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Sadismo: significato, cause e trattamenti

La sessualità umana è un mondo variegato, e spesso i desideri e le fantasie che emergono in essa possono variare notevolmente da persona a persona. 

Una delle dinamiche è quella legata al sadismo e al masochismo, due aspetti che coinvolgono il piacere derivante dal dominio o dalla sottomissione durante l’atto sessuale. 

Mentre in alcuni contesti queste dinamiche possono essere fonte di preoccupazione o persino stigmatizzate, bisogna riconoscere che, quando praticate in un contesto di rispetto, consenso e comprensione reciproca, possono contribuire a relazioni sessuali sane e appaganti

Tuttavia, in alcuni individui, tali comportamenti possono intensificarsi al punto da diventare dannosi. Il DSM-5 non considera il sadismo sessuale come un disturbo a meno che non comporti sofferenza o danno significativo per l’individuo o per gli altri, ed è espressamente non consensuale. Stabilire quindi quando il sadismo attraversa il confine verso la patologia, è una questione di grado. 

In questo articolo approfondiremo il sadismo sessuale come disturbo, vedremo cosa significa, le cause e le possibilità di trattamento. Una volta letto, speriamo che i tuoi dubbi o domande sull’argomento siano chiariti. 

Disturbo da sadismo sessuale: significato

Il sadismo (sessuale) o disturbo da sadismo sessuale, è una forma di parafilia.

Come spiegato in questo articolo, la parafilia in sé non è necessariamente patologica, ma può diventare problematica se interferisce con la vita quotidiana o danneggia gli altri.

Nel sadismo sessuale patologico l’individuo trae eccitazione sessuale dall’atto di dominare, sottomettere o infliggere dolore fisico/psicologico al proprio partner, indipendentemente dal consenso di quest’ultimo. Quando tali pratiche vengono esercitate su un partner non consenziente, il sadismo sessuale diventa un comportamento criminale.

Tuttavia, è importante notare che il sadismo sessuale non va confuso con lo stupro, anche se entrambi comportano elementi di potere e controllo

Il sadismo sessuale rappresenta una complessa combinazione di sesso forzato e dominio esercitato sulla vittima. Le diagnosi di sadismo sessuale sono riscontrate in meno del 10% degli stupratori, ma possono essere più frequenti in casi di omicidi a sfondo sessuale, con una presenza documentata in un intervallo che va dal 37% al 75% delle persone coinvolte in tali crimini.

Disturbo da sadismo sessuale: criteri diagnostici 

I criteri diagnostici per avere diagnosticato un disturbo da sadismo sessuale secondo il DSM-5, sono i seguenti: 

  • il soggetto prova un’eccitazione sessuale ricorrente e intensa dalla sofferenza fisica o psicologica di un’altra persona;
  • l’eccitazione è espressa in fantasie, impulsi intensi o comportamenti;
  • il soggetto ha agito sulle sue pulsioni con una persona non consenziente;
  • queste fantasie o impulsi causano un disagio clinicamente significativo o compromettono il funzionamento lavorativo, in situazioni sociali o in altre aree importanti della loro vita;
  • la condizione è stata presente per almeno 6 mesi.

Cause del sadismo sessuale: una lettura psicodinamica

Secondo le teorie psicodinamiche classiche la soddisfazione e il piacere del sadico nel vedere soffrire la sua vittima è in relazione con la sua identificazione con la vittima: il sadico avrebbe quindi piacere nel dare dolore a se stesso.

Il sadismo sessuale può essere associato a esperienze traumatiche, specialmente durante l’infanzia.

Secondo Glen O. Gabbard, professore di psichiatria alla SUNY Upstate Medical University, le persone che hanno bisogno di fantasie o azioni sadiche per raggiungere una gratificazione sessuale stanno spesso inconsciamente cercando di capovolgere scenari infantili in cui sono state vittime di abusi fisici o sessuali. 

Infliggendo ad altri quello che è successo a loro quando erano bambini, questi individui ottengono al medesimo tempo una vendetta e un senso di padronanza sulle esperienze infantili di abuso.

Alcuni teorici ritengono che il comportamento sadico (così come quello masochistico) possa derivare da una sorta di lutto negato o patologico, un tentativo di rifiutare e negare la perdita del caregiver primario.

In questo contesto, il soggetto può cercare di colmare il vuoto emotivo derivante dalla mancanza o dalla perdita di una figura di attaccamento attraverso dinamiche sadiche. Questo tentativo di sostituire o negare il lutto può portare all’insorgenza di perversioni sessuali.

La mancata risoluzione di questi traumi infantili può comportare successive difficoltà nella gestione delle fantasie e dell’eccitamento sessuale. Il divieto o la repressione di una sana espressione della sessualità possono spingere il soggetto a cercare una via alternativa per soddisfare i propri bisogni e desideri sessuali.

Il sadico sessuale: profilo psicologico 

Quando ci riferiamo al profilo psicologico di un individuo che soffre di un disturbo da sadismo sessuale, ci troviamo di fronte a una complessa miscela di tratti e caratteristiche che meritano un’attenzione particolare. 

Il sadico sessuale mostra una notevole mancanza di empatia, manifestando disinteresse o disprezzo per il benessere emotivo e fisico dell’altro. Al tempo stesso, il desiderio di dominio e controllo sulla vittima rappresenta un tratto distintivo, essenziale per il proprio piacere sessuale.

Inoltre è evidente una una violazione marcata del consenso, ignorando o violando il diritto dell’altro all’autodeterminazione sessuale, con gravi conseguenze etiche e legali.

I sadici sessuali possono essere inclini a comportamenti criminali, specialmente se non trattati. Infatti il sadismo sessuale diventa particolarmente pericoloso quando è associato al disturbo antisociale di personalità. Questa combinazione di disturbi può condurre al sadismo criminale, che comporta il rapimento di individui non consenzienti, con conseguenti gravi danni fisici o persino omicidi.

Trattamenti e cure al disturbo da sadismo sessuale

Il trattamento del sadismo sessuale potrebbe non essere necessario se le fantasie e i comportamenti sadici coinvolgono persone consenzienti e non causano disagio clinicamente significativo.

In questi casi, la pratica sessuale potrebbe essere considerata come una variante della sessualità umana, ma è importante sottolineare che deve comunque basarsi sul consenso informato e sul rispetto dei limiti del partner.

Per coloro il cui sadismo sessuale raggiunge il livello di disturbo da sadismo sessuale, sono spesso impiegati i trattamenti applicati ad altri disturbi parafilici, come la terapia cognitivo-comportamentale, sia in forma individuale che di gruppo, con o senza l’uso di psicofarmaci.

Tuttavia, se è presente anche un disturbo antisociale di personalità, i trattamenti possono risultare meno efficaci, poiché il disturbo antisociale comporta una marcata mancanza di empatia e difficoltà a rispondere positivamente alla terapia. 
In questi casi, la gestione dei comportamenti criminali o pericolosi potrebbe richiedere una supervisione legale o una custodia cautelare.

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Fonti

  • Gabbard, G. O. (2015). Psichiatria psicodinamica: quinta edizione basata sul DSM-5. Raffaello Cortina Editore
  • Carabellese, F., Candelli, C., La Tegola, D., & Catanesi, R. (2010). Fantasie sessuali, disturbi organici, violenze sessuali. Rassegna Italiana di Criminologia, (2), 347-359.
  • Berra, L. (2022). Parafilie. Psicologia, clinica e terapia delle perversioni sessuali (Vol. 1). ISFiPP Edizioni.
  • American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali, Quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.