Urofobia (paruresis): la sindrome della vescica timida

L'urofobia comporta la paura di urinare in presenza di altri. I sintomi di questa condizione sono poco conosciuti, ma esistono possibili soluzioni per chi ne soffre.

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Urofobia

L’urofobia (paruresis), volgarmente chiamata sindrome della vescica timida, indica la fobia di non riuscire a fare pipì in situazioni che implicano la compresenza di altri soggetti, quindi per esempio in bagni pubblici o spogliatoi.

L’urofobico ha dunque timore di non poter urinare se altre persone sanno che sta urinando.

Questa paura è di natura fobica: non si riferisce quindi a un timore motivato e razionale, ma ad una paura morbosa che il soggetto non è in grado di gestire né controllare. 

Mentre le fobie più comuni spesso coinvolgono oggetti o situazioni più generali, come:

l'urofobia si concentra su un atto fisiologico specifico, creando una barriera sociale intorno alla funzione naturale dell'urinare.

Leggi tutto l’articolo se vuoi saperne di più sull’urofobia, scoprendo quali sono le cause, quali le conseguenze e quali le possibili soluzioni. 

Blocco psicologico urinare

Urofobia: il blocco urinario

Le fobie sono categorizzate come disturbi d’ansia; non deve sorprendere se con essi intrattengono un rapporto privilegiato a livello diagnostico.

Prendiamo per esempio il disturbo d’ansia sociale: un soggetto prova timore incontrollato, panico e disagio di fronte a situazioni di socialità comunemente considerate inoffensive.

Nel caso dell’urofobia avviene la stessa cosa: l’urofobico sperimenta vera e propria paura di fronte al pensiero di non riuscire a fare pipì, come se questo costituisse un pericolo reale e non soltanto immaginato. 

La fobia è quindi una paura:

  • patologica;
  • morbosa;
  • immotivata;
  • irrazionale.

Che può spingere il soggetto ad adottare comportamenti compulsivi che a lungo andare possono peggiorare il quadro clinico.

Come funziona l’urofobia? 

L’urofobia è un disturbo particolarmente subdolo, in cui le conseguenze possono essere scambiate per cause, contribuendo al convincimento psicopatologico del soggetto affetto da fobia. 

Spieghiamoci meglio: 

  • il soggetto urofobico, a causa della patologia, può sperimentare ansia e tensione emotiva e psicofisica; 
  • com’è dimostrato, questa tensione può poi causare difficoltà nella minzione e altre problematiche legate all’urinazione.

Ecco che, la convinzione psicopatologica, va a rafforzarsi convincendo il soggetto della veridicità delle sue paure.

Le fobie non passano da sole

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Blocco urinario come si manifesta

Blocco psicologico pipì nei bambini

Il blocco psicologico legato all'atto di urinare nei bambini è noto come enuresi o incontinenza urinaria, una condizione appartenente alle parasonnie.

Questo problema può manifestarsi in vari modi, incluso:

  • il rifiuto di usare il bagno;
  • l'incapacità di controllare la vescica durante il giorno o la notte;
  • la paura associata all'atto di urinare.

Dal punto di vista psicologico, il blocco potrebbe derivare da:

  • ansie;
  • stress;
  • cambiamenti significativi nella vita del bambino come il passaggio all'asilo o alla scuola, problemi familiari o problemi emotivi;
  • eventi traumatici o esperienze sgradevoli legate all'uso del bagno.

E' cruciale creare un ambiente di supporto e comprensione in famiglia e nella scuola per ridurre la pressione e l'ansia associate all'uso del bagno. L'approccio gentile e la comunicazione aperta possono contribuire a superare il blocco psicologico associato all'urinazione nei bambini, aiutandoli a sviluppare un sano controllo delle funzioni fisiologiche e a gestire le sfide emotive che potrebbero sorgere.

Quali sono i sintomi dell’urofobia?

I sintomi più comuni della psicopatologia sono:

  • ansia anticipatoria;
  • compulsioni relative all’uso del bagno;
  • pensieri intrusivi;
  • fantasie relative a scenari potenziali (cioè a scenari in cui il soggetto non riesce ad urinare).

Tra i sintomi fisici dell'urofobia, ricordiamo: 

  • agitazione; 
  • attacchi d’ansia; 
  • cefalee; 
  • dolori alla zona genitale (causati dalla bassa frequenza della minzione);
  • attacchi di panico;
  • disagio a trovarsi in certi luoghi come bagni pubblici, o a partecipare a talune occasioni come feste, viaggi, etc. 
Sintomi urofobia

Ansia e pipì

Il collegamento tra ansia e pipì, nel contesto dell'urofobia, rivela una connessione intricata tra le sfere psicologiche e fisiologiche.

L'individuo affetto da urofobia sperimenta un aumento significativo dell'ansia quando si trova in situazioni che coinvolgono la necessità di urinare in presenza di altri.

La paura di essere giudicato o osservato durante il processo di urinazione può innescare un circolo vizioso, in cui l'ansia stessa diventa un ostacolo alla capacità di rilassarsi e urinare.

Questo ciclo di tensione può intensificare ulteriormente la fobia, creando un legame stretto tra lo stato emotivo e la funzione fisica della minzione.

L'ansia associata all'urofobia può diventare così debilitante da interferire con la vita quotidiana, limitando le opportunità sociali e causando disagio significativo.

Non riuscire a fare pipì: strategie disfunzionali di difesa

Come tutti i soggetti fobici, anche questi individui possono mettere in pratica delle strategie disfunzionali di evitamento o controllo atte a combattere lo stimolo ansiogeno. Le strategie disfunzionali funzionano così: 

  • uno stimolo (a) mi causa profonda angoscia; 
  • per non sperimentare il disagio legato allo stimolo o risposta (b); 
  • evito certi atteggiamenti che potrebbero mettermi di fronte all’elemento stressante.

Per esempio, potrei:

  • evitare di assumere liquidi per non dover urinare (a);
  • non utilizzare il bagno per lunghi periodi di tempo e così via (b).

I meccanismi di difesa forniscono sollievo apparente dalla problematica fobica; a lungo termine, possono portare allo sviluppo di compulsioni e aggravare il quadro clinico del paziente.

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Cause della paruresis

Le cause della paruresis o urofobia possono comprendere: 

  • esperienze traumatiche come malattie della prostata e della zona genitale;
  • disturbo depressivo
  • schizofrenia

Per ogni caso, il medico curante si occuperà di fornire una diversa diagnosi così da offrire al paziente il miglior metodo di cura.

Cause della paruresis

Non riesco a fare pipì: come si cura l’urofobia?

Se le cause dell’urofobia non sono fisiologiche, è consigliabile affidarsi ad uno psichiatra o a un terapeuta. Il modello terapeutico più utilizzato per il trattamento delle fobie è quello cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia breve strategica

Urofobia rimedi: la terapia breve strategica

La terapia breve strategica funziona a stampo costruttivista: si fonda cioè sull’assunto per cui l’azione precede la conoscenza, sia da un punto di vista terapeutico che esistenziale.

Così, con un esempio banale, se il bambino può apprendere qualche cosa (la matematica), è perché ha dapprima agito nel mondo circostante (ha dovuto contare). La categoria si applica anche ai disturbi fobici: per curare una fobia, non è necessario destrutturare il modo di pensare del paziente affinché egli possa poi cambiare il suo modo di agire, ma è necessario fargli cambiare modo di agire, affinché possa poi cambiare schema di pensiero.

Si tratterà, allora, di fornire una corretta diagnosi per individuare le cause specifiche del problema; e in seguito lavorare sui comportamenti abituali del paziente per destrutturare lo schema disfunzionale di pensiero che è causa di fobia.

La psicoterapia online di Serenis per l'urofobia

Se hai ritrovato un po' di te in quello che hai letto, magari puoi pensare di aiutarti a superare tuo il blocco psicologico a fare pipì facendo psicoterapia con noi: siamo un centro medico autorizzato di psicologia online. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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