Effetto Pigmaglione: come sopravvivere alla profezia che si autoavvera

L’effetto Pigmaglione è un fenomeno più comunemente chiamato “profezia che si autoavvera”: come funziona e come evitare gli effetti negativi

Ci è capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di ritrovarci in una situazione che in qualche maniera altre persone (oppure noi stessi) avevano pronosticato per noi.

Alle volte è merito della nostra capacità di raggiungere gli obiettivi, mentre in altre circostanze potremmo essere “vittime” del cosiddetto effetto Pigmaglione, un fenomeno molto studiato in psicologia e che ora andremo a scoprire insieme in questo articolo.

Che cos’è l’effetto Pigmaglione

L’effetto Pigmaglione, chiamato anche effetto Rosenthal per via di colui che per primo lo ha studiato, non è altro che la profezia che si autoavvera.

In poche parole, è un meccanismo di suggestione psicologica secondo il quale le aspettative di altri influenzano i risultati che otteniamo.

Desiderare tantissimo qualcosa, infatti, indirizza i nostri comportamenti in maniera del tutto inconsapevole, così tanto che facciamo di tutto per ottenerla. Le aspettative, senza che ce ne accorgiamo, modificano la nostra comunicazione e anche il comportamento.

Il risultato, il più delle volte, è che cambiano anche le risposte e i comportamenti altrui.

Facciamo un esempio pratico per capire meglio l’effetto Pigmaglione: nessuno di noi crede all’oroscopo, eppure una letta prima di uscire di casa gliela diamo tutti.

Ecco, se quel giorno l’oroscopo ci dice che è quello perfetto per incontrare l’amore della nostra vita, in maniera del tutto inconscia potremmo iniziare ad avere un atteggiamento più positivo e aperto nei confronti degli altri.

Saremo più sorridenti, disponibili all’ascolto e magari cureremo il nostro aspetto più del solito. Tutti fattori che ci renderanno più attraenti e predisposti a incontrare nuove persone, che a loro volta si sentiranno liberi di interagire con noi.

L’esperimento di Rosenthal

Per capire meglio cos’è l’effetto Pigmaglione occorre spiegare l’esperimento di Rosenthal che lo portò a teorizzare tale costrutto. Nel 1968 lo studioso andò in una scuola elementare in cui fece fare agli studenti un test di intelligenza.

Subito dopo, ma rigorosamente in maniera del tutto casuale, scelse alcuni di loro come i più intelligenti delle classe.

A quel punto comunicò tale informazione agli insegnanti – ma mantenendola segreta per i ragazzi – facendogli credere che questo risultato fosse il frutto dei punteggi ottenuti nel test di intelligenza. L’anno seguente Rosenthal tornò nella stessa scuola e si rese conto che i ragazzi che aveva indicato come “i più intelligenti” avevano migliorato il loro rendimento scolastico rispetto ai compagni non segnalati.

La conclusione di questo esperimento fu che i docenti, confidando nelle capacità dei loro studenti che gli erano stati indicati come i più dotati, li avevano stimolati ed incoraggiati, fino a farli migliorare (e non di poco) a scuola.

Tale studio ci spiega che le attese iniziali degli insegnanti, pur basandosi su dati falsati e totalmente casuali, hanno innescato in loro comportamenti utili a raggiungere ciò che era stato ipotizzato in principio, ovvero che quei ragazzi fossero i più intelligenti.

Sì, hanno dato vita a una profezia che si autoavvera perché le aspettative dei docenti nei confronti degli studenti erano così alte che hanno fatto scattare atteggiamenti (come dare feedback postivi, stimolarli e incoraggiarli) utili a fargli ottenere ottimi risultati. In poche parole: l’aspettativa positiva degli insegnanti ha condizionato il rendimento dei bambini ritenuti più dotati, tanto da fargli ottenere un punteggio superiore nel test rispetto all’anno precedente e anche in confronto a coloro che non erano stati segnalati.

Il problema, purtroppo, è che l’effetto Pigmaglione può generare anche esiti negativi.

Esempi della profezia che si autoavvera

Nel corso degli anni l’effetto Pigmaglione è stato approfondito in diversi contesti. In ambito sociologico, per esempio, è stato studiato in relazione all’istruzione e alla classe sociale. La maggior parte dei risultati hanno mostrato una correlazione positiva tra le aspettative del leader e le prestazioni di chi lo segue.

Sul lavoro, invece, è ormai evidente a tutti che chi riceve dal proprio capo feedback positivi è più produttivo e soddisfatto.

Una storia molto simile riguarda lo sport: l’atleta percepisce le aspettative dell’allenatore e sulla base di queste la sua motivazione è più alta, e quindi ha più probabilità di raggiungere risultati positivi e magari di avverare la profezia di vincere una medaglia.

I risvolti negativi dell’effetto Pigmaglione

Come si può leggere su “La realtà inventata. Contributi al costruttivismo”, un libro scritto dallo psicologo austriaco Paul Watzlawick, l’effetto Pigmaglione può presentarsi in ambito scolastico, ma anche nel contesto lavorativo, in quello familiare e ovunque ci siano rapporti sociali, quindi nella vita di tutti i giorni.

Ora, se Rosenthal invece di indicare gli studenti più intelligenti avesse decretato quelli meno dotati, cosa sarebbe successo? L’autore sottolinea che, purtroppo, le aspettative possono condizionare la qualità delle relazioni interpersonali e il rendimento di ognuno di noi, anche in maniera negativa.

La questione è molto semplice: se da una parte le aspettative positive – nostre, o altrui – ci possono indurre a ottenere risultati migliori, dall’altro quelle negative riescono a diminuire le nostre prestazioni, al punto da convincerci che possediamo dei limiti che in realtà non abbiamo.

Nelle relazioni di coppia, per esempio, un partner che agisce da Pigmalione potrebbe esercitare una specie di autorità psicologica o fisica nei confronti dell’altro. Il rischio che si corre, in questi casi, è di sviluppare una dipendenza affettiva.

Ma non solo: tentare di cambiare il proprio partner, riponendo tante aspettative in lui, non porta a farcelo apprezzare per quello che è, perché le nostre energie saranno impegnate, più o meno consapevolmente, a vederlo per la persona che potrebbe diventare.

Avremo quindi tra le mani una relazione che potrebbe provocare ben poca soddisfazione da entrambe le parti, perché emergerebbero delusione e frustrazione da un lato, e la necessità di reclamare la propria individualità dall’altro.

Come evitare i risvolti negativi dell’effetto Pigmaglione

Per fortuna l’effetto Pigmaglione non è una malattia, ma ciò non toglie che sia un fenomeno molto presente nella vita di tutti i giorni che potrebbe generare anche risultati negativi.

Per cercare di evitarli dovremmo porre più attenzione alle parole che utilizziamo, sia con gli altri che con noi stessi: non va bene dire “Non riuscirò mai a farlo”, è molto meglio sostituire una frase come questa con parole incoraggianti come, per esempio: “Se mi impegno posso farcela!” . I pensieri positivi, infatti, alimentano la nostra autostima.

Tuttavia, come sottolinea un articolo di IPSICO – Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva, le persone che soffrono di depressione o disturbi d’ansia sembrerebbero ingabbiate da una spece di “profezia negativa” che purtroppo, il più delle volte, non permette di attivare le risorse che la persona davvero possiede.

In questi casi, ma anche semplicemente se non si riesce a pensare in maniera positiva da soli, è opportuno rivolgersi a un professionista delle salute mentale che sappia indicare la giusta strategia per non essere vittime – in senso negativo – dell’effetto Pigmaglione.

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Fonti

  • Rosenthal R., Jacobson L. (1968) Pygmalion in the classroom New York Holt, Rinehart and Winston.
  • Paul Watzlawick, Profezie che si autodeterminano, in La realtà inventata. Contributi al costruttivismo, Milano, Feltrinelli, 2018.
  • IPSICO, La profezia che si autoavvera: cos’è e come evitarla.
Serena Proietti Colonna

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Dottoressa di Ricerca in Psicologia e Scienze Cognitive, fin da piccola, ho coltivato la passione per il contatto umano e l'indagine delle persone. Ho scelto di studiare psicologia per migliorare la qualità della vita degli individui. Amo viaggiare, ispirata dalla mia sorella assistente di volo.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.