Il cervello rettiliano nella teoria del cervello tripartito: ruolo e funzioni

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La teoria del cervello tripartito è una teoria avanzata dal neurologo Paul MacLean negli anni '60, secondo il quale il cervello è suddiviso in tre parti distinte: il cervello rettiliano, il cervello limbico e il cervello neocorticale

Ciascuno di questi "cervelli" rappresenta una fase evolutiva nell'organizzazione del cervello umano e svolge un ruolo unico nel modellare il nostro comportamento, le nostre emozioni e la nostra razionalità. 

In questo articolo esploreremo tutte e tre le parti del cervello coinvolte nella teoria di MacLean, focalizzandoci più a fondo sulla parte più antica, il cervello rettiliano, sulle sue caratteristiche, funzioni e significati. 

La teoria del cervello tripartito o teoria dei tre cervelli

Negli anni '60, un neurologo americano di nome Paul MacLean avanzò un modello intrigante chiamato il "cervello tripartito." 

Questa idea si basava sulle ricerche del neuroanatomista James Papez, che aveva creato un modello noto come il "circuito di Papez" per spiegare le strutture cerebrali coinvolte nell'esperienza emotiva.

Secondo la teoria di MacLean, il cervello umano è suddiviso in tre parti, o "cervelli", ciascuno dei quali si sarebbe evoluto seguendo una specifica fase di sviluppo delle specie animali. 

La parte più antica, chiamata cervello rettiliano, si troverebbe nel tronco cerebrale e nel cervelletto. Questo cervello rettiliano avrebbe il compito di regolare le funzioni vitali dell'organismo, come la frequenza cardiaca e la respirazione. È in qualche modo simile al cervello dei rettili ed è considerato affidabile ma rigido e compulsivo.

Nel centro del nostro cervello si troverebbe il cervello limbico o paleomammalico, apparso con i primi mammiferi. Questa parte sarebbe responsabile delle emozioni e memorizzerebbe comportamenti piacevoli o spiacevoli. Includerebbe strutture come l'ippocampo, l'amigdala e l'ipotalamo. Il cervello limbico avrebbe un ruolo importante nel guidare il nostro comportamento, spesso in modi che non siamo pienamente consapevoli.

La parte più recente del cervello umano, il cervello neocorticale o neomammaliano, si troverebbe nella parte esterna del cervello. Questa parte è associata al ragionamento logico, al linguaggio, alla previsione e all'anticipazione di azioni future.

Questa teoria, sebbene semplice da comprendere, è stata popolare negli anni '70 e ha gettato luce sulla dicotomia tra emozione e ragione nell'essere umano. 

Tuttavia, alcuni neuroscienziati sostengono che la teoria sia errata in diversi aspetti, suggerendo che il cervello umano non abbia necessariamente passato attraverso questi tre stadi distinti di evoluzione, ma piuttosto ha sviluppato diverse parti in relazione alla nostra specie.

In altre parole, il nostro cervello e le sue strutture cognitive si sono sviluppati in modo relativo alla nostra specie, non seguendo necessariamente una sequenza di stadi prestabilita.

Il cervello rettiliano

Il cervello rettiliano rappresenta uno dei tre livelli di evoluzione del cervello umano ed è il più primitivo tra di essi. 

Questo antico strato cerebrale, condiviso con gli animali a sangue freddo, in particolare i vertebrati e i rettili inferiori, è responsabile della regolazione delle funzioni vitali e dei bisogni naturali. 

Composto dal cervelletto e dal tronco cerebrale, il cervello rettiliano favorisce i sensi, con particolare enfasi sull'olfatto, il gusto e il tatto, svolgendo un ruolo cruciale nella salvaguardia dell'individuo e della specie.

Tuttavia, il cervello rettiliano è noto per la sua incapacità di adattamento, rimanendo insensibile all'esperienza. Questa caratteristica deriva dal fatto che il cervello primitivo ha accesso solo alla memoria a breve termine, operando secondo schemi rigidi e stereotipati

In altre parole, una stessa stimolazione produrrà sempre la stessa risposta, poiché il cervello rettiliano agisce basandosi su automatismi. Questa risposta è in gran parte non verbale e mira a fornire una reazione immediata al presente, come l'attacco per difendersi, la fuga se si percepisce una minaccia, o l'immobilità quando gli automatismi non prevedono una risposta appropriata. 

Il cervello rettiliano, quindi, rappresenta la parte più primordiale del nostro sistema nervoso, che, sebbene essenziale per la sopravvivenza, spesso opera al di fuori della sfera della coscienza e del pensiero razionale.

Rettiliano significato 

Il termine "rettiliano" è spesso utilizzato in contesti pseudoscientifici, teorie del complotto e narrativa fantascientifica per riferirsi a una presunta specie o gruppo di individui con caratteristiche simili a rettili o rettili antropomorfi. 

Queste teorie affermano che alcune persone o figure influenti, spesso nella politica o nell'élite globale, sarebbero in realtà rettiliani che si celano dietro una forma umana. 

Questa idea è completamente priva di fondamento scientifico ed è ampiamente considerata una teoria del complotto senza prove concrete.

In contesti legati alla psicologia e alle neuroscienze, il termine "cervello rettiliano" è utilizzato per riferirsi a quella parte più primitiva del cervello, spesso chiamata il "cervello retto" o il "cervello primitivo," che condividiamo con i rettili e che regola i comportamenti istintivi e le funzioni vitali. 

Questo utilizzo è basato su una classificazione anatomica e funzionale del cervello umano, ed è molto diverso dalla connotazione pseudoscientifica del termine "rettiliano" menzionata in precedenza.

Istinto e cervello rettiliano

Il cervello rettiliano gioca un ruolo cruciale nella regolazione degli istinti umani: le radici profonde dell'istinto umano risiedono nel cervello rettiliano, che agisce secondo schemi rigidi e stereotipati.

Gli istinti, o comportamenti innati, sono risposte automatiche e innate a stimoli specifici, e il cervello rettiliano è il principale attore dietro la loro manifestazione.

Il cervello rettiliano presiede infatti le funzioni legate alla sopravvivenza biologica dell’individuo, respirazione, battito cardiaco, funzioni involontarie corporee ed è fondamentale per le forme di comportamento stabilite geneticamente, quali:

  • scegliere il luogo dove abitare;
  • prendere possesso del territorio;
  • cacciare;
  • ritornare alla propria dimora;
  • accoppiarsi;
  • subire l’imprinting;
  • formare gerarchie sociali. 

L'istinto di combattere per difendersi, di fuggire quando si percepisce una minaccia o di rimanere immobili quando gli automatismi non prevedono una risposta specifica, sono tutti processi guidati dal cervello rettiliano

Il sistema limbico: il cuore delle emozioni e della memoria

Il sistema limbico, situato all'interno del lobo temporale del cervello, è una complessa struttura che comprende diversi centri e componenti, con particolare enfasi su tre elementi chiave:

Comunemente noto come il "cervello emotivo", questo sistema gioca un ruolo cruciale nella regolazione delle emozioni e nel soddisfacimento del nostro bisogno di sentirsi al sicuro.

Il sistema limbico è responsabile di valutare le emozioni scaturite dalle situazioni e di rispondere rapidamente con una risposta emotiva appropriata, spesso in meno di 100 millisecondi e in gran parte in modo non consapevole

Un'altra funzione fondamentale del sistema limbico è quella legata alla memoria e all'apprendimento. L'ippocampo, in particolare, svolge un ruolo chiave nel trasferimento delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. 

Questo processo di memorizzazione è essenziale per evitare situazioni percepite come dolorose e per cercare esperienze piacevoli.

Inoltre, il sistema limbico integra il sistema neuroendocrino e il sistema nervoso vegetativo, contribuendo alla regolazione delle funzioni corporee e delle risposte allo stress

Infine, svolge un ruolo centrale nella percezione del gusto e dell'olfatto, contribuendo così alla nostra esperienza sensoriale complessiva. 

Nel complesso, il sistema limbico è una componente vitale del cervello umano che regola emozioni, memoria, apprendimento e risposte fisiologiche, influenzando profondamente il nostro comportamento e le nostre esperienze quotidiane.

Cervello neocorticale e neocorteccia: la sede della ragione e dell’intelligenza

Il cervello neocorticale, il più recente in termini di evoluzione, è anatomicamente situato nella neocorteccia ed è condiviso con mammiferi superiori, come balene, delfini e scimpanzé.

Questa parte del cervello è il luogo in cui si sviluppano alcune delle caratteristiche distintive dell'umanità, tra cui:

  • linguaggio;
  • pensiero;
  • analisi;
  • processi decisionali. 

La neocorteccia è la sala di comando del cervello umano, in quanto immagina, crea, e proietta verso il futuro. È il centro dell'adattamento, della plasticità e della creatività, ed è il principale attore nella risoluzione di problemi complessi.

Il cervello neocorticale si caratterizza per la sua curiosità, flessibilità e razionalità. È qui che si trova l'intelligenza emotiva, che consente di gestire le emozioni in modo consapevole, evitando di essere sopraffatti, come può accadere nel sistema limbico. 

La neocorteccia permette di esprimere opinioni personali in modo stabile e di trasformare gli impulsi come la fuga o l'aggressività in comportamenti assertivi, facilitando così la risoluzione dei conflitti attraverso la mediazione.

In questa parte del cervello risiede la coscienza e il libero arbitrio, che consentono di compiere scelte consapevoli, spesso andando oltre le spinte biologiche e pulsionali. 

Tuttavia, il cervello neocorticale è anche noto per essere più lento rispetto ai due livelli precedenti nel processare e rispondere agli stimoli, richiedendo tempo per valutare attentamente le situazioni e le opzioni disponibili. 

In questo senso, rappresenta la sede del pensiero razionale, della pianificazione a lungo termine e del controllo cosciente sul comportamento.

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Fonti

  • D’Aliesio, D. M. (2017). La Teoria del Cervello Tripartito di MacLean e le possibili connessioni con: la Piramide dei Bisogni di Maslow & la Seconda Topica di Freud.
  • Sardella, A. Le Basi Neurofisiologiche del Controllo Sociale di Massa.
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Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

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Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

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Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.