Anedonia: sintomi e come si può curare

L’anedonia è un sintomo psicologico caratterizzato dall’incapacità di provare piacere o interesse nelle attività quotidiane. Può essere associato a diversi disturbi mentali, inclusi depressione, schizofrenia e disturbi dell’umore.

Può capitare a tutti, nel corso della propria vita, di incontrare persone che non riescano a provare piacere o che appaiono insensibili a emozioni e situazioni che, un tempo, consideravano gratificanti.

In queste situazioni si può parlare di anedonia, ovvero quella mancanza di interesse nei confronti di attività che solitamente procurano godimento. In alcuni casi, però, può essere sintomo di qualcosa di più grave.

Se ti abbiamo incuriosito, continua a leggere per approfondire.

Cos’è l’anedonia: significato

Con il termine anedonia si intende la perdita di interesse o l’incapacità di provare piacere nello svolgimento di azioni che in realtà lo procurano. Collegato a ciò, si può assistere anche a una sorta di appiattimento dello stato emotivo e affettivo. 

Questo problema può interessare uno o più ambiti, come, per esempio, il cibo, il sesso e le interazioni sociali. Un individuo che non ha interesse in tutti questi ambiti può essere definito “anedonico”.

Tipologie di anedonia

Esistono varie tipologie di anedonia suddivise in base all’ambito che riguardano:

Classificazione anedonia
Anedonia sociale
Anedonia sessuale
Anedonia fisica

Andiamo a scoprirle meglio una alla volta.

Anedonia sociale

Questa prima tipologia riguarda tutte quelle persone che hanno uno spiccato disinteresse verso le situazioni sociali e le relazioni interpersonali. Questo significa che chi ha l’anedonia sociale può partecipare alle interazioni sociali, ma non ne trae piacere o felicità.

In contesti sociali in cui non ci sentiamo valorizzati potremmo sentirci annoiati o sperimentare una forte insicurezza che lentamente può condurci al ritiro sociale.

Parlare con i propri chiari o con la propria cerchia di amici può essere utile soprattutto per ricevere sostegno emotivo e recuperare l’energia necessaria alle interazioni sociali.

Anedonia sessuale

In questo caso, l’anedonia riguarda la sfera sessuale della persona, infatti alcuni studi mostrano un forte legame tra depressione e disfunzioni sessuali (Reynaert C, 2010). La depressione è spesso associata a una serie di sintomi debilitanti, tra cui l’anedonia. Questo sintomo può estendersi anche alla sfera sessuale, causando una significativa riduzione o perdita della libido (Hirschfeld RM, 1999). Una persona sessualmente anedonica mostra una mancanza di interesse verso la sessualità, l’attrazione fisica e i rapporti amorosi. 

Anedonia fisica

Chi ha l’anedonia di tipo fisico prova una mancanza di interesse e ha una totale o quasi assenza di piacere per il cibo, ma anche l’assenza totale di desideri, interessi e stimoli per qualsiasi attività, correlati a una mancanza di gioia.

Questa condizione può essere considerata come un meccanismo difensivo che mettiamo in atto di fronte a un forte senso di colpa troppo intenso.

Anedonia: malattia o no?

L’anedonia però non è una malattia vera e propria, ma più un sintomo tipico di patologie ben più gravi come la depressione maggiore e altri disturbi dell’umore e di personalità con manifestazioni psicotiche.

I principali campanelli d’allarme: anedonia sintomi

Esistono diversi sintomi che possono essere d’aiuto per individuare l’anedonia. Tra i sintomi più comuni si possono trovare:

  • appiattimento delle emozioni, cioè provare poche o nessuna emozione durante la giornata;
  • perdita di speranza dovuta all’incertezza sul futuro.
  • tendenza all’isolamento sociale, perché non si trae piacere dalle attività che le altre persone svolgono;
  • rabbia, verso sé ma potenzialmente anche verso le altre persone;
  • eccessiva ruminazione e razionalità;

Approfondiremo meglio la correlazione con la depressione poco più giù, condizione in cui è fondamentale rivolgersi al proprio medico per poterla diagnosticare e intraprendere una terapia adeguata.

Perché si soffre di anedonia: cause

Ancora oggi non ci sono delle evidenze scientifiche che hanno permesso di individuarne le cause con certezza. All’origine possono esserci fattori genetici, come casi precedenti in famiglia, disturbi da stress post traumatico, dipendenza da sostanze, stati di incoscienza oppure fattori biologici, ma la verità è che il più delle volte si tratta di un insieme di ragioni psicologiche e ambientali che provocano una forte disregolazione emotiva. L’ambiente in particolare, può essere molto pericoloso per lo sviluppo di eventuali disturbi psicologici, come dimostrato con le suggestioni e il modo attraverso cui percepiamo il mondo.

La lettura del piacere in psicologia

In psicologia, il concetto di piacere è spesso associato alla gratificazione o alla soddisfazione derivante da determinati stimoli, esperienze o attività.

La piramide dei bisogni di Maslow suggerisce che le persone sono motivate a soddisfare una serie di bisogni gerarchicamente organizzati, dai bisogni più fondamentali a quelli più avanzati. Normalmente, il piacere deriva dal modo in cui riusciamo a far fronte a questi bisogni:

  • piacere derivante dal benessere fisico, inteso come capacità di risposta ai nostri bisogni di fame, sete, riparo dal caldo e dal freddo.
  • piacere derivante dal benessere emotivo, e al modo in cui ci sentiamo autorealizzati raggiungendo un obiettivo che ci eravamo prefissati da tempo.

Una seconda distinzione riguarda la classificazione del piacere in anticipatorio e consumatorio.

Skinner, noto per la sua teoria del condizionamento operante e per il concetto di rinforzo ha studiato il modo in cui gli organismi, compresi gli esseri umani, ricerchino il piacere e come le ricompense possano influenzare il nostro comportamento. Nel piacere anticipatorio la sensazione di eccitazione e desiderio viene generalmente associata a qualcosa che sta per accadere.

Nel piacere consumatorio il godimento deriva invece dall’esperienza effettiva. A tal proposito, Mihaly Csikszentmihalyi ha introdotto il concetto di “flusso”, ovvero l’esperienza che viviamo quando ci sentiamo completamente immersi in un’attività, perdendo la cognizione del tempo e sperimentando una sensazione di piacere e soddisfazione profonda. Questa condizione è tipica dell’empatia in cui siamo profondamente immersi nelle emozioni altrui.

Cause biologiche

Per adesso, la comunità scientifica è orientata nel dire che la causa potrebbe essere un’alterazione delle aree che si estendono alla corteccia prefrontale del cervello, le cosiddette “vie dopaminergiche”. La collocazione dell’amigdala nell’area del lobo temporale è coinvolta nella rete di gestione delle emozioni e nella memoria. Questo importante organo attiva la corteccia cerebrale, determinando la risposta alle situazioni emotive. Non dobbiamo dimenticare poi il ruolo dell’ipotalamo nel corretto funzionamento del nostro sistema nervoso e nella regolazione della memoria emotiva. Le alterazioni biologiche spiegano il più delle volte patologie come l’ assenza di emozioni.

Anedonia o Apatia: differenze

È importante, inoltre, distinguere l’anedonia dall’apatia che non è altro che una profonda assenza di motivazioni che comporta una forte riduzione dei comportamenti finalizzati a raggiungere qualsiasi obiettivo. Allo stesso modo, non dobbiamo confonderla con l’anestesia emotiva, e cioè con l’incapacità di entrare in contatto con le proprie emozioni o con l’alessitimia, un vero e proprio analfabetismo emotivo.

Alle persone altamente sensibili potrebbe accadere di sentirsi sopraffatte dagli stimoli esterni, ed incorrere nell’anedonia come risposta difensiva nei confronti dell’ambiente.

Chi soffre di apatia ha quindi difficoltà nell’intraprendere nuovi comportamenti o iniziative, mentre l’anedonia consiste in una marcata diminuzione dell’interesse o del piacere per la maggior parte delle attività quotidiane. La persona può arrivare a smettere di ricercare attività piacevoli, come se mancasse di motivazione sperimentasse un’eccessiva razionalità (Husain & Roiser).

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Anedonia e depressione: la correlazione

Essendo l’anedonia un problema psicologico o psichiatrico che può essere sintomo di un disturbo dell’umore come la depressione, le cause scatenanti vanno necessariamente indagate e individuate.

Alcune manifestazioni ricordano infatti sintomi ansiosi e/o depressivi.

Essendo poi un sintomo e non una malattia vera e propria, può essere la spia di altri disturbi, come depressione o, più in generale, disturbi dell’umore. Le emozioni primarie svolgono un importante ruolo nel mantenimento dei disturbi psichiatrici: negli stadi depressivi iniziali la persona lamenta senso di vergogna e un’incapacità di provare soddisfazione persino da quelle attività quotidiane che, di norma, sono considerate piacevoli. Persino la noia che sperimentiamo quotidianamente può essere considerata un’emozione positiva, ma diventare sintomo di un forte malessere psicologico se associata ai disturbi mentali.

Come capire se si soffre di anedonia? Il test

A oggi non esiste un test che sia specifico per questa condizione. Il o la terapeuta potrebbe decidere di somministrare uno dei test che si utilizzano per la depressione, ma solo per aiutarsi nella valutazione, e non con valore diagnostico.

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Di anedonia si guarisce: la cura con la psicoterapia

Non esiste un protocollo di cura standard per curare l’anedonia, tuttavia è possibile uscirne. Le terapie, infatti, sono più o meno identiche a quelle utilizzate per la cura della depressione e di altri disturbi di natura psicologica. Un professionista può guidarti nel praticare gratitudine per le piccole cose quotidiane, e fornendo nuovi punti di vista per affrontare la vita di tutti i giorni.

È fondamentale, quindi, effettuare incontri con uno psicologo o con uno specialista psichiatrico per instaurare un dialogo e, quando necessario, arrivare al supporto farmacologico. La cura vera e propria avviene nel momento in cui lo specialista capisce l’origine di questo disturbo.

Anedonia: trattamento con Farmaci

Per affrontare l’anedonia, la terapia farmacologica non è sempre necessaria. Se dopo il consulto di un medico o di uno psichiatra viene consigliato l’uso di farmaci per alleviare i sintomi dell’anedonia, è bene seguire il consiglio, che sarà il frutto delle valutazioni del medico stesso. Alcuni studi hanno evidenziato come l’ Agomelatina sia efficace nel trattamento dell’anedonia, dei sintomi somatici e della disfunzione sessuale nel disturbo depressivo maggiore (Huang j, 2023).

Tuttavia, il trattamento è altamente individuale, e spetta al medico valutarne l’opportunità.

Ad ogni modo, consultare un esperto della salute mentale potrebbe rivelarsi utile per comprendere le cause e gli aspetti coinvolti nell’anedonia, allenando la tua intelligenza emotiva.

Serenis può aiutarti offrendoti il supporto di uno psicologo online. Con la psicoterapia puoi apprendere il modo più adatto per te affrontare le difficoltà emotive e strategie personali per superarle Se hai ritrovato un po’ di te in quello che hai letto, magari puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia online con noi: siamo un centro medico autorizzato.

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Bibliografia

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  • Blanchard, J. J., Mueser, K. T., & Bellack, A. S. (1998). Anhedonia, positive and negative affect, and social functioning in schizophrenia. Schizophrenia bulletin, 24(3), 413-424.
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  • Huang J, Xie XM, Lyu N, Fu BB, Zhao Q, Zhang L, Wang G. Agomelatine in the treatment of anhedonia, somatic symptoms, and sexual dysfunction in major depressive disorder. Front Psychiatry. 2023 Apr 20;14:1115008. doi: 10.3389/fpsyt.2023.1115008. PMID: 37151978; PMCID: PMC10157485.
  • Reynaert C, Zdanowicz N, Janne P, Jacques D. Depression and sexuality. Psychiatr Danub. 2010 Nov;22 Suppl 1:S111-3. PMID: 21057415.
  • Hirschfeld RM. Care of the sexually active depressed patient. J Clin Psychiatry. 1999;60 Suppl 17:32-5; discussion 46-8. PMID: 10446740.