/ADHD and impaired executive function in clinical practice. Current Psychiatry Reports, 10(5), 407–411;
- Hartman, C. A., Rommelse, N., Van Der Klugt, C. L., Wanders, R., & Timmerman, M. E. (2019). Stress Exposure and the Course of ADHD from Childhood to Young Adulthood: Comorbid Severe Emotion Dysregulation or Mood and Anxiety Problems. Journal of Clinical Medicine, 8(11), 1824;
- De Crescenzo, F., Cortese, S., Adamo, N., & Janiri, L. (2016). Pharmacological and non-pharmacological treatment of adults with ADHD: a meta-review. Evidence-based Mental Health, 20(1), 4–11.