I terrori notturni, o terrori del sonno, sono delle perturbazioni del sonno non patologiche, frequenti sia tra i bambini, che gli adolescenti. Possono comparire anche negli adulti e non hanno una conseguenza immediata. Si verificano nella fase del sonno profondo, lasciando un’amnesia parziale oppure totale.
Cosa sono i terrori notturni e chi ne soffre
I terrori notturni, chiamati anche pavor nocturnus, sono una tipologia di parasonnia. Questi disturbi del sonno provocano un comportamento irregolare durante il riposo, e colpiscono con maggiore frequenza i bambini fra i 3 e i 12 anni, ma possono estendersi sino all’età adulta. In alcuni casi è possibile iniziare a soffrirne da adulti.
Chi soffre del pavor nocturnus può parlare nel sonno, ossia avere un sonniloquio, svegliandosi improvvisamente di notte urlando e piangendo in preda al terrore, con un’espressione spesso molto spaventata e lo sguardo fisso nel vuoto. La persona non riconosce in alcun modo chi gli sta accanto, persino i genitori o il partner. Se qualcuno tenta di toccarlo il terrore potrebbe peggiorare, scatenando una reazione violenta. La sudorazione è intensa, i muscoli sono tesi e si presenta una forte tachicardia.
Terminato l’attacco di terrore notturno, l’adulto o il bambino tornano generalmente a dormire e non conservano nessun ricordo. Gli episodi hanno una durata variabile che va dai cinque ai trenta minuti. Possono terminare con l’immediato addormentamento oppure con il risveglio confusionale.
Sintomi: come si manifestano
Come anticipato, la maggioranza delle persone che hanno un episodio di pavor nocturnus non ricordano niente poco dopo. Solitamente sono i familiari – dal partner ai genitori – a notare la presenza di disturbi del sonno.
I sintomi dei terrori notturni sono piuttosto chiari e comuni. Le persone che ne soffrono:
- sembrano svegliarsi in modo brusco, sedendosi oppure saltando giù dal letto;
- si agitano e dimenano;
- urlano per la paura o chiedono aiuto;
- sono arrossati o sudati;
- hanno pupille dilatate;
- respirano pesantemente;
- hanno un battito cardiaco accelerato;
- sembrano confuse e in preda al panico;
- parlano in modo incoerente;
- sono difficili da svegliare e consolare.
Altri sintomi comprendono:
- paralisi notturne;
- tremori durante il sonno;
- continui risvegli notturni;
- attacchi di panico notturni;
- tachipnea;
- risveglio con ansia e tachicardia.
Dopo l’episodio la persona potrebbe:
- riaddormentarsi come se non fosse accaduto nulla;
- avere poca oppure nessuna memoria dell’evento;
- sentirsi stanca o assonnata il giorno successivo.
Solitamente i terrori notturni si verificano nell’arco delle prime tre ore di sonno. Sia negli adulti, che nei bambini, si manifesta con maggiore probabilità in caso di:
- stress fisico o emotivo;
- uno stimolo eccessivo;
- privazione continuata del sonno;
- febbre;
- uso di alcol o droghe.
Le cause dei terrori notturni: perché succede
Le cause dei terrori notturni non sono ancora state individuate con certezza e a oggi sono ancora al centro di numerosi studi. Alcune ricerche hanno suggerito la presenza di un legame fra i terrori notturni e il neurotrasmettitore serotonina, ma anche l’esistenza di una storia familiare segnata dal disturbo.
Altri fattori che possono contribuire all’insorgenza del pavor nocturnus sono:
- un sonno interrotto;
- scarso riposo notturno.
Influiscono sul disturbo anche elementi e situazioni che possono disturbare il riposo, impedendo di restare addormentati o di addormentarsi, fra cui:
- jet lag o altre modifiche alla routine del sonno;
- un consumo di alcol o droghe;
- alcuni farmaci, come gli antidepressivi e gli stimolanti;
- un ambiente per dormire luminoso, rumoroso oppure eccessivamente caldo;
- la presenza di altri disturbi del sonno.
Soffrire di un altro disturbo del sonno dunque può aumentare le possibilità di soffrire di terrori del sonno, come:
- sindrome delle gambe senza riposo;
- disturbo del movimento periodico degli arti;
- apnea notturna;
- insonnia.
Fra i fattori di rischio legati ai terrori notturni ci sono anche alcune patologie mentali come:
- depressione;
- ansia;
- disturbo bipolare;
- disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
Alcuni farmaci inoltre possono contribuire all’insorgenza dei terrori del sonno come:
- benzodiazepine;
- antidepressivi;
- farmaci per la pressione sanguigna;
- stimolanti.
Incubi, terrori notturni e altri disturbi: come avviene la diagnosi
I terrori notturni non sono degli incubi intensi o drammatici. I terrori si verificano poco dopo che la persona si addormenta e durante la fase NREM, mentre gli incubi si manifestano nella fase REM. Vanno distinti inoltre dalla paralisi del sonno, un altro tipo di parasonnia che si verifica nel momento di transizione fra la veglia e il sonno.
Durante un episodio di paralisi del sonno, potresti avvertire la sensazione di una presenza pericolosa nella stanza, senza la possibilità di urlare o muoverti. Si tratta di un’esperienza difficile, ma che termina generalmente in pochi minuti. Al contrario se sperimenti i terrori notturni potresti trovarti a gridare, alzarti dal letto o agitarti. In alcuni casi dei soggetti affetti da questo disturbo arrivano anche a saltare dalle finestre oppure a cadere dalle scale.
Anche se i terrori notturni non lasciano un ricordo, possono avere comunque un impatto sul benessere e la salute della persona. Possono portare a una perdita di sonno, andando a influire sul riposo. Chi ne soffre potrebbe avere difficoltà a concentrarsi e sentirsi stanco. In particolare quando colpisce i bambini, questo disturbo può essere fonte di preoccupazione per tutta la famiglia, incidendo sulla qualità della vita.
Le persone che sperimentano il pavor nocturnus possono:
- ferire se stessi oppure qualcun altro dimenandosi e agitandosi nel letto;
- alzarsi dal letto e sbattere contro mobili o pareti, cadere dalle finestre o dalle scale;
- lottare oppure reagire in modo aggressivo quando un’altra persona cerca di intervenire.
In generale è sempre meglio evitare di svegliare qualcuno colpito da terrore notturno. Meglio restare accanto alla persona e intervenire per evitare il rischio che possa farsi male. Terminato l’episodio, basterà ricondurla delicatamente verso il letto.
Terrori notturni nei bambini: cosa fare
Solitamente il pianto dei bimbi piccoli durante la notte non è correlato ai terrori notturni, ma a semplici incubi. Valutare con attenzione i sintomi può aiutare a riconoscere il pavor nocturnus e intervenire nel modo giusto. Quando questo disturbo è presente, di solito inizia a manifestarsi a partire dai 18 mesi.
I terrori notturni sono comuni soprattutto nei bambini in età prescolare che va dai 3 ai 4 anni. Possono verificarsi fino a 12 anni d’età e dovrebbero interrompersi quando il bambino raggiunge l’adolescenza.
Cosa fare se sospetti che tuo figlio soffra di terrori notturni? Per un genitore può essere dura affrontare i sintomi che colpiscono il bambino, ma è importante ricordare che il bimbo non ricorderà nulla al risveglio. Ricordati di non svegliare tuo figlio, perché questo potrebbe rendere difficile farlo tornare a dormire.
Limitati invece a osservarlo, assicurandoti che non si faccia male. Assicurati che nel letto o nella culla non ci siano oggetti che possono ferirlo. In breve tempo si calmerà, riprendendo il normale ciclo del sonno.
Va sottolineato che i terrori notturni possono essere davvero spaventosi, ma non dovrebbero provocare panico. Se un genitore sospetta che suo figlio o figlia soffra di terrori notturni, dovrebbe informare il medico per valutare i sintomi insieme.
Quando si parla di terrori notturni nei bambini bisogna tenere conto che:
- per quanto siano spaventosi, in realtà non danneggeranno il bambino. Cerca dunque di restare calmo;
- non tentare di svegliarlo durante un episodio, questo infatti potrebbe agitarlo di più;
- non intervenire durante un episodio, se non in caso di reale pericolo;
- parla con tuo figlio la mattina cercando di scoprire se ha preoccupazioni o paure che potrebbero essere legate al disturbo;
- rendi l’ambiente più sicuro, ricordandoti di chiudere porte e finestre, bloccare potenziali pericoli, ad esempio l’accesso alle scale.
Cosa fare: trattamento e rimedi
Gestire i terrori notturni non è semplice, ma è importante affrontare da subito questo disturbo, soprattutto quando colpisce i bambini.
Per prima cosa è fondamentale mettere in atto alcune strategie per scongiurare il problema.
- Migliora il sonno, creando un ambiente rilassante, programmando il momento di andare a letto e quello del risveglio sempre alla stessa ora.
- Evita qualsiasi stimolante prima di dormire, come la caffeina o la teina.
- Limita l’assunzione di alcol. Va sottolineato che l’alcol è un sedativo con iniziali effetti stimolanti. La sua assunzione prima di coricarsi dunque potrebbe migliorare nel momento immediato il sonno, ma aumentare la possibilità di avere terrori notturni.
- Crea una routine rilassante prima della buonanotte. Si tratta di attività tranquille e rilassanti come fare un bagno caldo, meditare e ascoltare musica per rilassarsi e distendere la mente.
- Usa delle tecniche di rilassamento. Massaggi, yoga ed esercizi di respirazione profonda aiutano a ridurre l’ansia poco prima di coricarsi.
- Prova il risveglio programmato. Se i terrori notturni si manifestano alla stessa ora, prova a impostare la sveglia almeno quindici minuti prima, restando sveglio per dieci minuti, prevenendo così il disturbo.
Diagnosticare i terrori notturni può rivelarsi complicato, questo perché le persone colpite spesso non ricordano nulla. In alcuni casi invece si presentano sporadicamente oppure possono comparire e scomparire nel tempo. In questi casi contattare uno psicologo potrebbe essere utile per indagare le cause psicologiche del disturbo.
Su Serenis, ad esempio, è possibile trovare un supporto psicologico grazie a un team di psicoterapeuti online pronti a fornire nuovi strumenti per guarire dal terrori notturni.
Psicoterapeuta: come scegliere
Una volta presa la decisione di farti aiutare da uno o una psicoterapeuta per prenderti cura di te, è il momento di trovare la persona giusta. La decisione non è semplice: ci sono diverse scuole di psicoterapia con diverse tecniche. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati, perché scegliere quella sbagliata potrebbe far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio per intraprendere il percorso che fa per te:
- Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze;
- Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo;
- Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?
Una soluzione è il servizio di psicoterapia online di Serenis, il centro medico che, tra le altre cose, cura anche questo blog. Serenis ha solo psicoterapeuti esperti. Te ne assegna uno adatto alla tua situazione, con cui farai una prova gratuita e inizierai un percorso (e se per qualche motivo non entri in sintonia, puoi richiedere un terapeuta diverso con un clic). Ci sono anche molti altri modi per trovare uno psicoterapeuta valido: per esempio puoi chiedere al medico di base o rivolgerti a un consultorio nella tua zona. L’importante è fare il primo passo.
Bibliografia e approfondimenti:
- American Academy of Pediatrics (AAP): SIDS and Other Sleep-Related Infant Deaths: Updated 2016 Recommendations for a Safe Infant Sleeping Environment
- Bruni O, Finotti E, Novelli L, Ferri R. Parasomnias in children. Somnologie. 12 (1): 14-22 (2008).
- Novelli L, Mallucci A, Della Corte M, Del Pozzo M, Forlani M, Bruni O. Disturbi del sonno nel bambino – Sleep disorders in children. Area pediatrica.