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- La demofobia è definibile come la paura della folla.
- La demofobia non indica un semplice timore, ma una paura patologica che può trasformarsi in ansia e panico in presenza dell’evento stressante o dello scenario.
- I soggetti demofobici sono spesso anche agorafobici (hanno cioè la fobia degli spazi aperti).
- Tra le cause della demofobia individuiamo: esperienze traumatiche, disturbi d’ansia, ansia da covid, disturbo ossessivo-compulsivo.
- Le ipotesi di trattamento implicano trattamenti terapeutici, utilizzo di farmaci o altre strategie.
Scendiamo più nel dettaglio.
Demofobia: come si presenta?
Nella vita di tutti i giorni, il contatto con altri individui e con le grandi folle è praticamente inevitabile. Una buona parte di questo contatto non è di certo piacevole per la maggior parte di noi (pensiamo ad una metropolitana affollata, il lunedì mattina).
Eppure, anche se non ami trovarti tra la folla, non sei ancora un soggetto demofobico.
Questo perché la fobia non indica un semplice fastidio o una sottile sensazione di disagio, bensì un disturbo psicopatologico legato a sintomatologie quali ansia, attacchi di panico, tachicardia, eccessiva sudorazione e altro ancora.
Come riconoscere una fobia
Per riconoscere una fobia e distinguerla da una semplice paura, prova a porti queste domande:
- la mia paura è motivata o immotivata?
- lo scenario che mi spaventa è reale o immaginato?
- i miei sintomi sono adeguati alla situazione che sto vivendo?
- questa situazione o scenario mi causa sempre emozioni negative?
- provo sudorazione eccessiva, tachicardia, ansia e addirittura panico?
Riconoscere una fobia può essere difficile durante il suo sorgere, quando non se ne conoscono i caratteri e i sintomi fondamentali. Adesso li vedremo insieme.
Sintomatologia clinica
Quasi tutte le fobie presentano sintomatologie cliniche simili. Ciò perché i disturbi fobici vengono classificati come disturbi d’ansia e, come questi ultimi, comportano:
- ansia di fronte allo stimolo (reale) o allo scenario (immaginato);
Es. Un demofobico si trova in un luogo molto affollato (stimolo). Improvvisamente, il suo cuore comincia a palpitare e viene assalito da sensazioni di panico. Al contempo, un soggetto fobico potrebbe sperimentare panico dinanzi al semplice scenario (cioè semplicemente immaginando un luogo affollato).
- attacchi di panico;
Che possono essere descritti come reazioni neurofisiologiche a stimoli di pericolo percepiti o reali. Questo significa che, a livello neurologico, la folla rappresenta per il demofobico ciò che per un altro soggetto potrebbe essere rappresentato da un leone o da un aggressore.
Il soggetto fobico, non essendo in grado di distinguere tra pericolo percepito e reale, reagisce dinanzi alla folla come se fosse questione di vita e di morte. Ciò va a causare i sintomi tipici del panico.
Altri sintomi
Altri sintomi a lungo termine possono comprendere l’isolamento del fobico da situazioni potenzialmente stressanti. Ecco che, col passare del tempo, la fobia può diventare invalidante nelle più semplici occasioni della vita quotidiana.
Quali sono le cause della demofobia?
Ma da cosa è causata la demofobia? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima descrivere l’eziologia dei disturbi fobici in generale:
- un soggetto X sale in un tram particolarmente affollato;
- quando si trova in questa situazione, il soggetto X collega lo stimolo esterno neutro (il tram è affollato) ad una risposta interna di natura biologica (per esempio un’emozione o l’indifferenza);
- se il soggetto non ha disturbi fobici relativi alla folla, collegherà allo stimolo neutro una risposta neutra o quantomeno non patologica;
- se il soggetto è demofobico, collegherà allo stimolo neutro (il tram è affollato) una risposta interna di natura patologica (se il tram è pieno sono in pericolo);
- percependo il pericolo, il soggetto fobico viene poi colto dagli attacchi di panico.
Stimoli e risposte
Probabilmente, il soggetto demofobico non ha sempre collegato lo stimolo neutro (il tram è affollato) a questa specifica risposta patologica (sono in pericolo).
Deve invece essere avvenuto qualcosa che, nel lungo o nel breve periodo, ha indotto il soggetto in questione a collegare i due elementi in tale maniera.
Potrebbe trattarsi ad esempio di un trauma, di un condizionamento esterno, di un’associazione simbolica.
Come si cura la demofobia?
Dato che la demofobia riguarda il legame tra uno stimolo neutro e una risposta patologica, si tratterà di lavorare in studio sulla ristrutturazione cognitiva del paziente. Per esempio, si cercherà di farlo rispondere in maniera più funzionale rispetto allo stesso stimolo:
- il tram è affollato — sono in pericolo;
Potrebbe ad esempio diventare:
- il tram è affollato — ciò non comporta alcun pericolo: forse non troverò un posto a sedere.
Guidare un paziente verso questo passaggio non è semplice e, talvolta, è necessario affiancare alla terapia un trattamento a base di farmaci.
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