Se ci credi puoi farlo! Cos’è e come si sviluppa l’autoefficacia

L’autoefficacia è una componente fondamentale della psicologia che riflette la fiducia di un individuo nelle proprie capacità di raggiungere obiettivi e affrontare sfide. Essa influisce su vari aspetti della vita quotidiana e può essere sviluppata e potenziata

Tutti i giorni attraverso i nostri comportamenti rispondiamo alle richieste sociali, ci impegniamo in compiti ed attività e facciamo i conti con la nostra capacità di affrontare le varie situazioni della vita. Ciascuno di noi ha un modo personale di percepire la propria abilità nel fare qualcosa di specifico oppure nel superare gli ostacoli che la vita ci pone quotidianamente. Per questo motivo, qualche volta sentiamo di essere capaci, altre volte meno.
L’autoefficacia è la convinzione di una persona nella propria capacità di avere successo in una situazione particolare. Per autoefficacia si può anche intendere il grado di capacità che ha una persona di controllare gli eventi della propria vita. Il termine autoefficacia è stato coniato per la prima volta dallo psicologo canadese Albert Bandura professore alla Stanford University. Lo studioso ha individuato questo concetto sulla base della teoria dell’apprendimento sociale, anche chiamata teoria sociale cognitiva. La Teoria Sociale Cognitiva sostiene che il comportamento di una persona dipende sia dalle caratteristiche individuali che dall’ambiente all’interno del quale agisce. Perciò il cambiamento in una di queste componenti modifica l’intero processo. Ad esempio, se un individuo perde il lavoro, la mancanza di denaro influenzerà sia il suo comportamento nei confronti degli altri che il proprio benessere. Ogni persona agisce in contesti specifici quindi, secondo Bandura, ciascuno di noi mette in atto un insieme complesso di comportamenti che sono contemporaneamente di tipo cognitivo, affettivo e sociale. Secondo questo modello, quando un determinato comportamento o una singola abilità risulta efficace nell’ambiente di vita della persona, si svilupperà un’efficacia personale nell’esecuzione di quella abilità. Anche se è stato Bandura a sviluppare per primo il concetto di autoefficacia, sono molti gli psicologi che dopo di lui hanno approfondito questo aspetto. Per fare un esempio Kathy Kolbe, educatrice e scrittrice, afferma che credere nelle proprie capacità possa essere fondamentale per misurare la forza cognitiva. Crede che l’autoefficacia aiuti a superare gli ostacoli che interferiscono con il raggiungimento degli obiettivi e per questo permette lo sviluppo di altre qualità cognitive come determinazione e perseveranza.

Aspettative e prestazioni

Gli psicologi Robert Weinberg, Daniel Gould e Allen Jackson nel 1979 hanno pubblicato una ricerca per dimostrare il ruolo dell’autoefficacia nelle prestazioni sportive. In particolare, l’indagine condotta dagli studiosi è stata progettata per testare le previsioni della teoria dell’autoefficacia di Bandura in una situazione competitiva di prestazioni motorie. Nell’esperimento ad un gruppo di soggetti si chiedeva di competere in una gara contro atleti che venivano descritti come eccezionalmente capaci in quello sport. Ad un altro gruppo di soggetti si diceva invece che avrebbero gareggiato contro atleti che avevano avuto infortuni e le cui prestazioni erano inferiori. Per testare il rapporto tra aspettative e prestazioni, l’esperimento prevedeva che in entrambi i gruppi i soggetti perdessero nella competizione. I risultati hanno dimostrato che i soggetti che credevano di competere con atleti mediocri avevano una più alta autoefficacia di quelli che erano convinti di dover battere dei campioni sportivi. Questa ricerca mette in luce come la percezione dell’autoefficacia sia direttamente correlata con le condizioni ambientali e con le convinzioni che nascono dalle alte o basse aspettative. L’autoefficacia è importante per contrastare la delusione.

Come si sviluppa l’autoefficacia?

Albert Bandura afferma che gli individui sviluppano le proprie convinzioni di autoefficacia sulla base di quattro modelli di apprendimento:

Esperienze di padronanza (risultati prestazionali)

L’esperienza più importante in grado di sviluppare il senso di autoefficacia è il successo ottenuto in una precedente performance. Quando sperimentiamo in prima persona di essere capaci in un’attività, siamo incoraggiati a ripeterla. L’aumento della padronanza in quel determinato settore a sua volta ci farà sentire particolarmente abili in quello specifico compito. Questi tipi di esperienza sono molto utili perché forniscono una prova autentica delle proprie capacità di crescita personale, che viene misurata sul campo attraverso prove concrete. Queste abilità spesso vengono rinforzate dall’apprezzamento dell’ambiente esterno. Il successo ottenuto in una prestazione quindi costruisce una solida convinzione nella propria efficacia personale. Come si può essere sicuri che la pratica e l’esercizio porteranno al miglioramento delle proprie abilità? Nella maggior parte dei casi, il motivo per cui si innesca questo circolo virtuoso è che le persone inconsapevolmente durante questo processo si convincono di poterci riuscire. Questo modo di pensare positivo, cioè la convinzione di essere in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati, è l’elemento alla base del buon senso di autoefficacia personale. Al contrario, sperimentare molti fallimenti può generare un abbassamento della percezione delle proprie capacità, specialmente se i fallimenti si verificano prima che si stabilisca un solido senso di autoefficacia. Prova il test sull’autostima di Serenis per valutare il livello di consapevolezza che hai di te!

Esperienze indirette e modelli sociali

La seconda importante fonte di autoefficacia sono le esperienze indirette, chiamate anche vicarie, fornite dai modelli sociali. Per comprendere questo concetto bisogna far riferimento alla teoria dell’apprendimento sociale di Bandura secondo cui impariamo molto dall’osservazione di quello che fanno gli altri e dai rinforzi che ricevono con le loro azioni. Per dimostrare questa teoria Bandura fece il famoso esperimento della bambola Bobo. La ricerca dimostrò che i comportamenti sociali possono essere acquisiti mediante l’osservazione e l’imitazione di modelli che vengono rinforzati positivamente o negativamente. Bandura quindi arrivò alla conclusione che “Vedere che persone simili a se stesse hanno successo aumenta la convinzione di poter avere le stesse capacità di padroneggiare attività simili e di poter arrivare ad ottenere lo stesso successo“. Le esperienze indirette in grado di aumentare il senso di autoefficacia personale riguardano l’osservazione di altre persone che completano con successo un’attività. Quando si hanno modelli sociali positivi nella propria vita (specialmente quelli che mostrano un sano livello di autoefficacia), aumentano le probabilità che si sviluppino convinzioni positive su se stessi. I modelli sociali includono fratelli maggiori, amici, genitori, nonni, insegnanti, esperti, allenatori o datori di lavoro.

Persuasione sociale

Ricevere un feedback positivo mentre si svolge un compito complesso porta una persona a credere di avere le capacità per avere successo. Come affermato dallo psicologo Redmond in uno studio del 2010, l’autoefficacia è influenzata da quanto un individuo riceve un incoraggiamento dagli atri in relazione alle sue prestazioni o capacità. Ad esempio, se si dicesse a un bambino delle scuole elementari che possiede tutte le capacità per migliorarsi e che dovrebbe solo impegnarsi per ottenere tutto ciò che il suo cuore desidera, questa persuasione sociale potrebbe stimolarlo a sentirsi capace di fare di più. La persuasione sociale, al contrario del ricevere critiche, funziona a qualsiasi età, ma durante l’infanzia svolge un ruolo primario nell’incoraggiare la costruzione dell’autoefficacia.

Stati emotivi e fisiologici

Il benessere emotivo, fisico e psicologico di una persona può influenzare il modo in cui si sente riguardo alle proprie capacità personali in una situazione particolare. Ad esempio, quando si sta affrontando un periodo buio, stressante o doloroso è più difficile mantenere alto il livello di autoefficacia. Talvolta, infatti, le esperienze della vita possono farci sentire impotenti e privi della possibilità di controllo della situazione. Questo significa che è impossibile mantenere l’autoefficacia quando si soffre? Sicuramente no, ma di certo l’autoefficacia è maggiore quando ci si sente bene con se stessi, e si hanno dei buoni propositi. Inoltre, Bandura specifica che non è importante l’intensità delle reazioni emotive e fisiche, ma piuttosto il modo in cui vengono percepite e interpretate. È probabile che le persone che hanno un alto senso di efficacia personale ad esempio vedono nei problemi qualcosa di risolvibile e addirittura ne sono stimolati, mentre coloro che sono assaliti da dubbi su se stessi considerano la loro condizione come impossibile da superare. Perciò, imparare a gestire l’ansia e migliorare il proprio umore quando si affrontano situazioni difficili è fondamentale per aumentare il proprio senso di autoefficacia. A questo scopo può essere utile iniziare un percorso psicologico e farsi aiutare da professionisti esperti nella salute mentale.

Redazione

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Revisori

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Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.