Demofobia: che cos’è la paura della folla

La demofobia può influenzare significativamente la vita quotidiana della persona, portando a evitare luoghi affollati o situazioni sociali dense di persone. Scopri come superarla.
demofobia

La demofobia, o la paura di stare in mezzo alla gente, è una fobia della folla che va oltre un semplice timore. Questa condizione può causare ansia e panico in situazioni affollate.

Spesso, chi soffre di demofobia prova anche disagio in mezzo alla gente e può avere agorafobia

Tra le cause della demofobia individuiamo:

Le ipotesi di trattamento implicano:

  • trattamenti terapeutici;
  • utilizzo di farmaci.

Scendiamo più nel dettaglio.

Significato di demofobia

Nella vita di tutti i giorni, il contatto con altri individui e con le grandi folle è praticamente inevitabile.

Una buona parte di questo contatto non è di certo piacevole per la maggior parte di noi (pensiamo ad una metropolitana affollata, il lunedì mattina), ma ciò non equivale a soffrire di ‘fobia della folla’ o ‘fobia di stare in mezzo alla gente’.

Eppure, anche se non ami trovarti tra la folla, non sei ancora un soggetto demofobico.

La demofobia, nota anche come paura della folla o paura di stare in mezzo alla gente, è una fobia o avversione specifica verso le folle o grandi gruppi di persone.

Etimologicamente, il termine deriva dal greco antico “demos”, che significa “popolo”, e “phobia”, che significa “paura”. Quindi, non si tratta semplicemente di sentirsi a disagio in mezzo alla gente o di avere ansia in mezzo alla gente, ma di un timore più profondo e persistente.

Questa condizione può essere associata a:

  • disagio;
  • ansia;
  • panico.

Quando si è in presenza di grandi gruppi di persone o in situazioni affollate.

Significato di demofobia

Come riconoscere una fobia

Per riconoscere una fobia e distinguerla da una semplice paura, prova a porti queste domande: 

  • la mia paura è motivata o immotivata?
  • lo scenario che mi spaventa è reale o immaginato?
  • i miei sintomi sono adeguati alla situazione che sto vivendo?
  • questa situazione o scenario mi causa sempre emozioni negative?
  • provo sudorazione eccessiva, tachicardia, ansia e addirittura panico?

Riconoscere una fobia può essere difficile durante il suo sorgere, quando non se ne conoscono i caratteri e i sintomi fondamentali. Adesso li vedremo insieme.

Demofobia, enoclofobia e oclofobia

La demofobia, l’enoclofobia e l’oclofobia sono tutte legate alla paura delle folle, ma hanno sfumature diverse.

  • La demofobia è la paura generale delle folle.
  • L’enoclofobia, invece, si concentra specificamente sulla paura delle folle dense e affollate.
  • L’oclofobia, simile all’enoclofobia, si riferisce alla paura delle folle disordinate o caotiche.

Queste fobie possono sovrapporsi, ma ciascuna ha un focus leggermente diverso sulla natura o sul contesto della folla che provoca l’ansia.

La demofobia può essere collegata poi ad altre fobie più comuni in vari modi:

  • agorafobia (paura degli spazi aperti);
  • claustrofobia (paura degli spazi chiusi). Sebbene sia la paura di spazi chiusi, può sovrapporsi con la demofobia in situazioni come folle in ambienti confinati;
  • acrofobia (paura dell’altezza). Può essere collegata alla demofobia nelle situazioni dove le folle si trovano in luoghi elevati o su piattaforme rialzate;
  • glossofobia (paura di parlare in pubblico). Può essere aggravata dalla presenza di una folla.
Demofobia, enoclofobia e oclofobia

Sintomi della demofobia

Quasi tutte le fobie presentano sintomatologie cliniche simili. Ciò perché i disturbi fobici vengono classificati come disturbi d’ansia e, come questi ultimi, comportano: 

  • ansia di fronte allo stimolo (reale) o allo scenario (immaginato);

Es. Un demofobico si trova in un luogo molto affollato (stimolo). Improvvisamente, il suo cuore comincia a palpitare e viene assalito da sensazioni di panico. Al contempo, un soggetto fobico potrebbe sperimentare panico dinanzi al semplice scenario (cioè semplicemente immaginando un luogo affollato). 

Che possono essere descritti come reazioni neurofisiologiche a stimoli di pericolo percepiti o reali.

Questo significa che, a livello neurologico, la folla rappresenta per il demofobico ciò che per un altro soggetto potrebbe essere rappresentato da un leone o da un aggressore. 

Il soggetto fobico, non essendo in grado di distinguere tra pericolo percepito e reale, reagisce dinanzi alla folla come se fosse questione di vita e di morte. Ciò va a causare i sintomi tipici del panico.

Le persone con demofobia possono sperimentare vari sintomi fisici quando si trovano in mezzo a folle, come

  • nausea;
  • vertigini;
  • tachicardia;
  • tensione muscolare;
  • mal di stomaco;
  • sudorazione.

Spesso, provano anche una paura intensa di morire in queste situazioni.

Sintomi della demofobia

Come in altri disturbi fobici, il comportamento più comune in chi soffre di demofobia è l’evitamento: tendono a schivare le situazioni che li mettono in contatto con grandi gruppi di persone come meccanismo di difesa.

Altri sintomi a lungo termine possono comprendere l’isolamento del fobico da situazioni potenzialmente stressanti. Ecco che, col passare del tempo, la fobia può diventare invalidante nelle più semplici occasioni della vita quotidiana. 

Quali sono le cause della paura della folla?

Le cause della demofobia possono essere diverse e interconnesse:

  1. Esperienze traumatiche

Un evento traumatico vissuto in una situazione affollata può scatenare la demofobia, dove il cervello associa folle a pericolo o disagio.

  1. Disturbi d’ansia

La demofobia può essere un sintomo o un’estensione di un disturbo d’ansia generale (come il disturbo d’ansia generalizzato), dove le folle diventano uno stimolo ansioso specifico.

  1. Ansia da COVID

La pandemia di COVID-19 ha creato nuove forme di ansia sociale e paura dei contagi, rendendo alcune persone particolarmente ansiose in spazi affollati.

Quali sono le cause della paura della folla?
  1. Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

Nei casi di DOC, la paura delle folle può essere collegata a compulsioni o pensieri ossessivi riguardanti:

  • la contaminazione;
  • il disordine;
  • il controllo.

Per rispondere indagare le cause generali delle fobie, dobbiamo prima descrivere l’eziologia dei disturbi fobici in generale: 

  • un soggetto X sale in un tram particolarmente affollato;
  • quando si trova in questa situazione, il soggetto X collega lo stimolo esterno neutro (il tram è affollato) ad una risposta interna di natura biologica (per esempio un’emozione o l’indifferenza);
  • se il soggetto non ha disturbi fobici relativi alla folla, collegherà allo stimolo neutro una risposta neutra o quantomeno non patologica;
  • se il soggetto è demofobico, collegherà allo stimolo neutro (il tram è affollato) una risposta interna di natura patologica (se il tram è pieno sono in pericolo);
  • percependo il pericolo, il soggetto fobico viene poi colto dagli attacchi di panico.

Stimoli e risposte

Probabilmente, il soggetto demofobico non ha sempre collegato lo stimolo neutro (il tram è affollato) a questa specifica risposta patologica (sono in pericolo). 

Deve invece essere avvenuto qualcosa che, nel lungo o nel breve periodo, ha indotto il soggetto in questione a collegare i due elementi in tale maniera. 

Potrebbe trattarsi ad esempio di un trauma, di un condizionamento esterno, di un’associazione simbolica.

Non mi piace stare in mezzo alla gente: come si cura la fobia della folla?

Dato che la demofobia riguarda il legame tra uno stimolo neutro e una risposta patologica, si tratterà di lavorare in studio sulla ristrutturazione cognitiva del paziente. Per esempio, si cercherà di farlo rispondere in maniera più funzionale rispetto allo stesso stimolo: 

  • il tram è affollato — sono in pericolo; 

Potrebbe ad esempio diventare: 

  • il tram è affollato — ciò non comporta alcun pericolo: forse non troverò un posto a sedere.

Terapie per la demofobia

La cura per la fobia della folla, come per molte altre fobie, può includere diverse strategie:

  • terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questo tipo di terapia aiuta a identificare e cambiare pensieri e comportamenti negativi che alimentano la fobia;
  • esposizione graduale. In questo approccio, il paziente viene esposto lentamente e in modo controllato alle situazioni temute, per ridurre la paura e l’ansia associate;
  • tecniche di rilassamento e mindfulness. Queste tecniche aiutano a gestire l’ansia e il panico durante l’esposizione alle situazioni temute;
  • farmacoterapia. In alcuni casi, possono essere prescritti psicofarmaci per gestire l’ansia o gli attacchi di panico associati alla fobia.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.