Amare sé stessi per amare gli altri: come imparare a farlo

A tutti può capitare, in un certo momento della vita, di sentirsi fragili, angosciati, perennemente immersi in uno stato d’animo negativo fatto di senso di colpa e sensazione di essere indegni di amore. In queste circostanze l’autostima subisce un duro colpo, ma è importante imparare (o reimparare) ad amare sé stessi, e di seguito vedremo come.

Amare sé stessi: un’arte e un’arma

Quella di riuscire ad amare sé stessi è la strategia sana e funzionale da utilizzare nei momenti di crisi, in cui tutte e certezze crollano e abbiamo bisogno di aggrapparci a qualcosa mentre sentiamo la terra mancare sotto i piedi. È questo il processo che ha luogo, ad esempio, quando usciamo da una relazione tossica in cui eravamo completamente dipendenti dal partner a livello emotivo. Ed è proprio qui che interviene quel senso di colpa, che ci aggancia nuovamente all’altro. La sensazione di non essere degni di amore ci fa rimpiangere quello che abbiamo perso perché, anche se con mille difetti, quella relazione esisteva ed era tutto ciò che potevamo avere, perché non meritiamo altro.

Tutti questi ragionamenti sono disfunzionali, ma perfettamente normali se stai uscendo da una relazione di dipendenza affettiva. La base per ricominciare a prendere il controllo della tua vita, per essere una persona autonoma in grado di badare a sé stessa e gestire le sue emozioni, sei tu e l’amore che sei in grado di darti.

Amare sé stessi significa prima di tutto prendersi cura del proprio benessere, cercando ciò che ci fa stare bene e allontanando ciò che ci fa soffrire. Arrivare a questo risultato è un percorso lungo e difficile, che richiederà di accettare ogni sfumatura della tua personalità e ogni aspetto di te, inclusi i difetti. Per amarti, dovrai imparare a non giudicarti e ad agire per il tuo bene.

Ciò significa che devi astenerti dal giudicare le scelte che hai fatto e gli errori che hai commesso. Sii un osservatore esterno e guarda con distacco ciò che è successo: riuscirai a suddividere più lucidamente la tua parte di responsabilità da quella che deve essere attribuita ad altro (o ad altri). Per quella che è la tua responsabilità, perdonati: sei una persona, e le persone sbagliano. Rivolgi la stessa compassione che offri sempre agli altri a qualcun che se la merita davvero: a te.

Cosa succede a non amare sé stessi?

Se non impari ad amare te stesso, quali saranno le conseguenze? Uno dei segni inequivocabili che una persona non si ami è un’autostima bassa: questo significa che è a conoscenza dei suoi difetti e non riesce ad accettarli come parte della sua persona, li vede come mancanze che la fanno sentire perennemente inadeguata e insicura. Ma questo fatto ha anche conseguenze più gravi: un’autostima bassa offusca la visuale sui talenti e sulle qualità positive, rendendo la persona cieca a essi.

La conseguenza diretta di questo modo di percepirsi come difettuale sarà una costante paura di non essere abbastanza, che a sua volta conduce a limitazioni e a chiusure di possibilità di azione. Quella delle persone che non si amano è una vita vissuta a metà, perché si precludono esperienze, amicizie, relazioni, opportunità, nella convinzione di non esserne all’altezza. Ma l’amore per sé stessi si può conquistare.

Amare sé stessi e amare gli altri

Amare sé stessi non significa essere egoisti, ma semplicemente fare del proprio benessere un valore da raggiungere, un obiettivo da conquistare, per poter condurre una vita serena e appagante.

Al contrario, una frase che sentiamo dire spesso è che non possiamo amare gli altri se non sappiamo amare noi stessi. Questo è evidente in amore: una relazione si basa sul donare ciascuno una parte di sé all’altro, ma una persona con bassa autostima non lo può fare, perché avrà costantemente bisogno di ricevere amore senza mai riuscirne a dare veramente. Piuttosto questa fragilità la espone a sviluppare una dipendenza affettiva, in cui l’altro viene visto come ancora di salvezza, non come oggetto d’amore, come qualcosa di cui non si può fare a meno per potersi reggere in piedi e sentirsi, in qualche modo, qualcuno, con uno specifico posto nel mondo.

Cosa serve per amare sé stessi e gli altri

Amare sé stessi non è qualcosa che tutte le persone sanno fare in modo istintivo: alcune devono imparare questa pratica. Quindi, per poterlo fare, bisogna svolgere degli esercizi per sviluppare le abilità fondamentali che devono essere coltivate per poter amare davvero sé stessi, esattamente come faremmo in una relazione d’amore con un’altra persona.

Il primo fondamento per una storia d’amore è la comunicazione, che deve essere matura e sincera affinché si possa permettere all’altro di conoscerci. Ma l’amore è anche rispetto reciproco: non si può plasmare l’altra persona come si vorrebbe che fosse o recriminarle ciò che non è, perché l’amore è accettarsi esattamente come si è, e questo vale sia verso sé stessi che verso gli altri. Ma si è in grado di applicare questo principio in una relazione a due solo se ci si sente pienamente indipendenti e non si avverte, quindi, il bisogno di farsi dominare dall’altro.

Amare è quindi libertà: sia da parte dell’altra persona di poter esprimere sé stessa al suo pieno potenziale, sia di scegliere di rimanere in una relazione o meno. Questo deve valere sempre per entrambi i membri. Infine, se si decide di stare in una relazione, amare è anche un’azione che viene portata avanti attivamente attraverso il prendersi cura, dell’altro ma anche di sé stessi.

Le regole per amare sé stessi

Come abbiamo visto, amare sé stessi e gli altri sono due capacità fortemente intrecciate e, in un certo senso, una è il presupposto dell’altra. Per poter vivere una relazione appagante è necessario rafforzare la capacità di amare sé stessi, applicando alcune semplici regole.

Prima di tutto, impara a dedicare più attenzione al tuo corpo e alla tua mente, diventando pienamente consapevole di tutto ciò che provi e che ti dà emozioni: impara a conoscerti meglio per capire esattamente quali sono i tuoi bisogni. Una volta che avrai acquisito consapevolezza, potresti vedere delle cose che non ti piacciono: tutti abbiamo pregi e difetti, cose di cui ci pentiamo e scelte sbagliate alle spalle. Esci dal circolo dell’autocolpevolizzazione e rivolgiti delle parole gentili, confortanti e non giudicanti. Pensa piuttosto a come puoi rimediare a ciò che non ti piace e perdonati per le tue mancanze.

Una volta che avrai capito cosa ti fa stare bene, prenditi cura di te steso, se necessario devi mettere davanti la tua salute e il tuo benessere alle necessità degli altri o ai loro capricci. È fondamentale che tu riesca a fissare dei limiti: stabiliscili in modo chiaro, come una regola che non può mai essere violata e, se ne hai bisogno, impara a dire di no agli altri. È un tuo diritto prenderti lo spazio che ti appartiene.

Soprattutto, se stai vivendo una relazione che non ti sta dando amore, con una persona che assorbe tutte le tue energie ed emozioni positive, allontanati, anche se può farti inizialmente soffrire. Ricordati che puoi sempre scegliere di non amare una persona e la tua libertà viene prima di tutto.

Una volta che avrai conquistato la tua libertà, cerca la via dell’autenticità, scoprendo veramente chi sei e facendo fiorire tutte le tue potenzialità. La strada da seguire è quella di integrare il corpo, la mente e le emozioni nella consapevolezza che sono questi elementi a definire chi siamo.

Infine, anche se ti sembra innaturale, pensa ogni giorno a quello che hai, quello che ti rende la persona che sei e che ha il potere di renderti felice. Pensa alle cose belle che ti fanno provare un senso di gratitudine: forse non ci fai caso da troppo tempo, ma vedrai che sono più di quante pensi.

Inizialmente ti sarà difficile applicare questi suggerimenti: puoi sempre iniziare in maniera graduale, concentrandoti su un punto per volta.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.