Che tipo di procrastinatore sei? Capire la procrastinazione per contrastarla

Scopri che tipo di procrastinatore sei e impara come contrastare questa tendenza. Esplora con noi le diverse motivazioni e comportamenti alla base della procrastinazione e scopri strategie pratiche per superare questa abitudine dannosa.

Ti definisci un procrastinatore? Ti capita spesso di rimandare continuamente delle decisioni importanti o delle cose che dovresti fare con urgenza finché non è troppo tardi o non arrivi proprio all’ultimo secondo? Ti sei mai chiesto perché lo fai e come mai non riesci a imparare la lezione? Se ti riconosci in questa situazione e vorresti saperne di più, questo articolo fa per te.

La procrastinazione, infatti, non è un concetto semplice come sembra, dal momento che non si tratta di pura negazione dell’azione, e nemmeno di insicurezza fine a se stessa. Anche se chi ti osserva dall’esterno e conosce questo tuo modo di agire probabilmente vede confusione, indeterminazione e una modalità molto pressapochista di condurre l’esistenza. Tu, invece, vivi un continuo rimuginio e la procrastinazione, più che una via di fuga, è una trappola che ti fissa su ciò a cui non vuoi pensare. Ecco perché è importante conoscere questa dinamica per saperla contrastare.

La sofferenza del procrastinatore: cosa succede in questo continuo rimandare?

Prima di tutto, vediamo quali sono gli effetti del procrastinare. Questa condotta comporta un continuo rimandare il da farsi, indipendentemente dall’importanza della questione. Ma è proprio questo il nodo centrale: l’attesa non fa altro che mantenerci intrappolati in una condizione che non è quella che vogliamo, che non rispecchia la vita che desideriamo ma proprio l’immobilità rispetto all’obiettivo da raggiungere. In pratica, il procrastinatore è come un cane che si morde la coda, è l’artefice della sua stessa sofferenza.

Non che lo faccia apposta: vorrebbe smettere di comportarsi così, vorrebbe agire invece di concentrarsi esclusivamente sul rimuginio, ma la procrastinazione è un’abitudine talmente solida e radicata in profondità che ogni sforzo teso a modificarla si rivela inutile perché la volontà non è mai sufficiente a contrastarla. Al contrario, rimandare le azioni (ma non le preoccupazioni: quelle ci sono sempre, e chi dice il contrario mente!) è qualcosa che si fa in modo talmente automatico che non richiede nessuno sforzo.

Per uscirne, invece, vengono richiesti impegno e autodisciplina, oltre a un certo tempo per stabilizzare i progressi. Se questi fattori mancano, l’azione subisce un blocco e il procrastinatore rischia di perdere il contatto con la sua realtà.

Come non essere più un procrastinatore

Il continuo rimandare del quale il procrastinatore ha fatto la sua abitudine preferita e il suo modus operandi tipico è solo apparentemente, e molto in superficie, un allontanamento dai problemi, dato che in realtà è una condotta che può soltanto peggiorare la soluzione e, di fatto, se allontana da qualcosa non è dai problemi, da dagli obiettivi e dalla possibilità di vivere una vita piena.

Al contrario, seguendo l’automatismo a procrastinare i pensieri intrusivi perseguitano l’individuo, introducendo anche sentimenti negativi come il senso di colpa e la mancanza di fiducia per il futuro. Di fatto, ciò che accade è la formazione di un circolo vizioso che alimenta una sensazione di essere bloccati, imprigionati all’interno di un’esistenza che ci rende insoddisfatti e tristi. I risvolti negativi sono evidenti, prima di tutto per il procrastinatore, in secondo luogo per coloro che lo circondano.

Ma interrompere il circolo non è impossibile: il primo passo per porre rimedio a questa condizione è prenderne consapevolezza, esaminando il proprio comportamento e notando le conseguenze che, nel concreto, produce. Un buon punto di partenza può essere il nostro corpo: ogni sua fibra parla e, quando siamo stressati, in ansia o soffriamo per qualcosa, il corpo ce lo urla, vuole farcelo capire e la maniera che trova è lo sviluppo di specifici sintomi, correlati ad altrettante emozioni.

Chi è il procrastinatore?


Se ti riconosci nella figura del procrastinatore, sappi che questo non è sufficiente per passare all’azione: prima devi imparare a capire la fonte della procrastinazione, da dove deriva e cosa la motiva. Ci sono, infatti, diverse categorie di procrastinatore, e ciascuna è mossa da motivazioni differenti.

Il procrastinatore insicuro

La prima motivazione che può essere alla base della procrastinazione è l’insicurezza, che può essere rivolta al giudizio degli altri o al giudizio che la persona ha di . Fondamentalmente, quindi, si tratta della paura di fallire, che può compromettere l’immagine che gli altri hanno dell’individuo oppure la propria autostima, che in questi casi è già carente. La difficoltà ad agire, per questo motivo, si presenta soprattutto in un tipo di situazioni, quelle che possono comportare un cambiamento in un aspetto della propria identità.

Il procrastinatore perfezionista


Per certi versi simile alla categoria precedente, il procrastinatore perfezionista condivide un sentimento ansioso alla base del suo posticipare l’azione, e anche una certa dose di insicurezza che, però, è volta alla ricerca del risultato migliore possibile. Il perfezionista, infatti, dedica moltissimo tempo ed energie a cercare di immaginare tutte le possibili variabili che possono intervenire e agli scenari alternativi che si possono presentare.

Il suo modo di procedere, in ogni caso si rivela controproducente, dal momento che in genere viene scoraggiato dal quantitativo di dettagli che non rispecchiano il modo ideale in cui, nella sua testa, sarebbero dovute andare le cose, quindi si trova costretto a rinunciare, perché non è in grado di contemplare nessun esito che no sia il massimo possibile. Se non può ottenere la perfezione, preferisce gettare la spugna.

Questa condotta, ovviamente, risente anche del giudizio esterno, che teme intensamente. Il procrastinatore perfezionista si angoscia pensando a cosa potranno mai pensare gli altri quando avrà portato a termine ciò che sta facendo senza aver raggiunto il massimo, e qualsiasi altro risultato non è in grado di soddisfarlo.

Il procrastinatore pigro

Forse, invece, sei il tipo più classico di procrastinatore, ovvero quello pigro, che ha come motto il fare tutto all’ultimo, quando quasi non c’è più tempo, adducendo la scusa che lavora meglio quando sente il fiato sul collo. In realtà è una persona che ha pensieri ricorrenti di dover fare determinate cose, che però non fa semplicemente per mancanza di voglia. Questa condotta è trasversale a tutti gli aspetti della vita, dal portare a termine dei progetti rispettando delle scadenze (in questi casi la paralisi è completa) fino all’iniziare la giornata: sono persone che tipicamente rimandano anche la sveglia al mattino, fino a quando non hanno speso ogni secondo utile prima di uscire di casa di corsa.

Quando si tratta di raggiungere una meta, questo tipo di procrastinatore non ha le idee molto chiare, anzi solitamente affronta tutto con disorganizzazione e approssimazione, proprio per via della mancanza di motivazione a uscire dalla zona di comfort nella quale si sente a suo agio: detesta i cambiamenti.

Il procrastinatore disorganizzato

A proposito di disorganizzazione, anche il procrastinatore disorganizzato fatica a mettere insieme dei piani d’azione. O meglio, li fa, e li studia anche nel minimo dettaglio: il problema è che il più delle volte sono irrealistici, non realizzabili. Ma questa non è propriamente la sua versione: il procrastinatore disorganizzato, infatti, afferma di non avere mai tempo per fare le cose per bene e, di conseguenza, entra in uno stato di panico appena deve fare i conti con un imprevisto anche minimo che rischia di scombussolare i suoi piani caotici e abbozzati. Ecco perché, nonostante sia sempre impegnato nel perseguimento di mille progetti, non riesce mai a concludere nulla.

Il procrastinatore sognatore

Infine, il procrastinatore sognatore si differenzia dagli altri tipi per via del suo atteggiamento, che è molto positivo e ottimista. Ma questo è anche il suo limite, dal momento che perde così tanto tempo a fantasticare e pianificare tutto, che perde facilmente di vista l’obiettivo e, di fatto, non riesce a concretizzare nulla.

La sua dedizione alla fase preparatoria include l’acquisto di manuali o libri specifici sull’argomento che gli interessa. A seconda del tipo di progetto, si iscrive a corsi e provvede a rifornirsi di tutto il necessario ma, quando arriva al dunque, ogni ostacolo viene vissuto come insormontabile e l’entusiasmo si affievolisce facilmente. Questa dinamica risulta molto stressante e incide in maniera profonda anche sulla considerazione che la persona ha di sé e sulla propria autoefficacia. Il procrastinatore sognatore, quando viene disilluso, inizia a temere i fallimenti e a percepirsi come persona incapace di portare a termine degli obiettivi arrivando, in certi casi, anche ad avere delle fratture identitarie.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.