Inside Out e il significato delle emozioni

Il film Inside Out offre una rappresentazione creativa di come le emozioni influenzino il comportamento e le decisioni delle persone, specialmente durante periodi di cambiamento e crescita.

Quello delle emozioni è un universo a sé stante, che si regge su un equilibrio complesso tra percezione ed espressione. Molti di noi, anche per via delle abitudini che ci ha instillato la società moderna, tendono a nasconderle, trattenerle, per non esporsi al giudizio degli altri e non sentirsi vulnerabili.

Ma che cosa succede se questo meccanismo di mancata espressione delle emozioni diventa un automatismo messo in atto in modo continuativo? I problemi che possono emergere sono diversi e anche nel mondo del cinema ci sono dei tentativi di spiegarli, tra cui un film di animazione particolarmente didattico in questo senso: Inside Out. Di seguito vedremo proprio qual è il ruolo della gestione delle emozioni per il nostro benessere psicologico, aiutandoci proprio con il significato di Inside Out.

Inside Out: trama e significato

L’intento, da parte della Disney, di portare nel mondo del cinema la rappresentazione di temi psicologici fondamentali, non inizia con Inside Out, ma con Up!, di qualche anno precedente. Se in questo caso il concetto preso in esame era, nello specifico, il lutto e i suoi effetti sulla continuazione della propria vita, Inside Out porta la nostra attenzione su ciò che sappiamo sulle emozioni e, in particolare, sull’importanza di saperle regolare ed esprimere in modo efficace per stare bene con noi stessi e con gli altri.

Il titolo fa proprio riferimento alla dinamica che riguarda tutte le emozioni: le proviamo dentro di noi (inside), ma possiamo anche farle uscire (out) esprimendole con parole e comportamenti. Questo concetto viene allo stesso tempo reso semplice ed elaborato, arricchito, dalla classica simbologia Disney, che riesce a trasmettere l’importanza di trovare un equilibrio dentro noi stessi senza stravolgere i principi della psicologia.

La trama racconta la storia di Riley, una ragazzina preadolescente alle prese con un delicato passaggio della sua vita, ovvero il cambio di casa. Questo comporta la perdita di molti dei suoi interessi, delle sue amicizie e di buona parte del suo mondo. Il trasferimento in una città diversa da quella in cui è cresciuta significa riadattarsi a una scuola diversa, cercare di stringere nuove amicizie, creare nuove abitudini. Fino ad allora la tonalità emotiva che dominava in maniera completa la sua esistenza era la gioia, ma ora iniziano a subentrare altre emozioni, come la tristezza e la rabbia, fino a che la ragazzina scappa di casa.

Le emozioni di base, in realtà, sono rappresentate da altrettanti personaggi: infatti, buona parte del film mostra che cosa succede nella mente di Riley, che sta vivendo una tempesta emotiva complicata anche dalla confusione che regna tra le sue emozioni di base. La situazione culmina nel momento in cui Rabbia congela tutte le altre emozioni, facendo sprofondare Riley in uno stato di disperazione.

A questo punto Gioia, che ha sempre avuto il comando nella vita di Riley, capisce che la soluzione è far intervenire Tristezza, un’emozione che aveva sempre lasciato da parte, credendo di fare il bene della ragazzina. Tristezza è proprio l’emozione che si trova alla base della sofferenza di Riley, che non riesce a esprimerla e arriva al punto di chiudersi completamente in se stessa. Nella scena finale, però, la ragazzina si lascia andare al pianto e spiega ai genitori il motivo per cui si sente così male. Questo momento di crisi viene così superato e Riley riesce gradualmente ad abituarsi alla sua nuova casa e a ricostruire la sua vita.

Inside Out e le emozioni di base

Nel film Inside Out le emozioni sono rappresentate come dei veri e propri personaggi, che sono esattamente le caricature di Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura. In molte cose il film rispecchia la realtà, a cominciare dal fatto che proprio queste siano le emozioni di base, chiamate così perché iniziano a emergere fin dalla prima infanzia. Questo perché tutte queste cinque emozioni sono essenziali nella vita di una persona e servono a uno scopo preciso. Ad esempio, la paura a proteggerci dalle situazioni potenzialmente pericolose; la rabbia, in misura moderata, serve per affermare ciò che pensiamo e far sapere agli altri che non siamo d’accordo; il disgusto ci permette di evitare ciò che ci mette a disagio; tristezza e gioia, infine, sono complementari perché la prima riesce a farci apprezzare la seconda e ci tiene in guardia rispetto a ciò che ci fa soffrire, mentre la gioia ci aiuta a superare i momenti bui.

Le emozioni sono essenziali per la comunicazione, in quanto dicono chiaramente agli altri qualcosa di noi e del modo in cui ci sentiamo. Per questo motivo è fondamentale comprendere le caratteristiche e le funzioni di ciascuna emozione, per imparare a esprimerle in modo efficace, competente e in linea con le richieste da parte della società. Reprimerle, al contrario, ci porta lontani dalla serenità. Una maggiore consapevolezza delle nostre emozioni ci porta ad acquisire una conoscenza più profonda dei nostri processi mentali e di noi stessi, aiutandoci anche a interfacciarci con gli altri facendo capire le nostre intenzioni e lasciando intravedere il nostro mondo. Questo è il significato che vuole trasmettere Inside Out.

I ricordi di base e la costruzione della nostra identità

Un altro aspetto fondamentale delle emozioni, che è anche una loro funzione, è quella di permeare alcuni particolari ricordi che rimangono impressi nella nostra mente e acquisiscono un valore di rilievo rispetto agli altri che si susseguono nel corso della vita. Anche questo concetto è presente in Inside Out, e questi ricordi così radicati in noi vengono chiamati ricordi base. Si tratta di momenti in cui abbiamo provato un’emozione talmente forte che ha colorato il ricordo che ne è derivato, destinandolo a diventare indelebile. Non si tratta necessariamente di ricordi associati a emozioni positive, ma possono essere anche caratterizzati da uno stato d’animo negativo.

In ogni caso, i ricordi base compongono la nostra storia e diventano parte di noi, andando man mano a costruire la narrazione della nostra identità. Tanti di loro si formano nei primi anni di vita, che corrispondono al periodo delle prime esperienze, in cui anche le emozioni vengono avvertite in modo più pervasivo. Spesso, inoltre, questi ricordi hanno a che fare con altre persone che hanno lasciato un segno o che rivestono un ruolo importante.

I ricordi base sono così fondamentali che spesso costituiscono anche il punto di partenza per intraprendere un percorso di psicoterapia o di supporto psicologico: sono i primi che emergono dalla memoria del paziente, i primi di cui sente il bisogno di parlare per farsi conoscere, perché sono parte di lui e della sua identità personale. Inoltre, tra i ricordi base hanno un’importanza particolare quelli legati a delle emozioni negative: non necessariamente sono ricordi traumatici, ma possono anche racchiudere dei momenti preziosi. A volte è proprio il desiderio di affrontarli che spinge la persona a chiedere aiuto allo psicologo.

Al contrario della gioia, alla quale quasi non facciamo caso, infatti, le emozioni negative vengono percepite in maniera forte e rappresentano un campanello di allarme che indica la necessità di guardare dentro se stessi, cercando una soluzione a un equilibrio che si è rotto e ci causa malessere. Insomma, le emozioni negative sono quelle che ci stimolano a essere introspettivi e a provare a conoscerci meglio.

Cosa possiamo concludere su Inside Out e il suo significato?

Inside Out ci insegna che la gioia, nonostante la sua natura positiva, non è la sola emozione in grado di dare un significato alla vita e che la storia di ciascuno di noi si distende tra momenti caratterizzati da diverse tonalità emotive: ciascuna di esse ha un significato e una funzione che risultano preziosi per il nostro benessere.

Per questo motivo è essenziale imparare ad accettare e accogliere tutte le emozioni e, anche se spaventano, anche quelle negative devono essere affrontate, per quanto difficile e doloroso possa essere questo processo, per arrivare poi a esprimerle in maniera efficace. Non possiamo, infatti, negare le emozioni che proviamo, e neanche impedirci di sentirle, ma nasconderle non è la scelta giusta per noi stessi: quello che possiamo fare, invece, è imparare a conoscerle e regolarle, per poi lasciarle andare.

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Revisori

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Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.