Le capacità relazionali: la cassetta degli attrezzi per una vita sociale soddisfacente

Essere soddisfatti delle relazioni sociali che si intrattengono ogni giorno nella vita privata è fondamentale per il benessere psicofisico. Ma per farlo è indispensabile possedere delle capacità che si pongono a metà strada tra l’ambito cognitivo e quello sociale, che sono appunto dette capacità relazionali.

Una parte dei esse consiste nelle capacità interpersonali di base, ovvero quelle fondamentali per portare a termine in modo efficace gli scambi che continuamente capita di avere con altre persone. Ma questo è sufficiente per sapersi comportare in maniera adeguata e sentirsi competenti, non basta per sentirsi realizzati insieme agli altri.

Se l’argomento ti incuriosisce, continua a leggere: nel nostro articolo troverai molti esempi di capacità relazionali, potrai capire come si applicano e alcuni suggerimenti su cosa puoi fare per svilupparle.

Che cosa solo le capacità relazionali?

Prima di tutto, inquadriamo il concetto di cui stiamo parlando, cercando di dare una definizione alle capacità relazionali. Queste, anche dette abilità sociali, consistono nel saper applicare dei comportamenti e delle competenze che consentono di interagire con gli altri in maniera corretta, al fine sia di ottenere un obiettivo nell’immediato e concludere lo scambio in maniera fluida, sia di riuscire a costruire, nel corso del tempo, dei rapporti profondi e basati su una comunicazione efficace, trasparente e dei sentimenti sinceri, che includano il rispetto reciproco e la fiducia.

Chi possiede delle buone abilità sociali, quindi, è facilitato nella vita di tutti i giorni perché riesce a catturare la benevolenza delle persone e a evitare contrasti. Viceversa, chi è più carente in questo aspetto avrà maggiori probabilità di difficoltà nelle relazioni, sia nel breve che nel lungo termine, e può darsi che si senta inadeguato da questo unto di vista. Questo sentimento contribuisce ad alimentare l’insicurezza che, a sua volta, favorisce il circolo dell’evitamento in cui la persona cerca ripetutamente di fuggire le interazioni con gli altri perché ha delle aspettative negative, è certo che qualcosa andrà storto.

Queste attese pessimistiche possono trasformarsi in una profezia che si autoavvera, facendo partire la persona talmente scoraggiata da indurla a non impegnarsi nella buona riuscita e nel raggiungimento del suo obiettivo: con queste premesse è inevitabile il fallimento. In altri casi, l’individuo semplicemente rinuncia, escludendo dalla sua vita tutte le situazioni sociali che potrebbero metterlo in imbarazzo e attuando una progressiva chiusura che, in casi estremi, può condurre all’isolamento.

Le capacità relazionali, quindi, non comprendono solo la conoscenza delle regole sociali per evitare gaffe e liti, ma anche quelle che consentono di sviluppare dei rapporti soddisfacenti. Una volta inquadrate, possono essere sviluppate entro un certo limite e con strumenti adeguati.

Capacità relazionali e interpersonali: alcuni esempi

Per prima cosa, può essere utile individuare quali sono le specifiche capacità relazionali in cui pecchi.

  • Fondamentale, ad esempio, è saper comunicare in modo efficace. Si tratta di una capacità interpersonale che ti consente di trasmettere esattamente il messaggio che desideri, in maniera adeguata al contesto e al tuo interlocutore. È quindi un’abilità dinamica e versatile, che consente di esprimere opinioni riuscendo a farsi comprendere e, allo stesso tempo, permette di gettare le basi per un interessante confronto in cui entrambe le parti sono coinvolte in un ascolto attivo e rispettoso.
  • Strettamente legata alla comunicazione efficace è l’assertività, che possiamo definire come un insieme di comportamenti e atteggiamenti che esprimono una pacata decisione. La persona assertiva comunica chiaramente le sue idee senza farsi influenzare dagli altri, nemmeno se tutti la pensano diversamente. Nel farlo, non pretende di convincere nessuno né di imporre il suo pensiero, ma mira a condividerlo e ad ascoltare quello degli altri per trovare un confronto costruttivo. La persona assertiva è anche capace di chiedere aiuto senza pretenderlo e di dire no senza essere scortese. Questo perché conosce e accetta ogni aspetto di sé, senza vergognarsene e senza temere il giudizio degli altri. Inoltre, si assume la responsabilità delle sue azioni e, per questo, non prova senso di colpa. È fondamentale non confondere l’assertività con l’arroganza: sono due concetti molto diversi.
  • Sono capacità relazionali anche tutte quelle che vanno sotto il cappello dell’intelligenza emotiva, ovvero che coinvolgono le emozioni, sia la loro espressione che la comprensione e il riconoscimento. È importante, ad esempio, saper esprimere e comunicare in maniera coerente i propri stati d’animo, così da rendere trasparente l’interazione. Al contrario, reprimere sentimenti ed emozioni rappresenta un ostacolo per la soddisfazione sociale. Allo stesso modo, la conoscenza del proprio mondo emotivo aiuta a comprendere meglio quello degli altri, attraverso l’ascolto attivo e la pratica dell’empatia, che facilitano molto l’avvicinamento tra due persone e il rafforzamento del loro legame.
  • A livello lavorativo, invece, possono essere utili le capacità di cooperazione. Un buon leader deve sapere mitigare i conflitti per mantenere l’armonia nella sua squadra, ma anche dare a tutti modo di esprimersi e attribuire a ciascuna opinione la stessa importanza. In un gruppo paritario, invece, sono essenziali capacità pratiche, come la predisposizione a risolvere i problemi, la capacità di prendere decisioni sia in autonomia che collettivamente e, infine, anche saper seguire le istruzioni in caso di necessità.

Sviluppare le capacità relazionali

Come abbiamo detto, le capacità relazionali sono fondamentali per stare bene, perché le relazioni costituiscono la base della nostra vita di ogni giorno e permeano la nostra esistenza con la loro onnipresenza. Intratteniamo scambi sociali perfino quando andiamo a fare la spesa o in posta, quando prendiamo il treno e, ovviamente, quando lavoriamo, stiamo in famiglia, andiamo a una cena tra amici e, in ogni momento, ci viene richiesto di essere adeguati, nonostante la diversità delle situazioni possibili sia quasi disarmante.

A seconda delle situazioni, le abilità richieste sono diverse e pensare di eccellere in tutte sembra impossibile. Ma questo non vuol dire che ti devi accontentare di rimanere entro i tuoi limiti: molte abilità sociali si possono rafforzare, ma prima un accenno su come si sviluppano naturalmente.

Come si sviluppano le capacità relazionali?

Avrai notato che ci sono persone più brave in alcune capacità interazionali e altre che peccano in queste ma sono migliori in altre. Questo potrebbe farti pensare che ciascuno di noi nasce con un corredo di abilità che poi deve solamente emergere, ma rimane più o meno stabile nel corso della vita. Non è affatto così: le capacità relazionali non sono innate, ma si acquisiscono nel corso dello sviluppo, attraverso la pratica.

Lo sviluppo, naturalmente, inizia nell’infanzia, già durante le prime interazioni tra mamma e bambino, in cui il piccolo apprende i rudimenti delle emozioni, la loro espressione e gli effetti che produce sugli altri. Di conseguenza, impara anche che può modulare queste espressioni per ottenere qualcosa o per comunicare un messaggio. Man mano che si cresce le capacità relazionali diventano più complesse e raffinate, perché maggiore è la richiesta che arriva da un contesto sempre più articolato.

Da adulti le possibilità di apprendimento, generalmente, non subiscono una crescita, ma gli strumenti che la persona può avere a disposizione sono altri, come la psicoterapia.

Allenare le capacità relazionali: gli effetti positivi

Abbiamo detto che le capacità interpersonali si acquisiscono con l’esperienza, ma ovviamene persone diverse hanno fatto esperienze diverse, e quindi alcuni hanno avuto minori possibilità di altri di apprendere alcune abilità. Sono soprattutto empatia e assertività le capacità che più facilmente risultano carenti, ma entrambe sono importantissime per avere relazioni soddisfacenti e profonde e per raggiungere i propri obiettivi.

Le mancanze possono predisporre a una maggiore insoddisfazione e a una percezione di incompetenza, ma cosa può fare, ad esempio, un training assertivo? In altre parole, quali sono i benefici degli interventi che si propongono di sviluppare le capacità relazionali?

  • Auitano a prendere maggiore consapevolezza di emozioni, pensieri e comportamenti;
  • sviluppano la comunicazione efficace di opinioni e sentimenti, rendendo i rapporti e le interazioni sinceri e basati sulla fiducia;
  • aumentano l’autostima e il senso di autoefficacia, ovvero la percezione della propria competenza;
  • minimizzano l’interferenza dell’ansia data da eventi sociali che in precedenza si trovavano potenzialmente rischiosi;
  • di conseguenza, la vita sociale diventa più attiva e soddisfacente e la persona riesce a circondarsi di relazioni appaganti, basate sul rispetto reciproco, sulla comprensione e sulla trasparenza.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.