Amartofobia: significato, cause e rimedi della paura di sbagliare

Amartofobia è la paura persistente di commettere errori, accompagnata da un’intensa ansia legata alla possibilità di fallire e al timore del giudizio altrui.
paura di sbagliare

In gergo tecnico, l’amartofobia viene definita come la paura di sbagliare. In realtà, il soggetto amartofobico non ha solo paura di sbagliare e di commettere errori, ma sperimenta una profonda ansia legata all’idea del fallimento e del giudizio altrui.

Tale paura può causargli pensieri intrusivi e ricorrenti, rimuginio e altre sintomatologie legate all’ansia e nei casi più gravi addirittura al panico.

In breve: 

Scendiamo più nel dettaglio, andando ad analizzarne la sintomatologia, le cause e proponendo alcune ipotesi di cura. Una volta letto l’articolo, speriamo che tutti i tuoi dubbi su questa condizione siano chiariti e che possa esserti utile nel comprendere e affrontare l’amartofobia, se la stai vivendo o se conosci qualcuno che ne è affetto.

Amartofobia: la paura di sbagliare

Tutti abbiamo paura di sbagliare. L’errore partecipa della vita quotidiana di ogni individuo e può assumere le forme più svariate: errore in ambito lavorativo, relazionale, personale, etc.

La maggior parte delle persone è capace di rapportarsi alla paura di sbagliare come ad una possibilità tra le altre, che non pregiudica la vita quotidiana e non paralizza l’azione.

Al contrario, per l’amartofobico la paura di sbagliare è fonte di un’ansia continua e incontrollabile, che può arrivare ad impossibilitare i più semplici compiti quotidiani e, naturalmente, anche i progetti a lungo termine.

Sbagliare è normale?

Fin da bambini, siamo portati a crescere con l’idea che l’errore sia sinonimo di fallimento personale. Così, quando sbagliamo un compito o non riusciamo ad ottenere gli obiettivi desiderati, finiamo per formulare giudizi di auto-svalutazione su noi stessi e sulle nostre capacità.

Es. Se fallisco un colloquio, posso essere portato a credere di non valere abbastanza per far parte di una certa azienda. 

In realtà, il fallimento non è altro che una conseguenza diretta dell’azione.

Finché vi sono dei tentativi, vi è anche spazio per la possibilità dell’errore e dello sbaglio. Normalizzare la possibilità di agire e di sbagliare – e addirittura di fallire – è allora fondamentale per rapportarsi in modo sano alla vita quotidiana.

La causa dell’amartofobia

Qual è la causa dell’amartofobia? Il discorso è complesso e chiama in causa l’idea di perfezionismo esistenziale. 

Di che cosa si tratta?

In parole povere, il perfezionismo esistenziale è una filosofia di vita che ci induce a desiderare la perfezione e la completezza in ogni ambito della nostra vita. Facciamo un semplice esempio relativo alle relazioni interpersonali:

  • Quando costruiamo un rapporto con un/una partner, siamo portati a pensare che questo rapporto non debba essere mai causa di conflitti o di incomprensioni.

Ecco che, alla prima difficoltà, sentiamo il bisogno di allontanarci dal nostro/dalla nostra partner. Che cosa faremo, allora?

Molto probabilmente, per soddisfare il nostro ideale, costruiremo un nuovo rapporto con un nuovo partner. Sarà tardi quando ci accorgeremo che anche in questa relazione andremo incontro a difficoltà, incomprensioni, errori: dato che questi elementi sono assolutamente normali non solo nelle relazioni ma in ogni ambito della nostra vita.

Invece di fuggirne, dovremo tentare di affrontarli con maturità emotiva e nel migliore dei modi.

La ricerca della perfezione

Fino a quando cercheremo la perfezione, non faremo altro che tornare al punto di partenza: in un circolo vizioso causato dall’impossibilità di accettare l’oscurità e l’ombra come parte dell’esistenza umana.

La stessa cosa vale nel caso dell’amartofobia: la fobia di fallire è almeno in parte causata da un perfezionismo generazionale che ci riguarda tutti sempre più da vicino.

Altre cause

Altre cause dell’amartofobia possono comprendere:

E altri fattori legati all’insicurezza del soggetto nelle proprie capacità.

Soluzioni per l’amartofobia

La paura irrazionale di fallire, potrebbe portare il soggetto fobico a evitare taluni comportamenti per evitare anche la potenziale situazione fallimentare (cioè la situazione stressante).

In tal senso, l’amartofobico può mettere in pratica alcune soluzioni disfunzionali, come:

  • l’evitamento dell’azione e/o l’isolamento.

A lungo andare, questa tentata soluzione non farà altro che acuire il problema, portando l’amartofobico a chiudersi in una gabbia di ferro e, nei casi più gravi, a tagliare i contatti con il mondo esterno.

Soluzioni funzionali

Tra le soluzioni funzionali, compare invece la possibilità di cominciare un percorso terapeutico che vada a scavare nel vissuto del soggetto fobico. Attraverso il lavoro in studio, il soggetto potrà così comprendere le cause profonde del suo disagio e tentare di agire in vista della guarigione.

Altre soluzioni funzionali comprendono: 

  • terapia cognitivo-comportamentale;
  • terapia breve strategica.

Rimane comunque centrale fornire al soggetto amartofobico un supporto funzionale. A questo riguardo, i familiari e gli amici del paziente potrebbero tentare di aiutarlo sostituendolo nei compiti quotidiani (sostituzione). Questa soluzione, solo all’apparenza utile, in realtà priva il soggetto della sua autonomia e radicalizza il processo di auto-svalutazione.

Conclusione

In conclusione, l’amartofobia è un disturbo complesso che può venire inquadrato all’interno dei disturbi d’ansia sociale. Se stai sperimentando questa o altre fobie, ti consigliamo di rivolgerti ad uno specialista il prima possibile.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.