Insonnia grave: come riconoscere il momento in cui chiedere aiuto

I disturbi del sonno-veglia sono un problema che riguarda molte persone, con diverse sfaccettature. Tra questi, l’insonnia è di gran lunga il più diffuso, sperimentata almeno una volta nella vita dalla maggior parte della popolazione mondiale.

In questi termini, diciamo che una notte in bianco ogni tanto è un fenomeno normale, ma certe volte può diventare un problema significativo. Se ti riconosci in questa situazione, continua a leggere il nostro articolo: scoprirai quando si può parlare di insonnia grave, come riconoscerla e che cosa puoi fare per risolverla.

Che cos’è l’insonnia?

Partiamo da una semplice definizione che ci aiuterà a inquadrare il problema. L’insonnia, che nel DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) si chiama disturbo da insonnia, è un disturbo del sonno-veglia che, come puoi immaginare, è caratterizzato da una diminuzione quantitativa delle ore di sonno notturno e da un peggioramento della qualità del riposo.

Questa problematica può manifestarsi in diversi modi e viene classificata a seconda della parte più compromessa del sonno. Ad esempio, possono essere critici il momento dell’addormentamento, quello del risveglio se avviene troppo presto, oppure il mantenimento del sonno stesso, che può essere spezzato da molti risvegli.

Ma questa descrizione non è sufficiente a capire cosa si intende per insonnia grave, ovvero quando un problema transitorio diventa a tutti gli effetti un disturbo che dovrebbe essere valutato da un medico o da un professionista della salute mentale: di seguito approfondiremo questo tema.

Riconoscere l’insonnia grave

Il sonno è un gioco di equilibri molto complesso, che può facilmente rompersi se le condizioni non sono ottimali. Pensa a quanto fatichi ad addormentarti se il giorno successivo ti aspetta qualcosa che ti incute ansia o agitazione, come un esame o un colloquio di lavoro. In questo caso, però, l’insonnia dura al massimo un paio di notti, dopodiché sparisce senza lasciare traccia e tutto torna normale.

In altri casi, invece, i problemi di sonno possono essere legati a un periodo di particolare stress, ma se trovano le condizioni favorevoli, purtroppo, possono diventare cronici. È proprio in questo caso che si parla di insonnia grave, e nello specifico di episodi che si presentano regolarmente almeno tre volte a settimana, per minimo tre mesi continuativi.

Nello specifico, secondo il DSM-5, deve manifestarsi almeno una delle seguenti difficoltà:

  • nell’addormentamento, che può richiedere anche 20-30 minuti;
  • nella continuità del sonno, interrotta da frequenti risvegli a seguito dei quali riprendere sonno è molto difficile;
  • nel risveglio precoce, che può avvenire involontariamente anche mezz’ora prima dell’orario stabilito, senza riuscire ad addormentarsi nuovamente.

Il risultato è, chiaramente, una pessima qualità del sonno che, oltre a essere compromesso in termini quantitativi, non è nemmeno ristoratore. Ciò ha delle ripercussioni anche sulla vita diurna. La mancanza di riposo adeguato causa stanchezza e sonnolenza nel corso della giornata, ostacolando lo svolgimento delle normali attività che svolgi sempre.

Potresti accusare difficoltà a concentrarti, a mantenere alta l’attenzione e a ricordare informazioni importanti, con un conseguente calo delle prestazioni al lavoro e nell’interazione con gli altri. Infatti non è solo l’aspetto cognitivo a risentire della carenza di sonno, ma anche quello sociale: potresti notare variazioni nell’umore, irritarti con facilità e avere meno pazienza con chi ti circonda.

A lungo andare, l’insonnia può alimentare stati di ansia o cali del tono dell’umore simili alla depressione, o perfino apatia. Quando il disturbo del sonno si associa ad altre psicopatologie, possiamo riconoscere la presenza di un’insonnia grave, che può destare preoccupazione e richiede l’intervento di un professionista per non peggiorare ulteriormente la qualità della vita.

Che cosa causa l’insonnia grave

Quando insonnia e altri disturbi mentali vanno a braccetto, è automatico che le due problematiche si alimentino a vicenda, ma per capire come intervenire è importante individuare quale delle due è stata la fonte dell’altra.

Se il primo problema a presentarsi è stata l’insonnia, parliamo di insonnia primaria, che ha causato, ad esempio, una depressione o un disturbo d’ansia reattivo; se, invece, il disturbo del sonno deriva da una condizione organica o psicologica o è legato strettamente alle circostanze, si definisce secondario. In quest’ultimo caso è essenziale rivolgersi a un medico per curare la patologia fisica o a uno psicoterapeuta per lavorare sul disturbo mentale primario.

Le condizioni sfavorevoli al sonno, inoltre, possono essere anche molto elementari e riguardare stili di vita e abitudini non proprio salutari. Ad esempio, l’assunzione di sostanze come la caffeina poco prima di coricarsi non è mai una buona idea. Ma ci possono essere anche dei farmaci che interferiscono con il normale ciclo del sonno, e il loro effetto deve essere ponderato.

Inoltre, non sempre le condizioni mentali che causano insonnia grave sono altre psicopatologie: lo stress è un fattore che ha un enorme peso, nonché uno dei motivi che più spesso scatena l’insonnia e i circoli viziosi (come i pensieri intrusivi) che la rendono cronica.

Come capire se si soffre di insonnia grave e quando preoccuparsi

Come abbiamo detto, non per forza l’insonnia è la superficie di un problema profondo più grave: episodi sporadici di notti in bianco eterne e faticose sono capitati a tutti e devono essere considerate un fenomeno normalissimo, una reazione fisiologica a un temporaneo squilibrio. In questi casi non possiamo parlare di insonnia, dato che si tratta di eventi molto effimeri che si interromperanno spontaneamente appena tutto tornerà alla normalità.

In tali circostanze non vale la pena rivolgersi al medico, ma in caso questi eventi diventino frequenti e si susseguano per parecchio tempo, il discorso cambia. Soprattutto è importante capire come muoversi se il problema causa conseguenze anche nel rendimento lavorativo, interferisce con le relazioni o qualsiasi altro ambito.

Ci sono anche episodi particolarmente eclatanti che possono accompagnare l’insonnia grave e necessitano l’attenzione di un esperto, come le apnee notturne. In questi casi il respiro si interrompe e la mancanza di fiato fa sì che ci si risvegli in preda alla preoccupazione e all’angoscia. Questo fatto rende molto difficile riaddormentarsi.

Ovviamente non puoi in autonomia farti una diagnosi di disturbo del sonno, ma i segnali che ti abbiamo illustrato sono indicativi del bisogno di rivolgersi a qualcuno per non rischiare che il tuo benessere ne risenta ulteriormente e trovare una strada verso la serenità.

A chi chiedere aiuto per l’insonnia grave

Il primo passo da compiere, in caso tu pensi di soffrire di insonnia grave o di un qualsiasi disturbo del sonno che ti causa disagio, è contattare un medico esperto: alcune figure sono specializzate proprio nella diagnosi e cura dei disturbi del sonno. È fondamentale scegliere un buon professionista perché queste tematiche vengono spesso sottovalutate da chi ne soffre ma, sul lungo termine, possono causare diversi problemi.

Il medico potrebbe individuare dei fenomeni che accompagnano i tuoi episodi di insonnia con una certa regolarità, e che potrebbero rappresentare la chiave per la soluzione. Ad esempio, può accadere che siano dolori generici, o anche localizzati, a impedirti di dormire, così come un improvviso bruciore di stomaco che si presenta con frequenza nel cuore della notte determinando molti risvegli può diventare oggetto di attenzioni.

In altri casi di insonnia grave il paziente soffre della sindrome delle gambe senza riposo. In questa condizione di origine neurologica, si avverte l’irresistibile impulso di muovere le gambe, perché altrimenti il fastidio diventa insopportabile. Questa sensazione può accompagnarsi a dolori di varia tipologia.

Invece, se i sintomi che si accostano all’insonnia grave riguardano mancanza di appetito, sensazione di apatia e perdita della volontà e dell’interesse verso qualsiasi cosa, pensieri intrusivi che creano un’atmosfera angosciosa, o addirittura qualcosa di più serio, ciò di cui hai bisogno è un colloquio con un professionista della salute mentale.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.