Binge eating disorder: sintomi, cause e cura
Affrontare il binge eating può portare a una maggiore consapevolezza emotiva e comportamentale, consentendo di gestire in modo più sano l'alimentazione e di migliorare il benessere complessivo.

Mangiare in modo incontrollato può succedere a chiunque, specialmente durante periodi di forte stress. Ad esempio, ci si può ritrovare la sera a eccedere con il cibo mentre si guarda la televisione, o finire un intero pacco di patatine senza riuscire a fermarsi. Tuttavia, quando questi comportamenti si ripetono almeno 1 volta a settimana per 3 mesi, sono associati a marcato disagio e non sono seguiti da condotte compensatorie, si tratta di un disturbo alimentare: il Binge Eating Disorder (BED), o disturbo da alimentazione incontrollata.
Binge Eating Disorder: cos'è?
Il Binge Eating è un disturbo alimentare caratterizzato dal consumo eccessivo, compulsivo e ricorrente di grandi quantità di cibo. A differenza della bulimia, il disturbo da binge eating non è seguito da pratiche compensatorie come purghe, vomito o esercizio fisico intenso.
Questo comportamento non è legato alla fame e spesso segue un rituale specifico: si tende a mangiare il più velocemente possibile fino a sentirsi dolorosamente sazi, le abbuffate avvengono in solitaria per via del senso di vergogna e, durante o subito dopo, si avverte un profondo disgusto verso se stessi.
Questo insieme di atteggiamenti crea un meccanismo di mantenimento del disturbo, in cui emozioni negative, abbuffate e restrizioni alimentari si rafforzano a vicenda.
Chi è più a rischio di binge eating?
Il binge eating è un disturbo che colpisce principalmente le donne, ma è anche molto diffuso tra gli uomini, a differenza di altri disturbi alimentari come l'anoressia maschile. La perdita di controllo sul cibo è particolarmente comune tra i giovani adulti tra i 20 e i 30 anni, che sono la fascia d'età maggiormente colpita.
Inoltre, il disturbo da alimentazione incontrollata è spesso associato a sovrappeso e obesità. È stato calcolato che oltre il 50% delle persone obese e dei pazienti in attesa di chirurgia bariatrica soffrano di binge eating.

Quali sono i sintomi del binge eating?
Chi soffre di binge eating vive un rapporto complesso con il cibo: il disturbo da alimentazione incontrollata si manifesta infatti attraverso comportamenti specifici e riconoscibili. I sintomi più comuni comprendono:
- l'assunzione veloce ed eccessiva di grandi quantità di cibo, spesso in un breve lasso di tempo e in assenza di fame fisica;
- il consumo di cibo in completa solitudine;
- la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare, come un impulso irrefrenabile;
- sentimenti di vergogna e perdita di autostima durante e dopo l’episodio.
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Cause del binge eating: quali sono?
Il binge eating può avere cause diverse: spesso è il risultato di una combinazione di fattori che, nel tempo, modificano profondamente il rapporto con il cibo.
Le persone che soffrono di disturbo da alimentazione incontrollata talvolta tendono a seguire diete rigide o pongono severe limitazioni alla quantità di cibo da ingerire. Questo senso di deprivazione e i limiti autoimposti possono rappresentare una delle principali cause scatenanti del disturbo. Alcune persone riferiscono pattern simili alla ‘dipendenza da cibo’ che può descrivere craving e perdita di controllo, che contribuisce ulteriormente al circolo vizioso del binge eating. È importante notare, inoltre, che in una minoranza di casi può comparire dopo fasi di restrizione marcata o storie di altri disturbi alimentari.
Cause psicologiche e biologiche del binge eating
Non è semplice individuare una singola causa scatenante. Il binge eating spesso rappresenta una risposta emotiva a un vissuto complesso e difficile da gestire. Si tratta di un meccanismo di difesa disfunzionale o di fuga da una realtà che ci fa sentire a disagio o inadeguati.
Questo comportamento può avere radici profonde: può derivare da esperienze di abusi, da critiche ricevute dai genitori durante l'infanzia per il proprio aspetto o il peso, o dall’esposizione a continui conflitti familiari. Anche una scarsa autostima, la sensazione di non essere mai abbastanza e di non sentirsi accettati possono contribuire allo sviluppo di questo disturbo.
La ricerca ha inoltre evidenziato che ormoni come l’insulina e la leptina possono giocare un ruolo significativo nella genesi delle abbuffate.

Conseguenze del binge eating
Il disturbo da binge eating può avere ripercussioni importanti sia sulla salute fisica che sulla sfera emotiva e relazionale. Le conseguenze di questo eating disorder possono manifestarsi in diversi modi:
- aumento di peso e tendenza al sovrappeso o obesità;
- problemi gastrointestinali, gonfiore e dolore addominale;
- mancanza di energia, sonnolenza e fiacchezza;
- reflusso acido, crampi e bruciori di stomaco;
- diarrea e costipazione;
- pressione sanguigna elevata e aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2;
- aumento del rischio di malattie cardiovascolari e resistenza all'insulina;
- sentimenti di colpa e vergogna dopo le abbuffate;
- aumento del rischio di disturbi dell'umore;
- sentimenti negativi riguardo al proprio corpo e alle proprie abitudini alimentari;
- tendenza a mangiare in solitudine per evitare il giudizio degli altri;
- difficoltà nei rapporti interpersonali a causa dei comportamenti alimentari disfunzionali.
Cura del binge eating
Il trattamento per guarire dal binge eating deve essere il più possibile multidisciplinare. Un team composto da medici, psicologi, psichiatri e nutrizionisti può garantire un intervento globale che copra tutti gli aspetti della vita del paziente. I centri specializzati in disturbi alimentari offrono un supporto prezioso per affrontare e superare il binge eating e altri comportamenti disfunzionali legati all'alimentazione.
Psicoterapia per superare il binge eating
Gestire lo stress, avere il controllo dei propri pensieri e riconoscere le proprie emozioni sono aspetti fondamentali per la cura del binge eating. La psicoterapia può essere un grande aiuto per chi soffre di disturbi alimentari: in particolare, la terapia cognitivo-comportamentale ha dei protocolli precisi con con forte evidenza scientifica: CBT-E (Cognitive Behavior Therapy—Enhanced) e IPT (Terapia Interpersonale). La CBT-E è un protocollo strutturato e manualizzato con compiti a casa, auto-monitoraggio, piani anti-abbuffata e lavoro su pensieri/credenze riguardo a peso, forma del corpo e controllo. Con noi di Serenis puoi intraprendere un percorso di psicoterapia online con i nostri professionisti, scegliendo il più adatto alle tue esigenze.
Mindful eating e consapevolezza alimentare
Un approccio all'alimentazione spesso consigliato per migliorare il proprio rapporto con il cibo è quello della mindful eating. Si tratta di una pratica che incoraggia le persone a rallentare, a essere attente alle sensazioni fisiche, emozionali e mentali legate all'atto di mangiare, e a prestare attenzione agli stimoli interni ed esterni che influenzano le scelte alimentari. Si basa dunque sull'essere consapevoli e presenti durante il consumo di cibo.
Ho seguito un paziente di quasi 50 anni con binge-eating, autolesionismo e ideazione paranoide. Il trattamento integrato, psicoterapeutico e farmacologico, ha avuto cadenza bisettimanale e si è protratto per circa un anno. Durante questo periodo, si è osservata una significativa diminuzione dell'autolesionismo e un miglior controllo dell'ideazione paranoide, migliorando la gestione degli affetti negativi. Le abbuffate sono diventate occasionali con quantitativi di cibo ridotti. Nel follow-up a 8 mesi, sono stati necessari aggiustamenti della terapia farmacologica per prevenire la ricorrenza dei sintomi paranoidi e ossessivi.
Sensibilizzazione: cos'è la giornata del Fiocchetto Lilla?
Il 15 marzo si commemora la "Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla", dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare (DCA). Queste patologie rappresentano una sfida per la salute pubblica e richiedono un'attenzione particolare sia dal punto di vista sanitario che sociale, data la loro diffusione crescente e l'insorgenza sempre più precoce.
Oltre ai disturbi più noti esistono comportamenti disfunzionali (es. chewing and spitting) e quadri correlati come la dismorfofobia muscolare (‘vigoressia’), che richiedono comunque una valutazione specialistica.
Sitografia
Bibliografia
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de Zwaan, Martina (2001)
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Trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata: una revisione sistematica di studi clinici randomizzati. — International Journal of Eating Disorders 40.4, pp. 337-348
Brownley, Kimberly A., et al.
