Nel contesto della sessualità e dell’identità di genere, il travestitismo solleva domande importanti sulla comprensione di chi siamo e su come esprimiamo la nostra identità.
In questo articolo esploreremo il travestitismo, vedremo che il travestitismo può manifestarsi in varie forme, coinvolgendo individui di entrambi i sessi che scelgono di esplorare l’abbigliamento e il comportamento tipici del genere opposto.
Nonostante i pregiudizi e le incomprensioni che spesso circondano questo fenomeno, è essenziale considerare il travestitismo con sensibilità e apertura, rispettando le esperienze individuali di coloro che lo praticano.
Travestitismo: cos’è
Il travestitismo o crossdressing è una pratica attraverso la quale un individuo si veste e si comporta in modo simile al genere opposto a quello con cui è nato (Vencato, 2013). In altre parole, una persona può decidere di indossare abiti, trucco, e comportarsi in modi tradizionalmente associati all’altro genere.
Non si tratta di un disturbo ma di una parafilia (al pari di masochismo e sadismo) che non implica disagio o coercizione e non richiede necessariamente un’attenzione clinica. In alcuni casi però, quando il travestitismo provoca un notevole disagio o impatto negativo sulla vita di un individuo, può essere classificato come disturbo da travestitismo.
Inoltre, questo fenomeno non è necessariamente legato all’orientamento sessuale di un individuo. Le persone coinvolte nel travestitismo possono identificarsi come eterosessuali, omosessuali, bisessuali o con altri orientamenti sessuali.
Crossdressing o travestitismo femminile
Il travestitismo femminile, noto anche come travestitismo “crossdressing“, è una pratica in cui gli individui di sesso maschile si vestono e si comportano come donne, senza però sperimentare un’appartenenza all’altro sesso ma semplicemente gli indumenti assolvono alla funzione di feticcio (fantasia sessuale). Non è necessariamente legato all’orientamento sessuale, poiché alcuni uomini eterosessuali possono praticare il travestitismo femminile.
Il crossdresser è quindi colui che si traveste occasionalmente o in determinate situazioni, senza un desiderio costante di vivere come il genere opposto. Tuttavia il termine è spesso usato per descrivere chiunque si impegni occasionalmente nel travestitismo.
Il crossdresser è spesso separato dal concetto di transgender, che implica un cambiamento permanente dell’identità di genere.
Travestitismo maschile
Il travestitismo maschile, al contrario, coinvolge gli individui di sesso femminile che si vestono e si comportano come uomini. Anche in questo caso, non è strettamente correlato all’orientamento sessuale.
Le cause del travestitismo: cosa dice la psicoanalisi
La comprensione psicoanalitica del travestirsi da donna inizia con la nozione di “madre fallica“. Questo concetto deriva dall’opera di Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, che ha studiato lo sviluppo psicosessuale nell’infanzia.
La madre “fallica” rappresenta un’immagine della madre come un essere completo e autosufficiente, privo di mancanze o difetti. La nozione di madre fallica è collegata all’idea che il bambino, a un livello primitivo, potrebbe identificarsi con la madre come una via per evitare l’ansia legata alla separazione dalla madre stessa.
Questa ansia è parte del processo di crescita, quando il bambino deve staccarsi progressivamente dalla madre per diventare un individuo singolo.
L’identificazione con questa madre ideale potrebbe essere quindi un modo per il bambino di cercare sicurezza e protezione durante il processo di separazione.
Quando si applica questa teoria alla comprensione del travestitismo, si nota che alcune persone che si vestono da donna potrebbero provare un senso di fusione con un oggetto materno intrapsichico. In altre parole, attraverso il travestimento, potrebbero cercare di sperimentare momentaneamente il comfort e la sicurezza che si associerebbero a una figura materna ideale e completa.
Questo può rappresentare un tentativo di affrontare o alleviare l’ansia o le tensioni legate all’identità di genere o all’identità sessuale.
Travestitismo e identità transgender
Cosa differenzia un crossdresser da una persona transgender?
Mentre il travestitismo riguarda l’espressione di genere attraverso l’abbigliamento e il comportamento, l’identità transgender è un termine ombrello e riguarda l’identificazione con un genere diverso da quello assegnato alla nascita. Ad esempio, una persona assegnata come maschio alla nascita ma che si identifica come donna è una persona transgender.
L’identità di genere si basa sull’auto-riconoscimento e non necessariamente sul comportamento o sull’abbigliamento. Le persone transgender possono, ma non necessariamente, intraprendere transizioni fisiche attraverso terapie ormonali o chirurgia per allineare il loro aspetto fisico con il loro genere identificato.
Travestitismo e supporto psicologico
È fondamentale sottolineare l’importanza di cercare aiuto psicologico per coloro che praticano il travestitismo e che potrebbero affrontare pregiudizi e stress derivanti da questa pratica.
Il travestitismo, nonostante non sia un disturbo in sé, può portare ad ansia, depressione e tensioni sociali a causa della mancanza di comprensione e accettazione nella società.
La terapia, come la terapia cognitivo-comportamentale o la psicoterapia psicodinamica, può offrire un ambiente sicuro in cui le persone possono esplorare le proprie emozioni, motivazioni e trovare strategie per affrontare il pregiudizio e il rifiuto.
La decisione di cercare aiuto psicologico è un passo importante verso la comprensione di sé e il superamento delle sfide legate al travestitismo.
Rendere disponibili risorse come la terapia e la terapia online può contribuire notevolmente a migliorare la qualità della vita e il benessere psicologico di coloro che praticano il travestitismo, aiutandoli a navigare in un mondo spesso incomprensivo e a sentirsi accettati e supportati.
Travestitismo e psichiatria
In ambito psichiatrico, il travestitismo è considerato una manifestazione comportamentale legata all’identità di genere e alla sessualità. Tradizionalmente, è stato classificato nei manuali diagnostici come una forma di parafilia, specificamente nel DSM-IV.
Tuttavia, le concezioni e le classificazioni sono evolute nel tempo, e il DSM-5 ha introdotto cambiamenti significativi nelle categorie diagnostiche riguardanti le identità di genere e le espressioni sessuali.
Fonti
- Vencato, A. P. (2013). Body, gender, sexuality and subjectivity among men who practice crossdressing. Sexuality, Culture and Politics-A South American Reader, 346-365.