Tutto quello che vuoi sapere sulla dipendenza da lavoro

Superare la dipendenza da lavoro: scopri strategie per bilanciare vita professionale e personale, gestire lo stress e ritrovare un equilibrio sano nella tua carriera.

Questo articolo è pensato per rispondere a tutte le domande e curiosità sul workaholism. Ti spiegherà cos’è la dipendenza da lavoro, quali sono i sintomi e come si cura e ti fornirà informazioni scientifiche spiegate in modo semplice. L’articolo è curato da Serenis Health, piattaforma di psicoterapia online.

Cos’è la dipendenza da lavoro

La dipendenza da lavoro è un comportamento patologico che porta una persona a sviluppare un’ossessione per il lavoro. Sebbene non sia riconosciuto come un disturbo indipendente dai principali manuali diagnostici, fa parte delle cosiddette new addictions, che comprendono tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non è coinvolta nessuna sostanza, ad esempio la dipendenza da internet, la dipendenza da smartphone, ma anche la dipendenza da pornografia e altre ancora.

Nella dipendenza da lavoro o workaholism, la persona si sente costretta a lavorare a causa di pressioni interne. Inoltre, ha pensieri persistenti sul lavoro quando non lavora e lo fa oltre quello che ci si aspetta ragionevolmente dal suo ruolo e dalle normative. Tutto ciò nonostante le potenziali conseguenze negative, ad esempio, problemi coniugali o di salute, tra gli effetti più comuni.

È importante sottolineare che il workaholism non dovrebbe essere confuso con la tendenza a passare una quantità smodata di tempo al lavoro. Infatti, la dipendenza da lavoro e le ore di lavoro sono solo moderatamente correlati. Quindi, lavorare troppo non è determinante per capire se una persona ha una vera e propria dipendenza da lavoro.

Bensì la dipendenza da lavoro genera un’ossessione per il lavoro. Secondo alcuni autori, invece, lavorare rappresenta una dipendenza in tutto e per tutto, con tanto di fenomeni di tolleranza e astinenza come in tutte le altre dipendenze comportamentali. In questa dipendenza, il soggetto si autoimpone rigide regole di lavoro, troppo stringenti da far risultare il lavoro come l’unica attività che dà senso alla propria vita.

Inoltre, un workaholic mostra un’incapacità di regolare i ritmi di lavoro, le proprie abitudini lavorative e il tempo dedicato al pensare al lavoro. Di conseguenza, il lavoro viene privilegiato a discapito delle relazioni e delle altre attività della vita, pertanto il lavoro diviene l’unica cosa che conta e la salute è la prima a pagarne le conseguenze, mostrando sintomi simili a quelli dello stress lavoro correlato o del burnout.

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Psicologia della dipendenza da lavoro

La dipendenza da lavoro in psicologia è ampiamente dibattuta. A tal proposito, alcuni autori propongono tre elementi per definire la dipendenza:

  • un forte coinvolgimento nel lavoro;
  • una compulsione, una spinta interna a lavorare;
  • la persona trae scarso piacere dal lavoro.

D’altra parte, altri autori hanno proposto di considerare la dipendenza da lavoro come una dipendenza da sostanze. In questo caso devono essere individuati gli elementi di salienza, tolleranza, modificazione dell’umore, ricaduta, astinenza, e conflitto. La salienza in psicologia è un concetto che significa di “grande rilevanza”: il lavoro è la cosa più rilevante della vita per un workaholic.

Sul perché una persona diventi workaholic, la psicologia della dipendenza dal lavoro offre un interessante ventaglio di ipotesi. In primo luogo, il significato della dipendenza da lavoro va visto nell’ottica dell’interpretazione che si può dare a qualsiasi dipendenza. In poche parole, la persona si ritrova a compensare con il lavoro un vuoto interiore, che può essere rappresentato da una bassa autostima o da un’incapacità a sentirsi amati e apprezzati. Ma può anche significare una fuga da sentimenti inaccettabili e dolorosi. Detto semplicemente, lavorare tanto tiene occupati e non fa pensare a cose spiacevoli. Ma da cosa origina questo bisogno di fuga o compensazione?

Tutte le cause della dipendenza da lavoro

Le cause della dipendenza da lavoro possono dipendere da traumi infantili oppure da uno stile di personalità che porta le persone a ricavare poco piacere dalle relazioni, di conseguenza tutte le energie vengono investite nel lavoro. Ma tra le cause del workaholism ci potrebbe essere un trauma subito nell’infanzia oppure un rapporto ambivalente con i propri genitori.

In questi casi, la persona può non sviluppare una corretta immagine di sé, e avere poca autostima. Inoltre, potrebbe sviluppare la paura dell’abbandono, e affrontarla puntando tutto sulla carriera e sul lavoro. In tal modo, diventerebbe “qualcuno”, potrebbe avere successo ed essere amato e considerato per questo motivo. Alcuni tratti di personalità sembrano essere collegati alla dipendenza da lavoro, e questi sono nevroticismo, perfezionismo e coscienziosità.

Uno stile genitoriale in cui si pretendono alti standard nello studio e nella realizzazione personale, possono essere all’origine della dipendenza da lavoro: ottenere l’eccellenza potrebbe essere vissuto come l’unico modo per ricevere amore. In tal modo, verrebbe legittimato un minor investimento nelle relazioni interpersonali e un atteggiamento di chiusura emotiva.

Quali sono i sintomi e gli effetti della dipendenza da lavoro

I sintomi della dipendenza da lavoro sono l’ossessione per il lavoro, ma anche la tendenza a mascherarla. Le persone con una dipendenza dal lavoro spesso giustificano il loro comportamento spiegando che puntare tutto sul lavoro può aiutarli a raggiungere il successo. Spesso la cultura dominante occidentale può incentivare questo tipo di atteggiamento. Le persone con dipendenza si mimetizzano in mezzo a tanti lavoratori che cercano l’eccellenza. Tuttavia, l’ambizione e la dipendenza sono due cose molto diverse.

Una persona con una dipendenza da lavoro può impegnarsi in un lavoro compulsivo per evitare altri aspetti della sua vita, cosa che non accade per chi ha forti ambizioni. Per un workaholic, invece, sarebbe un modo per scappare da problemi in famiglia, di salute o personali. Come per altre dipendenze, la persona può diventare dipendente senza rendersi conto degli effetti negativi che la dipendenza sta causando. I sintomi di una dipendenza da lavoro includono:

  • Tempo. Passare molte ore in ufficio, anche quando non è necessario.
  • Insonnia e disturbi del sonno. Perdere il sonno per impegnarsi in progetti di lavoro, anche senza una reale urgenza.
  • Eccellenza. Essere ossessionati dal successo sul lavoro.
  • Pensieri ossessivi. Pensare spesso a come liberare del tempo per lavorare.
  • Programma di lavoro. Passare molto più tempo a lavorare di quanto previsto inizialmente.
  • Senso di colpa. Lavorare per ridurre i sentimenti di colpa, ansia, impotenza e depressione.
  • Astinenza. Stress, rabbia, ansia e depressione intervengono subito se non si lavora.
  • Salute. Lavorare così tanto da influenzare negativamente la propria salute.
  • Paura. Avere un’intensa paura di fallire sul lavoro o di rimanere senza lavoro.
  • Solitudine. Abbandonare le relazioni personali a causa del lavoro.
  • Stile difensivo. Avere un atteggiamento difensivo quando qualcuno nota che si lavora troppo.

Sei ossessionato dal lavoro? Fai il test sulla dipendenza

Come succede per molti altri disturbi, si possono trovare online molti test per la dipendenza da lavoro, alcuni dei quali sono stati sviluppati da ricercatori o psicologi. Attenzione, però, perché solo uno psicologo certificato può somministrare un test validato scientificamente. Solo persone che hanno fatto il giusto percorso di formazione possono trarne una conseguente diagnosi. Fare un test da soli su internet in questi casi non ha un valore medico o scientifico.

Anche se il workaholism non è stato riconosciuto ufficialmente, esistono diversi test validati scientificamente. Un test molto utilizzato per la dipendenza da lavoro è il Work-Addiction Risk Test. Ma è anche famoso il The Bergen Work Addiction Scale. Entrambi si possono fare online gratuitamente e possono far capire se si è dipendenti dal lavoro.

Dipendenza da lavoro: come curarla

Curare la dipendenza dal lavoro non è semplice. Prima di tutto, è difficile individuarla. Come abbiamo detto, un workaholic potrebbe non rendersi conto del proprio problema. Inoltre, potrebbe ben mascherare la sua dipendenza con l’ambizione.

Uno dei problemi principali nel trattare la dipendenza dal lavoro è che nessun manuale diagnostico la riconosce ancora come una dipendenza effettiva. Questo implica una scarsa conoscenza del problema e pochi studi al riguardo, di conseguenza le terapie e le cure per la dipendenza non abbondano. Tuttavia, ci sono moltissimi psicoterapeuti in grado di aiutare le persone a uscire dalla dipendenza da lavoro.

La psicoterapia può comprendere l’apprendimento di strategie per disimpegnarsi dal lavoro. Inoltre, aiuta a trovare modi per tornare a relazionarsi con la famiglia e con gli amici, gestendo meglio il tempo a disposizione. Può soprattutto aiutare a trovare le cause del problema, risolvendole e portando la consapevolezza a un livello superiore.

Per chi volesse provare a fare un lavoro di crescita personale, se già consapevole della propria dipendenza, ecco alcuni consigli.

  • Impara a dire basta. Puoi creare un programma delle tue ore quotidiane. Inizia col riprometterti di non lavorare oltre una certa ora e rispetta quell’ora per spegnere tutto.
  • Stabilisci dei limiti sani. Molte persone che sono inclini al superlavoro cronico hanno anche problemi a stabilire e mantenere dei confini. Come punto di partenza, fai un programma di lavoro e impegnati a rispettarlo.
  • Non portarlo a casa. Probabilmente è la prova più difficile di tutte. Quando torni a casa, fai in modo di spegnere il tuo telefono e disconnetterti dalla tua e-mail e prenditi del tempo per gli amici e la famiglia.
  • Datti una pausa. Impara a concederti delle pause durante la giornata lavorativa, anche se piccole.
  • Prendi seriamente la tua salute. Probabilmente stai danneggiando la tua salute e le tue relazioni. Devi prendere il cambiamento seriamente. Se necessario, considera la possibilità di ricevere aiuto per imparare abilità migliori per bilanciare la tua vita.
  • Meditaci sopra. La pratica della meditazione è un ottimo modo per prendersi del tempo ogni giorno e rallentare consapevolmente.
  • Scopri se soffri di depressione e hai i requisiti per ottenere un periodo di malattia per depressione dal lavoro, da usare per recuperare.

Psicoterapeuta: come scegliere

Una volta presa la decisione di farti aiutare da uno o una psicoterapeuta per prenderti cura di te, è il momento di trovare la persona giusta. La decisione non è semplice: ci sono diverse scuole di psicoterapia con diverse tecniche. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati, perché scegliere quella sbagliata potrebbe far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio per intraprendere il percorso che fa per te:

  • Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze;
  • Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo;
  •  Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?

Una soluzione è il servizio di psicoterapia online di Serenis, il centro medico che, tra le altre cose, cura anche questo blog. Serenis ha solo psicoterapeuti esperti. Te ne assegna uno adatto alla tua situazione, con cui farai una prova gratuita e inizierai un percorso (e se per qualche motivo non entri in sintonia, puoi richiedere un terapeuta diverso con un clic). Ci sono anche molti altri modi per trovare uno psicoterapeuta valido: per esempio puoi chiedere al medico di base o rivolgerti a un consultorio nella tua zona. L’importante è fare il primo passo.

Testimonianze di workaholism

Trovare una testimonianza sulla dipendenza da lavoro è molto semplice. Diversi blog parlano di workaholism: molte persone si definiscono “maniache del lavoro” o “malate di lavoro” e parlano del loro rapporto con il successo, con l’eccellenza, con le regole autoimposte. Inoltre, spiegano come la loro vita si sia disgregata a causa dell’ossessione dal lavoro.

Ci sono anche molti video e interviste online, disponibili gratuitamente. Bisogna sempre fare attenzione, però, a distinguere tra i casi patologici di dipendenza da lavoro, e quelli che non lo sono. In ogni caso, leggere le esperienze altrui può aiutare ad aumentare la consapevolezza sul problema.

Bibliografia e approfondimenti

  • Atroszko, P. A. (2019). Work addiction as a behavioural addiction: Towards a valid identification of problematic behaviour. Australian & New Zealand Journal of Psychiatry, 53(4), 284-285.
  • Orosz, G., Dombi, E., Andreassen, C. S., Griffiths, M. D., & Demetrovics, Z. (2016). Analyzing models of work addiction: Single factor and bi-factor models of the Bergen Work Addiction Scale. International Journal of Mental Health and Addiction, 14(5), 662-671.
  • Griffiths, M. D., Demetrovics, Z., & Atroszko, P. A. (2018). Ten myths about work addiction. Journal of behavioral addictions, 7(4), 845-857.
  • Wikipedia, Workaholic
Dott. Raffaele Avico

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Psicologo clinico e psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia cognitiva e sessuologia clinica. La mia formazione include anche EMDR e mindfulness. Ho un'ampia esperienza nella gestione di disturbi d'ansia, dell'umore, da stress, sessuali, e da uso di sostanze. Mi dedico in particolare al trattamento del trauma psicologico e delle dipendenze. Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.