Esibizionismo: l’altra faccia del voyeurismo

L’esibizionismo, considerato l’altra faccia del voyeurismo, comporta la ricerca di eccitazione nell’essere visti. Analizzando le sue radici e le possibili vie terapeutiche, si può comprendere meglio questa parafilia.

L’esibizionismo, l’altra faccia del voyeurismo, è un disturbo parafilico che coinvolge l’esposizione consapevole dei propri genitali in pubblico, spesso senza il consenso delle persone coinvolte. 

Questo comportamento può lasciare cicatrici profonde sulle vittime e solleva interrogativi sulle motivazioni psicologiche che spingono gli esibizionisti a compiere tali atti. 

In questa guida, vedremo cos’è l’esibizionismo, i suoi diversi sottotipi, le varie opzioni di trattamento disponibili e altro ancora. 

Un’analisi approfondita dell’esibizionismo è essenziale per comprendere meglio questo disturbo sessuale e per offrire supporto a coloro che ne soffrono.

Esibizionismo: significato e caratteristiche

Anche se l’esibizionismo o il disturbo esibizionistico sono, come la maggior parte dei disturbi parafilici, poco frequenti tra le donne, i criteri diagnostici dell’era moderna sono di genere neutro e utilizzano il termine generico di “esposizione dei propri genitali a un soggetto ignaro”. 

Pertanto, la psichiatria, la sessuologia e la medicina sessuale concepiscono l’esibizionismo (e il disturbo esibizionistico) in termini di ciò che il DSM-5 descrive come fantasie sessuali ricorrenti ed intense legate all’esposizione dei propri genitali a una persona ignara, come manifestate da fantasie, impulsi o comportamenti.

L’esibizionismo tende a verificarsi più spesso in luoghi pubblici: il 71% delle esposizioni avviene all’aperto, più comunemente per strada, in vicoli e parcheggi. 

Secondo il DSM-V (Manuale diagnostico e statistico della malattie mentali) la diagnosi di esibizionismo sessuale può essere confermata qualora i seguenti criteri vengano soddisfatti:

  • il soggetto ha realizzato la fantasia tipica degli esibizionisti, che consiste nell’esposizione dei propri genitali ad estranei non consenzienti e in situazioni inappropriate;
  • il disturbo causa disagio clinicamente significativo in più aree di vita del soggetto (quella lavorativa, familiare e sociale). Inoltre sempre secondo il DSM, il disturbo esibizionistico può essere suddiviso in sottotipi, sulla base della preferenza dell’esibizionista nell’esporre i propri genitali a soggetti prepuberi, adulti o ad entrambi;
  • il disturbo si deve manifestare per un periodo di almeno sei mesi. 

Esibizionista: chi è e cosa fa

L’esibizionista è un individuo che mostra un comportamento sessuale deviante che si manifesta quando una persona mostra intenzionalmente le proprie parti intime o si impegna in atti sessuali in pubblico, senza il consenso delle persone che lo circondano. 

Gli studi hanno dimostrato che gli esibizionisti sono più comunemente giovani, con una media d’età di circa 27 anni. La maggior parte di essi è sposata, ma ci sono anche casi di persone single. 

La personalità degli esibizionisti può variare ampiamente, con alcune persone che mostrano un comportamento ossessivo-compulsivo timido e altre che possono avere una personalità psicopatica più estroversa. Inoltre, esistono alcune evidenze di disturbi nelle relazioni familiari, spesso con una figura materna dominante. 

Rooth, pur riconoscendo l’eventuale esistenza di casi di esibizionismo che si verificano in concomitanza con disturbi organici e funzionali, ha affermato che la maggior parte degli esibizionisti può essere divisa in due tipi

  • tipo 1: è un giovane inibito con una personalità relativamente normale e un buon carattere, che lotta contro l’impulso di esporsi, ma alla fine lo trova irresistibile. Si sente ansioso, colpevole e umiliato dal suo comportamento. Si espone con un pene non eretto e non prova molto o alcun piacere sessuale dal suo atto;
  • tipo 2: è meno inibito e più sociopatico, si espone con un pene eretto e si masturba nel frattempo, se possibile. Si diverte nell’atto e mostra poca vergogna o colpa. È questo gruppo che può avere altre devianze sessuali e tendenze criminali.

Va notato che non tutti gli esibizionisti diventano aggressivi o commettono reati più gravi, ma in alcuni casi, si può verificare una progressione verso comportamenti criminali più gravi, come lo stupro.

Vittime di esibizionismo

Le vittime di esibizionismo sono spesso donne e bambini di entrambi i sessi

Questi eventi possono lasciare segni profondi nelle loro esperienze, generando associazioni traumatiche. La ricerca ha dimostrato che il 44% delle donne ha vissuto situazioni di esibizionsimo almeno una volta nella loro vita, mentre il 34% delle donne ha riportato episodi che sono verificati più di una volta. 

Molti di questi incidenti coinvolgono vittime giovani, spesso adolescenti, che possono sperimentare una mescolanza di emozioni tra paura ed eccitazione.

Alcuni esibizionisti possono avere preferenze specifiche per le loro vittime, cercando attivamente situazioni in cui possono soddisfare tali preferenze. 

Nel comportamento dell’esibizionista si cela spesso il desiderio di imporre le proprie volontà e regole alla vittima scelta. Questo porta l’esibizionista a trasformare la persona in un oggetto su cui proiettare i propri desideri e impulsi sessuali, mentre la vittima subisce l’atto come una forma di violenza, indesiderata e involontaria.

Cause dell’esibizionismo: una lettura psicodinamica 

Il punto di vista psicoanalitico  sostiene che l’esibizionista è un uomo inadeguato che soffre di una grave ansia di castrazione

Esibendo pubblicamente i propri genitali a donne o bambine sconosciute, l’esibizionista cerca di rafforzare la propria percezione di non essere castrato. La reazione di shock provocata da tali azioni gli fornisce un modo per affrontare l’ansia di castrazione e gli conferisce un senso di potere sul sesso opposto..

L’ansia di castrazione è associata a una relazione seduttiva con la madre e a una relazione distante o temerosa con il padre. L’esibizionista espone i suoi genitali al fine di:

  • simboleggiare la sua rivolta verso sua madre;
  • liberare le sue tendenze incestuose frustrate;
  • affermare drammaticamente la sua mascolinità e la sua potenza. 

Tuttavia, Stoller ha sottolineato che le azioni esibizionistiche spesso derivano da situazioni in cui l’individuo si è sentito umiliato, spesso da parte di una donna. Pertanto, l’ansia di castrazione da sola non spiega completamente la motivazione di tali comportamenti. 

Gli esibizionisti spesso avvertono di non aver avuto alcun impatto su nessun membro della propria famiglia.

Questa prospettiva psicoanalitica, forse più delle posizioni precedenti, vede costantemente l’esibizionismo come un disturbo maschile in tutte le sue formulazioni teoriche. 

Si potrebbe tuttavia chiedere in modo piuttosto ingenuo perché una donna inadeguata con dubbi sulla sua sessualità non dovrebbe essere altrettanto incline a esporre i suoi genitali come un modo per affermare la sua femminilità, se questo è davvero il motivo per cui il suo omologo maschile prova la stessa compulsione.

Come curare l’esibizionismo

Il trattamento dell’esibizionismo è un compito delicato che richiede approcci terapeutici mirati a comprendere e gestire le radici profonde di questo comportamento. Esistono diverse modalità di trattamento disponibili, ognuna con i propri vantaggi e sfide.

  1. Terapia individuale

Questo approccio coinvolge la consulenza individuale tra il paziente e uno psicoterapeuta. Gli specialisti cercano di aiutare il paziente a comunicare i suoi sentimenti sessuali in parole piuttosto che attraverso azioni. La terapia individuale può esplorare le radici psicologiche dell’esibizionismo e affrontare i problemi sottostanti, come traumi dell’infanzia o relazioni familiari disfunzionali.

  1. Terapia di gruppo

La terapia di gruppo coinvolge diverse persone che condividono esperienze simili, creando un ambiente di supporto in cui i partecipanti possono affrontare i loro problemi. Questa modalità può essere efficace nel trattamento dell’esibizionismo, specialmente quando c’è una pressione da parte di autorità ufficiali affinché i pazienti partecipino. La condivisione di esperienze può aiutare ad affrontare la negazione e l’intellettualizzazione del comportamento.

  1. Terapia cognitivo comportamentale (CBT)

Il trattamento con la terapia cognitivo-comportamentale include la ristrutturazione cognitiva, che aiuta l’individuo a identificare e modificare i pensieri che causano il comportamento. Possono anche ricevere allenamento al rilassamento per ridurre la tentazione degli impulsi e allenamento alle abilità di coping (diversi modi per comportarsi quando iniziano a verificarsi sensazioni di eccitazione).

  1. Terapia farmacologica

Esistono diversi tipi di farmaci che possono essere utilizzati per ridurre il desiderio sessuale, la maggior parte dei quali sono farmaci antidepressivi. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) utilizzati per la depressione e altri disturbi dell’umore possono essere prescritti per ridurre il desiderio sessuale dell’esibizionista, aiutando così il processo di ristrutturazione cognitiva (dalla terapia CBT) a essere più efficace. Gli anti-androgeni possono anche contribuire a ridurre le tendenze compulsive del disturbo esibizionistico abbassando direttamente i livelli di testosterone nel corpo.

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Fonti

  • Gayford, J. J. (1981). Indecent exposure: a review of the literature. Medicine, Science and the Law, 21(4), 233-242.
  • Schneider, R. D. (1982). Exhibitionism: An exclusively male deviation? International Journal of Offender Therapy and Comparative Criminology, 26(2), 173–176. https://doi.org/10.1177/0306624X8202600210
  • Gabbard, G. O. (2015). Psichiatria psicodinamica: quinta edizione basata sul DSM-5. Raffaello Cortina Editore
Ludovica Feliziani

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Anima solare e (quasi) psicologa clinica, sono la blog manager di Serenis. Qui unisco il mondo della psicologia a quello del copywriting. Credo nell'importanza di imparare dagli errori, nella comunicazione aperta e nella condivisione, cuore di tutto ciò che faccio.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.