Dipendenza da eroina: cos’è e come uscirne

La dipendenza da eroina è una condizione cronica caratterizzata da una compulsiva ricerca e assunzione di eroina nonostante le conseguenze negative sulla salute e sulla vita quotidiana.
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La dipendenza da eroina rappresenta una seria sfida per la salute pubblica, coinvolgendo una forte dipendenza sia fisica che psicologica dalla sostanza. Scopriamone insieme le cause e gli impatti che questo tipo di dipendenza può avere.

Cos’è la dipendenza da eroina?

L’eroina è un potente oppioide che genera una dipendenza estremamente grave e una seria minaccia per la salute (Penington Institute 2018; Moustafa et al. 2020). Tra il 2001 e il 2012, molti studi hanno scoperto che circa un terzo di tutte le morti causate da oppioidi erano dovute a overdose di eroina, classificandosi tra le prime 20 cause di morte per gli uomini nei paesi sviluppati, in particolare tra gli uomini di mezza età (Degenhardt et al. 2011).

cos'è la dipendenza da eroina

Quando si parla di eroina, si fa riferimento a una sostanza che crea dipendenza attraverso l’assunzione in varie forme e qualità. Generalmente, si presenta in granuli o in polvere, e ad oggi sono noti 4 diversi tipi di eroina:

  • bianca, di origine prevalentemente thailandese, sotto forma di sale e la più pura;
  • rosa, proveniente dalla Birmania;
  • al limone, di origine turco-iraniana, si scioglie più facilmente in acqua acidulata con acido citrico;
  • brown sugar (forma chimica base), la meno pura e principalmente fumata, nonché la più economica.

L’assunzione di eroina può avvenire in vari modi, con effetti conseguenti diversi:

  1. iniezione: viene solitamente diluita con acqua e iniettata direttamente nelle vene, producendo effetti più intensi e immediati (se l’iniezione è endovenosa da 7 a 8 secondi, se è intramuscolare da 5 a 8 minuti)
  2. inalazione (sniffata): tecnica nota come “chasing the dragon“, consiste nell’inalare i vapori dell’eroina riscaldata su un foglio di alluminio, generano una percentuale significativamente inferiore di morfina nel sangue;
  3. fumata: se inalata o fumata, l’effetto più forte si ottiene tra i 10 e i 15 minuti;
  4. assunzione orale: questo metodo è meno potente poiché l’eroina viene parzialmente distrutta durante il processo digestivo.

Bisogna considerare che gli effetti riscontrati da questa sostanza variano in base alle caratteristiche individuali di chi la assume, al contesto e al grado di dipendenza dall’eroina.

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Cause e fattori di rischio

La dipendenza da eroina, una condizione cronica e spesso persistente, è frequentemente accompagnata da disturbi psichiatrici come la depressione, creando una complessa crisi nella salute mentale (Swendsen et al. 2010; Sordo et al. 2012). Altre cause legate alla tossicodipendenza da eroina possono essere:

  • compresenza di un altro disturbo mentale, come disturbi dell’umore o disturbo da stress post-traumatico;
  • famiglia abusiva, con genitori trascuranti o con problemi di dipendenza;
  • facile accesso alle droghe durante l’adolescenza,
  • condizioni di povertà, che costituiscono un fattore di rischio;
  • pressione del gruppo dei pari.

Secondo gli esperti, un motivo per cui l’eroina è così pericolosa è la sua tendenza a creare dipendenza in fretta e con dosi relativamente basse. Questa caratteristica, insieme al suo costo accessibile e al coinvolgimento nel traffico illegale, contribuisce al suo impatto devastante sulla salute e al sostentamento di gruppi criminali.

L’entusiasmo, o “rush“, rappresenta uno dei fattori che contribuiscono alla dipendenza dall’eroina. Questa sensazione (paragonabile da alcuni all’orgasmo) perdura per pochi istanti fino a un minuto, e precede uno stato di semi-vigilanza, caratterizzato da disconnessione dalla realtà e effetto calmante sul sistema nervoso centrale. Le funzioni cognitive rimangono offuscate per diverse ore: diminuiscono la coordinazione e la concentrazione, mentre la capacità di esprimersi diventa confusa e rallentata.

Negli ultimi anni si è notato un aumento della disponibilità di eroina di maggiore purezza e a prezzi più convenienti. Questo ha spinto alcuni consumatori a optare per modalità alternative di assunzione al fine di ridurre il rischio di contrarre malattie infettive trasmesse per via ematica. Queste modalità alternative, come l’inalazione o il fumo, possono sembrare meno rischiose rispetto all’iniezione endovenosa, ma il rischio di contrarre malattie rimane comunque elevato.

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Cosa fa l’eroina al cervello?

L’eroina agisce sul cervello in diversi modi. Dopo essere stata iniettata o assorbita, viene rapidamente convertita in morfina, che è il composto attivo responsabile degli effetti desiderati e indesiderati dell’eroina sul cervello. La morfina agisce legandosi a specifici recettori degli oppioidi nel cervello, inducendo una serie di effetti, tra cui:

  • riduce la percezione del dolore (analgesia) interferendo con i segnali nervosi associati al dolore;
  • sopprime la risposta emotiva al dolore e alle esperienze negative, producendo una sensazione di benessere e calma;
  • uno degli effetti più pericolosi dell’eroina è la depressione respiratoria, dove la respirazione può diventare lenta o persino bloccata, mettendo a rischio la vita;
  • la morfina aumenta l’attività del sistema di ricompensa del cervello, causando un’intensa sensazione di piacere e gratificazione;
  • può influenzare il pensiero e la percezione, causando confusione mentale e rallentamento cognitivo.

Gli effetti dell’eroina sul corpo e sulla mente sono diversi a seconda della dose, del modo di assunzione e delle caratteristiche individuali dell’utente. Viene eliminata dal corpo principalmente attraverso le urine entro 24 ore, con il 90% della dose escreto sotto forma di morfina e suoi metaboliti.

cosa fa l'eroina al cervello

Conseguenze della dipendenza da eroina

L’abuso di eroina può provocare gravi danni a lungo termine, coinvolgendo sia il corpo che la mente. Fisicamente, gli eroinomani possono sviluppare una serie di problemi, tra cui:

  • immunodeficienza,
  • esposizione a varie malattie infettive come l’HIV e AIDS, tubercolosi ed epatiti B e C;
  • disturbi epatici, respiratori e cardiaci,
  • ascessi cutanei gravi, trombosi venose e altri problemi vascolari,
  • disturbi gastrointestinali e problemi sessuali.

A livello mentale ed emotivo, la dipendenza dall’eroina può causare desiderio costante di assumere la sostanza, instabilità dell’umore e comportamenti irrazionali (come rischio di suicidio).

Come vive un eroinomane?

La dipendenza da eroina provoca significative modifiche nel comportamento della persona.

  • Chi ne è affetto tende a nascondere il proprio consumo attraverso una serie di bugie.
  • Il ritmo del sonno è alterato in modo evidente, spesso con insonnia cronica.
  • Si preferisce l’isolamento ed evitare contatti sociali che non siano direttamente legati all’assunzione della sostanza.
  • La ricerca costante di denaro diventa una priorità, portando il tossicodipendente a compiere azioni illegali come il furto o la vendita di beni personali.
  • A livello fisico, si manifestano segni di deterioramento evidenti come pallore, emaciazione, scarsa igiene personale e un marcato calo di peso corporeo.
  • I disturbi alimentari sono comuni, con una tendenza a consumare quantità eccessive di dolci.
  • Nonostante l’apparente debolezza fisica, talvolta si osserva una strana irrequietezza e iperattività.
  • Le pupille contratte e poco reattive sono un segno caratteristico.
  • Parallelamente, la persona affetta da dipendenza da eroina può sviluppare problemi legali, sociali e personali sempre più gravi, delineando un futuro incerto e difficile da decifrare.

Inoltre, il rituale dell’iniezione dell’eroina è un momento altamente ritualizzato per i tossicodipendenti. Dalla preparazione del materiale all’iniezione vera e propria, ogni passaggio è seguito con attenzione maniacale. Con il tempo, l’uso frequente può danneggiare anche le vene, costringendo il tossicodipendente a cercare altre parti del corpo per l’iniezione.

Dipendenza da eroina: quali sono i sintomi di astinenza?

I sintomi comuni di astinenza fisica da eroina sono:

  • pupille dilatate;
  • dolori muscolari alla schiena, alle gambe e alle articolazioni;
  • sensazioni di nausea e vomito;
  • crampi addominali;
  • diarrea;
  • brividi;
  • sudorazione e lacrimazione;
  • sbadigli frequenti.

L’irrequietezza estrema può rendere difficile trovare tranquillità, e il sonno può essere disturbato da frequenti risvegli o difficoltà nell’addormentarsi. Dopo circa una settimana, anche se i sintomi fisici più intensi sono attenuati, il paziente può ancora sentirsi debilitato e affrontare una serie di difficoltà emotive. Queste possono includere sensi di colpa e vergogna legati all’uso passato della sostanza, oltre a sbalzi d’umore, irritabilità e problemi persistenti di sonno.

Questi sintomi raggiungono il picco tra le 24 e le 48 ore dall’ultima dose e diminuiscono entro una settimana, sebbene alcune persone possano sperimentare sintomi persistenti per molti mesi.

Questo problema può essere difficile da superare: più aumenta il consumo e l’età del tossicodipendente avanza, più difficili sono le crisi di astinenza. Non solo, si presenta anche assuefazione, ovvero a parità di dose, l’eroina fa sempre meno effetto.

In passato si pensava che la dipendenza fisica e l’astinenza fossero le caratteristiche principali dell’assuefazione all’eroina, ma ora si comprende che il desiderio e la ricaduta possono manifestarsi anche dopo che i sintomi fisici sono scomparsi.

Come uscire dalla dipendenza da eroina

Le dipendenze comportamentali sono un vero ostacolo per le persone che le sperimentano.

Il trattamento dell’astinenza da eroina e oppiacei può coinvolgere l’uso di farmaci come il metadone o la buprenorfina per la graduale riduzione dell’uso di tali sostanze.

Inoltre, alcuni farmaci possono essere utilizzati per ridurre i sintomi specifici dell’astinenza, come la clonidina per controllare il funzionamento del sistema nervoso, e altri psicofarmaci per gestire l’insonnia e i disturbi gastrointestinali.
Per la dipendenza da eroina, la ricerca evidenzia l’importanza di un approccio multidisciplinare suddiviso in almeno tre fasi distinte.

  • La prima fase consiste nella disintossicazione, che richiede un sostegno medico specializzato e può includere interventi tossicologici e psichiatrici. In alcuni casi, potrebbe essere necessario affrontare anche eventuali malattie infettive.
  • La seconda fase è il trattamento intensivo, che coinvolge interventi psicologici e psicoterapeutici. Qui, la terapia cognitivo-comportamentale è spesso raccomandata per gestire il desiderio di droga e gli stati emotivi negativi conseguenti all’abuso di sostanze.
  • Infine, la terza fase è la prevenzione delle ricadute, che si basa sulla continuazione del sostegno psicologico e sulla messa in atto di strategie per evitare una ricaduta nell’abuso di droghe. All’interno del contesto della terapia cognitivo-comportamentale, sono presenti approcci basati sull’accettazione e sul non giudizio, come la mindfulness, che mirano a modificare il modo in cui le persone reagiscono ai pensieri e alle emozioni, riducendo così l’impulso verso comportamenti dannosi.

Serenis può aiutarti attraverso la psicoterapia online: è importante comprendere le ragioni dietro allo sviluppo di dipendenze, che possano essere legate all’uso di sostanze, alla dipendenza da videogiochi, al gioco d’azzardo o all’abuso di internet. L’aiuto di un esperto può aiutarci a trovare un modo di gestione adeguato delle nostre emozioni e pensieri, senza il rischio di incorrere in comportamenti dannosi.

Fonti:

  • Dole, V. P., & Nyswander, M. E. (1967). Heroin addiction—a metabolic disease. Archives of internal medicine, 120(1), 19-24.
  • Hutcheson, D. M., Everitt, B. J., Robbins, T. W., & Dickinson, A. (2001). The role of withdrawal in heroin addiction: enhances reward or promotes avoidance?. Nature neuroscience, 4(9), 943-947.
  • Dole, V. P., & Nyswander, M. (1965). A medical treatment for diacetylmorphine (heroin) addiction: a clinical trial with methadone hydrochloride. Jama, 193(8), 646-650.
  • Wikipedia, Heroin
Dott.ssa Martina Migliore

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.