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Paura del buio in adulti e bambini: cause e soluzioni

La paura del buio (anche detta nictofobia o acluofobia) è un disturbo fobico relativo agli ambienti scuri e privi di luce. Interessa soprattutto i bambini, ma talvolta può colpire anche gli adulti.

Chi ne soffre, percepisce il buio come un ambiente minaccioso in cui può verificarsi un evento negativo (un’aggressione o simili).

I sintomi possono riguardare sia la sfera fisica (palpitazioni, tachicardia, etc.) che emotiva e psicologica (timore di essere danneggiati, paranoia e nei casi più gravi panico).

La nictofobia può essere causata da eventi traumatici o da associazioni simboliche. Anche il disturbo d’ansia generalizzata può contribuire al formarsi di questa patologia.

Infine, le linee terapeutiche includono l’intervento cognitivo-comportamentale.

In questo articolo esamineremo i principali aspetti legati a questa fobia.

Una volta letto, speriamo che tutti i tuoi dubbi su questa condizione siano chiariti e che possa esserti utile nel comprendere e affrontare la nictofobia, se la stai vivendo o se conosci qualcuno che ne è affetto.

Nictofobia: una definizione

In linea generale, il timore del buio non è ancora una patologia. Diviene tale solo quando l’ambiente oscuro è causa di forte ansia e profondo disagio. Quando, cioè, va a causare problemi del sonno e altri sintomi come panico e paranoia. 

Durante la fase dello sviluppo infantile (3-6 anni), una certa forma di nictofobia è quindi da considerarsi normale. Il disturbo fobico non indica appunto una semplice paura, ma un timore immotivato e irrazionale che va ben oltre l’ansia dello sviluppo sperimentata dal bambino. 

Quali sono le cause della nictofobia nei bambini?

L’eziologia della nictofobia nei bambini è complessa e divide gli studiosi. Per esempio, Freud indicò come causa della paura del buio un disturbo d’ansia da separazione. In tal caso, il bambino percepirebbe il buio non come un pericolo in sé, ma come una conseguenza della sua indipendenza dalle figure di riferimento. 

Con una dinamica detta di ancoraggio, assocerebbe poi il timore profondo ad un oggetto vicino spazialmente e fisicamente.

Non a caso, quando il bambino dorme con i suoi genitori, tende a sperimentare un minor carico di angoscia e di ansia relativo all’oscurità.

Ricordiamo anche che la nictofobia tende a svilupparsi durante una fase particolare della vita infantile: quando il bambino comincia ad ottenere autonomia e percepisce un maggior senso di distacco dalle figure genitoriali.

Altre cause

Altre cause possono riguardare: 

  • apprendimento osservativo: di fronte ad un genitore ansioso, che soffre di nictofobia, il bambino tende a sviluppare la medesima problematica. Allo stesso modo, se il bambino entra in contatto con altri bambini che soffrono di nictofobia, potrebbe sviluppare la stessa problematica;
  • figura genitoriale iperprotettiva: di fronte ad un genitore iperprotettivo, il bambino potrebbe sviluppare senso di impotenza e sentirsi incapace di fronteggiare i pericoli virtualmente costituiti dall’oscurità e dalla notte.

Cause della nictofobia negli adulti

Negli adulti questo disturbo fobico può essere causato da:

  • stili di attaccamento disfunzionali con le figure di riferimento durante l’infanzia;
  • esperienze traumatiche;
  • mania del controllo.

Ricordiamo che, a livello simbolico, l’oscurità può essere percepita come luogo di forze oscure e di minacce. Per un processo di associazioni simboliche inconsce, l’adulto e il bambino potrebbero sviluppare nictofobia.

Sintomi della nictofobia

I sintomi della nictofobia vengono sperimentati di fronte all’oggetto stressante o anche solo immaginando un possibile scenario. Possono comprendere: 

  • sudorazione eccessiva;
  • attacchi di panico;
  • attacchi d’ansia;
  • tachicardia;
  • affanno;
  • secchezza delle fauci;
  • distacco dalla realtà;
  • paranoia;
  • mal di stomaco;
  • vampate di calore.

Questi sintomi a breve termine, possono poi tradursi in problematiche a lungo termine come: 

Per esempio, il nictofobico potrebbe evitare di mettersi a letto per non dover affrontare l’oggetto della sua paura. Si parla in questo caso di una strategia disfunzionale: al fine di evitare la risposta patologica, il soggetto tenta di non incontrare lo stimolo.

Come si cura la paura del buio?

Come accennato, la paura del buio è da considerarsi normale durante le fasi di sviluppo del bambino (3-6 anni). Tuttavia, se la paura si trasforma in fobia o tende ad aggravarsi è necessario rivolgersi ad uno specialista, il quale indagherà, in accordo con i criteri diagnostici del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5), i sintomi del bambino e fornirà una diagnosi approfondita. 

A questo punto avrà inizio la terapia vera e propria, che potrebbe comprendere: 

  • esposizione allo stimolo in ambiente controllato (es. mettere il bambino di fronte a situazioni di oscurità nello studio dello specialista);
  • analisi delle motivazioni profonde che causano nictofobia (come un disturbo d’ansia generalizzata, uno stile di attaccamento patologico alle figure genitoriali, etc.). 

Ricordiamo che i disturbi fobici tendono ad aggravarsi nel tempo e che rivolgersi ad uno professionista della salute mentale è il primo passo per risolverli sul nascere.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.