Disturbi del sonno: a chi rivolgersi per uscirne

I disturbi del sonno sono un problema molto comune. A tutti capita di passare una notte molto agitata e di non riuscire a dormire, ma ben diverso è soffrire di insonnia cronica o accusare un altro disagio che rende impossibile riposare in maniera adeguata. Se la dinamica disfunzionale persiste, può causare un impatto negativo in diversi ambiti della vita, dal lavoro alle relazioni sociali. È inevitabile che l’insoddisfazione cresca e ci si senta sempre più impotenti e frustrati. Ma come rimediare?

Di seguito potrai scoprire quali sono le diverse possibilità sulle figure professionali a cui rivolgersi per i disturbi del sonno.

Disturbi del sonno: perché chiedere aiuto?

Il primo problema che affrontiamo è il modo in cui i disturbi del sonno sono sottovalutati da molte persone che ne soffrono. Certo, una notte insonne capita a tutti, ma diverso è il discorso quando diventa una routine: in questo caso può instaurarsi un circolo vizioso di stanchezza, nervosismo e pessimo umore.

Pensa a come ti senti dopo una notte passata a rigirarti nel letto: stanchezza e sonnolenza si fanno sentire durante il giorno, fai fatica a concentrarti e a svolgere bene il tuo lavoro; tutto ti arreca fastidio, persino la vicinanza di persone che semplicemente si rivolgono a te con delle domande; sei irascibile e hai paura di commettere errori, in quello che fai e nel modo in cui interagisci.

Questi sono gli effetti immediati, ma sai che la mancanza protratta di un adeguato riposo può causare conseguenze molto gravi, predisponendo all’insorgenza di patologie come ipertensione e diabete e anche di disturbi mentali come ansia e depressione? Questo quadro più completo è necessario per capire quanto il sonno sia importante per la qualità della nostra vita e quanto sia fondamentale prendersene cura.

Ma il secondo problema è proprio questo: a chi chiedere aiuto? La risposta a questa domanda dipende dalla specifica problematica, dal momento che oltre all’insonnia esistono molte altre difficoltà. Di seguito risolveremo un altro nodo sui disturbi del sonno: a chi rivolgersi.

La medicina del sonno

Una buona idea, se non sai a chi rivolgerti per i disturbi del sonno, può essere quella di consultare il medico: lui saprà fornirti indicazioni più precise su chi sia meglio contattare. In certi casi potrebbe suggerirti un centro di medicina del sonno, una disciplina che negli ultimi anni è stata al centro di molte ricerche.

In queste strutture lavorano delle équipe multidisciplinari, composte da specialisti in vari settori, ciascuno dei quali può avere a che fare con il sonno e le sue patologie. Tra i medici che potrai probabilmente trovare ci sono cardiologo, neurologo, pneumologo, neurofisiologo, endocrinologo, otorinolaringoiatra e internista.

Questi specialisti potranno assisterti soprattutto se il tuo problema sono le apnee notturne, che sono un disturbo molto invalidante e potenzialmente pericoloso, caratterizzato da una più o meno frequente interruzione o un significativo rallentamento del respiro durante il riposo notturno. Ciò comporta risvegli frequenti per la mancanza di fiato, accompagnati ovviamente da stati di allarme e panico.

Si tratta di un problema di origine neurologica, motivo per cui se dimostri questi sintomi dovrai prima fare una visita proprio con il neurologo. Dopo la classica raccolta anamnestica, in cui il medico traccia la storia del tuo rapporto con il sonno, ti verranno proposti degli esami strumentali che possano determinare il quadro con chiarezza. Alcuni esempi sono le registrazioni dell’elettroencefalogramma polisonnografico, la video poligrafia per escludere la presenza di epilessia, la misurazione della latenza del sonno e del mantenimento della vigilanza.

Le apnee del sonno sono un fenomeno peculiare e rischioso, ma anche l’insonnia può avere delle conseguenze fastidiose e, quando non è transitoria, necessita dell’attenzione di uno specialista che, in questo specifico caso, sarà lo psicologo o lo psicoterapeuta.

Problemi legati all’insonnia e alla cattiva qualità del sonno riguardano circa un quinto della popolazione italiana, e se questa si presenta con frequenza e da molto tempo, è meglio correre ai ripari prima che il disagio abbia ripercussioni significative sul benessere.

Che cos’è l’insonnia?

L’insonnia è un disturbo del sonno che comporta effetti negativi sia in termini di diminuzione del numero di ore dormite sia in termini qualitativi, con un sonno che non è ristoratore ma agitato e faticoso. Il problema può riguardare la difficoltà nell’addormentarsi, nel mantenere il sonno in modo continuativo per tutta la notte o i risvegli precoci. Quando queste difficoltà si presentano almeno tre notti a settimana per un minimo di tre mesi, diciamo che l’insonnia è diventata cronica.

Un conto è una sola notte di sonno persa, un altro è parlare di una serie di notti in bianco. Nella diagnosi di insonnia, vengono riportate anche le conseguenze che questo disturbo ha sul funzionamento diurno: compromette alcune capacità (attenzione, concentrazione, memoria), rende più facile commettere errori e causa variazioni nel tono dell’umore, accrescendo irritabilità e nervosismo. La stanchezza e l’affaticamento che si trascinano durante il giorno, quindi, hanno delle ricadute sulla quotidianità lavorativa e sociale e si possono accompagnare a sentimenti angosciosi e preoccupazioni per la propria salute, nonché a un progressivo isolamento dato dal deterioramento delle relazioni.

La diagnosi di disturbo da insonnia

Oggi diagnosticare l’insonnia, che rappresenta il disturbo del sonno più diffuso, è molto semplice grazie al DSM-5, il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali che guida il lavoro di psicologi e psichiatri. Qui sono riportati i sintomi che devono essere soddisfatti per porre la diagnosi, ma a questa valutazione deve esserne affiancata anche una più strettamente qualitativa derivante da un’intervista clinica.

Nel corso del colloquio, il professionista pone al paziente alcune domande estremamente mirate le cui risposte, oltre a chiarire il quadro, forniranno anche preziose indicazioni per una terapia mirata. I dati raccolti riguarderanno la storia di sonno del paziente, le sue abitudini e le dinamiche con cui si svolge il suo ciclo sonno-veglia, oltre a indagare la presenza di altre patologie.

Lo psicologo o lo psichiatra potranno scegliere di ricorrere anche ad altri strumenti, come il diario del sonno, in cui il paziente dovrà effettuare una automonitoraggio per una decina di giorni. Se si sospetta anche la comorbilità con apnee notturne o sindrome delle gambe senza riposo, potrà essere richiesta la polisonnografia.

Il trattamento dell’insonnia

Una volta che la diagnosi sarà estremamente chiara, si potrà procedere a impostare la terapia migliore e con maggiori possibilità di successo per il paziente. Le linee guida nazionali indicano come gold standard (ovvero trattamento di elezione, che deve essere la scelta preferenziale) la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia, che da sola ha un’efficacia paragonabile a quella della somministrazione di psicofarmaci ipnoinducenti, secondo quanto riportano le ricerche. Nei casi più gravi, comunque, è possibile ricorrere anche al supporto della terapia farmacologica.

Anche se viene messa in atto da psicoterapeuti e nonostante il suo nome, la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia non è propriamente una psicoterapia, ma piuttosto un intervento di psicoeducazione in cui si agisce sui pensieri disturbanti, le dinamiche disfunzionali e i comportamenti controproducenti per sostituire le pessime abitudini con altre virtuose che potrebbero migliorare la continuità e la qualità del sonno, oltre a creare le migliori condizioni per l’addormentamento.

L’efficacia di questo protocollo è stata dimostrata dagli studi, anche nei casi in cui l’insonnia si associa a particolari condizioni fisiche o complicazioni organiche, come difficoltà digestive, malattie polmonari e cardiovascolari o condizioni psicologiche non favorevoli.

In effetti quando si presentano dei disturbi del sonno, sapere a chi rivolgersi è particolarmente importante proprio nel caso in cui altre psicopatologie contribuiscano a mantenere o aggravare la situazione. I disturbi d’ansia e la depressione giocano un ruolo particolarmente importante a questo proposito, dal momento che i rimuginii e i pensieri angoscianti rendono davvero difficile mantenere un sonno di qualità.

Per questo motivo è fondamentale lavorare su queste condizioni, al fine di evitare delle ricadute.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.