Il lutto non elaborato: sintomi, conseguenze e come affrontarlo

Quando il lutto non viene elaborato, possono manifestarsi una serie di sintomi e conseguenze che influenzano la salute emotiva e mentale dell’individuo.

Il lutto rappresenta una risposta emotiva normale alla perdita di una persona che si ama. È un’esperienza caratterizzata da vissuti di tristezza, rabbia, smarrimento, fino alla disperazione. Questo squilibrio temporaneo è da considerarsi pienamente normale, anche se a volte la sofferenza può protrarsi fino a dare luogo a un lutto complicato.

Se questa situazione ti suona famigliare, continua a leggere il nostro articolo e troverai molte informazioni sul lutto non elaborato: sintomi, fattori di rischio e possibili conseguenze.

Che cos’è il lutto complicato?


Il lutto complicato è un disturbo che viene riconosciuto anche dal DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) sotto la definizione di disturbo da lutto persistente complicato. Si tratta di una condizione che si protrae oltre quanto sarebbe normale, quindi per un periodo superiore ai 12 mesi.

La manifestazione del lutto non elaborato ha sintomi specifici, che fungono proprio da criterio, insieme alle tempistiche, per determinare il confine tra una condizione normale e una divenuta patologica. Tra questi troviamo:

  • una nostalgia per il defunto che non accenna ad attenuarsi;
  • il corredo emotivo che caratterizza gli stati iniziali del lutto persiste con tristezza intensa, rabbia o congelamento emotivo;
  • il pensiero della persona scomparsa suscita preoccupazione e apprensione relative alle circostanze in cui la morte è avvenuta e, per questo motivo, la persona evita con insistenza i ricordi legati al defunto;
  • senso di colpa;
  • la perdita suscita ancora un senso di incredulità, come se non fosse percepita come reale;
  • per la persona è difficile lasciarsi andare ai ricordi positivi legati alla persona amata.

Lutto non elaborato: sintomi per riconoscerlo

Entrando più nello specifico del lutto non elaborato e dei suoi sintomi, possiamo distinguere alcune categorie in cui questi si raggruppano, a seconda del canale attraverso il quale si manifestano. Parliamo, quindi, di sintomi fisici, psicologici e comportamentali. Più precisamente, possono comparire un livello di energia costantemente basso, oppure affanno nel respiro. Queste conseguenze del lutto non elaborato che riguardano l’aspetto fisiologico sono strettamente correlate a quelle emotive, che includono sentimenti di tristezza e rabbia. A loro volta, sul piano comportamentale non è insolito provare perdita di interesse anche per le cose che prima davano piacere e un appiattimento intervallato a momenti di pianto intenso.

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Ma le conseguenze del lutto non elaborato possono estendersi anche oltre il livello personale e riguardare anche le relazioni. La comunicazione può diminuire brutalmente in senso quantitativo e degenerare in sporadici eccessi. La qualità delle interazioni, quindi, diminuisce e questo può comportare degli stravolgimenti all’interno della famiglia, che può vedere sconvolti i suoi equilibri e i ruoli dei suoi componenti. Anche nella coppia i due partner possono allontanarsi ed ergere un muro di incomprensione e difficoltà comunicativa. All’esterno della famiglia, invece, ci si estranea dagli amici e si va incontro a un progressivo isolamento sociale.

Quali sono le cause del lutto complicato?

Il disturbo da lutto persistente complicato non è una patologia con origine genetica, ma dipende molto dalle variabili intersoggettive e contestuali, per questo motivo, più che di cause, sarebbe corretto parlare di fattori di rischio, ovvero elementi che aumentano la probabilità che il normale processo di lutto diventi patologico.

In particolare, le persone che sono più predisposte a sviluppare questo disturbo sembrano essere quelle che hanno uno stile di attaccamento insicuro, che rende faticoso esprimere le emozioni negative che si provano o, in altri casi, contenerle. La scorretta espressione delle emozioni e la poca famigliarità con esse, come nel caso dell’alessitimia, rende difficile elaborare il lutto, così come la bassa autostima, che impedisce di accedere alle risorse interne necessarie ad affrontare il dolore.

Anche la relazione che si aveva con il defunto quando era in vita ha il suo peso: se si tratta di un rapporto spinoso, interrotto dalla morte, resta un senso di inconcluso misto a senso di colpa per non aver appianato i conflitti quando si era ancora in tempo.

Le conseguenze del lutto non elaborato

La sofferenza lasciata dal lutto complicato non si ferma al dover convivere con un dolore costante, ma si appresta a fare da sottosuolo fertile per lo sviluppo di ulteriori disturbi, che possono costituire le conseguenze patologiche del lutto non elaborato. Di seguito vediamo le più comuni.

Lutto non elaborato e disturbo post-traumatico da stress

Il trauma, per definizione, è la conseguenza disfunzionale di un contatto con la morte. Questo non deve essere per forza diretto: anche da un lutto può derivare un disturbo post-traumatico da stress.

Si tratta di una sindrome caratterizzata soprattutto da comportamenti di evitamento volti a cercare di non pensare a quanto accaduto, vissuti emotivi forti che possono portare a incubi molto vividi e pensieri ricorrenti che impediscono la concentrazione e lo svolgimento di molte attività che normalmente richiedono un minimo sforzo.

Il disturbo post-traumatico da stress interviene soprattutto quando la morte della persona cara capita come evento inatteso: il lutto improvviso, infatti, rende quasi irreale la perdita della persona amata, che non riesce a trovare una spiegazione agli occhi di chi rimane, scatenando confusione e smarrimento.


Lutto non elaborato e disturbi da dipendenza

Un lutto improvviso, oppure un lutto perinatale, possono causare conseguenze estremamente gravi sul benessere psicofisico. Per questo motivo è possibile che le persone che ne sono colpite cerchino una scorciatoia, un modo per assopire il dolore che questi eventi traumatici causano, come rifugiarsi nelle sostanze, sviluppando così una tossicodipendenza.

Si tratta di un disturbo reattivo in cui la sostanza viene assunta come palliativo, allo scopo di tramortire il dolore e tenerlo lontano dalla coscienza. Questa soluzione, se all’inizio sembra dare un effetto di distanziamento, non aiuta a superare il lutto, piuttosto getta la persona in un circolo di dipendenza in cui la droga o l’alcol non vengono cercati per piacere, ma per trovare un diversivo e mettere a tacere le emozioni negative.

Lutto non elaborato e depressione

L’ultima delle conseguenze del lutto non elaborato di cui parliamo, ma non ultima per frequenza o importanza, è forse la più ovvia, ed è rappresentata dalla depressione. In questo caso i sintomi sono del tutto paragonabili a quelli di un classico disturbo dell’umore, che diventa l’espressione di una sofferenza che non viene espressa in altro modo.

Nel vissuto del lutto la tristezza è un’emozione normale, ma fisiologicamente lascia, con il trascorrere del tempo, il posto alla malinconia. Quando il lutto sembra non passare più, invece, può sfociare in un vero e proprio disturbo depressivo che, al contrario, esce dallo spettro della normalità e diventa patologico, intensificando il dolore e apportando tutte le caratteristiche tipiche del caso: inappetenza, apatia, crisi di pianto, bassa autostima e sensi di colpa, difficoltà a concentrarsi e portare a termine le attività quotidiane.

Ciò che fa la differenza, quindi, tra processo di elaborazione della perdita e l’insorgenza di una depressione reattiva, è il fattore temporale.

Lutto non elaborato: come uscirne

Quando si ha a che fare con un lutto non elaborato e le sue conseguenze, uscirne da soli sembra sempre più difficile, per via delle complicazioni che i disturbi secondari possono comportare. In questi casi il supporto della rete sociale è fondamentale: qui la persona che soffre per la perdita di una persona cara può trovare empatia, qualcuno disposto all’ascolto e che sappia accogliere il suo dolore. Ma la tendenza all’isolamento che caratterizza lo stato di lutto sembra remare contro ogni possibilità di rimarginazione della ferita. Laddove la rete di relazioni fallisce, può essere utile rivolgersi a un esperto della salute mentale.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.